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Autore: Legacyofjiraiya    14/12/2014    0 recensioni
Raccolta. Jiraiya x Tsunade. 20 brevi One Shot.
Momenti, attimi, emozioni che sconvolgono il cuore dei due protagonisti.
Estratto dal primo capitolo: "Non si guardano, al limite si scrutano, quasi come fosse una sfida ... non si lasciano intimidire l'uno dall'altro.
Tsunade si fa sfuggire un lieve ghigno, mentre morde il labbro al compagno, perché sa che stasera non lascerà nulla di inconcluso.
L'uomo incastra gli occhi in quelli della donna, quasi a volerle mettere paura.
Ma lo sa, dopotutto. Jiraiya sa che è impossibile prevalere su Tsunade. "
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO VI:

Debolezza

Lo scroscio dell'acqua era l'unico suono che riusciva ad essere in grado di offuscargli i pensieri.
L'acqua che gli colava sul corpo sembrava quasi l'ancora di salvezza a cui egli si aggrappava.
Strinse forte gli occhi. Una morsa di dolore si faceva sempre più intensa e torturava quell'anima tanto ferita. I muscoli dell'addome d'improvviso presero a contrarsi, dando sfogo alla sofferenza e rendendo affannoso il respiro.
Sembrava quasi che l'intero fisico stesse cedendo, concedendo alle emozioni più burrascose di prendere il sopravvento.
D'un tratto però si placò: aveva voglia di piangere.
Si cinse il capo, scuotendolo con forza, quasi come se stesse cercando con disperazione di mandar via le brutte sensazioni che percepiva.
Il desiderio di farsi del male sempre più intenso, accompagnato dal forte senso di colpa, fu quasi percepibile persino dall'acqua, che gli sembrò colare ancora più ghiacciata, quasi come se stesse cercando di ammonirlo silenziosamente per le sue colpe. Sì, le sue colpe.
Portò la mano al rubinetto della doccia, desideroso di porre fine a quella tortura. Nel preciso istante in cui chiuse il getto dell'acqua, una forte sensazione di freddo prese a cullargi le membra.
Si sentiva osceno, debole. Illuso.
Guardò alle sue spalle, salendo uno scalino per raccogliere l'asciugamano a terra.
Prontamente lo legò alla vita, poi uscì dal bagno.
Ad attenderlo, stesa sul letto, vi era la causa delle sue debolezze interiori ... La donna che amava in silenzio, - la persona per cui avrebbe dato ogni cosa, ogni singola parte del suo corpo, il suo cuore e tutte le particelle della sua anima - lo aspettava in silenzio su quel letto che era diventato da tempo il tacito sfogo delle tempeste interiori dei due compagni di team.
Bellissima, avvolta da un candido lenzuolo bianco su cui cadevano i morbidi capelli biondi che tanto amava, era illuminata da un piccolo sorriso beffardo. Volgeva gli occhi un po' a lui, un po' alla mano che carezzava distrattamente il morbido cuscino, senza dire niente.
Jiraiya la raggiunse con uno sguardo del tutto indifferente, che la donna non mancò di notare: un po' offesa, ella si voltò.
L'uomo prese ad osservarla con uno sguardo stupito, chiedendosi cosa avesse combinato.
"Magari se l'è presa perché sono corso in bagno senza dirle niente ... " si ritrovò a pensare, adagiandosi sul giaciglio della loro passione senza prestarvi molta attenzione.
Dalla donna arrivò uno sbuffo intimidatorio che non prometteva nulla di buono. Jiraiya sbuffò di rimando, poi decise: era l'ora buona per prendersi gioco di lei.
« Accidenti, Tsunade ... » cominciò, tentando di attirare l'attenzione della Kunoichi che sembrava non volergli dare alcuna soddisfazione.
« Guarda che potevi dirmelo che volevi fare la doccia con me, ti avrei accolta a braccia aperte ... » proseguì poi, con una variazione divertita a solleticargli le corde vocali. La punta di sarcasmo nelle parole del Sannin non mancò di attirarle l'attenzione e lei, di getto, rispose solo con un'occhiataccia annoiata, quasi come se gli stesse dicendo "sei banale, riprova con qualcos'altro".
Capendo al volo, l'uomo si stese al suo fianco ridendo e prese a solleticarle la schiena, mentre lei gli negava ancora una volta lo sguardo.
Le risa gli morirono in gola.
« Che c'è? » Si arrese infine. Era sempre Tsunade ad avere la meglio.
« Nulla, questa situazione mi sta scomoda. » Mormorò lei, stringendosi al lenzuolo.
« Ehi, per una volta che ti lasci andare un po' di più ... Mica ho detto che dobbiamo per forza dormire stanotte, possiamo pur sempre occupare il nostro tempo in cosucce più divertenti. » disse, tentando di stuzzicarla, al contempo infilò una mano fra le lenzuola e prese a carezzarle il fianco con fare eloquente.
La bionda si scosse, ma l'uomo non si scompose.
« Hai tre secondi di tempo per smetterla, prima che io ti uccida. »
A quell'ammonimento, l'uomo si fermò.
Tsunade si alzò, regalandogli la vista del proprio corpo nudo ancora una volta.
Jiraiya, pervertito com'era, non si preoccupò per niente di dimostrare le proprie emozioni nei confronti di quella splendida vista e decise addirittura di spostarsi per concedersi una visuale più precisa. Tsunade prese dal tavolino della stanza due bottiglie di sakè e due bicchieri, che portò velocemente sul letto. Una bottiglia però era vuota, e Jiraiya non fece in tempo a chiedersi perché l'avesse portata che se la ritrovò distrutta in testa con la violenza che distingueva Tsunade dalle altre donne.
Immediatamente prese a contorcersi, più per la botta in testa che per dolore e, come a voler frastornarlo ancora di più, in un attimo arrivarono anche le urla di protesta della Sannin.
« Così impari a fare il pervertito! Sei proprio un porco! »Sbottò lei, più arrabbiata che mai e, trascinando a sé il lenzuolo, si coprì.
« Non ho davvero parole. È brutto sentirsi gli occhi addosso in questo modo, ti comporti da maniaco anche dopo avermi avuta già con te parecchie notti! » Continuò basita lei.
Jiraiya la guardava allarmato, poi con voce rotta dalla paura, tentò di giustificarsi:
« E-ehi! Lo sai che le donne sono la mia ... ehm ... debolezza! E poi le cose belle vanno guardate, no? »
Con quella risposta si guadagnò ulteriore ira della compagna, che gli tirò un sonoro schiaffo sulla spalla, causandogli un piccoli gemito di dolore.
Sorrise con malizia.
« Scusa, Jiraiya, lo sai che essere manesca è la mia debolezza! » disse, sbeffeggiandolo con gusto, in procinto di versargli un goccio di saké nel bicchiere.
Fece lo stesso anche col suo e, a quel punto, gli intimò di bere.
Il bicchiere si ritrovò vuoto in un attimo e Tsunade badò bene a riempirlo di nuovo!
« Eh! Sbottò d'un tratto lei, « Almeno ho un compagno di sbornie sempre disponibile! »
Jiraiya scoppiò a ridere.
« Tsunade ... è la debolezza che ci accomuna! »
« Ah! » lo guardò stupita, « Quindi c'è davvero qualcosa in comune fra noi due. »
« Maddai, Hime. Ce ne sono tantissime: per esempio, il fatto che facciamo parte dello stesso team, che siamo allievi dello stesso maestro, viviamo nello stesso villaggio, siamo nati nello stesso anno ... » mormorò lui attentamente, osservando il divertimento della donna nell'ascoltare quell'elenco.
« E questo dovrebbe renderci compatibili?! Lo trovo patetico! » gli disse, quasi a volerlo offendere, scopiando a ridere.
« Sai perché ho cominciato a bere? » sussurrò lui, sfoggiando d'improvviso un'espressione malinconica.
La donna fece di "no" con il capo, intimando l'uomo a mettere fine a quella curiosità che d'un tratto le si era accesa.
« Ricordi? Io non bevevo mai ... » continuò lui, prendendo un altro sorso di alcol.
« Ho cominciato a bere quando è morto Nawaki ... »
Tsunade si irrigidì. Nawaki era molto affezionato a Jiraiya, lo considerava quasi come un fratello maggiore e Jiraiya ricambiava l'affetto che il ragazzino nutriva nei suoi confronti.
Non ci aveva mai pensato. Anche Jiraiya aveva sofferto per quella perdita.
« Tsk. Ecco un'altra cosa che ci accomuna ... » disse divertita.
Lui le sorrise.
« È il nostro metodo per scacciar via i brutti pensieri ... » continuò lei.
« Approposito ... prima eri dispiaciuto. Cosa ti tormentava? »
Jiraiya non disse nulla per qualche attimo. Non gli andava di dirle che tutto quello gli faceva male, non gli andava di farle capire di volere di più, non gli andava di ferire anche lei. Non gli andava di sbatterle in faccia il fatto che gli faceva male essere usato come "oggetto per dimenticare". Non gli andava di farla soffrire ulteriormente.
Abbassò il capo, accasciandosi al letto.
« Nulla, Hime. Era stato solo ... un attimo di debolezza ... »


 
***
 
Hola! Stavolta sono stata più veloce: meno di un mese ... 
Cercherò di aggiornare sempre più velocemente, promesso! Ci sono tante persone che seguono questa storia e ci tengo a ringraziarle! Non mi sarei mai aspettata talmente tante visite.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Sono di fretta purtroppo ... ç_ç
Alla prossima!

"The fire that passes trough usè una raccolta partita col Fuoco, protagonista della passione dei due amanti, dispersa poi nel semplice Calore di un abbraccio che fa mancare il Respiro, specie quando esso termina, lasciandoti nei pensieri tante domande, tra le quali "quanta ancora sarà l'Attesa prima che possa assaporare nuovamente quel benessere?" Tali elucubrazioni, lasciano fra le membra una forte sensazione di Dolore che non ammetteresti mai, preferendo attribuire quella spiacevole sensazione come mera Debolezza ...
As always, vi annuncio il prossimo prompt: ATTIMO

 
  
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