Così,
per l'ennesima volta, mi ritrovai a
fissare Armin, durante le lezioni. Più lo guardavo, e
più mi veniva da pensare
che il mio migliore amico fosse uno dei ragazzi più belli
che io avessi mai
visto. I suoi lineamenti erano perfetti, i suoi occhi, blu come la
notte,
bellissimi. Da sotto il gilet e ancora di più, fin sotto la
sua maglietta,
potevo intravedere un fisico abbastanza accentuato, che si adattava
perfettamente alla smisurata altezza di quel ragazzo.
Psp alla mano, Armin fingeva di seguire la lezione, mentre molto
probabilmente
stava giocando per l'ennesima volta, ad Assassin’s Creed.
Strappai un angolo del quaderno, e mentre mi impegnavo a scrivere un
biglietto
in modo quantomeno leggibile, venni interrotta da Alexy
"Aerin, se continui a sbranarlo con gli occhi, prima o poi se ne
accorgerà"
Arrossii visibilmente, voltando il mio sguardo sul gemello dai capelli
azzurri.
"Alexy, non penso che possa accorgersi di qualcosa, ha sempre il
pensiero
fisso sulla sua psp..."
"Non sottovalutarlo, é pur sempre mio fratello, no? Ah, ho
un biglietto da
parte sua"
Suonò la campanella di fine lezione e Alexy, poggiata una
busta sul mio banco e
afferrato il fratello, sparì tra la folla.
Aspettai di essere sola in classe e afferrai la busta, aprendola. Al
suo
interno trovai un cartoncino a stampa violacea, che emanava odore di
lillà.
Lessi ad alta voce:
"Cara la mia videogiocatrice, pomeriggio intenso davanti alla play, ti
va?
Alle 15 sotto casa mia"
Di fianco al 'mia', come se non fosse già evidente lo
zampino di Alexy, si
trovava una correzione, 'nostra'...
-
Perfetto,
non capitava spesso che fosse Armin
a chiedermi di andare da lui, solitamente, questo era il genere di
atteggiamento che si adattava a Alexy, e io, come mio solito ero in
perfetto
ritardo.
Non era colpa mia, ci avevo messo davvero troppo a trovare cosa
mettere, e
altrettanto tempo a cercare di domare i miei capelli, che erano dotati
di una
propria forza vitale.
Passandomi una mano sugli occhi, suonai il campanello.
Un acutissimo "Aerinnnnn" si levò da dietro la porta.
Era stato sicuramente Alexy, che infatti, mi piombò addosso,
trascinandomi
dentro casa.
Mi costrinse ad andare in camera sua, per farmi vedere i suoi nuovi
acquisti,
come al solito, di gran lunga più numerosi dei miei.
Ci vollero 10 minuti buoni prima che Armin si accorse della mia
presenza,
concentrato com'era sulla sua partita.
Mi inginocchiai dietro di lui, cingendogli le spalle.
"Vinci?" sussurrai al suo orecchio
"Un secondo Aerin, dammi un secondo, che faccio fuori il Boss finale"
"Fai pure" dissi con la vocina più dolce che mi riusciva,
stendendomi
tra lui e la tv.
Chiusi gli occhi e sentii aprirsi il menu del gioco. Armin aveva messo
in
pausa.
"Aerin, che fai?" si mise a quattro zampe, avvicinandosi, portando i
suoi occhi sopra i miei.
"Mi rilassavo, ma se proprio lasci così la tua postazione di
gioco, mi sento
in dovere di occupare il tuo posto" gridai scattando verso il joystick.
Venni afferrata da Armin per le gambe, ma ormai avevo messo mani alla
sua
partita, eliminando definitivamente il suo, scarsissimo, Boss finale.
"Ma Aerin, era la mia partita quella, sai che così non si
fa! Dovrò darti
una lezione al multiplayer"
"Oppure potresti farle qualcos'altro, tipo, chessò, vi vedo
bene, voi due
a picchiarvi" disse Alexy passando per il piccolo corridoio alle nostre
spalle.
"Tipo così?" e saltai addosso ad Armin, facendolo cadere
sulla
moquette.
"Ma oggi sei proprio in cerca di guai tu!"
Fu così che Armin ribaltò le posizioni, finendomi
sopra, tenendosi alzato
facendo leva sulle braccia.
Dall'altra stanza udimmo Alexy, che gridava che sarebbe uscito a fare
shopping.
Armin lo liquidò in tutta velocità, mentre
continuava a tenermi quelle due
pozze d'acqua puntate addosso. Mi stampò un bacio in fronte
e fece per
sollevarsi del tutto.
Lo bloccai, trattenendolo per il gilet.
"Dove credi di andare, lasciando uno scontro senza vincitori o
vinti?"
"Se mi lasci andare, e torniamo alla postazione play, ti sconfiggono in
tre secondi cara la mia elfetta"
"Non voglio."
Armin mi guardò con fare cuccioloso, e io, facendo leva su
muscoli che non
credevo nemmeno esistenti, ribaltai ancora una volta le posizioni,
sedendomi
sul suo petto, sicura che così non mi sarebbe potuto
scappare.
"E dai Aerin, finirà per scaricarsi il joystick"
Abbassai la resta, coprendomi gli occhi con il ciuffo.
"Mi piaci" biascicai
Sentii Armin fremere
"Mi piaci, più di quanto tuo fratello adori fare shopping!"
Mi alzai e mi affrettai a raggiungere la camera del gemello, ma la mia
fuga
terminò dopo due passi, quando Armin, molto più
veloce di me, mi sollevò a
sacco di patate.
Gli intimai più e più volte di lasciarmi,
scalciando e prendendo a pugni la sua
povera ed innocente spalla, ma nulla, non mi lasciò andare.
"Ripeti quello che hai detto, o ti tengo cosi per tutto il pomeriggio,
e
ti faccio il solletico"
"Armin, il solletico no, non ci provare nemmeno!"
"Ripeti allora, elfetto caro"
"Mi piaci..."
"Non sento."
"MI PIACI, MI PIACI, MI PIACI, ORA LASCIAMI"
Armin mollò la presa, ma bloccò ancora la mia
fuga, trattenendomi per la
maglietta.
"Sei proprio bassa"
"Oh, ma scusa eh"
"Mi dovrò abbassare..."
Mi girai di scatto, e invece di trovarmi di fronte ai suoi occhi, venni
accolta
dalle sue labbra.
Poggiò le sue sulle mie, dapprima delicatamente, quasi
sfiorandole, poi
spingendo sempre di più. Diminuii la distanza tra i nostri
corpi, poggiandogli
le mani sul petto.
Eravamo entrambi estremamente imbarazzati, e si poteva vedere la
tensione
volteggiare nell'aria.
Passammo il resto del pomeriggio sul divano.
La play, si spense automaticamente...
-
"Armin, che ore
sono?"
"Le sei, elfetta del mio cuore"
"Oh, é tardi, devo andare..."
Mi alzai dal divano, lasciandolo solo. Feci per incamminarmi verso
l'ingresso,
quando Armin, che si era alzato, mi afferrò un braccio.
"Dove pensi di andare, tu così?"
"A..a casa..."
Mi abbracciò da dietro, morsicchiandomi il lobo, rendendomi
consapevole di un
certo rigonfiamento nella patta dei suoi pantaloni.
"Aerin..."
Mi girai, e riprendemmo da dove avevamo interrotto.
"Ti amo" sussurrò continuando a baciarmi.
Il pomeriggio sarebbe finito in un modo non del tutto piacevole,
quando, mentre
Armin passava le sue calde mani sotto la mia maglietta, Alexy decise di
porre
fine alla lenta tortura che stavo subendo dal gemello.
Armin, che procedeva spavaldo la sua corsa, si accorse dell'arrivo del
fratello
solo quando lo sentì gridare.
"ARMIN, TOGLI LE MANI DALLA MIA AERIN"
Armin, dal canto suo, che detestava quando il fratello metteva mano
alle sue
cose, o gli ordinava di fare cose, sbottò subito
"TUA, E DA QUANDO SCUSA?! E POI CON CHE CORAGGIO DICI CERTE COSE,
QUANDO
PROBABILMENTE HAI PASSATO IL POMERIGGIO CON QUEL TUO 'AMICO'?!"
Afferrai la mano di Armin, e guardando di sghembo Alexy, li obbligai a
calmarsi.
Si erano calmati, si, ma solo per il momento; scariche elettriche
infatti
viaggiavano tra gli sguardi dei due gemelli.
Prese le mie cose e pronta ad uscire, passai vicino ad Armin,
baciandolo
appena, chiedendogli di non ascoltare, o aggredire, il fratello.
Salutai Alexy, e non appena misi piede fuori dall'appartamento sentii la
vicina
stridula di quest'ultimo urlare:
"Armiiiiiin, caro mio, ho interrotto per caso qualcosa? Hihihi"
"Va a farti fottere Alexy. No, aspe', non rispondere, non mi intrressa
saperlo..."
❀
Ora ditemi, uno adorabilmente babbeo come Armin, dove avrei potuto
trovarlo, se
non al Dolce Amoris?
Angolino della pazza:
Zaaaaaaalve
a tutti!
Allora, premetto che questa è la prima One-Shot in assoluto
che scrivo, e non
so che pastrocchio possa essere venuto fuori, quindi, imploro perdono
><
Dedico questo ammasso di parole a quella matta della Selly, odiatela,
è colpa
di quella ragazza, se dal mio adorato Castiel, mi è presa la
fissa per Armin
(fissa, che per altro, ho sempre avuto, ma che lei mi ha costretto a
risvegliare.)
Odiatela profondamente, quindi.
Per questo, donna, la storiella è tutta dedicata a te, che
mi accompagni sempre
nei miei scleri più profondi.
Buona lettura a tutti, baci
Ino