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Autore: Maiko_chan    15/12/2014    12 recensioni
[Estratto]
Si maledisse nuovamente per la sua scelleratezza e stupidità, perché – ora che sperimentava per la prima volta il significato intrinseco della parola amore – non riusciva a capacitarsi di come fosse stato tanto cieco e stolto a non accorgersi di quanto fosse incredibile, affascinante, dolce e amorevole la ragazza di nome Hinata Hyuuga, la fanciulla che aveva furtivamente rubato il suo cuore. Come la neve, si era insinuata dentro di lui, ricoprendo e purificando con gentilezza il suo dolore – nonostante anche lei stesse soffrendo infinitamente – finché l'organo che sostava nel suo petto non aveva iniziato a battere furiosamente solo per lei.
{NaruHina + SasuSaku & Others}
Ambientata dopo gli eventi del film.
Terza Classificata al contest NARUTO the movie: la vita e l'amore indetto da Manga, Sasuk8 e Meryl Watase
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Sotto la Neve

 

 

 

Naruto non ricordava da quanto tempo, a Konoha – la calda e confortevole cittadina in cui era nato e viveva tutt'ora – non si vedesse una nevicata di quelle dimensioni: le strade e i tetti delle case si erano imbiancati di soffice candore in una sola notte e per recarsi da una parte all'altra del villaggio occorreva molto più tempo che in situazioni normali.

Sebbene non fosse di pubblico dominio, il giovane Uzumaki non disprezzava tutto quel gelo, anzi. Sarà stata la somiglianza con un particolare inverno di molti anni prima a indurlo a sospirare di piacere ogni volta che vedeva un candido fiocco posarsi sul terreno oppure l'affinità con gli occhi e la carnagione del suo scricciolo – come soleva chiamarla di tanto in tanto – o l'occasione di poter festeggiare con i suoi amici in un caldo locale la fine dell'anno.

Dirigendosi verso l'abitazione di Kiba – l'unico che aveva proposto spontaneamente di accollarsi l'organizzazione dell'evento, forse indispettito dal fatto che nessuno avesse pensato di farla proprio nella tenuta Inuzuka –, con le mani congelate ma il viso arrossato, si affrettava a raggiungere il luogo d'incontro, conscio di essere in un terribile ritardo. Si strinse la sua adorata sciarpa rossa al collo, inspirando il profumo di lavanda di cui non riusciva più a fare a meno, la mente piena di lei e del bacio che aveva finalmente sancito la loro unione per l'eternità.

Sapevano di appartenersi e questo bastava.

Si maledisse nuovamente per la sua scelleratezza e stupidità, perché – ora che sperimentava per la prima volta il significato intrinseco della parola amore – non riusciva a capacitarsi di come fosse stato tanto cieco e stolto da non accorgersi di quanto fosse incredibile, affascinante, dolce e amorevole la ragazza di nome Hinata Hyuuga, la fanciulla che aveva furtivamente rubato il suo cuore. Come la neve, si era insinuata dentro di lui, ricoprendo e purificando con gentilezza il suo dolore – nonostante anche lei stesse soffrendo infinitamente – finché l'organo che sostava nel suo petto non aveva iniziato a battere furiosamente solo per lei.

Quasi senza rendersene conto arrivò ben presto a casa di Kiba, illuminata da tante sgargianti lucine e con un sacco di cagnolini ad attenderlo alla porta, tutti con un cappellino rosso in testa. Guairono un po' e lui si attardò ad accarezzarli, intenerito dai loro occhioni desiderosi di coccole. Ed infine bussò, sperando che Sakura non lo sgridasse come sempre.

Venne ad aprirgli una ragazza più grande di lui e intuì dai segni rossi sulle guance che fosse Hana, la sorella maggiore di Kiba. Si salutarono velocemente, poi lei sparì fra il marasma di invitati e lui entrò, accolto dal calore e dalla sensazione che la festa stesse degenerando.

Un po' in ansia per colei che lo aspettava da qualche parte lì dentro, si affrettò a chiudere la porta dietro di sé e partire alla ricerca, cercando di farsi spazio fra tutti quei ragazzi. Con gli occhi che saettavano in lungo e in largo alla ricerca dell'agognata chioma corvina, individuò, fra i tanti, Shino e Chouji entrambi impegnati nell'arte della seduzione. Un brivido freddo lo percorse quando il suo sguardo incontrò quello dell'Aburame, che da dietro le sue lenti scure lo fulminò, esortandolo ad accelerare il passo. Diede loro un'ultima occhiata prima di sparire tra la folla e con stupore vide Chouji arrossire sotto la maliziosa esuberanza di Karui, la giovane che l'aveva pestato a sangue anni prima, e una ragazza bruna lasciarsi andare per le carezze di Shino.

Percorse i lunghi corridoi dell'abitazione più e più volte, finché capì che lui – jonin da qualche mese, Eroe di guerra e idolo per tutti gli aspiranti ninja – si era perso in casa Inuzuka. Quale smacco!

Una flebile musica attirò la sua attenzione, poco udibile a causa del frastuono che regnava sovrano, quindi vi si avvicinò, sperando di trovare colei che andava cercando. Riuscì a individuare la sala da dove proveniva e vi entrò, lo sguardo che saettava da una persona all'altra. 

Vide Ino e Sai succhiarsi la faccia a vicenda e poco più in là, seduti in uno dei divani sparsi per la stanza, il trio di Suna assieme a Shikamaru e a due ragazze brune. Li raggiunse a grandi falcate, salutandoli con entusiasmo. Fece la conoscenza di Matsuri e Yukiko – rispettivamente le fidanzate di Gaara e di un Kankuro alquanto sbronzo – e, dopo aver appurato che i due fratelli si erano coalizzati contro Shikamaru a causa della sua relazione con Temari, decise di lasciare che sistemassero la loro piccola faida familiare, allontanandosi con fare innocente. Udì la voce strascicata di Kankuro levarsi al di sopra della musica, irritato per chissà quale motivo, e un paio di teste si voltarono verso di lui.

Kiba e Hanabi litigavano animatamente con attorno una ristretta folla di curiosi, arrivando talvolta a insultarsi pesantemente. Naruto sospirò appena, grattandosi la nuca, mentre pensava a quanto fossero idioti. Si vedeva lontano un miglio che erano cotti l'uno dell'altra – e se ci arrivava lui, avrebbero dovuto capirlo ormai da tempo. Avanzò, pronto a dividerli, ma si bloccò sul posto quando Kiba la baciò con furore davanti a tutte quelle persone, che iniziarono ben presto ad applaudire.

Un'accenno di rosa gli sfiorò le guance quando il bacio divenne più intenso e la mano di Kiba si fece più audace; nonostante lui e Hinata si frequentassero assiduamente da un paio di settimane, non si erano mai spinti a tal punto benché di occasioni ce ne fossero state. Aveva sempre il timore di poter sbagliare qualcosa, di metterla a disagio, di perderla a causa della sua irruenza – lei che era sempre così delicata ed elegante, così forte e combattiva, lei che era diventata tutto il suo mondo. Non voleva avere fretta, desiderava poter assaporare ogni momento passato assieme a lei, ma era tremendamente difficile per un giovane uomo come lui non assecondare i suoi bisogni fisici. Bramava Hinata in tutta la sua interezza, desiderava poter accarezzare la sua pelle nivea, le cicatrici delle tante battaglie che aveva affrontato, le gambe sode, il ventre piatto e quelle labbra, oh quelle labbra, avrebbe dato via tutto ciò che possedeva per poter baciare quella bocca rossa e invitante per tutta una notte.

Scosse la testa, imponendosi di non pensarci e continuando a vagare, stando ben attento a non guadare i due ragazzi. Con il sudore che gli scivolava sulla fronte, decise che prendere una boccata d'aria non gli avrebbe fatto male.

Si diresse verso una delle vetrate che separavano la sala dal giardino, spalancandola e uscendo fuori. Tirò il colletto del maglione, avvertendo con sollievo il gelo insinuarsi dentro di lui.

«Naruto-kun?»

Naruto sobbalzò, preso alla sprovvista – che cavolo di ninja era? – ma sorrise, riconoscendo senza troppa difficoltà colei che aveva pronunciato il suo nome. La raggiunse velocemente, racchiudendola in un abbraccio.

«Hinata, ti ho trovata finalmente!» berciò, nascondendo il viso fra i lunghi capelli color notte che aveva imparato ad amare.

La ragazza rise piano, posandogli un veloce bacio di benvenuto sulle labbra. Naruto la strinse maggiormente a sé, puntando i suoi occhi in quelli di lei.

«Signorina» scherzò, assumendo un'espressione seria che mal si addiceva al grande sorriso che gli incurvava le labbra «Per quale motivo rimane sola qui fuori? Potrebbero esserci dei malintenzionati in agguato...»

Hinata arrossì un poco, ma decise di restare al gioco. 

«Come lei, signore?» mormorò, avvicinandosi al suo viso. 

«Esattamente» soffiò lui, racchiudendo poi una delle labbra della ragazza fra le sue. 

Hinata sgranò gli occhi, le gote arrossate, lasciando però che Naruto la torturasse dolcemente. 

Quando infine si allontanò, entrambi avevano il fiato corto. Il ragazzo le regalò un altro dei suoi sorrisi, conducendola con calma all'interno della casa. 

«Se restiamo qua fuori ti prenderai un malanno» borbottò, grattandosi la nuca. 

Hinata intrecciò le dita con le sue, annuendo, lo sguardo basso - doveva ancora abituarsi a essere l'oggetto delle premure dell'Uzumaki. 

«Ma Sakura-chan?» chiese, curioso «Non l'ho vista.»

«Non si è presentata.» 

Naruto la guardò, lo sguardo pieno di stupore. Hinata represse un risatina, serafica.

«Neanche Sasuke-kun.»

Il ragazzo alzò un sopracciglio, non riuscendo a capire ciò che la compagna tentava di comunicargli. Si specchiò nelle sue iridi perlacee, dischiudendo le labbra. 

«Oh» mormorò, deglutendo «Loro...?»

Hinata non rispose, ma abbassò gli occhi, sorridendo. Naruto represse l'istinto di baciarla nuovamente, ma si concesse di abbracciarla. 

«Ti va da fare una passeggiata?»

 

***

 

Sakura non riusciva a capire come fosse riuscita a cacciarsi in un guaio talmente grosso da non riuscire a gestirlo – e questo, in verità, era abbastanza nella norma. 

Aveva speso la maggior parte del pomeriggio a prepararsi per la festa a casa di Kiba e fin qui era andato quasi tutto bene, escludendo i vari ripensamenti che l'avevano portata a decidere cosa mettersi all'ultimo minuto. Ino era passata un paio di volte per vedere come se la stava cavando, guardando con occhio critico i capi che aveva scelto per la serata, non approvandone neanche uno; per fortuna era arrivato Sai a portarla via, altrimenti l'avrebbe assillata più di quanto non avesse già fatto e Sakura non era sicura che sarebbe riuscita a mantenere la calma ancora per molto. 

Tutto sommato era riuscita a finire in tempo, se non fosse per un piccolo particolare – che tanto piccolo non era: Sasuke Uchiha. Non si erano parlati molto da quando era tornato al villaggio, nonostante lei ci sperasse con tutto il cuore. 

Almeno fino a quella notte. 

Quando l'orologio aveva sancito che era in un ritardo stratosferico, lei si era fiondata verso la porta con uno scatto tale che, appena messo piede fuori dall'uscio, era andata a sbattere con violenza addosso a un'imbronciata figura nascosta nell'ombra e, troppo impegnata a capire chi fosse, aveva pensato che stenderlo con un pugno fosse la soluzione migliore. E così, imbarazzata da morire, si era ritrovata con un Sasuke tramortito – doveva averlo preso davvero alla sprovvista – e un senso di colpa grande come una montagna. A fatica l'aveva trascinato dentro casa, adagiandolo sul divano. 

Poi... beh, semplicemente si era accovacciata accanto a lui, aspettando che si svegliasse. Aveva osservato per un tempo indefinito il suo volto, accarezzandolo con lo sguardo. Il suo Sasuke-kun era diventato ancora più bello e attraente di prima, ma questo a lei non importava più di tanto: aveva imparato ad amare tutto di lui, persino il suo carattere spigoloso e difficile. Ridacchiò come una scema e sognò ad occhi aperti – permettendosi di sfogare la sua indole romantica – finché, stanca come non mai, si appisolò.

 

***



Aveva decisamente bisogno di raffreddare i bollenti spiriti, si disse, osservando trasognato il dolce profilo di Hinata.

Credeva che una passeggiata avrebbe contribuito a farlo calmare e invece... con la luce della luna a illuminarla, gli sembrava più attraente che mai. Quando infine la ragazza si girò, lui poté cogliere la tacita domanda che sussurravano i suoi occhi. E lì, al freddo e sotto la neve, non riuscì più a trattenersi.

«Hinata» iniziò, umettandosi le labbra «I-io... ehm.» 

Cosa poteva dirle? Hinata, voglio fare l'amore con te? 

«C-cosa? N-noi...?» balbettò in fiamme la ragazza, sgranando gli occhi. 

E fu in quel momento che Naruto si accorse di aver parlato a voce alta.

 

***

 

Quando Sakura si svegliò, sentì un mugolio sofferto e il comodo appoggio su cui si era addormentata prendere magicamente vita. Ci mise un paio di secondi a collegare ciò che era successo e girò con lentezza la testa verso la sua sinistra, dove un Sasuke dolorante si massaggiava la testa e la guardava, truce. 

Scattò in piedi, rigida come un chiodo, cercando di sfuggire al suo sguardo. 

«Sakura...» 

La ragazza si costrinse ad apparire più disinvolta possibile, ma anche questa sua idea naufragò miseramente. 

«Sasuke-kun mi dispiace di averti colpito, mi hai preso alla sprovvista e-»

Furono le labbra di Sasuke a interrompere il suo sproloquio e lei registrò appena ciò che era appena successo. Rimase lì, la bocca dischiusa, mentre il ragazzo restava immobile di fronte a lei. 

«Sei noiosa, Sakura.»

Ah no eh, questa volta no. 

«Anche tu» replicò e con soddisfazione vide lo stupore che permaneva nei suoi occhi. 

Ma stavolta non si fece prendere alla sprovvista. 

Si baciarono a lungo, mentre la neve cadeva lenta, consci che l'indomani avrebbero fatto una lunga chiacchierata – in quel momento però non importava.

E a Sakura andava bene così.

 

***

 

Quella notte non fecero l'amore. 

Naruto adagiò con attenzione la ragazza sul letto, stando ben attento a non svegliarla. 

La vecchia e combattuta timidezza aveva preso di nuovo il sopravvento e la povera Hinata era svenuta appena il suo cervello aveva realizzato concretamente ciò che l'Uzumaki aveva detto. Il biondo era riuscito a prenderla in tempo e così, fra un imprecazione e l'altra contro la sua bakataggine, l'aveva portata a casa sua – non gli era venuto in mente nessun altro posto. 

Le accarezzò con delicatezza i capelli e si sdraiò accanto a lei, rimirando la sua bellezza. Depositò tanti piccoli baci sulla sua nuca, stringendo il suo piccolo corpicino al suo. Sorrise, mormorando al suo orecchio quanto l'amasse, e si addormentò. 

Non avrebbe mai desiderato di meglio.

 

***

 

«Ehi ragazzi... Ma dove diavolo si sono cacciati quei quattro?»

«Sta zitto Kiba, inizia il conto alla rovescia!»






 

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Salve a tutti! 

Rieccomi, di nuovo a rompervi le scatole xD 
Ma ormai vi sarete già abituati a questi ritmi, no? Prima sparisco per qualche mese e quando torno pubblico un'infinità di fic ù-ù
Se la vì.
Spero che anche questa fic vi sia piaciuta, ideata solo per strappare qualche sorriso e sì, anche per torturare un'altro po' Nacchan 
Questo periodo è molto produttivo e sappiate che fra una settimana all'incirca tornerò con qualcosa di nuovo... sì, ancora (?) 

Vi lascio con un link, una piccola raccolta su Kurama con qualche accenno NaruHina, quelli non bastano mai xD 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2945677&i=1

Spero che a qualcuno possa piacere! ;D 



Maiko_chan




Vi lascio qui il banner a me asseganto per il terzo posto al contest! *ç* 

 

 
 

   
 
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