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Autore: Lemontea    15/12/2014    3 recensioni
Una breve e leggera storia ambientata nel 1965 in Austria. John si allontana dal caotico set di "Help!" per riflettere e ammirare i favolosi paesaggi innevati in tranquillità, ma qualcuno porterà un po' di caos da lui.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento gelido tagliava ogni centimetro di pelle scoperta. L'Austria era davvero un Paese bellissimo, John doveva ammetterlo: non aveva mai visto così tanta neve in vita sua. Era così soffice e bella, ma allo stesso tempo fredda e pungente. La adorava. Quand'era nella sua stanzetta di Liverpool non poteva neanche immaginare di arrivare in Austria insieme alla sua band per girare un film in cui lui era uno dei protagonisti, eppure era tutto vero: lui era lì, solo, al tramonto, con davanti un vasto paesaggio innevato e con l'aria fresca che gli riempiva i polmoni. Chiuse gli occhi per contemplare tutto ciò che lo circondava. Era tutto perfetto, gli sembrava di essere in un sogno. Ad un certo punto, però, una palla di neve gli arrivò con forza in testa.

"AH! Ma che diavolo?!"

Si portò una mano sul punto colpito e si girò per vedere da dove fosse arrivata. Sentì ridere da dietro un albero e subito dopo spuntò Paul divertito e con ancora dei fiocchi di neve sul guanto sinistro.

"Ops!"

Paul non riusciva a smettere di ridere a causa della buffa espressione dell'amico, ma quando John fece due lenti passi verso di lui, il bassista indietreggiò.

"Piccolo bastardo, non credere di cavartela!"

Iniziò a rincorrerlo, anche se lo spesso strato di neve fresca causava problemi ad entrambi, ma la sete di vendetta di John era troppo forte e in poco tempo raggiunse Paul, prendendolo per la vita, sollevandolo per un attimo e tirandolo indietro. Paul, ancora divertito, cadde sulla schiena in mezzo alla neve e John lo guardò da in piedi con il respiro leggermente affannato che creava piccole nuvole. Paul iniziò a muovere le gambe e le braccia.

"Cosa stai facendo?"

"Che domande! Ovviamente un angelo di neve."

Continuò a muoversì finchè non si fermò rilassando tutti i muscoli e guardò John.

"Allora? Hai intenzione di stare lì a fissarmi tutto il giorno o vuoi fare un amico per il mio povero angelo?"

John ci pensò un attimo, si spostò alla sua destra e si girò, dandogli le spalle. Paul stava per dire qualcosa, quando l'amico si fece cadere a peso morto di fianco a lui e iniziò a muoversi imitando il compagno. Si misero a ridere, scuotendo il sedere, per creare due angeli con il sedere grosso, e le braccia, per farli assomigliare più a delle libellule. Alla fine John si alzò e aiutò Paul tirandolo per le braccia: entrambi guardarono le loro opere soddisfatti, con il braccio di John appoggiato alla spalla di Paul.

"Beh..." iniziò a parlare il più grande "...direi che sono delle bellissime libellule."

"E hanno un favoloso sedere."

Risero brevemente e poi, guardandosi negli occhi, unirono le loro mani, coperte ancora dai guanti, in un caldo groviglio di dita con dei fiocchi di neve rimasti attaccati sulla stoffa. Paul iniziò a contemplare John sorridendo dolcemente: le sue guance erano arrossate e tremava leggermente a causa del freddo. Gli si avvicinò lentamente e, chiudendo gli occhi, lo baciò. Le sue labbra carnose si posarono castamente su quelle più sottili e fredde di John e dopo pochi secondi quel tenero contatto finì. Quando riaprì gli occhi, John non aveva ancora riaperto i suoi, era rimasto immobile, ma con un adorabile sorriso.

"Pensavo che ti avrebbe scaldato un po', sembravi piuttosto infreddolito..."

John riaprì gli occhi solo allora e il suo sorriso divenne più grande e luminoso dopo la vista del Paul imbarazzato e con il naso rosso per il freddo che lo aveva appena baciato.

"Adesso sto bene." gli disse guardando nei suoi enormi occhi verdi e gli diede un' altro bacio, altrettanto casto, veloce e amorevole.

"Quando sono con te sto sempre bene." 

Strinse la mano del più piccolo con più forza, come se volesse avere la certezza di averlo vicino, e si incamminarono verso la civiltà guardandosi intorno e senza smettere di sorridere.

"John..." 

"Sì?"

"Io comunque ho freddo."

John si fermò allibito e parlò prima che Paul si girasse, due passi dopo.

"Non ti ho scaldato abbastanza?"

"No, non è quello..." 

Paul pronunciò l'ultima frase trattenendo a stento una risata e guardando in basso, mentre John lo guardò alzando un sopracciglio.

" E allora perchè hai freddo?"

Paul non riuscì più a trattenersi e rise, strappando anche un sorriso a John.


"Mi è finita della neve nelle mutande."

 





Note dell'autrice: Salve! Questa storia è volutamente leggera e il finale aperto potrà non piacere, ma ho pensato, probabilmente sbagliando,  che fosse appropriato per la storia. Spero che almeno un sorriso sia riuscita a strapparvelo e che vi sia piaciuta. Grazie a tutte le persone che lasceranno una recensione e buona giornata!
Lemontea

   
 
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