Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: LyraB    16/12/2014    1 recensioni
È la sera di Natale, e in un piccolo paese si tengono i tradizionali preparativi: albero e presepe, ceppo di Natale, spumante e panettone. Tutto è quieto e tranquillo, ma il paese è in attesa. I grandi aspettano la Messa di mezzanotte per scambiarsi gli auguri per un futuro migliore, mentre i bambini non vedono l'ora di ricevere la visita di Babbo Natale. Tra loro c'è Chiara, vent'anni e un cuore inquieto, che si ritroverà a ricevere un regalo inaspettato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un regalo per Natale




Un piccolo paese sta sulla cima di una collina, i campi lo circondano e si distendono da ogni parte a perdita d'occhio, fin dove le pendici delle montagne sfiorano i loro confini.
Argento e nero, spruzzate di neve, delimitano il paesaggio come se qualcuno le avesse poste a protezione di quella terra. Verso est la campagna degrada dolcemente fino alla costa di un quieto mare blu cobalto, che si stende fino all'orizzonte, dove tocca un cielo violetto nella luce del tramonto.
Gli ultimi raggi del sole sfiorano il paese in cima alla collina, accarezzando gli alberi e le case e tingendo di oro e amaranto le merlature del castello che sorge proprio in centro al paese.
Manca ancora qualche ora alla sera e nonostante il pomeriggio d'inverno sia freddo, molti bambini hanno approfittato del bel tempo per giocare all'aperto, schiamazzando nella piazza principale e nelle piccole vie che si insinuano tra le vecchie case.
Alle loro voci e alle loro risate si mescolano le chiacchiere degli anziani signori che giocano a carte davanti ai bar o che sorseggiano bicchieri di prosecco mentre discutono del tempo e della politica. Tutto sembra tranquillo e impegnato al tempo stesso e c'è un'aria di attesa nel paese.
Vicino al piccolo parchetto con le altalene sorge una casa con il tetto di tegole spioventi. Le finestre sul retro danno sulla meravigliosa campagna che si stende attorno alla collina e sulla ringhiera verde che circonda il piccolo giardino una fila di lucine di Natale rosse scintilla nella sera che sta scendendo lentamente. Al di là delle tendine di merletto fatte a mano fervono i preparativi per la cena: un grosso ceppo di legno è appoggiato accanto al caminetto acceso e attende l'inizio della cena per essere messo ad ardere nel focolare, mentre nel forno la carne e le patate sfrigolano già, spandendo per la casa il loro delizioso profumo.
Due donne sono indaffarate ai fornelli, mentre controllano la cottura della pasta e iniziano a preparare le verdure del contorno. Nel frigorifero uno squisito tiramisù fatto interamente in casa attende solo di essere mangiato.
Nel salotto una ragazza sta badando a tre bambini: Antonio, Giorgio e Simone. Antonio ha circa dodici anni e sta giocando con il suo videogioco preferito. Simone, tre anni, è seduto sulle ginocchia della ragazza, che sta leggendo una storia a lui e a Giorgio, che dall'alto dei suoi sette anni segue la storia leggendo dal libro, con un dito ad aiutarlo a tenere il segno. La voce della ragazza si mescola con un sottofondo allegro dato dal cd con le carole di Natale che il più grande dei bambini ha messo nello stereo e il fuoco che scoppietta nel camino rende la scenetta ancora più natalizia.
- Fine. - Dice la ragazza, chiudendo la favola.
- Leggine un'altra, Chiara! - Esclama il bambino più piccolo.
- Magari dopo. Non avevate detto che volevate fare qualcos'altro? - Dice la ragazza, facendolo scendere dalle sue ginocchia.
Antonio spegne immediatamente il suo videogioco, alzandosi in piedi.
- Possiamo fare il presepe! -
Meno di mezz'ora dopo un curioso gruppetto esce dalla casetta bianca: Antonio e Giorgio davanti, imbacuccati in giacca, sciarpa e cappello. Antonio porta il suo coltellino svizzero degli scout mentre Giorgio ha avuto il compito di portare una grossa busta della spesa.
Dietro di loro Chiara tiene per mano Simone, che trotterella vicino a lei.
Nella luce che diminuisce Antonio e Chiara raggiungono il muretto che circonda la chiesa e si mettono a scalzare via il muschio, raccogliendolo nella busta. Giorgio raccoglie i legnetti e Simone le pigne e le foglie secche che sono cadute dagli alberi.
Stanno ancora raccogliendo l'occorrente per il loro presepe quando all'improvviso la sera viene inondata di luce di ogni colore: rossi, rosa, viola e azzurri si mettono a danzare sul viottolo di ghiaia che porta alla cappella.
Chiara si volta e spalanca occhi e bocca per lo stupore.
La chiesa si è tutta illuminata e la luce filtra dalle vetrate colorando di magia tutto quello che c'è intorno. Sembra una specie di gioiello, uno di quei diamanti dai riflessi di ogni colore, che scintilla nell'aria di velluto blu della notte che sta scendendo.
Per un lungo momento rimane assorta, contemplando la meravigliosa bellezza di quella scena e dentro di sé pensa che non si sarebbe mai aspettata che la piccola chiesa le sarebbe mai sembrata una cosa tanto bella. Nemmeno il duomo di Milano, con le sue guglie e le sue vetrate, le era mai sembrato meraviglioso quanto quella chiesetta di campagna in quella sera fredda.
I bambini la riscuotono dal suo sogno, correndo verso casa.
Le ultime ore prima della cena corrono in fretta e il presepe ora fa bella mostra di sé sul basso tavolino del salotto: le statuine e la Sacra Famiglia sono circondate da uno strato di soffice muschio e la capanna fatta di spago e rametti ombreggia la culla ancora vuota.
L'odore del sugo e della carne sono più forti ora, la tavola è apparecchiata con una tovaglia rossa e le posate e i bicchieri scintillano come se fossero di argento e cristallo.
Nel centro della grande tavola, una alta candela rossa decorata di stelle di cera bianca arde lentamente e il riflesso della sua fiammella rimbalza sulle ante lucide dei mobili e sulle finestre, dietro alle quali la notte più magica dell'anno è scesa da poco.
Sono tutti in salotto, quando il campanello inizia a suonare.
Il padre e la sorella di Chiara entrano abbracciando tutti e suo padre porge una bottiglia di spumante. Poi è il turno dello zio, che ha portato un panettone gigantesco e infine arrivano i suoi due cugini, entrambi accompagnati dalle rispettive fidanzate ed entrambi pieni di sacchetti colmi di regali.
Il cd natalizio e lo scoppiettio del fuoco non si sentono più ora, coperti dalle chiacchiere e dalle risate della famiglia riunita nel salotto. Quando finalmente anche il padre dei tre bambini suona il campanello, ci sono proprio tutti.
Lo zio di Chiara, in veste di anziano della famiglia, mette nel caminetto il ceppo di Natale e per qualche minuto tutti, grandi e piccoli, rimangono in silenzio davanti al focolare, dove l'enorme ciocco inizia ad ardere scoppiettando. È il rito con cui si inizia la cena di Natale: il fuoco arderà nel camino fino alla mattina successiva, a simboleggiare la luce che il Bambino ha portato nel mondo nelle tenebre della notte.
Chiara è ferma vicino a una finestra e lo sguardo le sfugge sopra i tetti delle basse case vicine, verso il cielo nero, scurissimo… in cui si sono accese migliaia e migliaia di stelle argentate, tante come non ne aveva mai viste prima. Brillano tutte nella loro piccola luce e sembrano tutte sorriderle. Chiara sorride a sua volta: adora il cielo notturno, con le sue migliaia di piccole stelle.
- Che stellata meravigliosa. - Dice sottovoce.
- Altro che stelle. Fuori farà un freddo cane. - Risponde sua sorella.
Mentre la notte è scesa sul paese, in giro non si vede più nessuno. I bambini sono tornati tutti a casa, gli anziani e gli adulti sono tutti seduti attorno alla tavola a rendere onore alla festa più bella dell'anno. Il paese ora è silenzioso, solo il rumore delle stoviglie che si spande leggero nell'aria fredda rompe l'atmosfera ovattata che riempie le vie. Le finestre illuminate, il rumore di gente che parla e che mangia, il calore dei caminetti, il profumo della legna arsa che si mescola all'odore di neve portato dall'aria che spira dalle montagne… tutto rende ancora più magica una notte che è solo all'apparenza una delle tante notti d'inverno.
Tra una portata e l'altra, mentre gli adulti chiacchierano, Chiara si siede in salotto a giocare con i bambini e ride spensierata mentre la sua pedina avanza sul tabellone del gioco dell'oca.
Giorgio le sta raccontando una improbabile storiella capitata a un suo compagno di scuola, mentre Antonio scuote la testa, sconfortato dalle panzane che il suo fratellino sta raccontando.
Simone si è addormentato mezz'ora prima sulle ginocchia di Chiara e la ragazza l'ha messo a dormire nel suo lettino, nella stanza vicina.
Chiara ride e ascolta la buffa storia di Giorgio… e le sembra quasi impossibile che solo pochi giorni prima ha pianto, nascosta nella sua automobile. Le sembra sciocco, ora, pensare alle lacrime versate perché si sentiva sola, perché si sentiva brutta, goffa e incapace. Aveva pianto per i voti bassi all'università, per gli esami ancora da dare, per il vestito dell'anno precedente che non le entrava più, per l'incredibile bellezza della sua sorellina che lei non riusciva ad eguagliare, per i suoi genitori che non andavano più d'accordo. Aveva pianto perché avrebbe voluto essere più bella, più buona, più intelligente… e perché avrebbe voluto un ragazzo da amare e da cui essere amata.
Si era consumata gli occhi a furia di piangere, poi si era ricomposta, era tornata a casa ed era salita. Un momento dopo sua madre le aveva messo in mano un borsone.
- Partiamo. Metti qualcosa qui dentro. -
Aveva radunato in fretta qualche cambio d'abito e un'ora dopo erano tutti e quattro in macchina. Destinazione: il paesino sperso tra le colline dove sua madre era nata e cresciuta e dove non tornavano da un anno.
Chiara non aveva avuto nemmeno il tempo di rendersene conto ed era stata trasportata all'improvviso in un carosello di acquisti di Natale, di menu da scegliere e di bambini da guardare mentre le madri si occupavano della cena.
- Hai fatto la letterina a Babbo Natale? - Dice Giorgio, interrompendo di punto in bianco la sua storiella e obbligando Chiara a mettere fine alle sue riflessioni.
- Eh, io no. Tu l'hai fatta? - Dice lei, cambiando subito argomento.
- Io sì. Ho chiesto l'orologio di Ben10, la bicicletta dei Gormiti e il libro della Freccia azzurra. Poi ho detto che volevo anche il Didò per Simone, visto che lui è troppo piccolo per scrivere. - Dice Giorgio, tutto orgoglioso del suo moto di generosità. - Vieni, te la faccio vedere. -
Chiara si alza e Giorgio la porta vicino all'albero di Natale tutto illuminato.
Ai piedi dell'albero un foglio azzurro piegato in quattro mostra la scritta “Per Babbo Natale”.
Chiara prende la letterina e quando la apre sorride. Accanto alla lista scritta nello stampatello di un bambino di sette anni ci sono i disegni dei giocattoli, ritagliati per bene da qualche pubblicità.
- Li ho presi dal catalogo del supermercato. Così Babbo Natale sa proprio quello che voglio. -
Chiara ride e gli spettina i capelli, divertita.
- Ecco la mia. - Dice Antonio, posando un biglietto vicino a quello di Giorgio.
- Che cosa ci hai messo? Cose piccole, vero? La mia bicicletta è un regalo grande e Babbo Natale non può portare due cose grandi allo stesso tempo! -
Antonio sbuffa e si allontana. Chiara sorride: Antonio sa qualcosa che Giorgio ancora ignora, ed è per questo che gli dà fastidio fare tutta quella scena la notte di Natale.
- Babbo Natale ha un sacco magico in cui ci stanno i giocattoli per tutti i bambini del mondo, anche se sono tutti grandissimi. - Dice poi a Giorgio.
Il bambino sembra tranquillizzato e sorride.
- Adesso manchi solo tu! - dice Giorgio.
- Io? -
- Devi farla anche tu, sennò quando torniamo da Messa Babbo Natale non ti lascia niente sotto l'albero! -
Chiara non sa cosa dire: sa perfettamente che sotto l'albero ci sarà di certo un libro o un videogioco… ha fatto capire ai suoi che cosa le piacerebbe avere per Natale, non ha bisogno di scrivere una letterina. Però le piace che Giorgio creda in Babbo Natale, così alla fine si lascia convincere.
- E va bene. -
Giorgio sparisce e poi ricompare un momento dopo armato di un foglio giallo e di un pennarello rosso.
- Non abbiamo i fogli rosa per le femmine, siamo tre maschi, noi. - Spiega, mentre le dà il foglio.
- Andrà benissimo. -
Chiara stappa il pennarello e scrive, in cima al foglio.
“Caro Babbo Natale, quest'anno vorrei…”
Sta per scrivere la lista dei suoi regali di Natale, quella delle cose che le piacerebbe avere… quando guarda Giorgio in piedi vicino a lei, che osserva impaziente il foglio ancora pulito, poi Antonio, sdraiato sul divano, ancora impegnato col suo videogioco e infine i suoi genitori al tavolo della cena: per una volta stanno parlando e non discutendo.
Non si era mai fermata a pensare alla fortuna che aveva nell'avere vicino tante persone… e soprattutto quei tre bambini disperati che la facevano impazzire, ma che la facevano sentire così amata.
- Allora? - Dice Giorgio, impaziente.
La campana della chiesa inizia a suonare, argentina, nell'aria gelida della notte, chiamando i fedeli per la Veglia di Natale nella piccola cappella con le vetrate colorate che scintilla nella notte sotto il cielo colmo di stelle.
Non aveva mai pensato che provare una gioia immensa davanti a una chiesa illuminata, a un cielo stellato o ad una fitta nevicata era un regalo che non veniva concesso a tutti… significava che era capace di trovare un motivo per gioire sempre, anche solo di una piccola cosa.
Chiara appoggia il pennarello sul foglio e sorride, mentre scrive il seguito della lettera.
“… beh, ho già tutto, grazie lo stesso!”
- Cosa hai scritto? - Chiede Giorgio, alzandosi in punta di piedi.
- Forza, Giorgio, siete ancora lì! Avanti! - Esclama la madre di Chiara, porgendo a entrambi giacche e sciarpe.
Chiara appoggia la sua letterina ai piedi dell'albero di Natale e infila il cappotto.
- Voglio sapere cosa hai scritto! - Esclama Giorgio.
Chiara è irremovibile e gli calca il cappello in testa, prendendolo per mano.
- Una bambola, un libro e un videogioco. - Dice poi, con un sorriso.
- Sei stata troppo vaga, Babbo Natale non saprà mai cosa vuoi davvero! - Esclama Giorgio preoccupato.
- Io invece credo che sappia benissimo quello che voglio. - Risponde Chiara, ridendo.
- Ma certo, una Winx, il libro di Narnia e il videogioco dei Pokémon. Come tutti i ragazzi della sua età. - Sbotta sua sorella, passandole vicino.
Chiara non la ascolta nemmeno e si allaccia il giaccone con un sorriso, poi si accerta che anche Antonio e Giorgio siano vestiti e ben coperti e saluta quelli che non andranno a Messa con loro.
- Allora! - Esclama sua sorella dalla porta aperta. - Facciamo tardi! -
Chiara prende per mano Giorgio ed esce con Antonio al suo fianco.
La gente inizia a raccogliersi nelle strade, camminando piano verso la chiesa: le case si svuotano, la gente si incontra per strada sotto lo scampanio a festa che si allarga dal campanile della chiesa e che abbraccia in cerchi concentrici tutto il paese.
I bambini si abbracciano, gli adulti si scambiano strette di mano, baci e auguri. Ora il paese è tornato alla vita, ovunque c'è qualcuno che ride, che scherza e che sorride.
Gente semplice, quella del paese, gente abituata a stare tra le mura della propria casa e che conosce tutti quelli che vivono nel raggio di trecento passi dal proprio uscio. Gente che ricorda che il Natale non è il regalo sotto l'albero, o l'agnello sulla tavola.
La piccola chiesa colma di gente è calda e luminosa; Chiara siede sulla sua panca, con Giorgio addormentato contro il suo fianco e Antonio, serio, dall'altra parte. Le loro madri sono sedute davanti a loro, una accanto all'altra, insieme alla sorella di Chiara.
La Messa è breve ma intensa, colma di gioia: le campane suonano, l'incenso riempie la piccola cappella, la gente sorride e si stringe per fare posto a tutti. Alla fine della funzione, i bambini scalpitano tra le panche, le sedie e i corridoi: Babbo Natale è passato in ogni casa e ci sono decine di pacchetti ad attenderli ai piedi degli alberi di Natale, dove loro avevano lasciato le loro letterine.
Giorgio si è svegliato e ora Chiara lo trattiene per una manica per impedirgli di scappare a casa per aprire i regali.
Quando finalmente anche il resto del gruppo ha salutato a dovere amici e parenti, iniziano a incamminarsi verso casa.
- Posso correre? - Chiede Giorgio all'improvviso.
Sua madre sorride e annuisce. Antonio e Chiara si scambiano uno sguardo d'intesa, poi sorridono e seguono il più piccolo, correndo verso casa il più velocemente possibile.
L'aria è fredda, ma Chiara ha il cuore caldo, caldissimo. Le sembra che il calore di quella serata colma di affetto, di persone, di risate e di luce le sia entrato tutto dentro, riempiendola fino a farla sentire quasi ubriaca di felicità.
E mentre corre verso la casa illuminata dove l'attendono i pacchetti di Natale, nell'aria profumata di incenso e che porta con sé l'odore pulito della neve, alza gli occhi e sorride, ringraziando di cuore. Forse non riceverà tutti i doni che desiderava, ma di certo ha ricevuto quelli di cui aveva più bisogno.



















Amo il Natale da quando riesco a ricordare,
ma crescendo mi sono accorta che sempre più spesso la gente dimentica il suo senso.
Cancellate dal vostro Natale palline e regali, lucine e cenoni.
Cancellate biglietti, shopping, spese, e vestiti.
Il Natale rimane Natale.
Perchè quello che festeggiamo è il fatto che Dio è venuto a stare in mezzo a noi,
che lo stare insieme è il dono più grande che possiamo farci a vicenda.

Quindi questo è il mio augurio di Natale per quest'anno:
non spendete tutti i vostri risparmi in oggetti.
Passate del tempo con le persone che amate.
Allora sì che sarà Natale.

Buone feste a tutti.

Flora
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: LyraB