Una semplice giornata natalizia
La
ragazza era arrivata di fronte a Mielandia: il posto perfetto dove
sicuramente avrebbe trovato qualcosa per tutti. Oltre ai consueti
regali per Harry, Ron, Ginny e i suoi genitori, Hermione era andata ad
Hogsmade anche per prendere un pensierino a Neville, uno a Luna e, per
quel Natale, aveva aggiunto alla sua lista anche i gemelli Weasley.
Pensando ai fratelli di Ron, per un attimo le si imporporarono le
guance già abbastanza rosse per via del vento glaciale che
sembrava non voler concedere alcuna tregua. In quello stesso momento
una folata gelida la investì in pieno viso e un brivido di
freddo le corse lungo la schiena. Hermione tornò in sé:
accantonò il pensiero dei gemelli e, scuotendo
la testa infastidita da quel malsano e quanto mai bizzarro suo
fantasticare, si affrettò a sbattere gli stivaletti ricoperti di
neve sul tappetto rosso dell’ingresso. La scritta Merry Christmas, ricamata
abilmente sul tessuto irsuto, si riempì subito di neve. Hermione
aprì la porta e non appena ne ebbe varcata la soglia, venne
investita, questa volta, da una folata di aria calda e dolce -per
fortuna!-. Se avesse avuto gli occhiali come Harry, pensò,
sicuramente avrebbe finito per non vederci più nulla, tanto era
lo sbalzo termico tra l’esterno e l’interno. Le ci volle un
attimo per abituarsi a quella nuova atmosfera e per guardarsi attorno
godendosi il piacevole cambiamento di luogo. Il negozio di Mielandia,
durante il periodo natalizio, era uno dei suoi preferiti, secondo solo
a Scrivenshaft, che rimaneva indubbiamente il suo negozio prediletto in
ogni periodo dell’anno. Mielandia però, durante le feste,
era qualcosa di particolarmente bello e attraente. Infatti, già
notoriamente noto come il negozio più colorato dell’intero
villaggio, nel mese di dicembre, diventava un vero e proprio tripudio
di mille e più colori sfavillanti. Sembrava che ogni caramella
esposta avesse una propria tonalità che la rendeva diversa da
tutte le altre sue gemelle. Per non parlare poi dell’atmosfera
sensazionale creata dalla proprietaria. Uno stratagemma particolarmente
grazioso per accogliere i visitatori all’ingresso era la
sistemazione di una nuvoletta fluttuante di colore rosa shocking che,
sospesa sulle loro teste, lasciava cadere soffici e zuccherosi
cristalli di candido zucchero filato che si potevano tranquillamente
mangiare. Gli espositori poi -con un semplice ma efficace incantesimo
di espansione, notò Hermione con occhio attento- erano stati
ingranditi e, di conseguenza, resi più adatti a mostrare il
doppio -se non addirittura il triplo- dei dolciumi. Hermione per un
momento venne sopraffatta da tutto ciò che la circondava: ogni
cosa su cui posava lo sguardo attirava la sua attenzione e, in un certo
qual modo, la disorientava. Fortunatamente per lei, c’era ancora
poca gente nel negozio e questo le avrebbe permesso di dedicarsi con
calma alla scelta dei dolci più adatti per i suoi amici senza
incappare in una ressa soffocante. Doveva ammettere infatti di non
essere molto brava a scegliere questo genere di regali dato che,
essendo cresciuta in una famiglia di dentisti, le caramelle in casa sua
non erano mai state molto presenti. Sospirò appena di fronte
alla prospettiva di scegliere tra tutte quelle centinaia di leccornie e
si concesse ancora uno sguardo al negozio. Alla cassa vide una strega
bassa e rubiconda dall’aria simpatica che
stava pagando il suo acquisto alla commessa che indossava un completo
rosso natalizio con un cappello che cantava allegramente delle carole
molto carine, mentre un mago occhialuto e dinoccolato osservava e
vagliava le diverse qualità di Api Frizzole
all’estremità opposta del negozio. Sembrava che, a parte
lei e quei due signori, tra gli alti scaffali di dolci, non ci fosse
nessun altro. Così la ragazza, un po’ più
rilassata, si diresse verso l’espositore vicino alla vetrina,
quello che durante l’anno era dedicato alle cioccorane. In
occasione del Natale, era stata aggiunta una fontana che stillava
cioccolata fusa alla quale si poteva far assumere la forma desiderata
semplicemente incanalandone il flusso verso uno stampo scelto.
Così non c’erano più solo cioccorane, ma piccoli
abeti glassati di verde, cioccolatini a forma di pacco regalo delle
dimensioni di una fragola matura e ripieni di crema alla nocciola e
tante stelle ricoperte di cocco o di crema al caramello. Hermione ora
era indecisa. Sapeva perfettamente che a tutti i suoi amici piacevano
le cioccorane però voleva far loro qualcosa di speciale. Ginny
avrebbe apprezzato le stelle al caramello? A Ron sarebbero piaciuti i
pacchi regalo ripieni di crema alla nocciola? Ed Harry avrebbe gradito
gli abeti glassati?
Stava
mentalmente valutando tutte queste possibilità quando,
improvvisamente, una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.
“Indecisa, Granger?”
La
ragazza si girò di scatto, sorpresa dalla nota di
familiarità che aveva colto nel tono di voce che l’aveva
apostrofata. Le era sembrato infatti di non aver visto nessuno che
conoscesse nel negozio.
Invece,
uno dei gemelli Weasley era di fronte a lei -vicino, molto vicino- e la
guardava con un’espressione curiosa sul volto malandrino.
L’indecisione che le aveva fatto corrugare la fronte nella scelta
dei dolci, scomparve immediatamente quando riconobbe, senza esitazione,
il suo interlocutore.
“Accidenti, Fred! Mi hai spaventata” sbottò, infastidita.
Fred scoppiò a ridere.
“Tranquilla,
Granger. Chi pensavi che fossi? La Umbridge? Certo che sei stata brava
a capire chi sono, devo ammetterlo. O hai forse tirato ad
indovinare?” Una vena ironica trapelò dalle sue ultime
parole.
“No
di certo! Ho capito chi fossi non appena ho sentito la tua voce”
rispose lei, risentita. Per chi l’aveva presa? Una ragazzetta del
primo anno che non lo sapeva distinguere dal gemello? Erano quasi
quattro anni che praticamente passava parte dell’estate alla Tana
ed era del tutto normale che lei sapesse riconoscere e distinguere la
voce di Fred da quella di George. O forse non lo era?
Fred la guardò sorpreso. “Ah davvero, Granger? Ho una voce così riconoscibile per le tue orecchie?”
Hermione
si sentì avvampare quando colse nel tono di Fred una punta di
malcelata malizia nonché una certa soddisfazione. Così,
per non farsi vedere, gli voltò le spalle e tornò a
concentrarsi sulla cascata di cioccolata che sgorgava tranquilla dalla
fontana.
“Le
stelle ricoperte di cocco possono andare bene.” Fred decise di
sorvolare sull’argomento, sistemandosi accanto a lei per vedere
meglio la fontana.
“C-come, scusa?”
“Ho
detto che le stelle ricoperte di cocco vanno bene. Non stai forse
scegliendo il regalo per me, Granger? Dovresti ringraziarmi. Ti sto
facilitando il compito dicendoti quello che mi piace” e con fare
noncurante le fece l’occhiolino.
“Io non stavo affatto pensando al regalo per te!” si indignò lei, diventando rossa.
“Allora
perché sei arrossita?” le fece notare Fred guardandola in
modo così spudorato che per un attimo ebbe la tentazione di
schiaffeggiarlo per il suo… la sua… insolenza? Per il suo
modo di fare così maledettamente dongiovannesco?
Accidenti!
Cosa le stava succedendo? Da quando Fred si comportava in modo
così… così… malizioso con lei? Ma
soprattutto da quando Fred Weasley le faceva quello strano effetto?
Beh, a dirla tutta, era da quell’estate, trascorsa a Grimmauld
Place, che aveva cominciato a fissare il suo sguardo un po’
troppo spesso sul ragazzo che ora le stava a fianco. Ma un motivo
logico che riuscisse a spiegarne il motivo, il suo eccellente cervello,
ancora non lo aveva trovato. Ed era per questa ragione che, Hermione
Granger -studentessa più brillante di tutta Hogwarts- aveva,
poco alla volta, perso il sonno.
“Granger,
tutto ok? Non sapevo che bastasse così poco per farti perdere
l’uso della parola” continuò a scherzare lui e nel
farlo, le si era avvicinato sempre più.
Hermione per un attimo sentì la gola seccarsi, il respiro accelerare e una nuova ondata di rossore investirle le gote.
“Io-io non ho perso l’uso della parola” riuscì a dire con voce che le si incrinò appena.
“Mmmm…
certo. Sei molto convincente, Granger” disse sarcasticamente.
“E anche molto testarda” aggiunse.
Ora
Fred aveva portato il suo viso davvero a pochissimi centimetri di
distanza da quello di Hermione. Lei deglutì e cercò di
non farsi prendere dal panico. Era disorientata, totalmente nel pallone
a causa di quel guastafeste di un Weasley.
“Perché
sarei testarda, scusa?” Un pizzico di orgoglio Grifondoro almeno
le era rimasto! Poteva ancora uscire da quella situazione a dir poco
imbarazzante a testa alta e in modo dignitoso.
“Perché ti ostini a negare quello che ormai ho capito anche io.”
La strega questa volta parve cadere dalle nuvole. “Che cosa diavolo stai dicendo, Fred?”
“Oh,
andiamo, Granger. Smettila di fingere. Magari non stavi pensando
proprio a me quando stavi scegliendo quale cioccolatino preparare, ma
sono sicuro che mi avresti comunque preso qualcosa come regalo.”
Hermione
sbarrò gli occhi di fronte alla faccia tosta del ragazzo che
continuava a fissarla negli occhi come se nulla fosse.
“Come
fai ad essere così sicuro che io voglia farti il regalo di
Natale, Weasley? Dopotutto te l’ho mai fatto in tutti questi
anni?” Hermione riguadagnò terreno sfoderando lo sguardo
saccente che tanto infastidiva Ron e intimoriva gli altri. Ma il bel
viso di Fred Weasley non fece una piega. Il suo classico sorriso
sghembo non abbandonò neppure per un istante le sue labbra.
“Quest’anno è diverso, mia cara prefetto.”
Hermione scoppiò a ridere sarcasticamente. “Tu dici? E come mai dovrebbe essere diverso?”
“Semplice. Perché io ti farò il regalo di Natale.
Anzi, te ne darò una parte proprio oggi, così tu non
potrai fare a meno di ricambiare.” E prima che la ragazza avesse
avuto il tempo di realizzare le sue parole, Fred le posò un
veloce e delicato bacio sulle labbra. Il tempo di un battito di ciglia
e lui si stava già allontanando verso l’uscita.
“Ci vediamo in giro, Granger. E ricordati, le stelle ricoperte di cocco andranno benissimo.”
Stordita
era un aggettivo ancora troppo debole per definire il suo stato
d’animo in quel preciso momento. Fred Weasley, che si era appena
defilato da Mielandia, l’aveva baciata. Certo, si era trattato di
un bacio a stampo, un bacio che probabilmente non significava nulla, un
bacio dato per scherzo, forse. Ma allora come mai Hermione si era
sentita invadere da un calore che non aveva nulla a che vedere con la
calda e zuccherosa atmosfera del negozio? E per quale motivo non aveva
provato il ragionevole impulso di Schiantare Fred quando si era
azzardato a tanto ma aveva solo sperato che quel contatto così
debole si intensificasse?
“Posso esserti utile, cara?”
Per
un attimo, Hermione temette di morire e, istintivamente, si
portò una mano al cuore. Si era quasi dimenticata di trovarsi in
un negozio dove, sicuramente, qualcuno, prima o poi, avrebbe notato la
sua strana immobilità di fronte alla fontana di cioccolata.
Perché, era pur vero che si poteva rimanere incantati di fronte
a tanta dolcezza, ma era ancor più vero che non si poteva
rimanere imbambolati troppo a lungo.
La proprietaria in persona la guardava, sorridendole benevola.
“Oh,
no grazie. Stavo solo dando un’occhiata. Ripasserò in
giornata. Scusi ma adesso devo proprio andare” e senza
preoccuparsi dell’espressione sbalordita della donna, Hermione si
precipitò per strada. A quanto pareva non solo la neve non aveva
alcuna intenzione di smettere di cadere ma ora,
l’intensità con cui vorticava trasportata dal vento, era
addirittura aumentata. Sembrava il preludio di una vera e propria
bufera di neve. Hermione fece appena in tempo a fare pochi passi fuori
dal negozio che una mano le afferrò il polso e la
trascinò al riparo sotto un portone.
Stava
già per inveire contro lo sconosciuto ma questo non le diede il
tempo di fare nulla. “Non pensavo ci mettessi così tanto
ad uscire dal negozio. Sto congelando!” protestò Fred
Weasley che, per dimostrare la veridicità delle sue parole,
saltellava sul posto cercando di riscaldarsi. Hermione lo guardò
per un momento, contrariata: lei non ci aveva affatto messo tanto ad
uscire dal negozio! Poi, osservandolo, notò quanto fosse buffo
vedere quel ragazzo alto e ben piazzato che non smetteva di muoversi un
attimo. Spontaneamente sorrise.
“Ehi!
Cosa c’è di così divertente?” Fred la
guardò con un sopracciglio aggrottato senza smettere di
saltellare.
“Sei davvero buffo, lo sai? A saltellare in quel modo” e questa volta non riuscì a trattenere una risatina.
“Tu
dici, Granger? Lo faccio solo per scaldarmi un po’. Preferirei
poter sperimentare un altro metodo ma non so se tu saresti
d’accordo.”
La
ragazza sgranò gli occhi e smise di ridacchiare punta dallo
sguardo audace e malandrino che Fred le riservò. Le guance di
Hermione avvamparono e lei si maledisse mentalmente per
quell’imbarazzo che non era in grado di fermare.
“Ma cosa stai dicendo, Fred?”
“Perché allora mi avresti seguito, Granger? Non vuoi sperimentare qualcosa con me?” Fred ora era fin troppo allusivo. Hermione, invece, era fin troppo imbarazzata.
Il ragazzo aveva smesso di saltellare e le si era avvicinato con fare circospetto. “Vuoi dirmi qualcosa, Granger?”
Hermione,
che aveva abbassato la testa per tentare di nascondere il volto ormai
in fiamme, si azzardò a rispondere. Ma tutto quello che
riuscì ad uscire dalla sua bocca fu solo una semplice domanda.
“Perché?”
Fred
la guardò dubbioso, forse pensava che il freddo avesse congelato
il brillante cervello della strega. “Perché, cosa?”
“Perché mi hai baciata a Mielandia?” Hermione snocciolò quella frase tutta d’un fiato.
Fred
dal canto suo le si fece ancora più vicino. “Come,
Granger? Non l’hai capito? Devo davvero spiegarti il motivo per
cui ti ho appena baciata?” Una sottile vena di incredulità
trapelò dalle sue parole. Fece cenno di sì con la testa
Hermione, ingoiando parte del suo orgoglio Grifondoro. Non che non
avesse pensato ad almeno alcune possibili risposte alla sua stessa
domanda. Ma la verità era che, Hermione Granger, sotto quella
dura scorza di ragazza studiosa e prefetto irreprensibile, era una
ragazza adolescente. E, anche se sicuramente aveva una marcia in
più, come tutte le altre adolescenti, quando si trovava alle
prese con i propri sentimenti, si sentiva un po’ vulnerabile e in
quel momento necessitava di chiarimenti che solo Fred Weasley -per il
bacio che le aveva dato poco prima- poteva darle.
Dato che Hermione si ostinava a non parlare, Fred decise di agire.
Questa
volta, la prese tra le braccia, la avvicinò a sé e
riposò con decisione le sue labbra su quelle di lei esercitando
una leggera pressione. Hermione sentì ancora un forte calore
invaderla e il freddo attorno a loro sembrò sparire. In modo del
tutto naturale, dischiuse le labbra quando il tocco di Fred si fece
più insistente e, fu in quel momento, che smise di pensare. Si
rese conto che non aveva più bisogno di alcuna risposta. Non le
importava del motivo per il quale Fred la stava baciando o
l’aveva baciata. Tutto quello che contava era che quel bacio era
vero. E che quella persona che era lì con lei e che la teneva
stretta nel suo caldo abbraccio, era Fred.
Passò
del tempo, e a quel bacio ne seguirono altri, sempre più ardenti
e appassionati. Fred la stringeva possessivo a sé e lei si
rifugiava in quei baci come non avrebbe mai pensato di concedersi a
nessuno. Un brivido tuttavia la riportò alla realtà. Fred
si staccò appena da lei, tenendo appoggiata la sua fronte alla
sua.
“Hai
freddo?” Le sue parole erano un sussurro rispetto al vento che
sibilava forte entrando prepotente attraverso il portone.
“Solo
un po’. Anche se devo ammettere che se questo è il metodo
che volevi sperimentare per scaldarti, non è niente male.”
Hermione accennò un sorriso di fronte allo sguardo sbalordito di
Fred che poi scoppiò a ridere seguito a ruota da lei.
“Granger,
sei davvero una strega piena di sorprese! Allora te lo richiedo: vuoi
davvero sapere perché ti ho baciata?”
“Non
ne ho bisogno, Fred. Almeno per il momento. Ma un giorno giuro che
dovrai rendermi conto di questa giornata e allora, se non saprai darmi
una spiegazione decente, per te saranno guai.” La faccia semi
seria e l’indice accusatorio puntato sul suo petto non fecero
desistere Fred dal suo intento. Infatti, per tutta risposta, la
baciò ancora. Poi la prese per mano e la trascinò nella
bufera, tra le strade di Hogsmade.
“Fred! Ma dove mi porti? Moriremo congelati!” si lamentò Hermione.
“Tranquilla, ce ne torniamo al castello. Ho un’ottima poltrona in Sala Comune che potrei condividere con te.”
Hermione
si bloccò per un attimo in mezzo alla via principale. Fiocchi
sempre più grossi cadevano tutt’intorno a loro.
“Che c’è? Che ti prende?” le chiese Fred, impensierito.
“Non
ho preso i regali di Natale, Fred! Mi hai distratto e non ho comprato
nulla.” L’aria a metà tra l’imbronciato e il
preoccupato di Hermione, fece sorridere il ragazzo.
“Tranquilla, Hermione. Ti aiuterò io per i regali. Ma non oggi. Oggi mi prendo il mio regalo di Natale in anticipo e quel regalo sei tu.” E senza lasciarle il tempo di aggiungere altro la trascinò verso il castello lasciandosi alle spalle solo un portone isolato carico dei sospiri di due giovani innamorati.
Angolo Mirty_92:
Detto questo, grazie per essere passati di qua.
Alla prossima,
Mirty