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Autore: shihoshinichi99    18/12/2014    3 recensioni
Sono passati ben sette anni, ma quei tempi non si possono dimenticare, restano impressi nella memoria e nulla li rimuove. Aspettano “il Giudizio Universale”. Come succederà? Come finirà? Sono domande a cui nessuno può rispondere, a meno che non possegga una macchina del tempo o qualche antico manufatto dai poteri stupefacenti. Ma io non ho niente di tutto ciò (per fortuna) e non avrei mai potuto sapere che un giorno le nostre strade si sarebbero di nuovo incrociate.
-Buongiorno! Mi esponga il suo problema …- dissi all’uomo che mi sedeva di fronte, annuivo e non ascoltavo davvero, “tanto” pensavo “sono un famoso detective” -Continui pure …-
-L e stavo proponendo di condurre uno stage … le va bene?-
by Shihoshinichi99
p.s. Questa è la terza serie di "Mentre la neve cade", seguito di "La neve color rosso sangue"
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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AD OSSERVARE LA NEVE CADERE
capitolo 2: Incomincia tutto senza preavviso

Stava seduta davanti la finestra, la mano sul vetro a guardare la villa disabitata. Non sapevo che dire, che fare con lei e come comportarmi. L’atmosfera precipitava quando Ran incrociava lo sguardo della ragazza dagli occhi di ghiaccio. Erano passati quasi tre giorni dal suo arrivo a Beika. Era cresciuta, più alta, snella, i capelli ramati raccolti a chignon e un ciuffo meno spettinato. La sua divisa era bianca con la gonna e la giacca nera. Le stava bene. Abbassò lo sguardo e anche la mano si abbassò, scivolando sul vetro liscio. Una lacrima scese leggera sulla cornice della finestra. Non si mosse per qualche secondo, poi si alzò e se ne andò su per le scale, forse nella sua camera.
-Accidenti!- sentii dire mentre la porta sbatteva.
-Che bambina …- disse Ran con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto alla villa -Non sa affrontare le cose-
-Ran!- la guardai serio e continuai con un tono severo -Smettila subito di trattarla così, il professore era la cosa a cui teneva di più … smettila te ne prego- mi voltai e uscii dalla porta. Camminavo per le strade deserte.
“Sono tutti partiti per le vacanze natalizie” pensai.
Era ormai sera quando ero sulla via di casa. Passai la villa del professore sovrappensiero. Mi fermai e tornai indietro.
-Haibara?- chiesi guardando il cortile e notando il cancello aperto.
Qualcuno si muoveva per terra vicino la porta d’ingresso. Si alzò sentendo la mia voce e guardando dalla mia parte disse: -Kudo-kun …-
-Sapevo che eri te …- mi avvicinai ed entrai dirigendomi verso quella figura misteriosa -Che fai qui?-
-Non voglio che l’ultima cosa che ho di lui, sia trattata senza rispetto … per cui ho pensato di pulire il giardino e l’interno, ma non trovo le chiavi-
Sorrisi a quella ragazzina, della mia età, che guardava in basso e teneva le mani a pugno.
-Ti aiuterò!- feci alzando il pollice e sorridendo.
-Sei sorridente … più di prima, sei felice?- mi chiese un po’ rattristata.
-Certo …-
-Okay … a me importa soltanto questo- e mi sorrise come una volta.
-Ora non puoi fare niente, farà buio tra poco, faremo domani …- le dissi serio.
Annuì.
Tornammo a casa e Ran ci sorrise felice. Poi guardò meglio Ai e notò che non aveva replicato al suo saluto.
-Sei monotona Ai-chan! Sorridi un po’!- disse rivolta alla ragazza che non la badò e passandole di lato, salì le scale e ci lasciò davanti l’ingresso.
Poi disse fermandosi quasi in cima alle scale: -Non ho fame, scusatemi- e continuò per la sua strada.
Chiuse la porta e da come l’appoggiò capii quanto soffrisse a vedere ancora questa città, senza niente da ricordare, senza nessuno che le stesse affianco. Vedendo quegli occhi persi davanti a me, all’aereoporto, sapevo che sarebbe finita così.
La notte passò e io mi addormentai con questi pensieri. Con la mia mano in quella di Ran.
La mattina qualcuno mi stava scuotendo, alzai il braccio per fermare quel fastidio, ma continuava:
-Kudo-kun! Svegliati!-
-Mmmm …-
-Dai muoviti, c’è un problema …-
Di scatto mi sedetti e visi una ragazza con i capelli raccolti a coda. I ciuffi arrivavano fino al letto ed erano leggermente mossi. Sembravano color del fuoco. I suoi occhi puntati su di me, mi fissavano attentamente.
-Allora … dimmi- le dissi infilandomi sotto le coperte e coprendomi.
-Beh … farò da sola …- sentii che l’avevo ferita.
-Dai dimmi …- le dissi girandomi verso di lei, ma ancora sotto le coperte.
-Io esco … la cerco da sola- si alzò e lasciò la stanza.
Riflettei un secondo “Cosa cercherà?” mi domandai.
-Aspetta …- mi alzai di scatto e le corsi dietro. Uscii dalla porta e la vidi correre via per la via che portava alla vecchia scuola che entrambi avevamo frequentato.
-Ai-chan ferma!- ma pensai subito che fosse inutile.
Rientrai, mi guardai intorno e il silenzio che regnava mi faceva sentire a disagio.
-Ran?!?- cercai dappertutto, ma non la trovai. Mi vestii e corsi dietro ad Ai. “Non può essere Ai … Non di nuovo!” correvo con la testa bassa.
Le cercai ovunque, quelle due ragazze, mia moglie e la ragazza che era come una sorella, la mia partner, ma niente. Rallentai, cercando di dominare il fiatone. Mi sedetti per terra sulla neve fredda dei giorni precedenti. Portai le mani al viso e cercai di pensare dove potesse essere Haibara.
Rimasi fermo ad aspettare.
Fu una delle uniche volte che mi sentivo davvero solo.
Mi alzai e continuai a camminare per le vie.
Era quasi sera, quando raggiunsi il parco. Mi fermai e guardai i bambini giocare con la neve. Sorrisi tristemente, ma quello che vidi dopo mi fece sussultare. Corsi dentro il cortile e mi bloccai proprio dietro ad una ragazza alta e snella. Sembrava fragile come un fiocco di neve.
-Scusami …- disse piano.
Mi avvicinai, ma lei strinse le mani a pugno e fece un passo avanti.
-Scusami …- ripeté con la voce spezzata.
-Di cosa?- le chiesi per avere una scusa e avvicinarmi a lei.
Sembrava doversi sciogliere in qualsiasi momento.
-Di tutto, è colpa mia-
Mise la mano in tasca ed estrasse il cellulare. Me lo tese e disse: -Devo tornare da dove sono venuta, qui creo solo problemi-
-Non è vero …- ma la voce scomparì quando lessi il messaggio che aveva ricevuto:
You can’t do anything … you’re mine … Sherry, I’m coming.
Il silenzio si disperse tra noi due, si sentivano solo le voci dei bambini, spensierati. Ero lì, la vedevo, ma non la sentivo davvero. La vedevo sciogliersi e io non potevo fare nulla per fermare il tempo, per eliminare quella sofferenza.
-Non è colpa tua …- le dissi prendendole la mano e tirandola verso casa.
Non rispondeva, stava in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto. “Che devo fare?” mi domandai.
-Che vuoi mangiare?- le chiesi per farla parlare.
-Non fare finta di nulla!- urlò liberandosi la mano -Non voglio più vederti! Tu sei solo la fonte della mia tristezza! Lasciami andare via, io non ti servo …- abbassò il viso.
Si accovacciò sulla neve, ne prese un poco in mano e dopo aver alzato il viso me la tirò addosso. Sentivo tutto il suo dolore, la sua forza, il coraggio di tornare, la paura che qualcosa accadesse e l’amore che mi aveva dimostrato sette anni prima, lascandomi stare con Ran.
Appoggiò la fronte per terra e rimase lì a piangere. Guardai di lato e vidi la villa abbandonata del professore.
-Oggi dovevamo sistemarla, ma sei scappata … io non ti do colpe, capito?-
Fece un sobbalzo.
-Shiho … cosa vuoi mangiare?-
-Non ho fame …-
-Ma è una settimana che non mangi, anzi da quando sei arrivata …-
-Sono cavoli miei … se non voglio mangiare-
Mi inginocchiai davanti a lei e le alzai con forza le spalle e poi le presi il mento. La guardavo negli occhi. Fu la prima volta che non mi sembrarono freddi come anni fa, erano di un verde meraviglioso. La strinsi a me e lei rimase ferma, impassibile.
Ma io volevo sentirla ancora vicina a me.
-Shiho … non so cucinare bene … ordiniamo qualcosa?-
Si separò da me e mi guardava sorpresa, intensamente.
-Allora … perché mi chiedi se ho fame, se non sai cucinare?- disse sorridendo.
-Finalmente stai ridendo, Haibara-
Ridemmo e tornammo a casa insieme come quando finita scuola andavamo a trovare il professore e per tutto il pomeriggio giocavamo coi i videogiochi.
Sorrisi vedendola entrare prima di me in casa. Era cresciuta. Chiusi gli occhi e alla cieca le tolsi l’elastico. Aprii gli occhi in quel momento e vidi i suoi capelli ramati scendere leggeri sulla schiena. Ai si voltò verso di me e in quel momento il suo sguardo mi fece davvero paura, come una volta.
-Sei tornata Ai-chan!- le dissi mettendole un braccio sulle spalle e portandola in cucina.
 
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Heilà :) ecco a voi il secondo capitolo di questa terza serie ... spero vi sia piaciuto ....
voi dire che sicuramente durante queste vacanze aggiornerò molto spesso le storie, sempre se riesco :)
Alla prossima ;)
spero vi sia piaciuto
scusate per gli errori, ma l'ho scritta di fretta :)
la prossima volta mi farò perdonare spiegandovi un po' cosa è successo, perchè Ai e Shinichi inizieranno a indagare alla ricerca di Ran, che sembra scomparsa e anche sulle origini del messaggio ricevuto dalla scienzata ... L'organizzazione sarà tornata all'attacco? Chi l'avrà scritto? Cosa succederà al nostro due?
Beh ogni risposta al prossimo capitolo :-*
Bye Bye
Shihoshinichi99
  
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