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Autore: kate29    07/11/2008    3 recensioni
Dopo alcuni minuti di silenzio, Minerva si decise a parlare -Proteggerò la scuola, Albus. Farò di tutto per tenere al sicuro gli studenti, se tu...- gli occhi le si inumidirono di nuovo. -Grazie, amica mia.- Albus sorrise con affetto alla strega, stringendole la mano. Lei annuì, alzandosi dalla poltrona. - Beh, allora ti lascio alle tue cose.- L'uomo, imitando la donna, si alzò in piedi, la sua figura, una volta imponente, ora fragile e insicura. -Allora..ehm...Buona fortuna.- concluse lei, e fece per andarsene. L'uomo le afferrò il braccio con delicatezza, impedendole di muoversi oltre. -Non dai un abbraccio a un vecchio amico?-fece Silente malizioso. Al momento la strega non rispose; una volta ripesasi, ribatté, con fare severo -Un vecchio amico pazzo, piuttosto.- Una bella amicizia che ci porta a riflettere su come, anche nella fine, si possa essere felici.
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova speranza Il sole stava tramontando oltre i folti alberi della Foresta Proibita, dando un aspetto dorato a tutto il panorama, come nell'immagine di qualche cartolina.
L'uomo stava in piedi davanti all'ampia finestra, ammirando i prati verdi e le montagne scoscese che si scorgevano in lontananza, con lo sguardo vacuo ma sereno, le labbra appena incurvate in un sorriso. Gli occhiali a mezzaluna appollaiati sul naso riflettevano la poca luce del sole, che andava scemando lasciando spazio alla nuova notte.
La lunga barba argentea, i capelli altrettanto lunghi e bianchi gli conferivano un'aria austera, di potenza e autorità, ma allo stesso tempo di dolcezza e simpatia. Gli occhi, azzurri come il cielo di primavera e penetranti come il ghiaccio, sapevano trafiggere come lame affilate, oppure, a volte, abbinati al sorriso impertinente, creavano l'espressione di un bambino discolo e dispettoso.
Ma non era quello il momento.
Silente stava pensando agli Horcrux, al futuro delle persone che amava, al suo futuro. Tanti errori, tante cose non dette: questo rimpiangeva. Aveva sempre criticato Severus per la sua mania di respingere gli altri ,ma lui era uguale. Ora, a poche ore dalla sua partenza, per un viaggio che non aveva ritorno certo, si ritrovava a riflettere su come rimediare a tutto questo. Rimediare alla solitudine di un vecchio che non ha altro che i sui incubi a tenergli compagnia, la fragilità che si fa spazio sul volto giorno dopo giorno. "E non solo sul volto". Si guardò la mano carbonizzata dalla maledizione dell'anello che, scioccamente, aveva indossato. "Non avrei dovuto infilarmelo. Sapevo che non avrei dovuto. Ma l'ho fatto lo stesso."
Forse Severus aveva ragione; forse si stava davvero rammollendo. Sorrise pensando al suo amico, sempre così sprezzante e sarcastico, a cui, però, voleva bene, oramai come ad un figlio.
In quello udì due colpi sordi alla porta.
-Avanti- disse con voce gentile e calda, come sempre d'altronde.
Una donna anziana con i capelli corvini, ormai striati di grigio, legati in una stretta crocchia, entrò nella stanza, il mantello verde smeraldo frusciante.
-Albus- disse con voce preoccupata -McKinnon mi ha detto che volevi vedermi.- fece una pausa, incerta su come continuare.-E' successo qualcosa di grave?-Lo sguardo preoccupato sul volto dell'irascibile e inflessibile Minerva McGranitt fece sorridere Silente, che tentò invano di soffocare la risata, finendo per fare un verso tra lo sbuffo e il singhiozzo.
-Che cosa c'è di così divertente?- Lo sguardo di Minerva tornò serio come il suo solito, con un aria di rimprovero squadrò il vecchio mago.
-Senti, il ragazzo è venuto nel mio ufficio correndo, dicendomi che mi volevi parlare. Poi è corso via di nuovo,come una freccia.- Qui si fermò, per riprendere fiato. Ma non fece in tempo a ricominciare che Silente proruppe con una sonora risata, che fece sobbalzare la donna.
-Cara Minerva, credo che il povero McKinnon avesse un po' di fretta.- Concluse vagamente il preside. Sotto lo sguardo impaziente della McGranitt, l'uomo si decise a parlare.
-Aveva una punizione da scontare con il professor Piton, e sai come nessuno desideri arrivare in ritardo con lui!-dalle labbra di Silente sfuggì ancora un risolino, che soffocò immediatamente vedendo l'espressione furente della donna di fronte a lui.
Ora l'uomo, fattosi nuovamente serio, si sedette sulla poltrona dietro la scrivania e  la rassicurò -Sta tranquilla, non è successo nulla. Mi andava solo di parlarti. Tutto qua.- concluse con semplicità, accompagnandosi con un gesto delle spalle.
Minerva, a sua volta accomodatasi di fronte al preside, si fece scura in volto.
-Oggi sei strano, Albus; che hai?-
Silente sapeva che lei se ne sarebbe accorta subito. Sorrise a quel pensiero, e decise di dargli voce.-Non ti si può nascondere proprio nulla, eh?-
-Ti conosco da troppo, ormai- rispose lei, ora con un'espressione distesa sul volto, abbandonata all'interno della poltrona.
-Tra poche ore devo partire, Mineva- disse a voce bassa, quasi sperando che non lo udisse. La vide roteare gli occhi, impaziente ed irritata.
-Ancora con queste tue missioni! Mi vuoi dire cosa diavolo combini?- Minerva si accorse di avere quasi urlato, in preda ad una disperazione che solo lei poteva sentire, tenuta dentro per troppo tempo, repressa fino a sentirsi il cuore scoppiare. -Scusa..- mormorò, in imbarazzo- è che sono un po' stressata..- le parole non le uscivano dalla bocca, le bruciava la gola.
Albus scorse gli occhi lucidi dell'amica. L'uomo si alzò dalla sua comoda poltrona, per andare a sedersi accanto a Minerva. Le mise una mano sulla spalla e la rassicurò, che sarebbe andato tutto bene, che prima o poi quell'incubo sarebbe finito.
-Ascolta Minerva, io questa sera devo andare- la strega fece uno scatto impercettibile con la testa, abbassando lo sguardo.-Devo andare..- il mago fece una pausa, prese la mano dell'amica tra le sue-guardami, Minerva-.
La strega alzò lo sguardo, mostrando i due occhi verdi inondati di lacrime-Devo andare, perché da questo dipende il destino di tutti noi. Solo così riusciremo a distruggere il male, Minerva. Solo in questo modo potremo sconfiggere Voldemort.- Nell'udire il nome dello stregone più malvagio di tutti i tempi, l'anziana donna rabbrividì.
-Lo so Albus...so che devi farlo, ma..- Minerva scosse la testa.
-Lasciami finire- il mago guardò con dolcezza la donna di fronte a lui.-Questa sera, potrei non tornare indietro. Non so cosa mi aspetta, non so se ce la farò.-
Minerva lo guardò con gli occhi stralunati, la bocca socchiusa dallo stupore. -Non lo devi dire, Albus. Ti prego...-
-Mi dispiace, davvero.- La donna si stupì nel vedere una lacrima silenziosa scivolare lungo il volto pallido di Silente, per scomparire dentro la sua barba argentea.
La strega prese un fazzoletto a fiori dalla tasca interna del mantello, si asciugò gli occhi e si soffiò il naso, con una sonora pernacchia.
Fanny, la fenice di Silente, appollaiata sul trespolo lì vicino, diede un grido acuto come protesta a quel suono molestatore, per poi tornare a poltrire in pace.
Albus cominciò a sghignazzare e la donna gli diede una pacca sulla spalla, per farlo tacere.
Dopo alcuni minuti di silenzio, Minerva si decise a parlare -Proteggerò la scuola, Albus. Farò di tutto per tenere al sicuro gli studenti, se tu...- gli occhi le si inumidirono di nuovo.
-Grazie, amica mia.- Albus sorrise con affetto alla strega, stringendole la mano.
Lei annuì, alzandosi dalla poltrona. - Beh, allora ti lascio alle tue cose.-
L'uomo, imitando la donna, si alzò in piedi, la sua figura, una volta imponente, ora fragile e insicura.
-Allora..ehm...Buona fortuna.- concluse lei, e fece per andarsene. L'uomo le afferrò il braccio con delicatezza, impedendole di muoversi oltre.
-Non dai un abbraccio a un vecchio amico?-fece Silente malizioso.
Al momento la strega non rispose; una volta ripesasi, ribatté, con fare severo -Un vecchio amico pazzo, piuttosto.-
-Se preferisci...-
I due si guardarono e scoppiarono a ridere, come due ragazzini idioti, fino a farsi venire le lacrime agli occhi.
Una volta esaurite tutte le forze per ridere, con i crampi alla pancia, si fecero di nuovo seri.
Albus si sorprese nel sentirsi improvvisamente stritolato dalla anziana strega, così fragile all'apparenza e invece molto più forte. Anche lui la strinse a se, e si sentì, probabilmente per l'ultima volta, in pace e a casa, tra le persone che lo amavano.
-Addio...amico mio- gli sussurrò all'orecchio.
-Addio, Minerva-.
Ora era pronto per partire: mancava solo Harry.
"Almeno sono in compagnia" pensò. Chiuse gli occhi e ripercorse quegli ultimi istanti..."Addio...amico mio"
"Sì, sono decisamente pronto per partire".
Con il cuore più leggero, il sorriso sulle labbra e gli occhi luccicanti, il vecchio preside guardò fuori, nell'oscurità, e per la prima volta dopo tanto tempo, vide un barlume di luce e sentì la speranza farsi nuovamente spazio in lui.



















  
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