15/12/2014
4 recensioniI'm not alone. You are my salvation.
Buio.
Vedo solo buio.
Non so dove sono. Osservo intorno cercando di distinguere qualcosa ma l’oscurità incombe su di me.
Cammino per quelle che per me sono ore. Finalmente vedo una piccola luce che illumina un parte di questa stanza o qualsiasi cosa sia questo posto. E’ occupato da una persona. Nonno Roma mi osserva e fa un sorriso paterno verso di me. Mi si riempie il cuore di felicità. Sto per chiamarlo ma non guarda me.
C’è Feliciano, Feliciano da piccolo che mi supera e salta nelle grandi braccia di Nonno Roma. La figura svanisce e c’è solo il mio fratellino. Mi sorride. Mi tende una manina. Cerco di prenderla con la mia, ma Feliciano è scomparso. Si trova lì più avanti che ride e scherza con Austria e Ungheria.
Ha la mano con Sacro Romano Impero. Sono felici.
Mi vede e mi saluta ma non viene da me. Cerco di raggiungerlo. Non ce la faccio. Qui è infinito.
Cado su qualcosa di invisibile e il mio corpo si trova su un pavimento freddo. E’ ancora buio. Una mano cerca di alzarmi.
E’ di nuovo Feli ma da grande. Mi osserva. Dice che dobbiamo andare a mangiare la pasta insieme. Ha gli stessi vestiti di quando diventammo un’unica nazione. Anche io li indosso. Dico di sì. Una mano si appoggia sulla sua spalla ed esce una persona. E’ Ludwig.
Gli sorride dolcemente e lo invita ad andare. Mi guarda. Si gira. Lo segue. Urlo di non farlo ma le parole rimangono mute nella mia bocca. Ha scelto lui.
Sono di nuovo solo.
Sono stanco.
Le mie gambe incominciano a pesare. Qualcosa mi sorregge. O meglio qualcuno.
E’ Antonio. Mi sorride con quel solito sorriso che mi fa arrabbiare sempre ma adesso mi rincuora.
Sussurra al mio orecchio. Dice che non mi lascerà mai. Ci credo. Mi fido di lui.
Mi appoggio sul suo corpo per sorreggermi. Sono privo di forze.
Cado. Antonio non c’è più.
Mi rialzo in ginocchio. Lo cerco disperatamente. Che fine ha fatto? Lo vedo più avanti che scherza e parla di me con Francis e Gilbert. Non sono cose positive.
Dice che sono un peso. Forse lo sono.
Dice che non so fare niente. Forse è vero.
Dice che preferirebbe Feliciano. Forse ha ragione.
Dice che nessuno mi vuole. Forse è la verità.
Ridono. Ridono di me.
Sono solo. Tutte le nazioni affianco a me mi superano. Non mi vedono. Non mi considerano. Sono solo una parte di una Nazione. Non sono nessuno. Sono solo.
Ho freddo. Le guance sono bagnate. Le lacrime continuano a scendere. La vista è appannata. Sono solo.
Dovrei fregarmene, ma non ci riesco. Sono solo.
Cerco di trovare un appiglio a cui aggrapparmi ma non lo trovo. Si sentono voci sovrapposte che rimbombano nel vuoto.
Inutile.
Solo.
Incapace.
Vigliacco.
Pigro.
Arrogante.
Cafone.
Imbroglione.
Testardo.
Ignorante.
Cerco di farli smettere ma aumentano sempre di più. Le mani sono pressate sulle mie orecchie. Sono sempre più forti. Urlo di smettere, ma risponde solo l’eco del mio grido. Le voci continuano ancora in una raccapricciante melodia.
Inutile.
Solo.
Incapace.
Vigliacco.
Pigro.
Arrogante.
Cafone.
Imbroglione.
Testardo.
Ignorante.
Fisso la mia mano. Sta scomparendo. La paura si impossessa di me. Il cuore mi martella in gola. Le mie braccia sono scomparse. Anche i miei piedi. Le gambe. Il corpo. Sento i miei sensi affievolirsi. La testa si svuota. Le palpebre vogliono chiudersi. Non voglio. Sto scomparendo. E sono ancora solo. Nel buio.
Urlo. Mi alzo di scatto. C’è ancora il buio e il mio cuore batte all’impazzata. Sento i battiti nelle orecchie e sono tutto sudato. I miei occhi si abituano, mi ritrovo nella mia camera. Sento dei passi veloci fuori alla porta.
La porta si apre e Antonio mi fissa. Entra subito e mi abbraccia. Dice di non piangere, non sto piangendo ma poi vedo che le mie guance sono bagnate. Mi prende il viso tra le mani e dopo aver asciugato le mie lacrime cerca di scorgere qualcosa nei miei occhi. C’è solo paura.
Mi fa un sorriso dolce. Dice che non mi lascerà mai, assomiglia troppo all’incubo e per questo lo stringo forte a me e non se ne va. Intona la ninna nanna che mi cantava da piccolo per farmi calmare mentre mi accarezza la schiena.
I battiti del mio cuore ritornano normali. Mi rassicura dicendo che non sono solo.
Dice che ho Feliciano che mi adora e le altre nazioni che anche se non lo danno a vedere mi vogliono bene; spero abbia ragione. Ripete di non pensare ai miei soliti incubi. Si avvicina al mio viso e mi dà un bacio sulla fronte.
Si fa spazio nel letto e si addormenta vicino a me cingendomi con un braccio. Nel silenzio mi sussurra dolcemente un “Te amo” che mi riscalda il cuore.
Mi sento al sicuro. Lui è la mia salvezza, la mia ancora.
Forse non sono così solo.
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Angolo dell’Autrice:
AWWWWWW sono così dolci, cicciosi (?) e pucciosi!
Susu datti contegno!
Questa è la mia prima storia nel fandom di Hetalia, le altre volte mi dilettavo a leggere piuttosto che scrivere. E come potevo scrivere la mia prima storia senza parlare della mia coppia preferita? *^*
Devo dire che mi sono immaginata varie volte questi monologhi interiori di Romano, che crede di essere inutile o solo (non ti preoccupare ci sono io *-*) e che si ritrovare addirittura a farci degli incubi. Ma poi arriva il
Ho pianto scrivendo questa fanfic. Spero che vi piaccia.