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Autore: Yellow Canadair    16/12/2014    8 recensioni
Ma che palle! Non posso sempre aspettare, io ho fame!!! Già ho dovuto farmi strada a pedate in questo schifo di paese, per poi scoprire che l’unica bettola è chiusa?!? Fama e ricchezze mi interessano ma… ho fame!
Voi non capite quanto per me sia necessario il cibo. Amore. Il cibo è amore.
No, al Principe Azzurro non credo, credo in quello che vedo e in quello che sento. Con le orecchie? Ma no! Con le papille gustative! Cosa credete, che la buona cucina sia solo una questione di farine, di oli, di vini e di impasti? O di cacciagione? Stupidi. Stupidi quanto le mocciose che sognano principi azzurri che cagano arcobaleni.
[rating elevato a causa del linguaggio oltremodo scurrile: si sa, Jewelry Bonney appartiene alla "Peggior Generazione" e ne porta alto il vessillo]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jewelry Bonney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« ♪ Pommodoro, mozzarella, pastasciutta e maccheroni,

melenzane, peperoni, il mio show comincia qua,

involtini, cotolette, costolette di maiale,

i crostini di caviale solo a chi li chiederà.

E se siete un po’ depressi, e se vi sentite soli,

la mia zuppa di fagioli tutti allegri vi farà!

E sarete più felici se di me voi vi fidate,

come faccio io le alici mai nessuno le farà! ♫ »

(Edoardo Bennato)

 

 

HO FAME!

 

Ma che palle! Non posso sempre aspettare, io ho fame!!! Già ho dovuto farmi strada a pedate in questo schifo di paese, per poi scoprire che l’unica bettola è chiusa?!?

Va bene, da uno che si chiama “Gigi l’Unto” non mi aspetto manicaretti francesi, ma porzioni abbondanti e che grondino olio e fritto sì. E voglio che mi siano servite subito!!!

Vi farò vedere io la “peggior generazione”, accidenti a voi e a quella sciacquetta che per impegnarmi nell’attesa mi ha portato… i grissini. Grissini.

A parte che danno sete, e sono così salati da farmi pensare che li portano ai clienti solo per far ordinare più roba da bere, il che mi fa comunque girare il culo, ma come può pensare quella deficiente che io, io, possa sfamarmi con dei grissini?!?

Come antipasto voglio del cinghiale! Cinghiale arrosto, e con le patate! E la pizza, quella con la mozzarella filante e il pomodoro! Non mi chiamo “pozzo senza fondo” per motivi che hanno a che fare con le mie abitudini a letto, levatevelo dalla testa!

Parte di quella cazzo di taglia è per casini combinati nei ristoranti, ricordatevelo bene!

Fama e ricchezze mi interessano ma… ho fame!

Voi non capite quanto per me sia necessario il cibo. Amore. Il cibo è amore.

No, al Principe Azzurro non credo, credo in quello che vedo e in quello che sento. Con le orecchie? Ma no! Con le papille gustative!

Cosa credete, che la buona cucina sia solo una questione di farine, di oli, di vini e di impasti? O di cacciagione? Stupidi. Stupidi quanto le mocciose che sognano principi azzurri che cagano arcobaleni.

L’amore è tutt’altro. Quello che pensi mentre impasti. A chi pensi mentre e stiri e spingi per rendere morbida la pasta del pane.

Sapete cosa dovete fare, per esser sicuri di mangiare bene? Levate gli occhi dal menù. Evitate proprio di leggerlo. Io non lo leggo mai, anche perché non mi serve nemmeno per il listino prezzi: con quello che mangio, il conto non riuscirei a pagarlo neanche volendo. No, non lo pago quel cazzo di conto! “Pirata”, vi dice niente?!

Per essere sicuri di mangiar bene, guardate il cuoco. O il proprietario, o chiunque sia l’idiota dietro ai fornelli. Basta uno sguardo per capire se una persona sa cucinare e come, e io non sbaglio mai. Questo Gigi l’Unto è un ripiego, ho esaurito le scorte sulla nave e o mangio o muoio. E siccome la seconda non mi piace per niente, vada per questa topaia.

Cazzo ti guardi, tu?! Come ti chiami? Souzette?

Ecco, brava, portami anche un vassoio di crepes suzette. E muoviti!

No, nemmeno questa crede nel Principe Azzurro. Si vede ad occhio. Magari spera che qualcuno (anche un tipo in calzamaglia e cavallo con la permanente) la porti via da questo schifo di locale, e non posso darle torto.

Per cucinare ci vuole amore. Tanto amore! E le cose cucinate con amore… beh, sono più buone! Buonissime! Si sciolgono in bocca e ARRIVA O NO IL MIO PRANZO?!?

Generazione Peggiore? Oh sì. Ditelo ad alta voce, scrivetelo sui muri, fateci una canzone o quello che caspita volete. Anche se non sono sicura di essere così peggiore rispetto a chi mi ha preceduta. Quel Gold, o come diavolo si chiamava, non era mica un agnellino, no? Non mi pare.

Agnellino… oh, sì… agnellino di latte, quanto sei tenero al forno…

Quindi l’amore è una cosa seria. Una cosa cucinata con amore vi cambia la giornata. Avete mai mangiato in una mensa? Io sì. Da piccola mi hanno tirata su le suore, al refettorio ci ho mangiato per anni, e non c’era un grammo di amore in quegli impasti. Chiunque li preparasse era arido e scocciato. Senza sale, senza condimenti gustosi, senza calore.

La vita è così diversa!

Prendo quello che voglio, mangio dove mi piace, razzio come mi pare. Covo vendette e progetto conquiste a stomaco pieno. Il cibo delle suore non saziava mai, nemmeno a mangiarne quintali, anzi, ad avere il coraggio di mangiarne quintali. E quando mangiavo quel cibo pensavo male, vedevo offuscato, come guardare un tramonto da un buco di serratura. Adesso che mangio a volontà, è come aver abbattuto quella porta con un calcio ed essere uscita a guardare tutto per intero. Mi sento meglio.

Fu una fuga d’amore, non mi vergogno ad ammetterlo. Cercavo amore, non delle teste di pezza che mormoravano sermoni incomprensibili.

Trovai una tavola calda, e fu subito amore.

Poi che il Principe Azzurro esista o meno… beh, credo che sia una delle cose più perverse che ci permettessero di leggere. Ma come, pensavo a tredici anni, non possiamo leggere le riviste femminili perché la posta del cuore è troppo libertina, però un tizio col mantello celeste può rapire una donna e portarsela a letto?

Ho viaggiato e l’amore l’ho visto, sentito, assaggiato. Esiste. Un tizio del genere no, fortunatamente. Ma poi, i Principi Azzurri hanno anche un cuoco personale? Azzurro anche lui, magari. Un Cuoco Azzurro.

“Cuoco”… che bella parola!

Ecco, un Principe Azzurro non lo vorrei nemmeno mangiare, ma un bel Cuoco Azzurro mi pare uno splendido compromesso.

TI SEI DECISO A PORTARE DEL CAZZO DI CIBO, EH, SCHIFOSO?!

 


 

 

Gigi l’Unto guardò con preoccupazione quella ragazza dai capelli rosa ingurgitare come una betoniera tutto ciò che lui, le sue fidanzate e Souzette erano riusciti a cucinare.

Aveva la bruttissima sensazione che non solo quella cliente non avrebbe pagato niente, ma neanche mandare Souzette a saccheggiarle le tasche sarebbe servito.

Si pulì le mani sul toupet che si tolse e con un sospiro tornò nella cucina assieme al topo che da anni gli faceva compagnia.

 

 

 

Dietro le quinte…

Sono fermamente convinta di due cose: che nel cucinare ci si possa mettere amore; che mettendo il suddetto il cibo diventi più buono.

Ho cercato di sviscerare un po’ Bonney, e farle dire cosa pensa del suo mangiare così tanto.

Pensieri un po’ confusionari, disordinati. La piratessa (unica donna tra le Supernove) mi ha sempre dato l’impressione di disordine, arroganza, avidità, sangue freddo. Spero che questo dipinto vi sia stato gradito.

L’espressione “Cuoco… che bella parola” è una battuta di Antonio De Curtis, Totò, nell’opera “Miseria e Nobiltà”.

Gigi l’Unto, forse qualcuno lo conosce già, è stato protagonista secondario nella storia “Buonasera dottore!”, con Kid e Law.

Grazie per aver letto,

Buon appetito,

Yellow Canadair

  
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