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Autore: Jordan Hemingway    16/12/2014    2 recensioni
Narra la leggenda che all’inizio dei tempi Otto Clan si divisero le terre del Sud, prosperando sotto la guida del Primo Clan, che godeva della protezione dei draghi. Oggi i Clan sono divisi, e il popolo del Primo aspetta un segno dal loro Grande Protettore per tornare alla passata grandezza…
Due Figlie di Drago nate dallo stesso ventre, due metà dello stesso seme. Materiale da leggenda, ma si trattava di capire se da quella leggenda si potessero anche forgiare due armi letali, o se il fatto di essere state divise nel grembo della madre avrebbe influito sulla loro forza.
Prima classificata al contest "Sangue di Drago" indetto da ManuFury su EFP Forum
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Figlia di Drago



2
“Chi non sa usare una spada non sa affrontare la vita”
Proverbio del Primo Clan
 
Guinevre e Vivianne iniziarono l’addestramento nel primo giorno dell’anno del Drago, sotto una pioggia torrenziale che impregnava di umidità ogni angolo della città sepolta nella foresta.
Le due bambine sedevano davanti a Tuan Hector senza parlare, tenendo la schiena dritta e il mento alto: le loro scaglie dorate e i capelli immacolati sembravano fuori posto nell’abitazione coperta di muschio.
Il Tuan continuò a lucidare la propria lama, prendendosi tutto il tempo per osservarle di sottecchi: due Figlie di Drago nate dallo stesso ventre, due metà dello stesso seme. Materiale da leggenda, ma si trattava di capire se da quella leggenda si potessero anche forgiare due armi letali, o se il fatto di essere state divise nel grembo della madre avrebbe influito sulla loro forza.
La pioggia ticchettava sul tetto della stanza, alcuni rivoli scendevano sui sai e sulle sciabole appese alle pareti e si riversavano sul pavimento di legno gonfiandolo leggermente.
“Sai tenere in mano una di queste?” La voce del Tuan ruppe il suono ossessivo delle gocce di pioggia. Le due gemelle si scambiarono uno sguardo senza voltare la testa, indecise su a chi fosse rivolta la domanda. Infine fu Guinevre, la maggiore, a rispondere. “Sì, Tuan Hector.”
“Dimostralo.” Una sciabola scivolò nelle mani di Guinevre, mentre il Tuan, alzatosi, puntava la propria alla gola della bambina. Pochi colpi e Guinevre cadde a terra di schiena. La sciabola era finita in un angolo della sala.
“Tu pensi di saper fare di meglio?” Il Tuan si rivolse a Vivianne, ancora immobile al suo posto, ma non ricevette risposta. Un momento dopo anche lei si ritrovò a terra accanto alla gemella. Su di loro troneggiava la figura di Tuan Hector. “Per tenere in mano una lama bisogna saperla usare, tuttavia è meglio tentare che arrendersi senza aver prima provato.”
Negli occhi di Guinevre si accese una scintilla, la stessa che abbandonava quelli di Vivianne.
Fuori, la pioggia continuava a cadere.
 
Dopo due anni di addestramento militare, Tuan Hector decise che era giunto il tempo di affrontare l’argomento con le allieve.
“La magia è parte dei Figli di Drago.” Spiegò durante una pausa dagli allenamenti. “Dicono sia come pregare, ma con una risposta più concreta dei vaticini delle Ibu.” Le due ragazzine sorrisero di nascosto, ricordando certe filippiche del loro maestro.
Vivianne chiese la parola. “Che tipo di risposta?”
“Magia. Quando il Grande Protettore viene invocato da uno dei suoi Figli, Egli gli concede l’energia necessaria per sconfiggere un esercito, far crescere una foresta o accendere un fuoco da campo, a seconda dei casi.”
“Questo vuol dire che la magia può essere usata ogni volta che vogliamo?” Guinevre iniziò a prestare interesse alla conversazione.
“Non così in fretta. La magia si riversa nella parte di sangue di Drago contenuta nel Figlio, ma da lì non può uscire: per usarla il Figlio ha bisogno di un catalizzatore, una cosa che tu non hai, signorinella.”
“Un cata-che?”
“Un catalizzatore è un oggetto che permette all’energia di passare da uno stato all’altro.” Vivianne aveva risposto d’impulso, e si zittì immediatamente sotto l’occhiata severa del Tuan.
“Vedo che, a differenza di tua sorella, qualcuno legge anche libri delle Vecchie Epoche. E dimmi, sai anche a chi è concessa la custodia dell’ultimo catalizzatore di questa era?”
La ragazzina annuì. “Alla Rani.”
“Quindi per usare la magia, serve il permesso della Rani, ovvero il permesso del popolo. Non si può usare a proprio piacimento: buonsenso popolare dei bei tempi andati. Ed ora, signorine, mostratemi come non si deve usare un sai.”

 

 


  
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