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Autore: NobodysDaughter    16/12/2014    13 recensioni
[2 Broke Girls]
Natale è alle porte, e c'è una nuova avventura per Max e Caroline, le due cameriere del Diner.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E il bacio sotto il vischio

 

Natale era di nuovo alle porte, e Han, il piccolo proprietario del Williamsburg Diner di Brooklyn, aveva chiesto a Max e Caroline, le due cameriere, di addobbare il locale.

“Odio il Natale.” Si lamentò Max. “E’ pieno di finti sorrisi, gente ovunque e perbenismo dietro ogni angolo. Dopo capodanno, di nuovo tutti stronzi per il resto dell’anno”.

“Per voi bianchi funziona così?” Domandò Earl, il cassiere. “Con noi neri continuano ad essere degli stronzi. Non vi siete mai trovate in mezzo a un supermercato in pieno periodo natalizio? Vi spintonano ovunque senza nemmeno chiedervi scusa.

Una volta, mi sono perfino ritrovato sul tetto di un supermercato a forza di spintoni…O forse era perché ero fatto”. 

Questo fece sorridere Max. “Earl, tu riesci a rendere migliore perfino una festa che odio”.

“Come fa a non piacerti il Natale, Max?!” S’intromise Caroline, avvicinandosi con una ghirlanda in mano. “E’ il periodo più bello dell’anno! I regali, l’atmosfera, la famiglia, il cibo, la neve…Ah, che bei ricordi.” Sospirò la bionda.

“Sai Caroline, tutto quello che hai descritto, neve a parte, non è roba per poveri! Ecco perché odio il Natale, per me non ha nessun significato”.

“Bé Max, dipende da che neve.” Puntualizzò Earl. “Uno spacciatore che conoscevo aveva dei prezzi assurdi!”.

Caroline sembrò ignorare la loro discussione, e si rivolse in tono ancora sognante a Max. “Non importa se siamo povere, tu cosa vorresti per natale, Max?”.

Max rimase perplessa a questa domanda. “Non lo so…Non ho mai ricevuto dei regali per Natale. Tu cosa chiederesti, Earl?” Chiese Max, cercando di trovare ispirazione nella risposta del cassiere.

“Ah Max, io ormai sono vecchio. Al massimo i miei figli mi regaleranno un’altra cravatta che non metterò mai, ma non ho un particolare regalo da volere. Alla mia età, i sogni li si hanno solo nel sonno”.

“Davvero tu, Max, non hai mai ricevuto dei regali?” Domandò Caroline, in tono preoccupato.

“Sì, e allora? Mia madre si regalava una bottiglia di Rum, e se io ero fortunata, potevo rubare della birra dal suo frigo. E tu Barbie cavallerizza, che cosa vorresti?” Chiese Max, in tono difensivo.

“Quando ero ricca, avrei probabilmente chiesto un’isola, ormai alla mia età, tutti hanno un’isola propria. Ma ora…Credo di aver già tutto. Ho una fantastica migliore amica e riesco a cavarmela abbastanza al lavoro per poter mantenermi. 

Sai, essere poveri non è poi così male, ti fa capire il vero valore delle cose”.

“Ben detto Caroline!” Disse Earl.

“Caroline, non per fare il guastafeste, ma se non torni ad addobbare il locale, credo che quel tuo ‘cavarmela abbastanza’ diventi un ‘licenziata sotto Natale’.” S’intromise Han, appena uscito dal suo ufficio. 

“Capito!” Disse Caroline, correndo verso gli addobbi.

“Han, lasciala respirare! E’ tutto il giorno che si dà da fare con quei dannati cosi, dovresti essere più buono, non siamo sotto Natale? E te lo dice una che lo odia.” Disse Max.

“Va bene Max, allora perché piuttosto che restare qui non ti dai da fare pure tu? Così eviti tutto lavoro a Caroline”.

 “Piccolo dannato asiatico!” Borbottò Max, una volta arrivata in cucina.

“Che c’è bellezza? Troppo stanca per lavorare?

Se vuoi, puoi venire a riposare da me.” Disse Oleg, il cuoco.

“Oleg, non ti ci mettere pure tu, non è proprio giornata.

Che cosa ci trovano tutti nel Natale? E’ la festa più assurda che io conosca! E lo dico io, che vengo da una famiglia assurda”.

“Non lo so dolcezza. Ma so che mi piaci molto arrabbiata”.

Max lasciò la cucina, in preda a una crisi di nervi. 

“Max! Mi puoi passare il vischio?” Domandò Caroline, in cima ad una scala.

Max guardò dentro uno scatolone e lo prese, porgendoglielo.

“Me lo dici tu, che sei sempre felice, che ci trovate tutti quanti nel Natale? Sto cominciando a sentirmi veramente il Grinch di questa festa”.

Caroline sorrise. “E’ la prima volta che mi chiedi qualcosa”.

“Non facciamone una tragedia”.

“Bé, non saprei come spiegartelo. In realtà, per quel che mi riguarda, è più una cosa che si sente dentro, proprio come diceva la piccola Cindy Lou Who. Il Natale non è fatto solo di regali e luci, è un sentimento”.

“Se si tratta di sentimenti, ora capisco perché per me rimane un mistero questa festa”.

“Oh Max, non essere così pessimista.” Disse Caroline, scendendo dalla scala. “Uh guarda! Siamo sotto il vischio, baciamoci!”.

Max aggrottò la fronte. “Che razza di pretesa è questa, Barbie? Non sono il tuo Ken e sai che odio il contatto fisico”.

“Sulla guancia, intendevo.” Corresse Caroline, ridacchiando.

“Non ti aspetterai davvero che ti baci?” Domandò Max, in tono sarcastico.

Caroline fece spallucce, conoscendo la sua coinquilina.

Poche ore dopo tornarono a casa, e anche lì, la situazione non fu molto diversa per Max, con Caroline che addobbava quella che definiva ‘casa’ e che chiedeva ad ogni vischio appeso un bacio.

“Chiedimi un altro bacio e giuro che ti soffoco con il vischio!” Sbottò Max.

“Se non lo fai tu, ti bacio io allora.” Rispose Caroline, divertita.

“Non ti azzardare! Potrei metterti le mani addosso!” Disse Max, prendendo le distanze.

“Ciao ragazze!” Salutò Sophie, la vicina, entrando senza permesso in casa. “Ho sentito che tu Max volevi mettere le mani addosso a lei…Non starete insieme?”.

“No, puoi scordartelo!” Rispose Max sempre con il suo tono sarcastico. “Se mai dovessi mettere le mani addosso a una donna in quel modo, di certo quella donna non sarebbe lei”.

“Ah, meno male. Non volevo perdere mia opinione su di te, Max”.

“Che ci fai qui, Sophie?” Chiese Caroline, abituata a subire i commenti e frecciatine di tutti.

“Oh ragazze! Volevo farvi vedere la mia casa! 

Ho chiamato un’impresa per addobbarla, ora è tutta sberluccicante!” Disse entusiasta Sophie.

Poco dopo le due ragazze entrarono in casa di Sophie, rimanendo a bocca aperta.

“Mio Dio! Sophie, non pensavo così brillante quando lo avevi detto…” Disse Caroline, guardandosi in torno.

“Già, ci hanno impiegato due giorni, ma sono molto soddisfatta!”.

“Bé, se per caso quest’anno il Grinch dovesse rubare il Natale, sarebbe facile trasformare questa casa in una discoteca anni 80.” Disse Max, sempre sarcastica.

“Oh, guarda Max! C’è del vischio anche qua!” Continuò la bionda.

“Non ne posso più, vieni qua e facciamola finita.” Concluse Max, prendendo le braccia di Caroline, dandole un bacio sulla guancia, di sfuggita.

“Vedi Max, non è poi così male essere affettuosi ogni tanto.” Disse Caroline.

“Con te sì! Sei peggio di un cucciolo sempre in cerca di affetto. Quindi ti alleverò abituandoti a non fare feste al tuo padrone, ignorandomi, come fanno i gatti”.

“Ehi Sophie, che sono tutte queste luci?” Continuò poi Max, attirata dalle mille lampadine spente.

“Le accenderò solo a natale.” Disse Sophie, facendo la sua tipica faccia entusiasta. “Ne ho messe così tante che il proprietario dell’impresa mi ha chiamata dicendomi che il sovraccarico di watt potrebbe addirittura causare un black-out. E sai, ora mi serve l’elettricità”.

“Capisco.” Rispose Max, facendo cenno con la testa. “Ora dobbiamo tornare di sotto, Caroline deve finire di addobbare e io di fare i cupcake”.

 

 

Era la vigilia di Natale e le due cameriere stavano lavorando al Diner, quando entrò Sophie nel locale.

“Ehi gente!” Salutò come al solito.

“Ho appena sentito voce più calda e sensuale al mondo.” Disse Oleg, affacciandosi alla finestra della cucina.

“Anche se non vorrei dirlo, sono qui anche per te.” Disse Sophie, riferendosi a Oleg.

Ad Oleg s’illuminò il viso. “Dimmi tutto bellezza”.

“Gente! Questa sera, siete tutti invitati al party di casa mia, aspettiamo tutti la mezzanotte insieme per augurarci un buon Natale, e poi, così, posso inaugurare le mie luci!” Disse Sophie.

“Oh fantastico!” Disse Han. “Posso portare mia nuova fidanzata?” Chiese.

“Han, le bambole gonfiabili o prostitute non sono davvero tue fidanzate, lo sai?” Disse Max, prendendolo in giro.

Han la guardò male. “Mia ragazza non è né bambola, né prostituta, lei fidanzata vera!”

Max rimase perplessa, ma mai quanto Caroline. “Oh mio Dio! Perfino Han è riuscito ad avere una relazione prima di me!” Disse disperata. “Non valgo davvero niente come il Natale, senza soldi”.

“Ehi, ehi, non eri tu quella che diceva che il Natale era un sentimento e tutte quelle stronzate da gente ricca?!” Chiese Max.

“Sì, ma lo dicevo prima di sentire che Han ha una vita migliore della mia”.

“Devo ammettere che questo ha sorpreso molto anche me.” Commentò Earl, dietro la sua cassa, con assensi da parte di Oleg e Sophie.

“Perché tutti così sorpresi? Non credete che vostro capo possa avere una donna?” Chiese Han.

“Oh! Ora ho capito, ora che hai detto donna! In realtà si tratta di una Hobbit, vero?” Chiese Max, prendendolo in giro per la sua altezza.

Han grugnì e se ne andò.

“Se non ci fosse qui donna dei miei sogni, Caroline, ti direi che puoi sempre avere una relazione con me.” Disse Oleg.

Caroline lo ignorò. “Forza bella, finiamo queste ore da cameriere che lavorano alla vigilia come due idiote e torniamocene a casa.” Disse Max.

“Grazie per la comprensione, Max”.

“Che vuoi che ti dica? Vuoi baciare me sotto il vischio e dovrei dirti ‘Troverai l’uomo dei tuoi sogni prima che tu te ne accorga?’” Disse Max ironicamente, facendo sorridere Caroline.

 

Arrivò la sera della Vigilia, e pian piano la casa di Sophie si riempì di gente, la maggior parte,  di gente che lavorava al Diner.

“Buonasera gente!” Salutava lei, ogni volta che entrava qualcuno, per farsi notare. Come se il suo abito più brillante di tutto l’arredamento, potesse farla passare inosservata.

“Credo di aver sbagliato palazzo.” Disse Earl appena entrato. “Dovevo andare a casa di una mia amica, Sophie Kaczynski, ma credo di essere finito in una discoteca.” Disse allibito.

“Tranquillo Earl, è quello che ho detto anche io la prima volta che l’ho visto. Non sei così fatto d’aver sbagliato palazzo.” Lo tranquillizzò Max.

Caroline entrò in quel momento. “Max! Sei bellissima!.” Commentò la bionda, non appena la vide.

Effettivamente Max era veramente bella, indossava un abito nero che le risaltava il seno prosperoso, e aveva lisciato anche i capelli per quella serata.

“Grazie, anche tu non sei male.” Si sforzò Max, non essendo abituata a fare complimenti.

Quando ci furono tutti, cominciarono a bere alcolici, ad alzare la musica e a ballare o semplicemente, parlare. Poi a pochi minuti dalla mezzanotte, Sophie cominciò a fare il conto alla rovescia per il Natale, e quindi, per spegnere le luci normali ed accendere quelle natalizie. 

“10, 9, 8…” Cominciò, facendosi seguire da un coro di voci. “3, 2, 1…Buon Natale!” Disse Sophie, nello stesso momento in cui spense le luci normali e attivando le altre.

Lì a un attimo rimasero tutti al buio.

“Sophie, sei sicura che vadano quelle luci?” Chiese Max.

“Ma certo! Come potrebbero non andare?” Rispose lei.

Caroline si affacciò alla finestra. “Ehi, credo che il sovraccarico di watt di luci di Sophie, abbia causato un black-out a tutta Brooklyn. Guardate fuori dalle finestre!”.

Tutti si affacciarono e videro che non era rimasta neanche una luce accesa, di fuori.

“Oh wow, ora sembra di essere bloccati a Silent Hill.” Commentò sarcastica Max.

“Nessun problema gente, abbiamo delle candele!” Intervenne Oleg, con al proprio fianco Han.

Pochi minuti dopo, la casa fu lievemente illuminata dalle candele.

“E pensare che volevo fare un Natale sberluccicante, siamo finiti per fare un Natale al lume di candela!” Si lamentò Sophie, senza entusiasmo.

“A me non dispiace rimanere al buio con te, Sophie.” Disse Oleg.

La ‘festa’ stava procedendo senza musica né luci, quindi alcuni, decisero di andarsene, altri erano troppo ubriachi per capire la differenza tra una candela e una vera luce.

Max e Caroline nel frattempo si erano appartate su un divano, con dei calici di spumante in mano.

“Sai Max, avevi ragione tu. Il Natale è davvero la festa più stupida che ci sia: Mio padre è in prigione, non mangeremo del buon cibo e non sta nemmeno nevicando…E sono single.” Concluse Caroline.

“Per quanto mi piaccia aver ragione, devo dissentire su alcune cose: Anche se tuo padre è in prigione no significa che non ti voglia bene. Certo, non potrete passare il Natale insieme, ma lui non si è dimenticato di te e sono sicura che darebbe qualsiasi cosa per passare il Natale con te e viziare la sua principessa.

Per il buon cibo, non ti preoccupare, mi sono messa d’accordo con Sophie. Doveva essere la mia sorpresa per te, ma comunque, andremo a mangiare in un ristorante elegante con lei, domani.

E non sei single, dannazione! Viviamo insieme, non facciamo sesso, dormi nel mio stesso letto, mi stressi, questo è peggio di un matrimonio!” Commentò Max, facendo ridere Caroline.

“Anche se dovevi essere tu il Grinch, Max, hai appena salvato il mio Natale dalla tristezza. Sono contenta di averti incontrata e di poter condividere ogni mio momento con te…Questo è il mio regalo.” Disse Caroline, porgendole un pacchetto tolto dalla borsa.

“Un maglione con un gatto! Lo adoro!” Disse Max, abbracciando Caroline. Accortasi del gesto, si ritirò indietro subito, tornando sulle sue.

Caroline fu sorpresa da quel gesto e per caso guardò in alto, dopodiché si sentì i capelli tirati. “C’è del vischio.” Bisbigliò, più tra sé che a Max.

Max fece lo stesso e lo guardò. “Allora significa che dobbiamo baciarci.” Disse con voce intimidita.

“Non importa Max, so che non vuoi.” Rispose Caroline, sorridendole.

Non fece in tempo a fare altro, prima che Max la tirò verso di sé e la baciò sulle labbra. 

Il baciò non durò molto, ma abbastanza da lasciare Caroline senza parole.

“E guarda, fuori sta cominciando a nevicare…” Concluse Max, cercando di cambiare discorso.

“Questo era il più bel regalo che potessi ricevere.” Disse Caroline, dopo un attimo.

“Regalo? Non sono mica io che ho fatto nevicare.” Rispose Max.

“Non per la neve…Per il bacio.” Sussurrò Caroline, che nonostante fossero sole, non voleva che nessun altro le sentisse o disturbasse. “Questo significa che stiamo insieme?”.

“E’ un bacio Caroline, come siete complicate voi donne!” Rispose Max, facendo ridere Caroline, sapendo che quello era il suo modo di togliersi dalle situazione imbarazzanti.

 

Fine

 
  
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