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Autore: La bambina fantasma    16/12/2014    2 recensioni
Cosa ci fa' Hermione Granger sola, per le strade di Londra la Vigilia di Natale?
E perché mai Fred Weasley si trova con lei?
Una storia che parla di seconde occasioni e del coraggio di aprirsi ancora una volta all'amore.
***
Non sono molto brava nel riassumere le trame, ma spero ugualmente possiate dare una opportunità alla storia.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Chapter V - One and Only You've been on my mind,
I grow fonder every day,
Lose myself in time,
Just thinking of your face,
God only knows why it's taken me so
long to let my doubts go,
You're the only one that I want.

I don't know why I'm scared,
I've been here before,
Every feeling, every word,
I've imagined it all...

Quando si materializzarono nel salotto di casa sua era ormai sera, la neve aveva ricominciato a scendere fuori dalle finestre e una lieve elettricità aleggiava nell'aria. Hermione si teneva ancora vicina a Fred, che l'aveva stretta a sé, lo sguardo basso e le gote arrossate. Quella vicinanza, insieme al ritmo cadenzato dei loro cuori, avevano il potere di scaldarle l'animo.
Le luci erano spente, così prese la bacchetta da una delle enormi tasche del cappotto e mormorò
       - Lumos - un bagliore si espanse dalla punta della bacchetta, illuminando le loro figure e parte dell'ambiente circostante. Quella luce le colpì gli occhi, costringendola a chiuderli per qualche istante e riaprirli solo quando sentì una mano carezzarle il viso, trovandosi davanti gli occhi di Fred. L'unico che riuscisse a vederla, in ogni singolo aspetto, dietro ogni sorriso o parola non detta.
Inspirò, mordendosi un labbro, desiderando con ogni fibra del suo essere, per la prima volta in maniera cosciente, che lui la baciasse. Poteva contare le lentiggini sul naso e notare tutti quei particolari di cui fino a quel momento non si era resa conto, consapevole di avere ancora tanto da imparare sul suo conto, ma che non le sarebbe mancato il tempo per farlo
       - Puoi aspettarmi qui? - gli chiese, un po' impacciata, pigiando finalmente l'interruttore che illuminò il grande lampadario situato nella stanza e mormorando un Nox - Devo cercare alcune cose.
       - Cosa? - non accennava neanche a staccarsi da lei
       - Lo vedrai. - sciolse l'abbraccio e con un sorriso si defilò verso il corridoio.
Era felice, quasi si mise a canticchiare mentre avanzava verso lo sgabuzzino. Aprì la porta e tirò la catenella che azionò la lampadina, rivolgendo uno sguardo sconsolato agli scaffali ricolmi di cianfrusaglie che prima o poi si sarebbe dovuta decidere a riordinare. Formulò un incantesimo di appello e poco dopo si diresse verso il suo ospite con due pacchi sottobraccio, uno per ogni lato
       - Ti sei forse data ai traslochi? - chiese Fred, occhieggiandola
       - Ah-ha, divertente. - fu il suo commento - Davvero, ma no. Quando vedrai cosa nascondo ci divertiremo, ne sono certa.
       - Bene, allora fammi vedere... - allungò le mani, ma lei si scansò
       - Eh no, bello mio! Dovrai aspettare.
       - Aspettare cosa?
       - Di essere nel luogo giusto. - rispose sibillina, il ragazzo sogghignò
       - Non posso credere che tu sia così crudele! Adesso imploderò per la curiosità, lo sai vero?
       - Il punto è proprio questo.
       - Che donna senza cuore sei - l'accusò con fare melodrammatico - Dovresti avere pietà per una mente semplice come la mia, non infierire a questo modo!
       - Semplice?! Ah! Fred, se Freud fosse ancora vivo, credo che tu e tuo fratello sareste capaci di far impazzire persino lui!
       - Chi?!
       - Lascia perdere. - concluse, sbuffando - Piuttosto, perché non cerchi di fare il gentiluomo e prendi una di queste scatole? - lui incrociò le braccia al petto, arricciando le labbra
       - Così io dovrei fare il gentiluomo, ma tu puoi essere crudele e farmi cuocere a fuoco lento?
       - Esattamente.
       - Non ci penso neanche!
       - Fred!
       - Mia cara Hermione, - esordì, cirdondandole le spalle con un braccio, aumentando – consapevolmente? – il peso che le gravava addosso - sai in cosa consiste un compromesso?
       - Non scenderò mai a patti con te.
       - Dovrai farlo, se vuoi che ti aiuti.
       - A volte mi chiedo se tu e il tuo compare non sareste stati splendidamente a Serpeverde...
       - Adesso mi offendi!
       - Non credo affatto, visto il modo in cui stai cercando di ricattarmi.
       - Persuaderti.
       - Persuadermi, certo...
       - Potrei usare anche altri mezzi, volendo, ben più piacevoli... - lei gli rivolse un'occhiata sarcastica
       - E tu credi davvero che io mi lascerei convincere da te?
       - Le persone sono capaci di fare cose inaspettate, a volte.
       - Non io.
       - Oh, invece anche tu, dovresti ricordarlo. - la ragazza sbatté gli occhi un paio di volte, spaesata.
Possibile...?
       - Ricordare cosa? - chiese candidamente, mentre lui piegava le labbra in un sorriso forzato
       - Niente, lascia stare.
       - Oh bè, come vuoi. - disse lei, continuando sulla scia di quell'atteggiamento finto inconsapevole - Mi è venuta un'idea! - esordì infine, lasciando cadere dalla braccia i due pesanti pacchi, i quali caddero esattamente sui piedi di Fred
       - Merlino, Granger! Adesso tenti addirittura di uccidermi?! -
       - Su, quante lagne. - il suo tono di voce era lo stesso che avrebbe usato per rivolgersi a un bambino di cinque anni, continuando a trafficare con il cassetto della scrivania - Trovata! - esclamò infine, mostrandogli una cravatta leggermente sgualcita, nera, di certo appartenente al padre - Mio padre non è mai stato una persona molto ordinata, sai com'è...  
       - Una caratteristica ereditaria, a quanto ho potuto vedere. - mormorò, massaggiandosi un piede
       - Bè, nessuno è perfetto.
       - Merlino, grazie per avermi fatto vivere abbastanza a lungo da poter udire una simile frase! - disse, inginocchiandosi con le braccia protese verso il soffitto
       - Ma quanto puoi essere idiota, tu?! - lui la guardò, accennando ad aprire la bocca - Fermo, non dirmelo! Non lo voglio sapere. - lo bloccò, mettendogli una mano sulle labbra - Adesso chiudi gli occhi - ordinò, lui la guardò stranito - E adesso che c'è?!?
       - Non avrai intenzione di bendarmi?!
       - Fred, ti ho appena dato dell'idiota, non farmi pentire di essere stata troppo magnanima.
       - Ma Hermione, - iniziò lui, uno sguardo che non lasciava presagire nulla di buono - se volevi darti a certi... giochini con me, non c'era bisogno di fare tutta questa scen... Ahia! - lo schiaffo alla nuca con cui l'aveva colpito non l'aveva visto neanche arrivare
       - Giuro che se non la smetti di fare il pervertito, ti lascerò qui e me ne andrò da sola. - lo minacciò
       - Oh, andiamo Mione, - storse il naso a quel nomignolo - non credi di essere già stata abbastanza crudele nell'avermi taciuto il contenuto di queste scatole? - le indicò, alzandosi in piedi
       - Mi pare il minimo, dopo tutto quello che mi hai fatto passare in questi ultimi giorni.
       - Vorresti forse insinuare che le ore passate in mia compagnia non sono state le più belle e avventurose della tua esistenza?
       - Sull'avventurose potrei anche essere d'accordo, ma sul belle... avrei più di qualche obiezione.
       - Hermione, così mi ferisci! - il tono finto scandalizzato
       - Non puoi immaginare quanto mi dispiaccia, ma qualcuno doveva pur fare il lavoro sporco. - affermò incolore
       - Chissà perché, però, alla fine sei sempre tu a farlo.
       - Mi pare evidente il perché: - disse, tendendo il dito indice - tutti gli altri sono troppo immaturi o codardi per farlo. - al che lui fece per ribattere, ma lei lo fermò appena in tempo - Adesso fa' il bravo e lasciati bendare. - si avvicinò e lui si coprì il viso con le mani
       - Come faccio ad essere certo che non attenterai alla mia vita?
       - Fred... l'unico modo per ucciderti, sarebbe riuscire farti stare zitto!
       - Va bene, va bene! Hai vinto, contenta? - chiese retoricamente, chinandosi verso di lei.
Troppo vicino!, pensò Hermione, i loro nasi che quasi si sfioravano
       - Ok, adesso chiudi gli occhi - esordì, annodando la cravatta non troppo stretta sul retro della testa - Vedi qualcosa? - domandò ancora la ragazza
       - Stai facendo qualche gestaccio?
       - Certo che no! - lo udì emettere uno sbuffo deluso
       - Allora no.
       - Molto bene! Adesso prendi questi, - gli ficcò tra le braccia i due scatoloni - così possiamo andare. -
       - Sei una despota, non so come ho potuto lasciarmi ingabbiare da te!
       - Poche storie e non muoverti troppo, o rischiamo di perdere qualcosa durante il viaggio.
       - Spero di ritrovarmi tutto intero. - lei fece schioccare la lingua
       - Non posso assicurarti nulla. - si avvicinò a lui, stringendolo per quanto poteva - Al mio tre. Uno, due e...
Crack! Si erano smaterializzati.

...If I've been on your mind,
You hang on every word I say,
Lose yourself in time,
At the mention of my name,
Will I ever know how it feels to hold you close,
And have you tell me whichever road I
choose, you'll go?..

...And you'll never know if you never try,
to forgive your past and simply be mine...


Non era stato affatto un viaggio tranquillo, così come la materializzazione che, troppo brusca, aveva fatto loro perdere l'equilibrio e cadere nella neve soffice e fredda. Erano rotolati brevemente giù dal pendio, ritrovandosi a un paio di metri di distanza l'uno dall'altra, leggermente confusi e in disordine. Fred si alzò sulle ginocchia, tossendo per il po' di nevischio che aveva accidentalmente ingoiato, maledicendo Merlino e le sue brache immacolate. Hermione, al contrario, dopo un primo momento che le era servito ad acclimatarsi, era scoppiata a ridere nel vedere le condizioni in cui versava il compagno, rotolando su un fianco e tenendosi la pancia
       - Granger, accidenti a te!
       - Fred, non puoi neanche immaginare quanto tu sia buffo in questo momento!
       - Se ti prendo, giuro che ti uccido a mani nude... - si portò una mano dietro la nuca, nel tentativo di liberarsi dalla benda improvvisata che gli copriva gli occhi, aiutandosi successivamente con l'altra
       - Aspetta, non ancora! - Hermione si alzò, inciampando negli stivali, tentando ancora, finché non si decise a gattonare per raggiungerlo, in un ultimo disperato tentativo di ritardare l'inevitabile - Non... - ma quando gli fu vicino, lui aveva già fatto cadere in terra la cravatta.
Al principio, Fred dovette sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava, poi lo vide, un paesaggio familiare, anche se ricoperto di neve, ed un lago ghiacciato poco lontano nel quale particolarmente amava nuotare d'estate
       - Ma questo... -
       - Dopo essermi fatta portare a spasso per due giorni, mi sembrava doveroso ripagare il favore. - Fred si girò verso Hermione, che aveva la testa china sui pacchi recuperati a casa sua e che, nonostante tentasse di celarlo dietro i folti capelli, aveva le gote rosse come due mele mature. Sorrise, finalmente conscio del motivo del suo imbarazzo, del motivo di quella cravatta, del motivo per cui, per la prima volta nella sua vita, Hermione Granger sembrava incapace di pronunciare una frase senza balbettare. E' proprio vero che le cose più ci sono vicine, meno siamo in grado di scorgerle. Era stato quasi troppo tardi, quando in una serata qualsiasi alla Tana aveva scorto Hermione, seduta sul divano, illuminata dalla tenue luce del fuoco. Leggeva, come al solito, ma qualcosa in quel viso corrucciato, la bocca che pronunciava muta quella sequenza di lettere articolate, il dito che arricciava insistente una ciocca di capelli, lo aveva colpito come un bolide in pieno petto. Si era nascosto dove lei non potesse vederlo, finché non era giunto Ronald a riportarlo alla realtà. Era la ragazza di suo fratello, quella di cui sembrava essere da sempre innamorato, e lui era solo un sciocco che si era fatto influenzare dall'atmosfera natalizia. Eppure da allora non aveva più potuto fare a meno di guardarla, da lontano, come le circostanze gli imponevano, e ad ogni nuova cosa che scopriva di lei, ogni sfumatura, si ritrovava sempre più imbrigliato in quella tela di menzogne che lui stesso aveva intessuto. Mentiva, a sé stesso e agli altri; a George, che aveva iniziato a sospettare qualcosa, a Hermione, che soffriva a causa di una scelta troppo avventata, e a Ron, che neanche meritava tutti gli scrupoli che si stava facendo per lui.
Quando il tradimento di Ron era venuto alla luce, aveva davvero rischiato di prendere a pugni suo fratello, tanta era la rabbia che aveva sentito montare dentro al pensiero del viso sofferente di Hermione. Aveva tentato di esserle amico, in quegli ultimi mesi della loro storia, nella speranza che la consapevolezza di poter sempre contare su di lui potesse lenire la fatica che le costava affrontare tutte conseguenze di quel madornale errore. Era quasi impazzito quando era sparita senza che nessuno sapesse dove si fosse nascosta, se stesse bene, se avesse bisogno di aiuto. Aveva smesso di frequentare la casa di sua madre, perché non sopportava di vedere il fratello e la sua faccia da ebete, quella che gli era spuntata dopo che era stata di nuovo Hermione a svolgere il lavoro sporco per entrambi. Non doveva essere stata una prova facile per la ragazza, mettere a parte la famiglia della loro rottura, glissando abilmente sulle reali ragioni che li avevano spinti a tanto, ma delle quali lui era stato successivamente messo a conoscenza dalla sorella.
I mesi che erano seguiti erano stati per Fred i peggiori, quando aveva ormai perso ogni speranza di potersi avvicinare alla ragazza, almeno fino a quando non l'aveva intravista per strada durante una delle sue solite passeggiate, la Vigilia di Natale. Detestava ammetterlo, perché si sentiva davvero patetico, ma l'abitudine di passeggiare tra le strade babbane era nata nel momento in cui il pensiero di poterla casualmente incontrare aveva per la prima volta sfiorato la sua mente, non considerando affatto il numero spropositato di persone che abitavano la capitale inglese. Era stato un vero colpo di fortuna, dunque, ciò che era accaduto appena qualche giorno prima, l'occasione che aveva atteso troppo a lungo e che per nessun motivo poteva permettersi di sprecare. Ed ora erano lì, nel luogo in cui, per la prima volta tempo prima, Fred aveva iniziato a sperare che per loro potesse esistere un futuro e che fosse insieme. Guardò Hermione, che trafficava attorno a due paia di pattini, e sorrise, afferrandole entrambi i polsi con dolcezza
       - Hermione, guardami. - la ragazza teneva lo sguardo ostinatamente basso, stringendo le mani a pugno
       - Purtroppo i pattini sono rotti, ma credo che con un incantesimo...
       - Hermione, guardami per favore. - e lei finalmente alzò gli occhi, il cuore che le batteva talmente forte nella cassa toracica da farle quasi male, lo stomaco stretto in un nodo. Lui sollevò una mano, posandola lievemente sulla sua guancia arrossata, per poi spostarle una ciocca di capelli che le era caduta sul viso. Era bella Hermione, lo era sempre stata, ed ancor più lo era dinanzi a lui, innamorata. Quello era il regalo più bello che avesse mai ricevuto - Perché mi hai portato qui?  
       - Te l'ho detto...
       - No, non l'hai fatto. - non ancora, non davvero. E lui aveva tanto bisogno di sentirle pronunciare quelle parole
       - Oh, Fred...
       - Quanto ancora pensi di farmi aspettare, Hermione? - successivamente, neanche lei seppe dirsi cosa le diede coraggio, forse lo sguardo di Fred che si posava amorevolmente su di lei, il modo in cui aveva pronunciato il suo nome, o forse, semplicemente, quel sentimento che aveva sentito crescere dentro di lei ogni giorno per un tempo talmente lungo che non sarebbe stata capace di quantificare. Fu così che, con estrema lentezza, prese la mano che lui teneva sul suo viso, baciandone il palmo, gli occhi socchiusi per l'intensità delle emozioni che tentavano si sopraffarla. Sospirò, inumidendosi le labbra secche e cercando dentro di sé le parole giuste. Non avrebbe mai creduto possibile che un giorno avrebbe faticato a trovarne di adatte
       - Ti ho portato qui... - Fred non staccava gli occhi da lei, probabilmente non stava neanche respirando - Ti ho portato qui, perché è questo il posto in cui ho capito di essere innamorata di te. - e finalmente, con un movimento deciso, gli si avvicinò, afferrandogli il viso con entrambe le mani, e lo baciò.
Al principio fu solo il cauto sfiorarsi di due bocche, complici l'imbarazzo e il timore che rendevano i gesti di Hermione quantomeno impacciati, ma quando Fred si fu finalmente ripreso dallo stupore l'avvicinò a sé, portandole una mano dietro la nuca e approfondendo il loro contatto con un sospiro. Hermione avvertì un intenso calore al petto propagarsi per tutto il corpo, non sentiva più il freddo, la stanchezza, la paura, c'era solo Fred che la baciava come se ne dipendesse la sua stessa vita, come fosse ossigeno puro. Gli circondò il collo con le braccia, mentre lui le sfiorava la schiena, il collo, le spalle, raggiungendo qualsiasi parte di quel corpo gli fosse concesso.
Quante volte l'aveva sognato?
Hermione, completamente abbandonata nel suo abbraccio, le guance rosse, le labbra gonfie a causa dei baci. La scrutò con attenzione per qualche istante, cercando di imprimersi a fuoco quell'immagine nella mente, intrecciando una mano alla sua e baciandone il dorso. La sentì trattenere il fiato e sorrise, avvicinandosi quel tanto che bastava a che potesse posare la fronte sulla sua. Si perse nelle mille sfumature dei suoi occhi, che aveva visto spegnersi e illuminarsi nel corso di quegli anni, ma che mai, mai, erano stati belli come in quel momento. Occhi che guardavano lui, seguivano ogni sua mossa, che si crucciavano arrabbiati o si piegavano sorridenti. Occhi che si erano posati su di lui forse più di quanto si fosse reso conto.
Le spostò nuovamente una ciocca di capelli che le ricopriva il viso, affondando le dita in quella chioma ribelle, avvicinandola ancora a sé, per poi fermarsi a pochi centimetri dalla sua bocca
       - Avessi saputo, avrei usato più spesso questo metodo per distrarti quando eravamo a scuola. - non poteva fare a meno di provocarla, neanche in un simile frangente. Adorava la smorfia imbronciata che le deformava il viso, il cipiglio severo dietro al quale si nascondeva tuttavia una scintilla di divertimento. Per anni l'aveva osservata trincerarsi dietro una ostentata austerità, quando in lei percepiva una natura diversa, più passionale di quanto non osasse ammettere a sé stessa. E lui l'avrebbe scoperta, poco a poco, l'avrebbe spogliata di tutte le sue insicurezze, finché non si fosse mostrata nella sua vera essenza.
Hermione si perse nei suoi occhi, così vicino da toglierle il fiato. Tutto il tempo che le era servito a dissipare i suoi dubbi, ad accettare il passato e volgersi ancora una volta speranzosa verso il futuro, neanche lui poteva immaginare quanto le fosse costato. Sorrise appena, divertita da quel modo tipico che aveva Fred di stuzzicarla, per nulla disposta a concedergli una vittoria
       - Forse sei tu che dovresti imparare a parlare di meno e agire di più, Weasley. - rispose, avvicinandosi a sfiorargli le labbra, per poi scostarsi, dispettosa
       - Tu dici?
       - Io dico, - continuò, sporgendosi fino a quando non lo spinse a stendersi sotto di sé - che adesso potremmo impiegare meglio il nostro tempo.
       - Una simile intraprendenza merita decisamente una E, signorina Granger.
       - Dovrebbe saperlo che è mia abitudine eccellere in tutto quello che faccio, signor Weasley. - terminò, tornando a baciarlo. E rise Hermione, quando Fred Weasley ribaltò le loro posizioni e, con una espressione malandrina, iniziò a farle il solletico.

...I dare you to let me be your,
your one and only,
I promise I'm worth it,
To hold in your arms,
So come and give me a chance,
To prove that I am the one who can
walk that mile,
Until the end starts.

Adele – One and Only

Apparvero nel salotto di casa Granger per la seconda volta quella sera, scostandosi immediatamente l'uno dall'altra, fiondandosi Fred ad accendere il camino ed Hermione a recuperare qualche asciugamani. Si tolsero in fretta i giacconi, saltellando sul posto, sfregandosi successivamente con forza per asciugarsi i capelli bagnati. Hermione non ricordava di aver mai sentito tanto freddo, neanche negli inverni più rigidi trascorsi ad Hogwarts, quando erano costretti a seguire le lezioni di pozioni in quegli umidi sotterranei, dove di certo il professor Piton non si premurava di scaldare l'atmosfera. Dopo essersi baciati e rotolati nella neve per circa mezz'ora, si erano infine ritrovati fradici dalla testa ai piedi, con un vento gelido che soffiava su di loro e la previsione di una quasi certa polmonite se non si fossero sbrigati a cambiarsi.
Guardò Fred che, dopo essersi avvolto in più di un asciugamani, aveva preso a frizionarsi il torace e a sbuffare come una locomotiva a vapore. Ci volle poco perché il tepore del caminetto si diffondesse e la faccia del gemello iniziasse ad arrossarsi, rendendolo sempre più simile ad un addobbo natalizio. Hermione ridacchiò appena, cercando poi di nascondersi dietro una finta tosse quando lui le rivolse uno sguardo offeso
       - E così ti diverti, strega dei miei stivali! - l'aveva accusata, puntandole contro un dito, ma affrettandosi a nasconderlo di nuovo sotto gli indumenti
       - Non posso farci nulla, se la tua faccia ha deciso di illuminarsi a festa.
       - Piccola impertinente! Fossi in te non mi vanterei tanto, caro Rudolph.
       - Ma come osi!
       - Bè, da' un'occhiata allo specchio se non mi credi. Con quel naso potrebbero localizzarti fin dal Polo Nord!
       - Brutto cafone! - poi strabuzzò gli occhi, vedendolo spogliarsi - Che diamine stai facendo?!
       - Granger, vuoi smetterla di essere così scurrile? Non vorrei essere costretto a lavarti la bocca col sapone, sai com'è.
       - Oh, taci! Perché diamine ti stai spogliando, di grazia?! - lui si fermò: in terra giacevano già il mantello e uno dei tanti maglioni rosso-arancio che gli aveva cucito la madre, con una bella F sul davanti nel caso un giorno avesse dimenticato il suo nome. Era rimasto con indosso solo la camicia e i pantaloni, le cui mani alla cintura avrebbero già sfilato se la ragazza non l'avesse bloccato. La guardò, sbattendo un paio di volte le palpebre, l'espressione confusa
       - Merlino, Granger, vuoi farmi credere che la tua rinomata intelligenza era tutta una truffa?! - esclamò - Mi pare evidente che mi sto spogliando!
       - Questo l'avevo capito anche io, Weasley!
       - Ebbene!
       - Ebbene, perché diamine ti stai spogliando?! - chiese ancora, la voce che le si era alzata di una ottava
       - Perché si da' il caso che, dopo essere quasi morto assiderato, io desideri solo fare una doccia calda.
       - Oh.
       - Eh già.
       - Bè, si da' il caso che tu non possa.
       - E perché mai, di grazia?! - adesso era Fred ad avere la voce nettamente più acuta del normale
       - Perché mi pare ovvio che debba essere io a farla per prima.
       - Ma davvero!
       - Ovvio che sì, visto che sono la padrona di casa e che, oltretutto, se mi ritrovo fradicia fino al midollo è solo colpa tua!
       - Colpa mia, eh?
       - Esatto.
       - Eppure non mi pareva affatto ti dispiacesse, mentre rispondevi così appassiona... Ahi! Granger, sei una donna violenta!
       - Così impari a chiudere quella boccaccia!
       - Sei una despota!
       - Credo riuscirò a farmene una ragione.
       - Ma io non ho nessuna intenzione di sottostare alle tue regole.
       - Ah, davvero? - gli lanciò uno sguardo di sfida, poggiando le mani sui fianchi - E cosa avresti intenzione di fare, mh?
       - Sfidarti, mi sembra ovvio.
       - E in cosa? - domandò ancora Hermione, spazientita dall'abitudine che il ragazzo aveva di tirarla per le lunghe. Lui parve pensarci su per qualche istante, finché non si illuminò
       - Faremo così - le si avvicinò, portandosi di fronte a lei, le braccia conserte e lo sguardo divertito - Ognuno di noi dovrà comandare all'altro di fare qualcosa, qualsiasi cosa, e nel caso questi dovesse rifiutarsi o fallire, avrà automaticamente perso. - concluse trionfante
       - E' la cosa più idiota che io ti abbia mai sentito dire, Weasley, e non sono state poche.
       - A-ha, certo. Di' piuttosto che hai paura di ciò che potrei chiedere. - le disse, in tono tanto malizioso che Hermione non poté fare a meno di arrossire
       - Non essere sciocco, Fred. Tu non potresti mai farmi alcuna paura.
       - Dimostralo, allora! - lo spirito da fiera Grifondoro di Hermione vibrò
       - E sia! Non mi lascerò certo battere da te, Fred!
       - Così mi piaci!
       - Non tergiversare e procediamo.
       - Insomma, Granger, quanta fretta hai di perdere?
       - Continua a sognare, Weasley.
       - Staremo a vedere... - la osservò compiaciuto per qualche istante, come stesse pregustando già la vittoria, dopodiché si accovacciò per recuperare qualcosa da una sacca del suo mantello. Quando si rialzò, le mostrò tre caramelle dai colori scintillanti sul palmo della sua mano - ...ecco, a te.  Hermione lo fissò scettica
       - E queste cosa sarebbero?
       - Hai l'onore di ammirare in anteprima il nuovo prodotto dei Tiri Vispi Weasley, un vero capolavoro.
       - E cosa dovrei farne?
       - Mangiarle.
       - Cosa?!
       - Non tutte, solo una. - aggiunse, come se questo migliorasse la situazione - Scegli tu quale.
       - E che effetto dovrebbero avere su di me? - chiese, leggermente allarmata
       - Oh bè, ognuna ha un effetto diverso, ovviamente...
       - Ovviamente...
       - ...ma non ho alcuna intenzione di dirti quale.
       - Fred!
       - Insomma Hermione, dove sarebbe la sfida altrimenti?
       - La cosa preoccupante è che inizio quasi a trovarli sensati, questi tuoi ragionamenti contorti... - allungò una mano, per poi ritrarla immediatamente - Non mi faranno star male, vero!?
       - Granger, ti pare che potrei mai darti qualcosa che potrebbe farti star male?
       - Bè...
       - Insomma, forse quando eri un prefetto avrei anche potuto farci un pensierino, ma adesso andrei contro i miei stessi interessi... ahia!
       - La smetti di fare l'imbecille?!
       - Allora sbrigati, - la esortò, sorridendole - a meno che tu non abbia paura.  
       - Adesso stai rasentando il ridicolo, Fred Weasley.
       - Ebbene, mia coraggiosa Grifondoro...
       - Avanti, da' qua! - disse, afferrando una caramella a caso.
La poggiò sulla lingua, lasciando che si sciogliesse lentamente, mentre Fred la osservava scettico e lei era assorta nel percepire qualunque cosa non andasse nel suo corpo, ma non accadde nulla. Con un certo stupore, dovette constatare che il sapore non era affatto male, simile a miele ma con un vago retrogusto di fiori. Aveva sempre saputo che i gemelli erano dei veri geni nel loro lavoro, anche se non l'avrebbe ammesso ad alta voce neanche sotto tortura, e probabilmente quella sarebbe stata solo l'ennesima prova di quanta intelligenza sprecassero nell'inventare sciocchezze potenzialmente letali. E proprio quest'ultimo pensiero fece sì che prestasse nuovamente attenzione al ragazzo che aveva di fronte e che, con suo sommo sconcerto, ritrovò a contorcersi nel vano tentativo di non scoppiare in una risata troppo fragorosa
       - Per la barba di Merlino! Fred, cosa ti prende?! - ma lui non poteva risponderle, perché stava ridendo così forte da farsi venire le lacrime agli occhi. Un pensiero improvviso le attraversò la mente, facendola impallidire e voltare verso il grande specchio che la madre aveva posizionato nel corridoio. Si avvicinò a passi misurati, temendo che la vista le stesse giocando un brutto scherzo, reprimendo un urlo di puro orrore alla vista di ciò che le era accaduto - Fred! Ho i capelli blu! - e non di un blu qualsiasi, ma di un accesissimo blu elettrico che, ne era sicura, si sarebbe illuminato al buio come un segnale al neon. - Sono blu! - perfetto, adesso aveva anche completamente perso la capacità di articolare una frase di senso compiuto!
       - Eh sì Granger, sono proprio blu. - confermò lui, asciugandosi gli occhi con il dorso di una mano - Ma ti stanno davvero benissimo. - a queste parole lei lo fissò truce e per un istante valutò quanto possibilità avesse di ucciderlo e farlo sembrare un incidente - Neanche una. - rispose lui
       - Cos'è, adesso mi leggi anche nel pensiero?!?
       - La tua faccia parla per te, Granger.
       - Merlino, Weasley, giuro che questa te la faccio pagare cara...
       - Non fare promesse che non sei sicura di poter mantenere. - le rispose lui, sorridendole furbo
       - Staremo a vedere!
       - Bene, allora coraggio! Questa è la tua unica occasione. - oh, se l'avrebbe colta. Poteva giurarci
       - Adesso sta a me dirti cosa fare.
       - Sono tutto orecchi. - a quel punto Hermione aprì la bocca, ma fu costretta a richiuderla subito dopo. Con suo immenso dispiacere, si rese conto di non avere alcuna idea su quale punizione infliggere a Fred. Ad ogni modo, nulla che lui non si aspettasse o che fosse abbastanza imbarazzante da appagare il suo desiderio di vendetta. - Sei a corto di ispirazione, Granger?
       - Certo che no!  
       - Bè, allora che aspetti? - Merlino, quanto poteva essere irritante quando le si rivolgeva in quel modo?! Avrebbe voluto strozzarlo, o baciarlo... a quel pensiero quasi si prese a schiaffi.
Contegno, Hermione!
       - Ecco...
       - Sì? - il sorriso sulle sue labbra si allargò ancora, al che lei fece vagare lo sguardo all'interno della stanza, cercando di non pensare a quanto avrebbe voluto... ma la sua attenzione fu calamitata da qualcos'altro, un grosso volume che giaceva indisturbato sulla mensola del camino e che le procurò un'idea geniale
       - Credo che stavolta sarai costretto a superare te stesso... - iniziò, intimamente trionfante
       - Oh-ho, staremo a vedere!
       - Ebbene, Fred, come ben sai sono un'avida lettrice di romanzi...
       - Diciamo pure divoratrice...
       - Che hai detto?!
       - Nulla, continua. - tossì, recuperando la concentrazione
       - Dicevo: e come tale sono divenuta esperta di molte cose, tra cui una in particolare.
       - Sarebbe?
       - Le dichiarazioni d'amore. - Fred per poco non si strozzò con la sua stessa saliva
       - Che hai detto?!
       - Sei per caso diventato sordo, oltre che scemo?
       - No, ma... Ehi! Aspetta un secondo...
       - Oh, adesso taci! Allora, dove ero rimasta? - era possibile che Fred fosse arrossito?
       - Alle dichiarazioni d'amore...
       - Giusto! - sogghignò, terribilmente felice di vederlo un po' in imbarazzo - Ebbene, voglio che tu mi faccia la dichiarazione d'amore più bella che esista. - cincischiava
       - Tu vorresti che io...
       - Oh, andiamo Fred! Devi solo fingere, non dovrebbe essere così difficile. - la guardò in modo indecifrabile
       - Fingere...
       - Esatto, nulla di più semplice. - stettero in silenzio a lungo, immobili l'uno di fronte all'altra.
Hermione credette di poter fendere l'aria con un coltello, tanto era tesa e pesante l'atmosfera che si respirava tra loro. Si massaggiò la tempia, iniziando ad avvertire a sua volta l'imbarazzo per quella situazione nella quale si era deliberatamente cacciata, chiedendosi angosciata perché lui non facesse nulla. Se ne stava così, fermo a guardarla, senza che lei riuscisse a capire cosa ronzasse in quella zucca vuota che si ritrovava al posto della testa.
Per favore, Fred, fa' qualcosa!
Sentiva come una lieve elettricità attraversarle i tessuti, che la rendeva instabile, vicina alla crisi isterica. Dovette reprimere l'impulso violento che ebbe di prendere a testate il muro, per poi andarsi a nascondere e non mostrarsi in pubblico mai più.
Come accidenti aveva fatto ad avere un'idea talmente idiota?
Insomma, a cosa diamine stava pensando?
Ok, poteva tentare in parte di giustificarsi dicendo a sé stessa che la presenza di Fred rendeva la sua mente altamente instabile, quasi febbricitante, ma ciò non la liberava dalla situazione nella quale stava stagnando. Aveva urgente bisogno di ritrovare tutto il suo sangue freddo e cercare di trarre d'impaccio entrambi
       - Ecco sì, insomma... - tossì - ...voglio dire, non sei obbligato. Ma sì, forse mi sono lasciata un po' prendere la mano e... - abbassò lo sguardo, torturandosi le mani - ...sai, ho sempre qualche altra idea per... - ma non terminò mai quella frase, perché Fred si era avvicinato, prendendole il viso tra le mani e sollevandolo verso il suo. Il cuore di Hermione perse un battito nel vedere l'emozione che lo animava e temette di poter svenire da un momento all'altro
       - Ti hanno mai detto che parli proprio tanto? - lei abbozzò un sorriso
       - Credo che qualcuno me l'abbia già accennato... - Fred le passò un braccio intorno alla vita, portando il corpo di lei ad aderire contro il proprio. Hermione annaspò, alla disperata ricerca d'aria
       - Non sia mai detto che Fred Weasley si è tirato indietro di fronte a una sfida. - lasciò scivolare la mano che le aveva lasciato sul volto lungo il collo, le spalle, per poi risalire dietro alla nuca. Passò le dita tra quei capelli blu dei quali non aveva alcuna memoria, accarezzandole la cute, senza che lei riuscisse a reprimere un gemito per il piacere che quelle attenzioni le provocavano. Arrossì, tentando di scansarsi, ma Fred si abbassò, continuando a stringerla, e le baciò una guancia. Fu un contatto leggero, al quale seguì subito un altro e un altro ancora. Con una lunga scia di baci tracciò il profilo dello zigomo, salendo verso la tempia, posandosi delicato sulle palpebre chiuse, fermandosi sulla fronte. Fred sentiva il respiro caldo e affannato di Hermione contro la sua pelle e temette di impazzire, una intensa stretta che gli attanagliava dolorosamente la gola - Sei così bella. Non credo che tu sia consapevole di quanto sei bella. - Hermione sospirò, toccandolo finalmente a sua volta, passandogli le mani tremanti dietro la schiena e stringendo la stoffa umida della camicia tra le dita - E intelligente, coraggiosa, affettuosa. E talmente petulante, Merlino! Certe volte ti soffocherei con un cuscino... - la udì mugolare - e dopo ti bacerei, prendendo tutto di te, perché alla fine tu non possa ricordare neanche il tuo nome, perché tu sappia che prima di quel bacio, prima di me, non c'era nulla, che il tuo cuore non esisteva, perché ha iniziato a battere nel momento in cui ha ascoltato il mio. - si era spostato di nuovo, sfiorandole con le labbra il profilo del naso - Così fragile e delicata... mi spaventa pensare che tu possa spezzarti con una misera folata di vento, quando nessun altro sembra preoccuparsene. - le sfiorò le labbra, senza accontentare l'evidente desiderio che Hermione aveva di lui, e dedicandosi al mento - Talmente orgogliosa da non permettere a nessuno di avvicinarsi abbastanza da conoscere le tue debolezze. Così insicura nella tua femminilità, mentre io vorrei assaggiare ogni parte di questo corpo e mostrarti quanto piacere ha da offrirti, quanta passione inespressa, scoprendo parti di te di cui non conoscevi neanche l'esistenza. - il suo respiro, dov'era il suo respiro? - Baciare la tua pelle nuda e sentirti fremere, - iniziò a dedicarsi al suo collo, socchiudendo appena le labbra umide, in un gesto che le diede alla testa - per una volta guidata solo dalle tue sensazioni. E ti amerei, di un amore così assoluto da consumarci. Non esisterebbe altro, solo noi, perché solo se diventassi ceco e sordo potrei guardare qualcosa che non sia tu, ascoltare un suono che non sia quello del tuo respiro. E... - era finalmente tornato alle sue labbra, lambendone il contorno, mordendole appena, per infine baciarla, con somma gioia di Hermione.
Fu un bacio diverso da quelli che si erano scambiati fino ad allora, più profondo, più esigente. Si aggrappò con forza alle spalle del ragazzo, sentendo le gambe cedere, al che lui fece scivolare la mano che teneva dietro la schiena lungo il fianco, arrivando alla coscia. La strinse e lei ansimò, mentre se la portava al fianco. Gli circondò il collo con entrambe le braccia e Fred ne approfittò per sollevarla, facendole stringere le gambe intorno alla sua vita. Hermione affondò una mano fra i suoi capelli rossi e strinse forte, udendolo protestare debolmente. Si staccò da lei il tempo necessario a toglierle il maglione, scoprendo la pelle lattea coperta da una semplice canotta. Non portava il reggiseno, constatò ammirato, iniziando a sbottonarsi la camicia. Impaziente, la giovane lo aiutò sfilandogliela dalla testa, non potendo attendere che terminasse.
Riprese a baciarlo con foga e avvertì le labbra di lui tendersi in un sorriso, che la fece scostare per poterlo guardare
       - Qualcosa da ridire, Weasley? - possibile che quella donna dovesse sfidarlo persino in quel momento?!
       - Oh, direi proprio di no. - le rispose ridacchiando, stringendo ancora la mano che era salita lungo la natica e osservando compiaciuto l'effetto che le suscitava - Solo un piccolo appunto, in effetti... - aggiunse, avvicinandosi tanto da sfiorarle di nuovo le labbra, ma senza approfondire il contatto. Hermione sbuffò
       - Sarebbe?
       - Ho vinto io. - disse, trascinandola sul divano, scaldando entrambi.
Più tardi quella notte, Hermione Granger dovette silenziosamente ammettere che sì, lui aveva vinto, e che l'aveva decisamente fatto con stile.


Libere Interpretazioni:

Francamente, avevo paura che nell'ultima parte i due protagonisti potessero risultare molto OOC, per quanto io mi sia impegnata a che così non fosse. Tuttavia, rileggendo il capitolo in una delle fasi di editing, devo dire che a mio modesto parere non trovo affatto che lo siano. Per meglio comprendere, vi spiegherò le ragioni che mi hanno spinto a prendere certe scelte di trama:
・    La sfida di Hermione: semplicemente, Hermione sceglie di mettere in imbarazzo Fred colpendolo in quella che ella ritiene l'aspetto meno estroverso del suo carattere, ovvero la sfera emotiva. Un capriccio un po' infantile, ma più volte nel corso della storia ho voluto mostrare come la presenza del ragazzo portasse alla luce lati del suo carattere che non credeva di possedere, e che, come abbiamo visto, le si ritorcerà contro, anche se in maniera molto piacevole;
・    La dichiarazione di Fred: questa è stata la parte che più ho amato scrivere, ma che, allo stesso tempo, più ho temuto. Temevo di cadere nel banale, di essere sdolcinata o esagerata, di rendere il personaggio assolutamente poco credibile, ma alla fine non è stato così. Per quel che mi riguarda, ho sempre immaginato i gemelli Weasley, Fred in questo caso particolare, come individui molto complessi interiormente, che mostrano agli altri questo loro lato perennemente scherzoso, ma che in realtà celano dentro di loro un universo molto variegato, fatto di emozioni forti di cui pochi probabilmente li riterrebbero capaci. Insomma, in questo senso credo che il discorso sia stato molto coerente e comunque mai pesante.
・    Per quanto riguarda la questione de La dichiarazione d'amore più bella che esista, ovviamente non ritengo che quella che ho scritto io lo sia, non oserei mai affermare un simile abominio. Semplicemente volevo porre l'accento su come le parole che ci rivolge la persona che amiamo, per quanto semplici, possano divenire le più belle e poetiche che abbiamo mai avuto modo di ascoltare. Come sempre, è tutta una questione di punti di vista.
Ovviamente, siete liberissimi di dissentire con quanto ho detto e potete farmelo sapere nei commenti, con la dovuta cortesia. Potete altresì scrivermi qualora abbiate qualche dubbio, così che possa spiegarmi meglio.

Note:

- Rudolph, per chi non lo sapesse, è la renna di Babbo Natale che, grazie al suo naso rosso, riesce a rendere visibile il sentiero alla slitta durante la consegna dei regali. Il personaggio è stato inventato da Robert L. May ed è apparso per la prima volta nel 1939.

Spazio Autrice:
Ehm, direi che ne è veramente passato tanto di tempo dall'ultimo aggiurnamento – quasi un anno e mezzo, accidenti! Mi scuso veramente, soprattutto con quelle persone che hanno continuato a recensire e, nonostante questo lungo silenzio, non hanno mai eliminato la storia dalle preferite, seguite o ricordate.
Non mi dilungherò a spiegarvi le ragioni della mia assenza, anche perché in realtà riguardano esclusivamente la mia mancanza di ispirazione. Tuttavia, con questo capitolo possiamo dire di essere finalmente giunti al termine, se non per l'epilogo che ho già quasi concluso e che punto di pubblicare al più presto, entro la fine dell'anno o per il termine delle festività natalizie.
Vi informo inoltre che i miei progetti per questa coppia non si sono esauriti, in quanto ho l'intenzione di scrivere due One Shot che facciano da seguito a questa storia e che raccontino due momenti ben precisi della vita di Fred ed Hermione, ma ve ne parlerò più approfonditamente nello spazio a cui mi dedicherò nel capitolo finale.
Se vi fa' piacere, accedendo alla mia pagina su EFP potrete trovare i link a cui potermi contattare in giro per il web. In serata inizierò anche a rispondere alle recensioni lasciate in sospeso, scusatemi ancora.
Spero vivamente che il capitolo possa piacervi, a presto.

La bambina fantasma.
   
 
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