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Autore: nessieeblack    17/12/2014    1 recensioni
Renesmee con un gesto abbracciò la madre, che l’accolse con premura. Le lacrime avevano iniziato ad uscire sempre più velocemente fino a trasformarsi in singhiozzi spezzati. Bella l’aveva stretta e con dei piccoli movimenti, quasi impercettibili le accarezzava piano la schiena per tranquillizzarla.
“Oh, mamma…” aveva sussurrato Renesmee, le altre parole le morirono in gola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
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NOTE: Solitamente le note le lascio sempre alla fine, ma questa voglia voglio anticipare qualcosa prima di lasciarvi completamente alla storia. Allora, premetto che non è la prima storia che pubblico, ma è la prima che pubblico in generale su Twilight. Mi è capitato un po' per caso e un po' per voglia di rileggere l'intera saga che non rileggevo da qualcosa come 5 anni (consideratemi vecchia, ma ho 23 anni) e mi è ripresa la voglia di scrivere. Non tanto su Edward e Bella, ma proprio su Jacob e Renesmee. Devo essere sincera, non me li ricordavo così pieni di ispirazione e così, ho buttato giù questa one-short, senza troppe pretese. Mi è piaciuto di più analizzare Renesmee piuttosto che Jacob e quando leggerete ve ne renderete conto anche voi. Comunque giuro che ora la smetto di parlare e vi lascio a questa piccola storia. Spero vi piaccia e mi raccomanda lasciate un commento per farmi sapere che ne pensate :) (ovviamente dovete sapere che sono una persona molto pigra e la storia non l'ho revisionata quindi se trovate errori, sorry e anzi se me li segnalate ve ne sarei molto grata!)
BUONA LETTURA!


 
 
Amare significa essere liberi
 
Renesmee si lasciò cadere sul letto, si tolse con le dita tremanti il braccialetto di fili colorati intrecciati che le aveva regalato Jacob tempo prima e se lo rigirò tra le mani. Una lacrima le solcò la guancia appena arrosata. Sapeva che non avrebbe resistito molto prima che un fiume in piena la travolgesse. Si rannicchiò su se stessa, come a voler tenere insieme i pezzi di sé che si stavano lenti ma inesorabilmente rompendo.
Il cuore cominciò a batterle forte nel petto e i suoi respiri si fecero presto irregolari, stava per perdere il controllo quando qualcuno bussò alla  porta di camera sua.
“Posso?” chiese incerta sua madre con un sussurro, affacciandosi appena. Renesmee non rispose ma fu mentalmente grata a sua madre di essersi fatta avanti comunque. Si era seduta sul bordo del letto, in attesa che la figlia facesse il primo passo. Non voleva invadere la sua privacy né forzarla a parlare con lei se non se la sentisse ancora, ma non poteva negare di aver provato una fitta di dolore nel guardare la sua bambina soffrire così tanto per amore, perché lei sapeva bene cosa volesse dire un cuore spezzato. Represse i ricordi di quei mesi in cui Edward l’aveva abbandonata, considerandoli ormai reminiscenze sbiadite.
Renesmee con un gesto abbracciò la madre, che l’accolse con premura. Le lacrime avevano iniziato ad uscire sempre più velocemente fino a trasformarsi in singhiozzi spezzati. Bella l’aveva stretta e con dei piccoli movimenti, quasi impercettibili le accarezzava piano la schiena per tranquillizzarla.
“Oh, mamma…” aveva sussurrato Renesmee, le altre parole le morirono in gola.
“Se non vuoi parlarne va bene..” l’aveva rassicurata Bella “però magari potrei aiutarti, in qualche modo” suggerì poi.
Nessie, respirò a fondo e si asciugò le lacrime. Sapeva di non riuscire ad esprimere a fondo quello che provava, perciò decise di mostrare alla madre, nel suo modo speciale, quello che era successo.
Appoggiò la mano sulla guancia fredda e vellutata di Bella, al suo tocca chiuse gli occhi e rimase in ascolto.
 
Renesmee aveva presso il viso di Jacob tra le mani, con una presa forte e salda. Voleva guardarlo negli occhi e non perdere il contatto. Affondò il suo sguardo nocciola in quello di Jake che rimase perplesso. Lei sorrise appena e poi parlò lentamente.
“Jake, io ti amo..” sussurrò più a se stessa che a lui “Dio solo sa quanto sono profondamente e irrimediabilmente innamorata di te” continuò poi, senza distogliere neanche per un attimo lo sguardo dai suoi occhi “Ma io voglio che tu sia felice, lo desidero più di ogni altra cosa al modo. Non voglio che tu stia con me per l’imprinting, voglio che tu sia libero di scegliere chi amare. E se non sono io, va bene. Me ne farò una ragione. Ma tu, amore, devi essere libero. Non devi essere obbligato ad amare me per forza, perché devi.”
Jacob stava per dire qualcosa ma lei lo interruppe prima ancora che potesse anche solo pronunciare qualcosa “Non devi rispondere adesso. Pensaci. Rifletti su questa cosa. Promettimelo.” Aggiunse infine, sorridendo appena. Lui rimase spiazzato dal discorso e il fatto che lo guardasse con una tale determinazione non gli permetteva di pronunciarsi come avrebbe voluto. Annuì, solo per farla contenta. Ma lui ci aveva già pensato.
Renesmee lo fissò per un altro istante e poi appoggiò piano le labbra sulle sue. Aveva bisogno di quell’ultimo contatto prima di separarsi – definitivamente – da lui. Perché era così che lei si sarebbe aspettata fossero andate le cose d’ora in poi. Se Jacob avesse riflettuto sulla situazione, non avrebbe scelto lei, questo lo sapeva ed era per questo che ora voleva lasciarlo andare. Voleva che fosse libero.
 
Bella aprì gli occhi e accarezzò piano la guancia della figlia con fare materno. Sorrise appena, orgogliosa per come Renesmee era cresciuta. Era diventata una donna – seppure la sua breve età – forte, matura e capace di amare. Tutte qualità che lei stessa amava in Edward.
“Sei una delle persone più sagge che abbia mai conosciuto, piccola mia” aveva detto con un filo di voce. “Ma ci sono ancora tante cose che devi imparare. Cose che non abbiamo potuto insegnarti perché fanno parte dell’esperienza di vita.” Fece un leggero sospiro e poi riprese il discorso “La verità, Ness, è che stai guardando la situazione dalla prospettiva sbagliata”. Bella sorrise alla figlia, consapevole di aver accesso la sua curiosità e il suo interesse. Renesmee espresse il suo disappunto inclinando la testa, come a voler leggere i pensieri della madre. “Non capisco” aveva risposto iniziando a riflettere.
“Tu pensi che l’imprinting abbia obbligato Jacob ad amarti, ma non è così. Non nel modo in cui credi tu almeno. L’imprinting è fonte di amore incondizionato è vero, ma ci sono diversi tipi di amore Nessie. Quello che mi lega a tuo padre è diverso da quello che mi lega a Charlie, a zia Alice o a te. Quello che voglio dirti è che Jacob si è innamorato di te per la donna che sei diventata e non perché un gene gli ha imposto di farlo. Quando eri piccola, lui non ha mai provato – o pensato – a te in certi termini e non si aspettava che le cose si sarebbe evolute in questo modo, neanche quando abbiamo scoperto che saresti diventata adulta in così poco tempo. Non si è mai nemmeno immaginato che tra di voi potesse nascere un amore così. Quello che più premeva a lui era solo che tu fossi felice. Il rapporto che vi lega, va oltre l’imprinting. Non sempre quest’ultimo si traduce in amore come lo intendi te. Sai, all’inizio non ti ha detto niente perché non voleva che tu ti lasciassi influenzare. E non voleva che tu ti sentissi in dovere di ricambiare i suoi sentimenti a tutti i costi. Avete avuto lo stesso identico pensiero e alla fine, secondo me, vi sareste innamorati indipendentemente da tutto” aggiunse baciandola tra i capelli “Piccola mia, l’amore non è mai razionale. Tu non scegli chi amare. Succede e ti stravolge la vita.”
Bella lasciò a Nessie, lo spazio di elaborare tutte quelle nuove informazioni.
“Va da lui e risolvi la cosa..” Bella aveva stretto la figlia un’ultima volta e con un gesto rapido e quasi impercettibile le aveva stretto il braccialetto di Jacob di nuovo al polso. Lei la ringraziò con un sorriso e si mise in piede.
“Non preoccuparti per tuo padre, ci parlo io!” aveva aggiunto. Renesmee aveva appoggiato di nuovo la mano sulla guancia di Bella e le aveva mostrato il primo momento, quando ancora non era nata, in cui aveva sentito per la prima volta la sua voce e aveva ricambiato il suo amore.
 
La Volvo che una volta era stata di suo padre, ora era diventata la sua di auto. Jake le aveva insegnato a guidare tanto tempo prima ma era stata Rosalie a insegnarle ad andare in macchina in quel modo, troppo veloce, troppo imprudente, troppo spericolato.
Aveva appena scalato l’ultima marcia quando si rese conto che molto probabilmente lui non sarebbe stato in casa e c’era solo un posto dove era sicura di averlo trovato.
Fece una brusca frenata e prese una strada stretta e asfaltata male, ma questo non le impedì di andare a tutta velocità. Era sicura di sé, i suoi sensi, i suoi riflessi erano rapidi e perfetti e sapeva che non sarebbe successo niente.
Parcheggiò appena arrivata in cima alla scogliera. Il suono delle onde che si infrangevano sulle rocce le arrivò immediatamente all'orecchio, respirò l’aria che odorava di mare e scese dalla macchina con passo svelto. Il sole all'orizzonte stava tramontando e irradiava il cielo con i suoi raggi, illuminando tutto di un rosso smorzato.
Ricordò tutte le volte che lei e Jake si erano lanciati nel mare, assaporando la brezza prima di schiantarsi in acqua. Ricordò le risate e il vuoto sotto di lei. La prima volta erano saltati insieme, lui che le stringeva la mano e sorrideva, lei che ricambiava la stretta un po’ per l’adrenalina e un po’ per la paura. La cosa che più amava dei momenti che avevano passato insieme non erano le risate, il divertimento, la dolcezza, la premura e tutte le altre cose che avevano sempre caratterizzato il loro immenso rapporto. Con lui, non doveva essere niente, non doveva fingere, non doveva sforzarsi di essere qualcun altro. Era semplicemente lei, pregi e difetti compresi.
Jacob l’aveva sentita arriva ancora prima che lei lo chiamasse. Si era alzato da quel masso dov’era seduto a fissare il vuoto e le andò incontro, con passi lenti e regolari. Represse la voglia che aveva di correrle incontro e abbracciarla perché non era sicuro di come lei avrebbe reagito.
“Mi dispiace, mi dispiace tanto..” aveva cominciato Renesmee a parlare, avrebbe voluto piangere di nuovo, ma ricacciò indietro le lacrime e respiro a fondo, guardando per un momento verso il cielo. “Non dovevo dubitare di te, di noi.. Ti prego Jake, perdonami. Sono stata proprio un’idiota!”
Lui sospirò come se il macigno che aveva sul cuore fosse stato finalmente rimosso.
“Io voglio solo che tu sia felice” aveva aggiunto poi, come a volersi scusare.
“Allora baciami, scemotta”
Renesmee aveva annullato ogni distanza tra di loro e gli si era gettata al collo, l’aveva stretto nella sua morsa forte ed energica. Aveva lasciato che le braccia di lui le avvolgessero i fianchi e che il profumo di bosco e pioggia la inebriassero prima di appoggiare cauta le labbra su quelle morbide e calde di Jacob. Lui si lasciò guidare ma poi impaziente, decise che era il momento di prendere l’iniziativa. Approfondì il bacio e sentì Renesmee stringersi a lui con ancora più forza, come se fosse possibile annullare ogni distanza.
“Oh, Ness..” aveva biascicato lui tra un respiro e l’altro.
Si erano appena ritrovati – anche se tecnicamente non si erano mai lasciati – che già avevano cominciato e punzecchiarsi a vicenda.
“Le chiavi della macchina” disse Jacob allungando la mano. Renesmee roteò gli occhi e sbuffò scocciata. “Jake, come posso dirtelo senza ferire i tuoi sentimenti?” rispose facendo finta di trovare le parole adatte “Ma tu guidi.. da cane!!!” annuì soddisfatta del suo gioco di parole e lui rise, rise davvero di gusto.
“Nessie, come posso dirtelo senza ferire i tuoi sentimenti?” chiese lui, imitando il suo tono di voce “Ma tu guidi come quella psicopat..” non fece in tempo a finire la frase che Renesmee fulminea gli si parò davanti baciandolo a fior di labbra, giusto in tempo.
“Giochi sporco Ness, e lo sai! ” si lamentò lui con tono infantile. Lei fece spallucce e si allontanò consapevole di avare ancora lo sguardo di lui addosso.
Si voltò quando si rese conto che lui non la stava seguendo.
“Facciamo una patto, ti va?”
“Sentiamo, saputella. Cosa proponi?”
“Ti lascio guidare la macchina ora e per le prossime due settimane se tu in cambio andrai da zia Rose e le chiederai scusa per tutte le battute poco carine che fai sul suo conto” disse sorridendo serafica.
“La morte, Nessie. Piuttosto la morte!” esclamò risoluto scuotendo la testa.
Lei rise perché Jacob quando si impuntava su qualcosa, faceva sempre quella strana faccia buffa che adorava.
“Hei Jake. Ti amo tanto lo sai questo vero?”
Prese le chiavi dalla tasca della giacca di pelle nera e gliele lanciò. Lui le afferrò al volo e fece il suo miglior sorriso.
“Qualsiasi cosa pur di vederti felice” continuò lei, mentre Jacob si avvicinava.
Lei sorrise quando le labbra di Jacob premettero contro le proprie. Si strinsero l’uno contro l’altro quando i loro baci si fecero più audaci e le mani di Jacob si infilarono lente sotto la maglietta di lei, a contatto con la sua pelle morbida e calda.
Rimasero così, per un altro momento che parve eterno a inebriarsi l’uno nell’altro, probabilmente per l’eternità. 
   
 
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