Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: crowning the skulls    17/12/2014    1 recensioni
Dalla storia:
"Si chiese come avrebbe spiegato alla figlia gli incubi, la morte di zia Maysilee, le emicranie croniche della mamma. Si rese conto che non poteva farlo, non ancora."
Pierce Undersee&Madge Undersee | scritta per l'iniziativa "Babbo Sirenetto" del gruppo facebook The Capitol | prompt:Madge/Mr Undersee.Prompt: "mamma mi vuole bene?" Child!Madge in cui lei parla con suo padre riguardo alle solite assenze di sua madre in famiglia a causa delle emicranie.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Madge Undersee, Mrs. Undersee
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mummy's doll
madge&mr.undersee; scritta per l'iniziativa "Babbo Sirenetto"
del gruppo facebook "The Capitol";  prompt:"mamma mi vuole bene?"


Pierce Undersee aprì la porta. L'odore di vecchio era parte dell'ambiente, lo faceva sentire a casa. I coriandoli di polvere creavano suggestivi giochi di luce, davanti alla finestra. Le pesanti librerie, in mogano, costeggiavano tutte le pareti, a eccezione di quella che aveva di fronte. Una finestra con le persiane dello stesso colore della terracotta consentiva alla luce di entrare e ai raggi solari di distendersi lungo la liscia superficie della scrivania, piena di carte e di altri tesori.

Non entrava in quella stanza da anni. Lì aveva visto sua moglie svenire per la prima volta. Da allora le emicranie non l'avevano più lasciata vivere come prima.

Ricordava perfettamente ogni singola parola, lei che cadeva, il suo battito che rimbombava nelle orecchie di lui, preso dal panico.

Il battito era sempre stato così forte e prepotente, nei suoi incubi.

Ogni giorno la sua Maryse non riusciva a muoversi dal letto. Le emicranie la stavano distruggendo lentamente e lui non poteva fare nulla.

Una piccola figura fece capolino da dietro alla porta.

«Papà, sai che non riuscivo a trovarti?» Disse una vocina angelica.

Madge aveva i capelli biondi di Maryse e i suoi occhi azzurri. Tutti dicevano che sembrava un angelo e quell'aria innocente le conferiva una dolcezza equiparabile solo alla madre.

«Ti ho detto che non dovevi venire in questa stanza» ribatté.

Madge si mostrò apertamente delusa, mettendo involontariamente il broncio e drizzando le spalle.

«Se ti do fastidio, posso andare via...»

Si sentì in colpa, così Pierce si girò verso la bambina. Era alta per i suoi otto anni, ma aveva la stessa dolcezza di quattro, cinque anni prima.

«Ormai sei già qui, piccola. Allora, che cosa c'è?» Pierce si inginocchiò abbozzando un sorriso e parlando con più gentilezza.

Madge aveva le mani dietro la schiena, la testa china e il piede destro dondolava sulla punta. «Perchè la mamma ha ancora mal di testa? Sai, alla maestra era venuto mal di testa ma le è passato... A mamma non passa?»

Si chiese come avrebbe spiegato alla figlia gli incubi, la morte di zia Maysilee, le emicranie croniche della mamma. Si rese conto che non poteva farlo, non ancora.

«Ci sono... Ehm, mal di testa e mal di testa. La mamma non sta bene» mormorò lui.

Pierce fece per aprire un volume di astrofisica che un Pacificatore aveva portato dalla Capitale, ma Madge si infilò sotto il suo braccio, girandosi verso di lui, supplicante.

«Ma la mamma è triste?»

Sbuffò. «La mamma è tanto triste» rispose.

«Perchè non può giocare con me?»

«Madge, tesoro... Lei non ce la fa. Il dottore non ci fa entrare sempre nella sua stanza perchè deve guarire. Un giorno giocherà con te come quando eri piccola». Oh, una bugia.

«Ma la mamma non mi vuole bene?»

Pierce rimase completamente spiazzato dalla domanda della bambina. Madge aveva le lacrime agli occhi e teneva i pugni chiusi. Lo guardava negli occhi, sfidandolo a dirle di si.

«Mamma ti vuole bene. Lo sai».

«Perché allora non sta con me? Le mamme delle mie amiche le vanno a prendere e cuciono tante belle bambole e dicono sempre “Figlia mia”. Mamma non mi ha mai detto “Figlia mia”» lo aggredì la bambina, scoppiando a piangere.

«Non ti piacciono le bambole che ti regalo? Anche io ti chiamo “Figlia mia”...» provò a rispondere lui, sentendosi il cuore spezzato.

«Voglio le bambole della mamma» sussurrò lei semplicemente. «Voglio solo la mia mamma».

Pierce sentì la porta sbattere, prima di appoggiarsi alla scrivania e a chiedersi perché non riusciva a salvare sua figlia e la sua amata dai loro baratri di tristezza. Non era degno di tale compito.
Non se le meritava.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: crowning the skulls