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Autore: Despicable Meggs    17/12/2014    9 recensioni
Tony e Ziva sono sposati. Hanno una bella casa, il lavoro all'NCIS con i loro amici e anche una bella bambina di nome Becky. Tutto procede serenamente nelle loro vite finché un giorno un'oscura presenza dal passato si rifà viva minacciando la loro tranquillità.
Riusciranno i nostri agenti, la nostra squadra, a fermare questa minacciosa presenza? Cosa succederà alla famiglia DiNozzo e ai loro amici?
Ecco la mia nuova storia del mercoledì XD Spero vi piaccia... Anche se leggendo il primo capitolo potreste pensare il contrario, ci sarà molto TIVA! :D Anche perché, ho mai scritto qualcosa che non sia TIVA? XD Attenzione: molto ANGST in vista!! Buona lettura :D
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25

Era il primo giorno del secondo anno di scuola di Becky e lei, a differenza dell'anno precedente, era molto allegra e felice.
Quell'anno anche Ziva l'avrebbe accompagnata e in più sapeva che a scuola si sarebbe divertita con i suoi compagni.

Nei giorni precedenti all'inizio della scuola, Tony era andato a parlare con l'insegnante di Becky per avvertirla della situazione.
Erano cambiate tante cose e voleva che le maestre fossero preparate quando gli altri bambini, vedendo che la mamma di Becky non era morta, avrebbero fatto domande.

Durante la notte, tuttavia, Becky aveva avuto difficoltà a dormire. Se ne era accorto Tony passando davanti alla sua camera mentre scendeva per prendere da bere.

"Hey, principessa? Il mostro del letto non ti lascia dormire?" le chiese entrando.
"Non esistono i mostri, papà. Dovresti saperlo" rispose.
"Ah no? Che papà distratto che hai. E allora come mai non dormi?" disse lui.

"Tu sei sicuro che domani mattina mamma sarà qui per portarmi a scuola, vero?" chiese timorosa.
"Certo, te lo ha promesso" rispose.
"Anche l'altra volta lo aveva promesso. Ma poi non c'era" disse Becky.
"Hai ragione... Ma questa volta non mancherà, sono sicuro che è felice quanto te di portarti a scuola" la rassicurò Tony.
"Ora però fai la nanna" aggiunse facendo per uscire dalla camera.

"Abba" lo fermò lei.
"Resta con me un pochino" aggiunse.

Era uno di quei momenti in cui la figlia aveva bisogno di rassicurazione, ancora non aveva superato del tutto il trauma dell'anno precedente.
E Tony non le negò la compagnia. Si distese accanto a lei per qualche minuto, giusto il tempo di farle qualche coccola per addormentarla.

La mattina seguente fu Ziva a svegliarla.
Andò nella sua stanza e la guardò dormire per un attimo, prima di sedersi sul letto e chiamarla.

"Becky, tateleh. È ora di alzarsi" le bisbigliò.

Becky aprì un occhietto solo per studiare la situazione, ma non appena vide la madre li spalancò entrambi e le saltò in braccio.

"La mia mamma oggi mi porta a scuola!" esclamò felice.
"Si, così mi farai conoscere la tua maestra e i tuoi amici" rispose Ziva.
"Adesso andiamo a fare colazione? Sono sicura che papà ti stia preparando i pancake" aggiunse.
"Evvai!" rispose.

Scesero a fare colazione tutti assieme prima che Ziva risalisse in camera con Becky per vestirla.

"È la prima volta che ti vedo dal vivo con la tua divisa addosso" le disse Ziva.
"Ti piace? Sono carina?" chiese Becky guardando la madre.
"Bellissima, come sempre. Una studentessa modello" rispose lei.
"Lo sai che papà, l'anno scorso per il mio primo giorno di scuola, mi ha dato questa?" disse mostrandole la collanina.

Ziva prese il ciondolo tra le dita e lo guardò sorridendo.

"È uguale alla tua" aggiunse la bambina.
"Lo so. L'avevamo comprata insieme, per te" rispose Ziva.
"A me piace tanto perché è come la tua. Non la tolgo mai, solo per lavarmi" spiegò Becky.

Quando Tony gliela aveva data lei l'aveva subito adorata. Perché le ricordava la madre e in questo modo la sentiva più vicina.

"Sono felice che ti piaccia, tateleh" rispose Ziva mentre le sistemava la camicetta.

Uscirono di casa tutti assieme e andarono a scuola.
Scesero dalla macchina e accompagnarono Becky nel giardino, dove tutti i genitori erano con i figli.
Becky era raggiante e sorrideva stringendo la mano di Ziva. Salutò i suoi compagni di classe che stavano fissando confusi la scena.

"Ima, lei è la mia maestra!" esclamò vedendo l'insegnante.

Tirò Ziva per un braccio fino a raggiungere la maestra per presentargliela. Tony le seguiva, non voleva interferire. Sapeva quanto fosse importante per Becky avere Ziva in quel momento.

"Rebecca DiNozzo" disse la maestra vedendola.
"Ciao Becky, passata una buona estate?" aggiunse chinandosi e dandole un bacio.
"Lei è la mia mamma. Lo sai, non è morta" disse la bambina.

L'insegnate sorrise e si alzò per salutare Ziva.

"Papà me lo ha raccontato, sei felice?" disse a Becky.
"Tanto tanto" rispose lei.

"Piacere di conoscerla" disse la donna presentandosi a Ziva.
"Piacere mio" rispose.
"È una gioia vedere Becky così rilassata e sorridente quest'anno" commentò la maestra.

Ziva annuì sorridendo. Tony le aveva raccontato della tragedia dell'anno precedente e ora non le sembrava vero che sua figlia fosse così tranquilla.
Poco dopo la maestra annunciò che stavano per entrare tutti dentro la scuola.

"Ok, noi adesso andiamo Becky" disse Tony chinandosi per salutare la figlia.
"Di già?" chiese.
"Si, tu devi andare a scuola e io al lavoro. E scommetto che anche la mamma ha tante cose da fare" le disse.

Temeva che Becky iniziasse ad agitarsi, era felice di avere Ziva. Così felice che forse non aveva messo in conto che sarebbe dovuta rimanere là da sola.

"Ma almeno restate finché non entro in classe?" chiese speranzosa.
"Certo amore" la rassicurò lui.
"Ima, mi piacerebbe stare ancora un po' con te" disse lei sconsolata.
"Lo so, amore. Ma ti verrò a prendere oggi pomeriggio e staremo assieme" le rispose.
"Ok. Vieni anche tu papà, vero?" disse sorridente.
"Io sarò al lavoro, tesoro" rispose lui.

Becky perse il sorriso.

"Ma come, abba? Tu sei sempre venuto, tutti i giorni... Perché non vuoi più venire?" chiese.
"Becky non importa che ci sia io, perché ci sarà la mamma" le spiegò.

Tuttavia era immensamente felice che Becky chiedesse anche la sua presenza. Come normale, da quando Ziva era tornata, lei le era stata attaccata. E ora sentire che voleva lui come voleva la madre lo fece emozionare.
Vedere il suo faccino triste lo fece star male.

"Facciamo così, faccio tutto il possibile per venire qui oggi pomeriggio. Ma se non ci riesco non sarai arrabbiata con me vero?" le disse.
"No... Però provaci tanto, per favore" lo implorò.
"Farò del mio meglio" rispose.

Becky tornò a sorridere, si fidava del padre e sapeva che non l'avrebbe delusa.
Entrò in classe tranquilla, salutando con la mano i genitori.

"Tutto bene amore?" le chiese Tony mentre tornavano alla macchina, vedendola silenziosa.
"Si... Mi ha fatto uno strano effetto lasciarla qui" rispose.
"È normale. Almeno ti sei risparmiata la crisi di pianto" commentò lui.
"Quella non l'avrei sopportata. L'avrei presa e riportata a casa" ridacchiò Ziva.
"Non sai come fui tentato io di farlo lo scorso anno" disse Tony.

"È cresciuta tanto. È stato emozionante portarla a scuola, anche se non era il suo vero primo giorno" commentò Ziva.
"Penso che per lei lo fosse. Credo che voglia dimenticare tutti i momenti tristi che ha passato e ora ha un bel primo giorno di scuola da ricordare" le disse Tony.

Ziva sorrise, prima di baciare il marito e andare verso casa lasciando che lui andasse al lavoro.


Natale:

Le festività natalizie arrivarono velocemente.
Ziva gradiva molto il fatto di stare a casa invece che lavorare. Lei non era una che stava con le mani in mano, ma questo periodo di stop la stava facendo rinascere.

La mattina mentre Becky era a scuola si dedicava alla casa e a sé stessa. Faceva jogging, andava in palestra per tenersi in allenamento. Era pur sempre un agente dentro di sé.
Spesso e volentieri andava in ufficio a salutare i colleghi e portare qualcosa che aveva cucinato lei.

Passava molto tempo da Ducky, chiacchierava mentre gli altri erano sul campo o impegnati con le indagini.

"Mi farebbe piacere che il giorno di Natale veniste tutti a pranzo a casa mia" le disse Ducky.
"Mi sembra un'ottima idea, Becky sarà felicissima di passare le feste in compagnia" rispose.

Tuttavia il medico notò che quel giorno Ziva era più spenta del solito, come se non fosse concentrata.
Si preoccupò, sapeva che stava andando dallo psicologo ma voleva capire se avesse solo bisogno di parlare con un amico o ci fosse altro.

"Stai bene, Ziva? Oggi ti vedo strana" chiese Ducky.
"Tutto bene" rispose.
"Sicura?" insistette.
"È solo che... Credo che Becky mi abbia attaccato qualcosa. Ha il raffreddore in questo giorni e credo stia venendo anche a me" rispose.

Si sentiva stanca e non stava troppo bene.
Ma era inverno, Becky aveva il raffreddore e lei non diede peso alla cosa.

"State in casa al caldo e riposatevi, non vorrete mica essere ammalate per Natale?" le disse.
"Certo che no, seguirò il tuo consiglio" rispose Ziva.
"Bene, allora adesso cosa ne dici di un tè caldo. Ti farà stare subito meglio" commentò lui.

Passò in paio d'ore con il medico, quel giorno c'era poco lavoro in obitorio e lei ne approfittò per stare in compagnia.
Anche se a casa stava bene le mancavano i colleghi e le giornate all'NCIS.

Mancava una settimana a Natale e Becky era a casa ammalata. Come Ziva aveva previsto il suo raffreddore si trasformò in influenza. Fortunatamente Ziva aveva tutto il tempo del mondo da dedicare alla figlia e non si preoccupò di nulla.
La cosa che la preoccupava di più era che anche lei continuava a non stare bene e aveva sempre più paura di aver preso l'influenza della figlia.

Nonostante tutto Becky era felice, poteva stare a casa con la mamma e questa era la sola cosa che le interessava.
Quando quella mattina Ziva andò a svegliarla, Becky bruciava ancora per la febbre.

"Oh, Becky. Puoi impegnarti a stare bene prima di Natale?" le chiese Ziva facendole una carezza.
"Ma io sto bene, ima" rispose.
"No, tateleh. Non stai bene per nulla" disse Ziva mentre la figlia tossiva.
"Se mi prendi in braccio starò meglio" rispose mettendosi seduta sul letto.

Ziva la prese e poi andò a cercare qualcosa di pulito da metterle.

"Ora io e te andiamo a lavarci, che sei tutta sudata" disse Ziva.
"Non ho voglia. Voglio andare sul divano a vedere i cartoni animati" rispose.
"Hai male alla pancia?" le chiese.
"No" rispose.
"Allora facciamo una doccia veloce e poi potrai vedere tutti i cartoni animati che vorrai" concluse Ziva.

Siccome anche Ziva non stava molto bene decise di rimanere sul divano con la figlia quella mattina.
Pranzarono e si riposarono finché non arrivò a casa Tony.
Gibbs lo lasciava andare via un po' prima cosicché potesse stare con la figlia che non si sentiva bene.

"Abba" gli corse incontro Becky abbracciandolo.
"Come sta la mia principessa ammalata?" chiese lui mettendole una mano sulla fronte.
"Bene!" esclamò Becky.
"Insomma... Mi sembri calda amore" le disse dandole un bacio.
"Dov'è la mamma?" aggiunse.
"È andata al bagno perché ha detto che aveva male alla pancia. E mi ha detto di stare sul divano a guardare la televisione finché non tornava" rispose.

Tony si preoccupò.
Ziva non stava mai male, ma anche lui in quei giorni aveva notato che era strana.

"Oh, oh. Anche la mamma è ammalata?" commentò.
"Forse le ho attaccato l'influenza" rispose Becky.
"Può capitare. Adesso torna sul divano e copriti con il panno. Io vado a vedere come sta la mamma e poi... Montiamo l'albero di Natale!" disse lui.
"Si!" gridò felice Becky obbedendo al padre.

Tony si tolse la giacca e salì velocemente le scale per andare a cercare Ziva.
Quando entrò in camera la trovò seduta sul letto, con la testa tra le mani.

"Zee, che succede? Becky mi ha detto che hai mal di pancia? Hai l'influenza anche tu?" le chiese sedendosi di fianco a lei.
"Non lo so, probabile" rispose tenendo gli occhi chiusi.

Tony le accarezzò la schiena e i capelli lasciandole un attimo di tempo.

"Tesoro, vieni. Sdraiati un attimo" le disse aiutandola a distendersi nel letto.
"Hai mangiato qualcosa che ti ha dato fastidio, per pranzo?" aggiunse.
"Non ho mangiato. Ho la nausea da stamattina e anche Becky non ha mangiato molto" rispose.
"Quante volte hai vomitato?" si preoccupò lui.
"Solo ora" rispose Ziva.

Tony andò a prendere il termometro dalla camera di Becky per provare la febbre a Ziva.

"Però amore, non hai la febbre" le disse.
"Allora passerà" commentò lei.
"Certo che passa. Ora resta qui e riposati. Io e Becky facciamo l'albero e ti prometto che la casa sarà tutta pulita alla fine" rispose Tony.
"No, aspetta. Voglio fare l'albero con voi" disse lei fermandolo.
"È meglio se ti riposi, non hai una bella cera" rispose.
"Datemi dieci minuti e scendo, voglio esserci. Ti prego" insistette.

Tony tornò da lei e si risedette sul letto.

"Ok, prenditi il tempo di cui hai bisogno. Vuoi che ti porti qualcosa da bere, acqua o tè?" le chiese.

Tony annuì facendo per uscire dalla stanza ma nemmeno questa volta ci riuscì.
Sentì Ziva alzarsi e correre in bagno e d'istinto la seguì.

"Hey, ninja. Calma" le disse tirandole indietro i capelli.

La fece distendere di nuovo e la obbligò a dormire un po'. Le promise che l'avrebbero aspettata e nel caso non se la sentisse avrebbero fatto l'albero il giorno seguente.

Quando tornò in salotto Becky era rannicchiata sotto il panno e lo stava aspettando.

"Principessa, fai spazio a papà" le disse.

Lei si spostò e Tony la prese in braccio coprendola di nuovo.

"Hai trovato la mamma?" gli chiese
"Si, si fa riposando" rispose.
"Ha male al pancino?" chiese ancora.
"Si, ma ora le passa. E poi faremo l'albero assieme" spiegò Tony.
"Forse papà, qualcosa è andato dentro il pancino della mamma e ora le fa male. Come è successo a me l'altra volta, ti ricordi?" disse Becky.

Tony si bloccò a fissare la figlia per qualche secondo.

"Terra chiama abba, perché mi fissi?" chiese la bambina.
"Puoi... Puoi ripetere?" disse lui.
"Ho detto che era successo anche a me, lo scorso anno. Avevo il vomito ti ricordi?" rispose.
"No, l'altra parte" disse.
"Oh. Ho detto che forse la mamma ha qualcosa nella pancia che la fa stare male" rispose innocentemente.

Non si era resa conto che aveva appena dato una spiegazione logica al malessere di Ziva.
Tony sorrise.

"Patatina, proviamo la febbre un attimo?" le disse mentre le metteva il termometro.
"Perché?" chiese.
"Se non è troppo alta dobbiamo uscire a comprare una cosa per la mamma" spiegò lui.

Aveva 38 ma decise di portarla fuori comunque. La vestì bene e le mise sciarpa e cappello.
Salì in camera a controllare la moglie ma siccome dormiva decise di non svegliarla, ci avrebbero messo poco.

"Dove andiamo, papà?" chiese lei mentre erano in macchina.
"Al centro commerciale, in farmacia" rispose.
"Compri una cosa per far passare il male alla pancia alla mamma?" domandò.
"E anche una cosa per vedere cosa le ha fatto venire male" spiegò.

Mentre erano in fila per pagare, Becky si accoccolò sul padre che la stava tenendo in braccio.

"Principessa, tutto bene?" le domandò preoccupato.
"Ho male alla testa" disse.
"E la febbre, ora andiamo a casa a prendere le medicine" rispose.
"Poi diamo le medicine anche alla mamma? Gliele posso portare io?" chiese Becky.
"Gliele portiamo assieme, amore" disse sorridendo.

"Abba, sei tutto sorridente. Sei felice che siamo venuti in farmacia?" chiese lei senza sapere il vero motivo.
"Si, sono felice" rispose.

Pagò quello aveva comprato e la cassiera gli fece le congratulazioni.

"Papà, perché ti ha detto così?" chiese Becky confusa mentre lui la riportava in macchina.
"Perché credo che la mamma ci abbia appena fatto un bel regalo di Natale, anche se ancora non lo sa" rispose.
"Non ho capito" disse la bambina.

Tony rise e guidò velocemente fino a casa.
Non appena rientrò la prima cosa che fece fu provare di nuovo la febbre alla figlia e darle le medicine.
Quell'uscita le aveva fatto venire mal di testa e non voleva che stesse peggio.
Poi insieme andarono da Ziva, che ancora era sul letto a riposare.

"Ima" disse lei vedendo la madre sveglia.
"Tateleh, adesso la mamma scende e facciamo l'albero" rispose sapendo che la figlia aspettava lei.
"Io e papà siamo andati in farmacia a prendere le medicine per farti passare male alla pancia" le disse ignorando quello che aveva detto.

Ziva guardò Tony.

"L'hai fatta uscire? Ha la febbre Tony" lo rimproverò Ziva.
"L'ho coperta bene, non ti preoccupare" rispose lui.
"Ti ho preso questo per la nausea" disse dandogli una scatola di medicine.
"E questo per scoprire perché hai male al pancino. Io l'ho detto a papà, secondo me hai qualcosa dentro la pancia che ti fa male. Ma non ti preoccupare mamma, ora ti passa" aggiunse Becky dandole un'altra scatola e distendendosi su di lei per abbracciarla.

Ziva sorrise a Tony, capendo che forse quello che aveva detto alla figlia era vero.

"Ora vado in bagno un attimo e vediamo se la mia piccola dottoressa ha ragione" le disse Ziva.

Prese il test di gravidanza dalle mani della figlia e sparì in bagno.

"Che fa la mamma?" chiese Becky.
"Tra poco lo vediamo, amore" rispose Tony.

Cinque minuti dopo Ziva uscì dal bagno e dalla sua espressione Tony capì che aveva fatto bene a comprarle un test.
Le andò incontro abbracciandola e poi la baciò.

"Tony..." disse lei sorridendo mentre le lacrime le scendevano sul volto.
"Ti amo" rispose lui.

"Allora mamma? Hai scoperto perché ti fa male la pancia? E cosa hai in mano, posso vedere?" chiese Becky che non capiva.

Prese il test dalle mani della madre e lo osservò.

"È un pennarello? Mamma...?" disse ancora.
"Becky prima ti ho detto che forse la mamma ci aveva fatto un regalo di Natale" le disse Tony.
"Si. Questo pennarello?" chiese.

Sia Tony che Ziva risero.

"Tateleh, non è un pennarello. È un test di gravidanza. Lo sai cos'è?" le disse Ziva prendendola in braccio e sedendosi sul letto.
"No" rispose lei.
"È quello che dice che avevi ragione, ho qualcosa dentro la pancia che mi ha fatto stare male" spiegò Ziva.
"Oh. È una cosa grave mamma? Stai molto male?" si preoccupò Becky.

"Non ha capito" commentò Tony guardando Ziva.

Ziva sorrise e annuì, pronta a spiegare tutto alla figlia.

"Tesoro, no. Lo sai anche tu eri dentro la mia pancia prima di nascere" le disse.
"E avevi male alla pancia anche quella volta?" chiese.
"Esatto. Ora dentro la mia pancia c'è un altro bambino, per quello avevo male" spiegò.

Becky la guardò all'inizio confusa. Poi scattò in piedi e la fissò.

"Hai un bambino dentro la tua pancia? Ima... Sei incinta? Vuol dire che il regalo di Natale é un fratellino?" chiese Becky iniziando a capire.
"Esatto" risposero all'unisono sia Tony che Ziva.

Becky si mise le mani sulla pancia e poi toccò quella di Ziva.
Guardò la madre e si buttò al collo per abbracciarla.

"Congratulazioni" disse ripetendo quello che aveva detto la farmacista.
"Toda, tateleh" rispose ridendo.

Finché non si accorse che stava piangendo.

"Becky, qualcosa non va?" si preoccupò.
"No, sono felice e anche il nonno lo sarà. Quando tu non c'eri io gli avevo detto che mi sarebbe piaciuto avere un fratellino" spiegò.

Tony annuì, Senior gliene aveva parlato. E vedere che la cosa si stava realizzando ora sembrava un sogno.
Ziva strinse forte la figlia e le diede un bacio, iniziando a piangere pure lei.

"Principessa, hey. Basta piangere, che ora piange anche la mamma" disse Tony asciugando il volto della figlia.
"Ora voglio un bel sorriso, ci facciamo una foto da mostrare a tutti" aggiunse.

Si misero tutti seduti sul letto, Becky in braccio a Ziva con in mano il test e Tony abbracciava la moglie e scattava la foto.

"Cosa ne dici se la stampiamo e la spediamo a casa di tutti con una lettera? Sarà una bella sorpresa" propose Ziva.
"Ottima idea, la miglior cartolina di Natale di sempre" rispose Tony baciandola.


All'incirca nove mesi dopo:

Ziva era giunta al termine della gravidanza, la sua pancia era enorme e sia Becky che Tony non vedevano l'ora che partorisse.
In realtà anche lei non vedeva l'ora di partorire, stava diventando faticoso fare qualsiasi cosa.

La scuola di Becky era appena ricominciata ma Ziva ormai non era più nelle condizioni di guidare, quindi era Tony a portarla a scuola e ad andarla a prendere.
Tuttavia, ogni mattina, Ziva si alzava per dare il buon giorno alla figlia prima che uscisse.

"Mamma, se il mio fratellino nasce venitemi subito a prendere da scuola" disse.

Lo ripeteva ogni mattina, voleva esserci.
Sapeva che se Ziva stava per partorire sarebbe andata Tim a prenderla. Non vedeva l'ora di trovarselo a scuola un giorno.

"Certo, tateleh. Passa una buona giornata" le disse dandole un bacio.

Becky diede un bacio alla madre e uno sulla sua pancia, prima di prendere per mano Tony e andare a scuola.

Come ogni giorno, in tarda mattinata, Ziva prendeva un taxi e andava all'NCIS.
Erano tutti eccitati e aspettavano che il nuovo membro della famiglia DiNozzo nascesse. Sapevano già che era un maschietto, lo avevano visto dall'ecografia e lo avevano detto a tutti.

"Ziver" disse Gibbs dandole un bacio sulla fronte e accarezzandole la pancia.

Ormai era un rito, lo faceva ogni mattina.
Dopo aver salutato tutti e aver passato del tempo con Ducky, andò nell'ufficio di Vance e fece chiamare Gibbs.
Doveva parlargli.

"C'è qualche problema?" chiese il direttore.
"No, nessuno. Ma avrei una richiesta, se è possibile" rispose.

Ne aveva già parlato con Tony e lui era d'accordo, pensava che fosse giusto così.

"Vorrei sapere se dopo aver partorito e aver passato la maternità a casa, potrò tornare a lavorare qui" chiese.
"Sei sicura, Ziva? Hai due figli" disse Gibbs.
"Sono sicura. Ma la mia richiesta è un'altra. Proprio perché ho dei figli e ho bisogno di tranquillità e orari stabili vorrei un lavoro d'ufficio. Solo vorrei restare qui, con i miei colleghi. Con voi" aggiunse.

Gibbs e Vance la fissarono e poi si guardarono annuendo.

"C'è sempre posto per te, Ziva. Potrai continuare a lavorare nella squadra di Gibbs, aiuterai nei casi dall'ufficio" disse Vance.
"Grazie direttore" rispose.
"Bentornata Ziva" aggiunse Gibbs.

Sorrise tutti uscendo dall'ufficio e tornando da Tony.
Una volta fuori Vance e Gibbs si guardarono e sorrisero, sapevano che sarebbe tornata e sapevano che avrebbe chiesto un lavoro di quel tipo. Erano già preparati.

Passò un'altra settimana e tutto scorreva normale.
Erano tutti in attesa di vedere il nuovo arrivato, specialmente Tony e Ziva.

Una mattina Tony portò a scuola Becky e poi ripassò da casa, si era dimenticato il cellulare e non poteva farne a meno nel caso Ziva chiamasse.
Quando rientrò Ziva non era più in salotto, il che era strano considerando che la mattina guardava la sua trasmissione di cucina sul divano bevendo una tisana.

"Amore, non spaventarti sono io. Ho solo scordato il telefono" disse salendo in camera.

Entrando nella stanza vide Ziva uscire, con i vestiti addosso.

"Bella Ninja, già pronta ad uscire?" le chiese.
"Più o meno. Meno male che sei tornato, avevo proprio bisogno di te" rispose.
"Agente DiNozzo sempre al suo servizio. Dimmi che devo fare" le disse.

Ziva sorrise.

"Allora dovresti prendermi il borsone che abbiamo preparato l'altro giorno e portarlo in macchina. Poi aiutarmi a scendere le scale e portarmi al pronto soccorso" rispose calma.
"Ziva" disse Tony bloccandosi.

Lei scoppiò a ridere, era successo uguale con Becky. Tony si era pietrificato e si era impanicato per un momento.

"Sederino peloso, dei bei respiri. Sto solo per partorire" gli disse.
"Lo abbiamo già fatto" aggiunse.
"O mio Dio, ci siamo. O mio Dio, sto per diventare padre di nuovo" rispose.
"Esatto" annuì Ziva.
"O mio Dio" ripeté andandola a baciare.

Le accarezzò la pancia mentre la baciava, il momento era arrivato e lui era felicissimo. Così felice che quasi non sapeva cosa fare se non baciare la moglie.
Continuò ad abbracciarla e baciarla finché Ziva non si lamentò per una piccola contrazione.

"Tony, amore. Chiama Tim, digli di andare a prendere Becky e portami all'ospedale prima che partorisca nostro figlio in casa" gli disse.
"Ok, chiamo Tim, prendo la borsa e ti porto all'ospedale" ricapitolò iniziando a girare a vuoto in camera.

Ziva lo guardava divertita.

"Che cerchi amore?" gli chiese.
"Il telefono, devo chiamare Tim" rispose.
"Lo hai in mano" commentò lei.
"Giusto" rispose.

Chiamò McGee e portò il borsone di Ziva in macchina. Poi tornò a prenderla, era seduta sul letto che fissava la foto che aveva sul comodino, quella scattata il giorno in cui aveva scoperto di essere incinta.

"Occhioni belli" la chiamò.
"Sono pronta" rispose.
"Vieni" disse sorreggendola mentre si alzava.
"Ce la fai ora a scendere le scale o dobbiamo aspettare un attimo?" chiese.
"Ce la faccio" rispose.
"Andiamo a far nascere il nostro bambino" aggiunse.
"Andiamo" rispose Tony con le lacrime agli occhi, baciandola.

Quel giorno il loro bambino nacque e la loro famiglia divenne ancora più completa e felice.






Note dell'autrice:

OMG la storia si è conclusa.
Non ci credo, ora sono triste :(
Penso che lo sia anche qualcuno di voi, visto che all'inizio mi odiavate ma poi quando Ziva è tornata siete stati tutti felici XD

Questo capitolo è praticamente solo family, con Tony, Ziv e Becky.
Pensavo che sarebbe stato carino, visto la mancanza di Ziva per grande parte della storia. E perché no, ci stava che avesse un altro bambino, per ricominciare definitivamente la loro vita.
E, si. Ziva lavorerà ma non come prima. Non vogliamo farle rischiare di nuovo la vita no? ahhaahha

Prima di salutare e ringraziare tutti, spero che la storia vi sia piaciuta e che anche la conclusione vi abbia soddisfatto.
Siamo partiti tristi e finiti felici, come avevo programmato.
Bene ora ringrazio tutti, chi ha letto, recensito, chi ha messo tra le seguite e preferite. Vi adoro tutti davvero, non sapete come mi avete fatta felice.

Ora, un grazie a tutti:

BellaAlice22
Cateyes92
Cm209
Cote deFanfiction
Crowen
D898
Darkness_my_world
Erica_e_Laura97
Frencia92
MaggieRaisre
Manuela_NCIS
Pandy12
S_Oh
Scrittrice in Canna
Slurmina
Tiva01
TinaTiva99
Ziva4ever

Buon Natale a tutti e grazie ancora.
Ci vediamo venerdì con la conclusione dell'altra storia e poi rimane solo la storia del lunedì da concludere.

Baci, Meggie.  
  
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