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Autore: The Writer Of The Stars    14/12/2014    3 recensioni
"Kazuha è il suo tesoro, è lui se ne è reso conto solo ora. Finalmente, come il vecchio misterioso aveva predetto, ha trovato i suoi smeraldi. Sente il ramo scricchiolare sopra di lui, mentre istintivamente stringe di più la mano di Kazuha. E prega con tutto sé stesso, che non sia troppo tardi per essere felice …"
One shot su Heiji e Kazuha. (Prima storia su questo fandom. ;) )
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Lo smeraldo è una varietà del berillo, caratterizzata da un intenso colore verde, dovuto probabilmente alla presenza di cromo ed eventualmente di vanadio. Soltanto la presenza del cromo, rende un berillo uno smeraldo.
Nel Buddhismo è considerato uno dei sette tesori ed equiparato alla saggezza..."
 
Quando Heiji era ancora un bambino, glielo avevano spiegato. Si ricordava di quel giorno al tempio, quando nella statua del Buddha aveva intravisto uno strano luccichio dai toni del verde. Si ricordava di essersi avvicinato e di aver ammirato con malcelato stupore quella cavità sulla fronte del Buddha, e quando l’aveva vista risplendere al riverbero della luce solare in essa, la piccola boccuccia si era spalancata sorpresa, mentre le manine erano andate a pararsi gli occhioni blu, infastiditi da quel lampo di luce. Pochi secondi dopo, aveva scostato le mani dagli occhi,rivolgendo nuovamente la sua attenzione alla “cosa verde”. Si era avvicinato con una lentezza esasperante, strizzando gli occhioni nel tentativo di mettere ben a fuoco quell’oggetto. Si stupì non poco quando, dopo pochi attimi, si rese conto che quello che doveva emanare quella grande quantità di luce, era un piccolo pezzetto lucido color verde scuro. Era una pietruzzola quasi inesistente per quanto piccola, ed Heiji si stupì di quanto quel piccolo sassolino potesse emanare una tale luce. “Bello, vero?” Aveva sentito una voce alle sue spalle, roca e bassa. Spaventato e colto di sorpresa, era sobbalzato sul posto, voltandosi e raccogliendo da terra il suo zainetto blu. Sapeva che non doveva essere lì in realtà, era tardi e doveva andare a casa. “I – io … stavo andando via.” Aveva farfugliato in fretta e a testa bassa. “Ti piace?” di nuovo quella voce lo ridestò e in quel momento si rese conto che in realtà non aveva ancora alzato lo sguardo, perciò il suo interlocutore restava ancora un mistero. Alzò lentamente lo sguardo, puntandolo sulla figura dinanzi a lui. Un vecchietto alto poco più di un metro e trenta lo stava fissando dai suoi occhietti a forma di mandorla,quasi invisibili, lisciandosi le maniche del prezioso kimono che aveva indosso. Il viso rugoso mostrava un’ ambigua gioia, mentre la bocca raggrinzita era piegata in uno strano sorriso, quasi soddisfatto. Heiji non poté fare a meno di pensare che quel vecchietto sembrasse un po’ pazzo. Quasi senza accorgersene, si ritrovò però a rispondere alla domanda rivoltagli dal vecchio, annuendo leggermente con il capo. Il sorriso del vecchio si allargò di qualche centimetro. “Sai cos’è?” chiese con dolcezza. Ancora una volta, Heiji si ritrovò stupito di fronte a quell’anziano signore, e ancora una volta si ritrovò a rispondergli a gesti, scuotendo stavolta il capo. Quasi si aspettasse quella risposta,l’anziano non tardò a riprendere a parlare. “è uno smeraldo. Un piccolo pezzo di smeraldo, ad essere precisi.” Heiji aveva inclinato di poco il capo verso destra, con un’espressione confusa dipinta in viso. “U – uno smeraldo?” aveva chiesto. Il vecchio aveva sorriso un poco, avvicinandosi alla statua del Buddha alle spalle del bambino. “Si, uno smeraldo. È una pietra preziosa.” Heiji aveva seguito i movimenti dell’uomo con attenzione, analizzando il passo lento e strascicato con cui il vecchio si era avvicinato alla statua. Artrite, aveva poi diagnosticato il suo piccolo cervellino da detective di quattro anni. Buffo come fosse a conoscenza di una malattia come quella e di come invece non avesse mai sentito parlare dello smeraldo. “E come mai si trova lì?” aveva chiesto, indicando con il ditino la fronte del Buddha. Adesso che aveva trovato qualcuno disposto a rispondere alle sue domande, non voleva di certo lasciarselo scappare. L’anziano aveva sospirato, prendendo un profondo respiro. “Perché lo smeraldo è uno dei sette tesori. Sai cosa sono, vero?” nel suo tono di voce, era possibile rilevare una certa aspettativa nei confronti del bambino. Un po’ titubante, Heiji aveva risposto. “S – si”. Anche se in verità non era vero. Aveva sentito parlare di questi sette tesori del buddhismo, ma gli avevano sempre detto che era ancora troppo piccolo per capire. Ma a quanto pareva, secondo il vecchietto avrebbe dovuto conoscere meglio quel ramo della sua religione. Avrebbe dovuto fare un po’ di ricerche dopo a casa, pensò. Prendendo per buona la risposta del bambino, l’uomo aveva voltato il capo in direzione della statua, proprio sulla fronte di essa, dove lo smeraldo luccicava alla luce del sole. “Nel Buddhismo è equiparato alla saggezza, immagino tu lo sapessi già …”  ma anziché rispondere, Heiji era rimasto a fissare anche lui incantato la pietra verde. “è – è un colore molto bello …” aveva balbettato, preda l’emozione. Un piccolo sorriso aveva increspato le labbra del vecchio. “Si, è davvero bello. Sai, quel colore sarà molto importante per te …” aveva soffiato ambiguo l’uomo, costringendo Heiji a guardarlo interrogativo. “Un giorno, Heiji, incontrerai due smeraldi più grandi di quello, che brilleranno ancora di più. Saranno più luminosi ogni volta che si troveranno al tuo fianco, e non si allontaneranno mai da te.” Heiji lo fissava sconcertato, indeciso se chiedere prima come facesse a conoscere il suo nome, o cosa significassero quelle parole. L’anziano aveva abbassato il capo, scuotendolo leggermente. “So che per te è ancora presto per comprendere; ma fidati: il giorno in cui comprenderai che quegli smeraldi sono per te la cosa più importante al mondo, capirai queste parole.”  Fissando Heji negli occhi, aveva soffiato poche ultime parole. “Il giorno in cui capirai che quegli smeraldi sono il tesoro più grande che tu possa possedere, quando capirai che per essi daresti la tua vita, allora comprenderai. Solo allora, sarai davvero felice …” e senza aspettare che la boccuccia spalancata di Heiji emettesse alcun suono, il vecchio si era allontanato con lentezza, uscendo dal tempio Sannoh. Heiji intanto era rimasto di fronte alla statua, fissando ora la porta da cui l’uomo era uscito, ora la statua del Buddha. E realizzò, che non aveva capito proprio niente.


Il giorno successivo, quando Heiji era corso al tempio alle prime luci del mattino, alcuni passanti lo avevano indicato curiosi, chiedendosi cosa ci facesse un bambino di appena quattro anni in giro per Kyoto tutto solo, di prima mattina. Certo, loro non sapevano che Heiji era sgattaiolato via di nascosto mentre i suoi genitori ancora dormivano nella camera d’albergo dove alloggiavano per quelle vacanze estive, con il solo scopo di raggiungere al più presto il suo obbiettivo. Aveva passato tutta la notte a riflettere sulle parole del vecchio, ma ahimè, non aveva risolto proprio un bel niente. Aveva così deciso di aspettare l’alba, per poter uscire di casa e andare al tempio. Appena arrivato, aveva spalancato le porte del luogo sacro, scoprendolo vuoto. Con il respiro affannato, aveva continuato a guardarsi intorno, cercando con gli occhi la figura del vecchio signore. Poi ad un tratto, un rumore proveniente dal retro dell’altare, lo aveva destato, e subito gli occhi erano scattati verso di esso. Si era poi scoperto deluso nel vedere apparire la figura di una signora grassoccia e con una scopa in mano, guardarlo con curiosità. “Dov’è l’anziano saggio?” aveva chiesto con il fiato corto, senza nemmeno lasciare il tempo alla donna di dire qualcosa. frattanto, questa lo aveva guardato confusa, come se avesse parlato in un’altra lingua. “Quale anziano saggio?” aveva chiesto. Se c’era una cosa che Heiji odiava, era quando ad una domanda gli venisse risposto con un’altra domanda. Cercando di mantenere la calma, aveva preso un profondo respiro, sentendo la respirazione tornare a farsi normale. “Quello con il kimono nero e i capelli bianchi … aveva tante rughe e …” cercò di spiegare con la semplicità infantile degna di quell’età. “Non c’è nessun anziano qui.” Lo aveva interrotto dura la donna. Gli occhi di Heiji si erano spalancati, sorpresi. “Ma come, l’ho visto ieri e abbiamo parlato e …”
“Senti marmocchio, qui non c’è nessun vecchio con un kimono nero, chiaro? E adesso vedi di uscire, devo pulire il tempio prima dell’arrivo dei visitatori …” lo aveva intimato infastidita la donnona, muovendo nervosamente la scopa avanti e indietro. In un attimo, Heiji sentì gli occhi inumidirsi e riempirsi di lacrime, mentre lanciava un’occhiata intristita alla statua del Buddha. Da lontano, il luccichio dello smeraldo lo colpì, dritto negli occhi, costringendolo a serrarli. Poi, stringendo i pugni, Heiji aveva buttato in terra i fogli che fino a quel momento aveva stretto in mano, e accecato da una sorta di inspiegabile rabbia, era corso fuori dal tempio, scappando in mezzo ai ciliegi in fiore, mentre calde lacrime sgorgavano dai suoi occhioni blu. All’interno del tempio intanto, la scorbutica donna si era avvicinata al punto ove prima sostava il bambino, raccattando da terra i fogli caduti. “Ehi, hai dimenticato questi!” gridò verso l’esterno del tempio, agitando i fogli al vento. Ma Heiji era ormai troppo lontano. Con un’alzata di spalle, gettò un’occhiata veloce ai fogli che aveva raccolto, leggendo il titolo in alto. “I sette tesori del Buddhismo ... tsk, che cosa ridicola! Fare una ricerca sui sette tesori …” pensò, prima di buttare con noncuranza i fogli all’interno del secchio della spazzatura.


Heiji non aveva mai dimenticato quel giorno. Aveva passato ogni giorno di tutti quegli anni scervellandosi, cercando di comprendere le parole che quel vecchio saggio gli aveva rivelato anni prima. Al suo fianco, Kazuha, l’amica di una vita, non lo aveva mai abbandonato. Senza dire niente a nessuno,Heiji aveva però continuato a ricercare quei due famosi smeraldi, senza però trovarli. Certo, che per essere un detective era piuttosto tonto. A volte le cose che cerchiamo, non si trovano a mille miglia di distanza, irraggiungibili, ma sono lì, proprio sotto ai nostri occhi.


Adesso, a diciassette anni compiuti, Heiji capisce tutto. Finalmente. Si rende conto che quei due smeraldi sono lì, proprio davanti ai suoi occhi. Certo, scoprirlo proprio ora, appeso ad un ramo quasi spezzato e con in mano la sua vita non è proprio il massimo. Heiji non riesce a spiegarsi bene come ha capito; forse in quel momento, quando pochi attimi prima i suoi occhi avevano incontrato quelli di Kazuha stravolti dalle lacrime. Non se ne era mai accorto prima, ma adesso gli occhi di Kazuha ottenebrati dal terrore e dalla paura di morire, gli rendono tutto più chiaro. Gli occhi di Kazuha gli erano sempre piaciuti, ma non si era mai soffermato più di tanto su di essi; e aveva sbagliato, perché adesso, guardandoli mentre entrambi stanno per precipitare giù da quel dirupo, scopre che sono loro. Aveva sempre definito gli occhi di Kazuha come verdi, semplicemente verdi. Eppure adesso si rende conto che quelle iridi hanno le stesse sfumature e lo stesso tono di quella pietra che anni prima lo aveva colpito tanto. Lo smeraldo. Una folgorazione, un lampo lo coglie inaspettato, rivelandogli quella verità che da anni cercava; che i suoi smeraldi sono lì. Che quelle due pietre preziose che il vecchio aveva profetizzato anni prima sono gli occhi di Kazuha, e che sono davvero la cosa più bella che potrebbe mai vedere. E nel momento in cui Kazuha infilza il dorso della sua mano con la freccia di Dugongo, maledetta freccia che li ha portati ora in equilibrio tra la vita e la morte, Heiji non molla la presa della sua mano, ma stringe Kazuha con più forza, sfidando ogni legge medica e del riflesso involontario. E promette a sé stesso, che ce la faranno. E che se proprio uno di loro quel giorno dovrà morire, allora sarà lui. Perché per Kazuha darebbe anche la sua stessa vita. Il vecchio glielo aveva detto, che il giorno in cui avrebbe trovato qualcuno a cui donare la propria vita, avrebbe trovato il suo tesoro. E il suo tesoro ha lunghi capelli color nocciola raccolti in una coda di cavallo, perché a lei piacciono così, e due smeraldi splendenti al posto degli occhi. Due smeraldi che risplendono di più ogni volta che si posano su di lui, e se c’è un nome a quello splendore, quello è amore. Kazuha è il suo tesoro, è lui se ne è reso conto solo ora. Finalmente, come il vecchio misterioso aveva predetto, ha trovato i suoi smeraldi. Sente il ramo scricchiolare sopra di lui, mentre istintivamente stringe di più la mano di Kazuha. E prega con tutto sé stesso, che non sia troppo tardi per essere felice …
 

Nota autrice:
Buonasera a tutti! Mi presento, sono The Writer Of The Stars, ed è la prima volta che pubblico qualcosa su questa sezione. Ho sempre scritto sul fandom di Dragon Ball (Vegeta e Bulma sono la mia ossessione) ma nonostante ciò ho sempre adorato Detective Conan, in particolar modo Heiji e Kazuha. Da anni infatti leggo fan fiction su di loro ( ahimè, li adoro) e oggi per la prima volta mi sono ritrovata a scrivere finalmente qualcosa su questi due. Questa sottospecie di one shot introspettiva mi è balenata in mente di colpo, e l’ho poi scritta di getto, perciò non garantisco niente di che. È abbastanza semplice, e forse un po’ senza senso. Ho immaginato questo incontro di Heiji bambino con questo anziano saggio che profetizza lui il suo futuro amore per Kazuha, utilizzando la metafora dello smeraldo. Perché … perché lo smeraldo è secondo me stupendo, e gli occhi di Kazuha sono due smeraldi infondo, no? La parte finale poi è volutamente scritta al presente, in quanto parla appunto di quanto accade al momento. Non so se lo avete riconosciuto, ma la scena finale fa riferimento al mitico episodio “L’isola delle sirene” quando Heiji e Kazuha rischiano di precipitare giù dal burrone. Non so, ma credo che in quell’episodio abbia fan girlato come una pazza (come tutti gli altri fan della Heiji/Kazuha, credo) e mi sembrava giusto inserirlo. Bene, credo di aver terminato questa lunga nota autrice. Spero che la storia vi sia piaciuta, e vi invito a lasciare una piccola recensione, positiva o negativa che sia, sempre se ne avete voglia! Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e in più vorrei cercare di migliorare sempre di più come scrittrice. ;) Bene,adesso chiudo davvero. ;)
Alla prossima!
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