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Autore: kiko90    17/12/2014    6 recensioni
Eustace Kidd odiava pazientare, lui non era per niente un tipo calmo, no lui era tutto l'opposto.
Kidd amava il disordine, il caos assoluto intorno a se. Amava costruire, lavorare il metallo forgiandolo a suo piacimento, come se fosse creta malleabile nelle sue rudi mani.
Lui era uno spaccone, odiato da molti per il suo carattere violento e senza remore, temuto da altrettanta gente, ma non da lui, il suo nuovo vicino di casa: Trafalgar Law.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!
Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto di Pandaman in basso a destra!

Grazie a tutti e buona lettura!

Prossima parola:Melodramma ( causa vacanze ecc il panda day slitterà di due settimane, prossimo appuntamento quindi con la parola qui sopra, il 7 gennaio


Vicini…bollenti



Eustace Kidd non era paziente. Lui non conosceva neanche il significato di quella parola. Eustace Kidd odiava pazientare, lui non era per niente un tipo calmo, no lui era tutto l'opposto.
Kidd amava il disordine, il caos assoluto intorno a se. Amava costruire, lavorare il metallo forgiandolo a suo piacimento, come se fosse creta malleabile nelle sue rudi mani.
Lui era uno spaccone, odiato da molti per il suo carattere violento e senza remore, temuto da altrettanta gente, ma non da lui, il suo nuovo vicino di casa: Trafalgar Law.
Law era diventato in poche settimane la persona più insopportabile che Kidd avesse mai conosciuto, scalando la classifica delle persone più odiose con cui aveva avuto a che fare.
Law era entrato nella sua vita con la stessa delicatezza di una spina conficcata nel fianco, avvelenandogli ogni giornata con quel suo fare calmo, e quel maledetto sorrisino, quel ghigno che gli faceva ribollire il sangue nelle vene ogni volta che gli veniva rivolto.
Eustace odiava Law e per questo aveva deciso, sopprimendo le inutili polemiche del suo amico Killer, di rendere la vita del vicino un vero inferno, senza però sapere che dietro gli occhi grigi del moro si nascondeva una mente fine e calcolatrice che difficilmente si sarebbe sottomesso al rosso, anzi non lo avrebbe fatto mai.
Accese lo stereo con le casse alte mezzo metro da dove improvvisamente iniziò ad esplodere l'assordante musica metal rock. Kidd scroccò il collo producendo un suono secco, mentre le iridi ambrate scintillavano di una folle idea.
Scese i gradini della scala in metallo che separavano la zona notte da quella giorno, affinando mentalmente il suo diabolico piano. Trafalgar non avrebbe avuto altra scelta che andarsene liberandolo finalmente dalla sua pesante ed opprimente presenza. Si sarebbe rimpossessato dei suoi spazi, al diavolo la corte, quello spazio era suo e suo sarebbe rimasto!

Trafalgar Law era un tipo paziente, apparentemente paziente. Chi lo conosceva bene sapeva che Law non era un tipo impulsivo che non ragionava prima di agire. Law calcolava ogni cosa, ogni dettaglio, anche il più futile, con il risultato di ottenere sempre una vittoria certa e scontata; questo finché non conobbe il suo rozzo vicino: Eustace Kidd.
Il rosso era il suo opposto. Rude, impulsivo e tremendamente casinista. Da quando Law si era trasferito in quel piccolo quartiere, in una villetta a schiera, aveva conosciuto l'incubo del vicinato, Kidd.
Eustace che con la sua musica rompi timpani disturbava ogni persona del quartiere ad ogni ora del giorno e della notte.
Eustace che con il fumo nero della sua Harley Davidson gli lacerava i polmoni.
Eustace con la sua voce roca, le continue bestemmie e il fisico da pugile, lo intrigava più che mai.
Per Law, Kidd era diventato un giocattolo con cui passare il tempo quando si annoiava. Si divertiva ad irritarlo mettendogli i bastoni tra le ruote con quella stupida storia del diritto di corte ovvero: lo spazio di all'incirca qualche metro quadrato, chiamato appunto corte, che gli spettava secondo la legge davanti casa sua, spazio di cui Eustace si era impossessato prima del suo arrivo, quando la casa era ancora vuota, e che ora si ostinava a non volergli cedere.
A Law in realtà non importava poi tanto della corte. La sua Porsche era protetta nel garage e di quei ulteriori metri quadrati non se ne faceva un tubo, ma da quando il primo giorno in cui si era trasferito aveva incrociato lo sguardo di Kidd, aveva deciso di stuzzicarlo facendolo impazzire.
Law, ghigno stampato sul viso, aveva detto a Kidd di portare via la sua ferraglia, la cara ed amata Harley Davidson con tanto di attrezzi ecc, via dal suo viale, dalla sua corte, facendo così imbestialire il rosso.
Kidd non era il tipo da cedere alle richieste altrui, no, lui non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, così settimana dopo settimana tra i due era iniziata una vera e propria guerra. Kidd, non solo non aveva spostato la sua moto, ma ci aveva affiancato tutte le ingombranti moto dei suoi amici, ostruendo il passaggio al giovane medico.
Law di certo non era da meno, la risposta di Kidd aveva acceso ancor di più la sua consueta scintilla sadica, inducendolo a controbattere con piccoli, ma efficaci, trucchetti. Marmitte staccate, serbatoi riempiti d’acqua erano solo l'inizio, se Kidd voleva la guerra lui era pronto a dargliela, infondo per lui quello era solo un gioco.

Kidd si guardò intorno nel grande salone di casa, dove lattine di birra accartocciate e carta unta decoravano il pavimento come se facessero parte di una di quelle mostruose opere moderne senza nessun apparente senso. Ridusse gli occhi a due fessure concentrandosi alla ricerca del suo obiettivo, ma niente non li trovava da nessuna parte, i suoi preziosi occhiali da aviatore sembravano essere svaniti.
Calciò una lattina ancora mezza piena che si andò a rovesciare sul tappeto, di certo Killer il suo coinquilino non avrebbe apprezzato, nello stesso momento il campanello suonò.
-chi cazzo è?- urlò spalancando la porta, fregandosene se era a petto nudo. Sotto di lui, la piccola figura tremante di Haredas si stagliò. Il piccolo padrone di casa era uno scricciolo confrontato alla possente stazza di Kidd, il quale troneggiava su di lui come un obelisco di basalto.
- che diavolo vuoi vecchio?! L'affitto l'ho pagato ieri!- sbotto Kidd
-il...il Signor Law, nuovo capo del quartiere, mi ha detto di impedirle di utilizzare in orari non consoni il suo stereo e, sempre secondo la decisione in unanimità del gruppo di quartiere mi...mi...ha detto che lei, Si...Signor Eustace non potrà contaminare con i gas di scarico della sua moto e quelle dei suoi amici i giardini dei vicini. Quindi...è...è pregato di spostare, cortesemente, i veicoli- disse balbettando, con la dentiera non del tutto salda, Haredas, chiudendosi quasi a riccio quando vide Kidd gonfiare i muscoli di pura rabbia.
- che diavolo stai blaterando?! Che cazzo vuole quel puttaniere di Trafalgar? Io l'ho ammazzo, mi ha rotto i coglioni!- sputò il rosso
-la...la prego signor Eustace...non...non si arrabbi. Può. Sp...spostare le sue moto in un garage fuori dal quartiere...-
- e darla vinta a quel chirurgo da strapazzo? Mai!- sentenziò uscendo a passo di marcia e con il petto ancora scoperto, fuori casa, oltrepassando il povero vecchietto dalla lunga barba, il quale aveva iniziato a tremare come una foglia ed a pregare in tutte le lingue a lui note.
- lo ucciderò - ringhiò Kidd mentre oltrepassava le moto ritrovandosi subito davanti la porta di Law. Quella mattina si era alzato di buon umore, convinto che rigando la Porsche del chirurgo quello avrebbe finito di rompergli le palle e se ne sarebbe andato in un altro quartiere.
Con la mano chiusa a pugno, Kidd bussò forte al portone di Law, facendo vibrare gli infissi.
Dopo qualche attimo, con estrema calma, il medico aprì la porta con le braccia incrociate al petto ed il ghigno sadico stampato sul volto.
-Eustace- ya qual buon vento!- scherzò il medico, facendo irritare maggiormente il rosso, il quale sentiva una vena sulla tempia pulsare frenetica.
Kidd odiava quel ghigno. Era con quello che Law conquistava le svariate donne che ogni sera gli facevano visita? Era con quel ghigno che aveva corrotto tutti i vicini scagliandoli contro di lui? Quel maledetto ghigno che, non solo lo irritava, ma gli faceva pulsare ogni parte del corpo, inaspettatamente.
- suppongo tu abbia parlato con il vecchio Haredas- disse il moro indicando con un cenno della testa il vecchietto in veste blu ancora davanti la porta del rosso.
- supponi bene, stronzo! Io non ho intenzione di spostare le mie moto capito! Io sono Eustace Kidd e non mi sottometto a nessuno!- sbottò.
Law si avvicinò di un passo verso il vicino facendo scorrere velocemente i suoi occhi per tutto il corpo del rosso, indugiando qualche secondo di più sul cavallo rialzato del vicino -è la mia corte, il mio spazio, appartiene alla frazione della mia casa, quindi, Eustace ya, dovrai fartene una ragione è spostare la tua ferraglia. Hai perso- Law concluse la frase allargando il ghigno, sapendo che,così facendo, Kidd sarebbe scoppiato.
-Perso? Eustace Kidd non perde mai!- urlò il rosso riducendo le distanze tra i due, obbligando così Law a retrocedere di un passo, senza,smettere di sorridere - io ti ammazzo figlio di puttana- disse prendendo Law dal colletto della camicia, avvicinandoselo ancor di più.
Law con occhi scintillanti si leccò le labbra, tutto stava andando secondo i suoi piani, Kidd era nelle sue mani, o meglio lo sarebbe stato tra qualche secondo.
Eustace vide la lingua del moro scorrere lentamente sulle labbra e si sentì attraversare il corpo da un forte desiderio. Quel dannato medico cosa gli stava facendo?
Law poggiò una mano sul cavallo del rosso che si irrigidì - che cazzo fai?- lo fulminò Kidd
- mi prendo il mio spazio, la mia corte- soffio Law sul suo viso
Kidd era ormai pervaso da uno strano desiderio, ma era orgoglioso e non avrebbe mai permesso a Trafalgar di sottometterlo, no, non lo avrebbe mai fatto; così sollevandolo lo schiacciò contro il muro dietro di loro, e prepotentemente lo baciò mozzandogli il respiro - sono io che prendo te Trafalgar! Non il contrario!- puntualizzò il rosso mentre inseriva una mano nell'intimo del vicino che ghignava soddisfatto.
- come vuoi Eustace ya, come vuoi- sussurrò Law lasciandosi trasportare dal piacere. Kidd era caduto nella sua trappola e mai ne sarebbe più uscito, quel rozzo e possente uomo ormai era nelle sue mani e, tra le sue mani.
Haredas con occhi spalancati osservava la scena hot che stavano dando i suoi due inquilini, mentre piano la porta si chiudeva. Forse, pensò, non era più necessario chiamare la polizia per un probabile omicidio, quei due avevano risolto la situazione in un modo molto creativo.




Angolo autrice:
Un grazie a tutti coloro che hanno letto la ff fino a qui, spero non abbia fatto così schifo essendo la prima che scrivo su questa coppia, che ho imparato ad amare da poco.
Un bacione Kiko90
   
 
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