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Autore: FindingDarcy    15/12/2014    1 recensioni
Gwendaline Winter è soddisfatta della sua vita. Ha un lavoro che adora, un fidanzato che piace a tutta la famiglia e che presto la porterà all'altare, un appartamento spazioso affittato a prezzo d'occasione, una sorella adorabile e un pò eccentrica che sa sempre quando correre in suo aiuto.
Ma.. una nuvoletta grigia penderà presto sulla sua testa, portandole via fidanzato, appartamento e forse anche il lavoro. Ecco che vediamo la nostra protagonista barcamenarsi tra un bizzarro episodio e l'altro, per cercar di rimettere in piedi la sua vita. In fondo si dice sempre "chiusa una porta, si apre un portone". Ma Gwen sarà in grado di individuare il portone giusto a cui bussare?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jake ed io rimaniamo soli.
Nell’imbarazzo più totale, quantomeno da parte mia. Quasi come se le pareti della stanza si fossero improvvisamente avvicinate, sento che c’è troppa poca distanza tra me e lui così, quasi per difendermi, mi allontano di qualche passo.
«Allora, Jake…» inizio un po’ impacciata «bentornato! »
Di rimando, lui non risponde ma sorride mentre se ne resta fermo avanti al frigorifero aperto, alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Strano. Mi sembra così… diverso. Diverso da Daniel, intendo. Non diverso in quel senso. Ok. E’ anche “diverso” in quel senso!! Ma non sembra poi così… diverso! Anzi… sembra molto ma molto… ehm… maschio!
«Com’è andato il matrimonio di tua sorella? Daniel mi ha raccontato un po’…»
Fa spallucce e anche stavolta non risponde.
«Ti va una pizza?» mi chiede, forse per deviare il discorso.
«Ok… ehm, chiamo io per farcela portare?» decido di assecondarlo.
«No. Usciamo. »
Vado in camera e, in fretta, tolgo i pantaloncini per indossare i jeans più stretti che ho e che mi fanno un sedere da urlo. Perché proprio questi!? Boh.
Do un colpo di spazzola ai capelli e prendo il giubbino di jeans. Quando ritorno nel salone, lo trovo ad aspettarmi con le chiavi in mano vicino alla porta. Mi fa cenno di uscire, così, lo seguo cercando di contenere l’eccessivo entusiasmo che si è impossessato di me.
C’è una pizzeria a soli due isolati da qui ma Jake mi annuncia di aspettarlo sotto casa mentre lui sarebbe andato a recuperare l’auto nel parcheggio poco più distante. Avrà in mente un posto tutto suo dove andare.
Dopo qualche minuto, vedo una bmw grigio scura accostarsi e mai e poi mai avrei associato un’auto così elegante a questo sexy boscaiolo in camicia rossa e nera che ho conosciuto poco fa. Mi accerto che sia lui, buttando uno sguardo all’interno dell’abitacolo e lo vedo allungarsi verso lo sportello del posto accanto a quello di guida, per aprirmelo. Beh, non sarà sceso dalla macchina per farlo, ma comunque è stato galante, dai!  Due punti.
Salto su e ancora una volta mi accoglie con un sorriso.
Gay. Gay. Gay. Gay.
Gwen focalizza e tienilo bene in mente. Gay, gay, gay.
Per l’intera durata del tragitto rimaniamo in silenzio e saranno stati almeno dieci o quindici minuti a velocità moderata.
«Avresti potuto dirmi che non saremmo andati nella pizzeria vicino casa. Mi sarei messa qualcosa di decente addosso.» interrompo questo film muto.
«Vai benissimo così» mi dà un rapido sguardo e poi torna a fissare il manto stradale.
E di nuovo silenzio.
Non so se è perché son abituata a Daniel, che viaggia alla velocità di  tremila parole al minuto, ma ho come l’impressione che a Jake piaccia davvero poco conversare. Uffa. Che imbarazzo. Non so cosa fare o dire.
Cerco di rilassarmi e mi appoggio allo schienale, con la faccia rivolta verso il finestrino. Superiamo decine e decine di lampioni e negozi che non conosco; ho ancora scarsa familiarità con questo quartiere. Eppure lo preferisco a quello dove vivevo prima. Di punto in bianco mi ritrovo a pensare a Paul e vengo assalita da un opprimente senso di angoscia. Non sopporto quando la mia mente mi gioca scherzetti del genere, così ho imparato ad ignorare il flusso di pensieri che mi riporta al passato. Faccio finta di parlare a voce più alta, il tutto sempre nella mia testa: una sorta di gara al pensiero che urla più forte. Così mi isolo e penso ad altro e, se son a casa, accendo la radio o la televisione ad alto volume.
Tutto fuorché pensare a Paul.
Anche in questo momento ho bisogno di distrarmi. Così, incurante del ragazzo al mio fianco, accendo lo stereo e lo sintonizzo sulla frequenza che preferisco. Dopo neanche un secondo, con la coda dell’occhio, intravedo le dita di Jake sfiorare leggermente la manopola del volume per alzarlo. Silenziosamente, mi ha così dimostrato di aver accettato la mia involontaria invadenza senza però sapere che, per me, quella canzone ad alto volume era solo una via di fuga.
Procediamo per altri cinque minuti, rimanendo sempre in silenzio.
Mi ritrovo a sorridere all’idea che, se sbaglierò il gusto della pizza, Jake potrà usarlo come motivo per ritenere impossibile una nostra convivenza.
Chissà che tipo sarà? Uno da pizza semplice? No, forse ai quattro formaggi. Mi sembra uno dai gusti decisi e forti. Decisamente non è uno da “quattro stagioni”: credo abbia le idee piuttosto chiare.
 
«Alex è una ragazza» d’improvviso dice.
Alex? Ah, Alex! Ricollego subito il nome alle parole di Daniel a proposito del fatto che Jake fosse stato appena scaricato...
Sono colta alla sprovvista e non so proprio che dire, così mi escono di bocca le parole che non avrei dovuto dire.
«Menomale! Sono proprio contenta!»
Jake frena. Siamo arrivati a destinazione.
Scappo letteralmente via dall’auto a passi fin troppo svelti e mi dirigo verso l’entrata della pizzeria. Ma che….?!?! Andiamo, Gwen! Un’uscita meno infelice non la potevi fare, vero? “Menomale. Sono proprio contenta!”. Poverino, lui sarà distrutto e tu cosa fai? Gli dici che sei contenta che lui sia stato appena scaricato da una che gli ha messo le corna…
Beh. Ma non è gay, non è gay! Olè!
Sento i suoi passi sempre più vicini e, senza pensarci due volte, mi giro verso di lui e a testa bassa, senza volerlo volutamente guardare negli occhi,  gli dico, anzi quasi urlo come se le parole, così, gli potessero entrare meglio nella testa:
«Quello che intendevo è.. beh … cioè … non è che sia contenta che tu sia stato mollato. Né sono contenta per me che tu sia stato mollato, ovviamente.. è che.. è.. uhm…sono proprio contenta per tuuuuuutte le ragazze del mondo che… beh.. insomma.. cioè.. uhm.. che tu non sia gay. Ecco. » Mi sono impappinata e ho sparato solo cavolate. Ok. Di male in peggio. Oh merda. Questa convivenza non funzionerà mai. In mezza giornata, ho già fatto più figuracce di quante ne avrei potute accumulare in due mesi almeno. Sto mantenendo la mia media a livelli decisamente altissimi.
E lui, per darmi il colpo di grazia e farmi sprofondare ancora di più sottoterra, mi guarda con uno strano lampo negli occhi, un misto tra perplesso, sbalordito e incredulo che io possa essere davvero così idiota.
«E … beh .. mi dispiace che sia andata male tra te e lei.» concludo in maniera pietosa.
«C’est la vie.» risponde lui, e non mi sembra leggere alcuna tristezza nelle sue parole. Che stesse aspettando di liberarsi di Alex? Tipico di un uomo. Non ce la fanno a mollare le loro ragazze, sono dei vigliacchi… così fanno di tutto per farsi scaricare. Puah!
Finalmente entriamo nel locale, un delizioso ristorantino italiano con enormi botti di vino in bella mostra, dietro il bancone del bar sul lato destro della sala, e ghirlande di peperoncini rossi e verdi lungo tutto il perimetro. Molto caratteristico. Jake si dirige a passo spedito verso un tavolo un po’ appartato, addossato alla vetrata che si affaccia sulla strada. Mi spiega che non gli piacciono i tavoli al centro della sala e condivido appieno. Dal tono confidenziale del cameriere, capisco che Jake viene spesso a mangiare qui. Chissà con chi.
Non impieghiamo molto tempo a scegliere cosa mangiare, nessuno dei due dà uno sguardo al menù. Ordiniamo una pizza semplice – io - e una ai quattro formaggi - lui. Ci avrei scommesso che avrebbe preso quella!!
Tra un morso e un sorso di birra, mi dice che Daniel, mentre ero troppo presa dal mio balletto improvvisato per strada – ne approfitto per vergognarmi ancora una volta di me stessa -  gli ha raccontato di quanto fossi convinta che loro due fossero una coppia e di quanto fossi dispiaciuta all’idea che avessero litigato.
Beh… a mia difesa controbatto che un ragazzo etero sui trent’anni non viaggerebbe mai con un trolley fucsia! E’ stato legittimo avere qualche dubbio, no? Ride di gusto e mi specifica che la valigia gli serviva perché era rimasto fuori più del dovuto, così aveva comprato un po’ di cose che non entravano tutte nel suo mini bagaglio. La valigia era l’unica cosa che gli restava di Alex. Oh… e Alex, in realtà,  altro non era che il diminutivo di Alexandra, il nome della sua ragazza, o meglio… ex.
Per la gioia, sempre, di tuuuuuutte le ragazze del mondo.
In poche parole lei lo aveva mollato il giorno delle nozze di sua sorella Lea, ed era fuggita con quello che aveva presentato come suo cugino. Da quanto ho capito, o Alex gradiva i rapporti incestuosi o quel Bill evidentemente non era davvero suo cugino. Proprio come me, anche Jake  aveva beccato la sua ex in allegra, allegrissima compagnia di un altro. Un altro molto nudo e molto… incastrato, se così possiamo dire, a lei. Avete capito, no!?
Scopro che anche la sua storia con Alex, come quella tra me ed il mio ex negli ultimi tempi, stava attraversando una fase di più bassi che alti e lui ne era consapevole ma non aveva voluto il coraggio di mollare Alex perché, l’ultima volta che ci aveva provato, lei lo aveva minacciato di uccidersi. E ci aveva anche provato ingerendo un grosso quantitativo di… sciroppo per bambini.
Ridicola. La prossima volta avrebbe tentato di strozzarsi con gli Smarties? Oppure, spinta da un inspiegabile coraggio, avrebbe sfidato la buona sorte non inoltrando le catene di S. Antonio che ti arrivano sulla mail, quelle dove c’è scritto “Se non invii questo messaggio almeno a venti contatti, morirai tra cinque giorni” ?!?!  E se invece avesse provato un’uscita di scena teatrale, facendosi ammazzare dalla protagonista di The Ring, uscita dallo schermo del televisore?
Boh. Che tipo doveva essere questa Alex.
Però, Jake… anche tu, come hai fatto a innamorarti di questo caso umano?!?!
   
 
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