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Autore: _Zexion_    14/12/2014    2 recensioni
[Donten Ni Warau]
[Donten Ni Warau]Se li amavi, dovevi lasciarli andare.
Posò una mano sulla fronte, attirando l'attenzione di Chuutarou ma ignorando le preoccupazioni altrui, trattenendo quel senso di tristezza che gli apparteneva.
Chi glielo aveva detto...?
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Titolo: Under the clouds.
Fandom:  Donten ni warau
Rating: Verde
Genere: Generale; Songfic
Note: Una piccola TenkaSoramaru, sperando sia decente così come speravo venisse. Da ascoltare, se volete, con Let Her Go, Boyce Avenue. (Originale è dei Passengers.)
Dunque dunque, per la mia omonima, che oggi era così felice che boh, volevo far qualcosa per lei ancora. E mi odierà, lo so. 

 

Under the Clouds

 
Only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go 

"Aniki?"
Il volto di Soramaru fece capolinea nella camera del fratello maggiore che alzò lo sguardo da alcuni fogli sparsi per terra, sorridendo l'attimo dopo.
"Oooh, il mio adorato fratellino ha bisogno del suo fratellone? Dimmi tutto, dimmi tutto!"
Soramaru arcuò le sopracciglia prima di sbuffare, scuotendo il capo.
"Vado a prendere qualcosa in città, puoi badare alla casa senza fare eccessivi disastri mentre sono via?"
L'espressione di Tenka fu abbastanza eloquente, così come il broncio che non tentò nemmeno di nascondere sul suo volto.
"Il tuo non fidarti di me mi ferisce, Soramaru. Una volta eri così piccolo e carino..."
"Scusa tanto se non sono più carino."
"MA E' OVVIO CHE SEI CARINO ANCHE ORA, SEI IL MIO ADORABILE FRATELLI-- ARGH, MI HAI GIOCATO!"
Soramaru se ne stava chino, le spalle arcuate mentre tentava di trattenere le risate, le lacrime agli occhi ed il viso leggermente rosso per quanto facilmente aveva tirato uno scherzo a Tenka.
"Il cuore spezzato di un fratello non amat-"
In pochi minuti Chuutarou uscì da non si sa bene dove, catapultandosi contro il fratellone.
"TI AMO IO TEN-NII!!!" investendolo perfettamente.
Soramaru cercò di schiarirsi la voce, guardando i due fratelli.
"Torno presto." ed uscì dalla stanza, lasciandoli da soli. Tenka sospirò, attaccato dal minore, prima di sorridere un po' tristemente. 
Se li amavi, dovevi lasciarli andare. 
Posò una mano sulla fronte, attirando l'attenzione di Chuutarou, prima di ignorare le preoccupazioni altrui, trattenendo quel senso di tristezza che gli apparteneva.
Chi glielo aveva detto...?
Staring at the ceiling in the dark
Same old empty feeling in your heart

"Soramaru?" 
"Nh..." Si mosse di poco, il più piccolo, mentre se ne stava rannicchiato sulla veranda, dormicchiando come un gatto al sole.
Anche se di sole lì non ve ne era alcuno.
Tenka sorrise appena, intenerito da quella scena che da tanto non vedeva. Soramaru stava crescendo più in fretta di quanto si fosse aspettato e la cosa lo destabilizzava abbastanza da fargli pensare che c'era qualcosa che non andava in lui.
Riportare quel pensiero alla memoria per un attimo gli oscurò il viso, prima che tornasse normale alla voce di Shirasu che lo chiamava.
"Come mai se qui...?" 
Tenka sorrise, portando un dito alle labbra in un gesto di silenzio. Shirasu si sporse, notando Soramaru e sorridendo.
"Vuoi che lo porti nella sua stanza? Anche Chuutarou prima si era addormentato, lo ho già messo a letto."
Tenka scosse il capo, prendendo il fratellino tra le braccia.
"Ci penso io."
Shirasu annuì, guardandoli per un attimo prima di allontanarsi per compiere i suoi doveri.
In quel momento Soramaru si strinse a lui, sospirando l'attimo dopo nel sonno.
"Aniki..."
L'altro lo osservò a lungo, prima di portarlo nella sua stanza con calma, poggiandolo sul futon, coprendolo. Si sedette al suo fianco, scostandogli i capelli dalla fronte.
"Stai crescendo in fretta." Sussurrò, sorridendo tristemente. "I nostri genitori sarebbero fieri di te."
/Ma non di me./ Si ripeté a sé stesso, prima di chinarsi appena verso di lui.
Le labbra sfiorarono la fronte altrui per quello che fu un secondo e poco dopo si alzò, lasciando la stanza del più piccolo.
Soramaru socchiuse gli occhi, osservando la porta chiusa di fronte a sé.
"Aniki..."
Cos love comes slow and it goes so fast

Tenka rimase fuori dalla sua stanza per un po', mentre Soramaru stringeva di più la coperta a sé. 
 
Well, you see her when you fall asleep, but never to touch, no! Never to keep!
Cos you loved her too much and you dived too deep.

Aprì piano gli occhi, Tenka, girandosi verso la stanza vuota nella quale si trovava, nulla di proprio se non il dolore, il freddo, la forza che lo abbandonava. 
Quanti giorni erano passati? Quanto tempo erano stati soli, Chuutarou e Soramaru?
Cercò di muovere un braccio ma si ricordò di essere incatenato ed allora lo rivide, il proprio corpo coperto dalle scaglie di Orochi. Lo osservò a lungo, le ultime espressioni che aveva in testa quelle piene di lacrime dei fratelli.
"Soramaru..."
Sussurrò, sentendo un dolore pungente all'altezza del petto e pensando subito dopo a Chuutarou, acquietandola. Il tempo non guariva le ferite, le sue degeneravano, sia fuori che dentro.
Lo pensava mentre guardava dinanzi a sé e sorrideva, complice la solitudine, nemica l'immagine del fratello che sembrava essere la sua più grande dannazione.
"Ngh..." Un tremore scosse tutto il suo corpo, prima di urlare di dolore, troppo forte da tenere dentro di sé.
L'eco delle urla in quel posto vuoto la sua unica compagnia.
Only know you’ve been high when you’re feeling low

Teneva stretto a sé il corpo del fratellino con l'unico braccio che sentiva, Chuutarou in lacrime, che gli dava dello stupido per la prima volta. 
Sorrise piano, mentre non sentiva nemmeno il dolore sulla parte del corpo paralizzata, la sola consapevolezza di aver fatto ancora più male di quanto avrebbe dovuto alle uniche persone che erano state il centro della sua vita. 
"ANIKI!" La voce di Soramaru lo raggiunse come un fulmine mentre lo vedeva avanzare verso di sè, intorno a loro la distruzione di quella che era stata una battaglia furente, la confusione sul suo volto mentre lui a mala pena tratteneva le lacrime, per cosa non lo sapeva nemmeno.
"Aniki..." 
"Ehi, Soramaru! Sei stato veramente forte, eh?"
L'altro si avvicinò a lui, posando le mani sulle sue guance ed in quel momento se ne rese conto, che gli stava bloccando alcune lacrime fuggitive.
"Aniki, non andartene mai più." 
Tenka rimase in silenzio per qualche attimo, prima di ridere e stringerli a sé più forte che poteva, Soramaru, Chuutarou.
Li amava, li amava entrambi.
Ma sapeva che l'amore verso Soramaru era più forte di quanto avrebbe dovuto essere.
Only hate the road when you’re missing home

"Non entri?" 
Soramaru fece capolinea dalla porta di casa, mentree Tenka rimaneva fermo sull'ingresso, sopra la sedia a rotelle che gli avevano costruito. Metà del corpo paralizzato, non più funzionante. Non era abituato, in quanto le cellule di Orochi lo avevano sempre curato, permettendogli più di quanto avrebbe dovuto avere.
"Ah, stavo pensando..."
"Uh? Aniki, tu pensi?"
"AH, IL MIO ADORATO FRATELLINO MI FERISCE ANCORA!"
Soramaru ridacchiò, prima di porgergli la mano, sorridendogli.
"Bentornato a casa, Aniki."
Tenka stirò un sorriso, tentato di parlare, quando Chuutarou si catapultò fuori, facendolo ridere mentre lo abbracciava.
"Ehi, mi sporchi i vestiti!"
Only know you love her when you let her go

Osservava il cielo limpido, sentendo che qualcosa era definitivamente cambiato, e non parlava di Orochi. 
Guardò la sua mano, ferma, i suoi piedi e poi sospirò appena, insonne. La casa sembrava più silenziosa senza Shirasu, senza le urla persistenti di un Chuutarou che si era quasi calmato, ma soprattutto era stato finalmente in grado di farlo dormire da solo, dopo giorni e giorni passati in camera con lui. 
"Aniki?"
Si voltò appena verso Soramaru e sorrise, senza dire nulla, tornando a guardare il cielo.
Soramaru rimase fermo, osservandolo attentamente, prima di mettersi al suo fianco e sedendosi a sua volta.
Restarono così, per un po'.
"Ne, Aniki..."
"Il cielo è davvero stupendo, non trovi?"
L'altro lo guardò, rivolgendo poi lo sguardo al cielo ed annuendo, piano.
"Sì. Lo è."
"Sei stato forte, Soramaru."
"Devo ancora diventare più forte."
"In modo da sorpassarmi?"
L'altro rimase in silenzio, prima di annuire di nuovo. " Un giorno ce la farò sicuramente, lo so!"
Tenka sorrise debolmente, stringendo la mano buona su quella che non funzionava più.
"Porti il nome Kumou con onore."
Il più piccolo lo guardò, sorpreso.
"Sono fiero di te," proseguì Tenka, lo sguardo basso "sapevo di potermi fidare di te, sempre."
"Aniki, io-"
Tenka sorrise di più, di un sorriso triste, mentre lo guardava.
"Sicuramente hai ancora da imparare, ma Sousei saprà insegnarti!"
Soramaru strinse i pugni, le labbra, guardando in basso. 
"Io..."
Il maggiore lo guardò, prima di portare un braccio intorno alle spalle altrui, stringendolo un po' a sé, come poteva, appoggiando il volto sulla sua spalla.
Non sapeva precisamente se il rumore che sentiva così forte fosse il proprio cuore o quello altrui.
"Tu," Continuò, prima di ridacchiare. "Dovresti andare a letto? Assolutamente. Non si cresce sani e forti senza un buon sonno!"
"Aniki..." Lo vide allontanarsi, e Tenka gli sorrise.
And you let her go...

"Graze per esserti lasciato amare, Soramaru."
Il fratellino riconobbe le parole ed arrossì, sentendo gli occhi pungere. Tenka appoggiò la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi.
"E per amarmi."
Era certo che il sentimento che lo legava all'altro fosse più di quanto fosse lecito e che Soramaru, in qualche modo, lo sapesse.
Ma non c'era bisogno di dirlo, si disse. Finché potevano restare insieme, per quanto avrebbe fatto male, andava bene così.


 
  
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