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Autore: zia Molly    18/12/2014    7 recensioni
“…Sai qual’è il sogno erotico di ogni ragazzo?” le chiese Regina, con un piccolo ghigno malizioso.
Emma la guardò ad occhi sbarrati e scosse piano la testa.
“Andare a letto con due lesbiche”
Se per un attimo la bionda, sommersa tra cuscini e coperte, aveva iniziato ad avere caldo ed era arrossita, era avvampata dall’ansia, ora era gelata da quelle parole. Si accigliò e si chiese cosa c’entrava con il favore di Regina e con Killian Jones. Poi… tutto all’improvviso fu più chiaro. Scattò in piedi e scosse la testa, incredula: non poteva davvero chiederle una cosa del genere, non poteva assolutamente chiederle di fingersi entrambe lesbiche per attirare l’attenzione su di loro.
||SWAN QUEEN ispirata alla serie Tv "Faking it" 
Personaggi: Emma Swan, Regina Mills -un po' tutti.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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-Faking it-
capitolo terzo

Emma regista di un bel Film


 
 
Dieci minuti.
I dieci minuti che anticipavano la fine della prima ora di lezione erano quei momenti in cui il tempo sembrava fermarsi e decidere da solo, come se avesse la capacità di intendere e di volere, di non trascorrere mai e di bloccarsi in un eterno “time out”. Erano quei minuti di tortura dove non si faceva altro che aspettare la campanella, costringendosi a rimanere svegli e a non cedere al sonno, che sembrava esser fatto di fantasmi che ti coccolavano, ti accarezzavano i capelli e le guance, calandoti con due dita le palpebre per costringerti ad addormentarti.
La voce del professor Hopper era lenta e calma, ma il suo tono era carico di passione mentre spiegava e disegnava schemi alla lavagna per rendere tutto più semplice ai suoi studenti:  nonostante fossero appena le 8:50, lui sembrava sveglio come non mai e sicuramente era l’unico a esser realmente interessato alle teorie di Immanuel Kant, un filosofo tedesco. 
Mentre parlava e spiegava con un gran sorriso sulle labbra, come se quelle mille teorie e tutti quei pensieri li avesse elaborati lui stesso, ben pochi erano gli alunni attenti: forse solamente Mary Margaret, David –perché costretto da lei-, Belle French e Ruby, quest’ultima solo perché era la nipote della preside e non voleva assolutamente un’altra punizione da parte di sua nonna per essersi addormentata durante le lezioni di Hopper.

Ruby amava la filosofia, ma seguire Hopper e i suoi ragionamenti contorti, volti sempre a esaltare il bene e i valori, la snervava: ecco perché si limitava a farsi spiegare gli argomenti da Belle in biblioteca. Per lei era impossibile definire quella ragazza con esattezza, ormai tra loro erano successe talmente tante cose che Ruby aveva smesso di chiedersi cosa fossero. Amiche, compagne, “maestrina” e alunna, amanti. Non lo sapeva davvero più… aveva smesso di chiederselo da così tanto tempo che ormai viveva e basta, anche se spesso affrontare una relazione, se così poteva definirsi, come la loro era complicato. Soprattutto quando assisteva ad atti di coraggio come il “coming out” di Emma e Regina:  forse sarebbe stato tutto più semplice anche per loro se si fossero dichiarate. Certo a Mary Margaret, la sua migliore amica, sarebbe venuto un colpo…forse sarebbe svenuta. Ricordava ancora quanto balbettava mentre parlavano di Emma e Regina quella mattina, mentre affrontavano l’argomento prima di entrare in classe; probabilmente sua nonna l’avrebbe anche minacciata di cacciarla di casa per un po’ se l’avesse vista baciare Belle in salotto. Vecchia puritana dai vecchi valori…povera idiota, loro già lo facevano in casa sua senza che lei se ne accorgesse!
Ogni volta che la preside vedeva Belle in casa Lucas le brillavano agli occhi e ribadiva a sua nipote che almeno riguardo alle amicizie non aveva sbagliato, che Belle era il motivo per cui ancora non l’avevano ancora bocciata. Nonna Lucas si era affezionata anche alla Signorina French… peccato che se solo avesse scoperto che lei e sua nipote erano più che amiche le sarebbe preso un colpo! 
E poi la situazione che Belle aveva a casa non permetteva a nessuna delle due di mostrarsi in pubblico, così si giustificava lei almeno. Viveva con sua madre malata, con suo padre che si divideva tra casa e lavoro per evitare di lasciare sua moglie sola e per permettere a sua figlia di avere amici, una vita sociale. Era tutto terribilmente complicato nella famiglia French…e Belle lo capiva, ecco perché non contemplava minimamente in coming out. A casa viveva una situazione già troppo articolata, difficile, una notizia simile forse sarebbe stata zero in confronto a tutti quei problemi o forse per suo padre sarebbe stata un ulteriore problema, un altro pensiero.

E così mentre Ruby si perdeva nei suoi pensieri e fingeva di seguire, per sua nonna e per Belle al suo fianco (che di tanto in tanto le lanciava qualche sguardo per controllare se stesse prendendo appunti) Emma, al terzo banco, si dannava perché non riusciva a seguire.
Kant la stava appassionando particolarmente …eppure tornare a esser la compagna di banco di Regina sembrava implicare il “non seguire”. Alle medie era lei quella che distraeva le due, ora sembrava la bruna quella presa a complicare la situazione. Ma tanto a lei che importava? Andava bene a scuola! Era Emma quella che ogni anno rischiava la bocciatura e si ritrovava sempre a recuperare all’ultimo minuto: Santa Mary Margaret che spesso l’aiutava o… borbottando un po’, nel migliore dei casi, la faceva anche copiare.
La mano di Regina aveva preso a scivolare lentamente sulla coscia della bionda. Pochi attimi prima aveva artigliato il suo ginocchio quasi con rabbia e ora lentamente, con dolcezza e malizia saliva, lasciando di stucco Emma che sorpresa e disorientata, nervosamente, mordicchiava il tappo della penna e cercava il suo sguardo.
Tutto ciò faceva parte sicuramente del suo piano, ma la bionda non riusciva a spiegarsi il perché: nessuno le stava guardando, perché provocarla e confonderla?
Avrebbe desiderato stringere le gambe e accavallarle, per impedirle di proseguire… ma i brividi che ogni suo tocco, man mano, le provocava quasi le mozzavano il fiato. Le sembrava di impazzire perché dentro di se si ripeteva che doveva fermarla prima che fosse tardi, ma una piccola voce nel suo cervello pregava che continuasse; forse erano le stesse farfalle allo stomaco a chiedere di più, a costringere Emma a divaricare leggermente le gambe mentre pian piano la mano di Regina saliva. Era curiosa di vedere cosa volesse fare. O meglio, dentro se sapeva bene dove sarebbe andata a finire, ma continuava a contraddirsi, a combattere tra il desiderio- che cercava di sopprimere e provava a definirlo, ancora una volta, “sbagliato” per scacciarlo- e la ragione, che le suggeriva quanto realmente fosse scorretto quel gesto. Lentamente continuava a salire e a sfiorarle la coscia da sopra i Jeans, accarezzandole l’interno col pollice, premendo leggermente con la punta delle dita da sopra la cucitura del pantalone.
I gesti di Regina erano lenti e maligni, non vi era fretta, anzi, ogni movimento, ogni minima pressione seguiva il tempo delle lancette sull’orologio, che Emma osservava sperando –nel profondo- che quell’ora non finisse mai o che finisse al più presto.  Eppure era terribilmente piacevole, era un tortura al quale non riusciva a dire no e nonostante avesse voluto stingere le gambe per impedirle di salire ancora e scendere poi, nella sua mente pregava quasi che lei accelerasse prima che il buon senso o la campanella la bloccasse. Era una sensazione nuova, ma quasi tremava, fremeva e le veniva istintivo divaricare ancora le cosce. Eppure si tratteneva: che figura avrebbe fatto con lei e poi…se Hopper se ne fosse accorto?!!
Neanche voleva pensarci … avrebbe iniziato con i suoi discorsi sull’amore, sul bene, sul male, sul peccato e su un milione di cose che l’avrebbero solamente messa in imbarazzo e innervosita più di quanto già non fosse. Strinse lentamente le cosce e inspirò piano, mentre la mano di Regina saliva ancora e le sfiorava la zip dei Jeans.
Caldo. Faceva troppo caldo in quell’aula in quel momento.
mma iniziava a sentirsi come una pentola a pressione sul punto di scoppiare: era certa che o sarebbe scappata o avrebbe urlato se non si fosse fermata. Era troppo, troppo confusa e disorientata.
Che le prendeva? Perché trovava quelle carezze tanto piacevoli? Perché non l’aveva ancora fermata? Stava avvenendo nella sua testa o…era vero?
Beh… per certi versi, secondo lei, era ovvio: lo stava facendo per riaverla come amica, un piccolo “sacrificio” per una grande ricompensa. Eppure…non era esattamente così. Continuava a ripetersi che era quella la ragione, per farsi piacere meno tutto ciò ma… non le dispiaceva poi così tanto: quella provocazione era stranamente invitante e quei due baci che aveva ricevuto erano stati… belli. Caldi, intensi, passionali e Dannazione! Cosa avrebbe dato per riceverne un altro proprio in quel momento!
Arrossì violentemente a quel pensiero spostò lo sguardo su Regina notandola completamente assorta, presa a guardare avanti a se come se niente fosse, prendendo anche qualche appunto di tanto in tanto.

Lo sguardo della figlia del sindaco era fisso su Robin de Locksley, ma questo Emma non poteva notarlo, era stranamente troppo agitata per badare a cosa realmente guardasse Regina e come lo stesse guardando.
La sua mano stava scendendo lentamente, sempre più.
Era un bel ragazzo che la bruna conosceva solo di vista: faceva parte di una grande comitiva e a Educazione Fisica l’aveva sempre visto deviare verso il campo di Atletica con un arco in spalla. Aveva braccia muscolose, un petto ampio e…un tatuaggio sull’avambraccio, un leone. Aveva un volto dolce e tra la barbetta incolta, sotto i baffetti, comparivano due graziose fossette. Aveva occhi limpidi e delle labbra sottili. Era davvero un bel ragazzo, peccato che fosse fidanzato. Un piccolo ghigno comparve sul volto della bruna mentre lo osservava: lei otteneva sempre quel che voleva, sempre. Perché? Perché lei era Regina Mills. E Marian, la ragazza di Robin, era solamente una  povera gatta morta al suo pari. I loro sguardi si incrociarono, ma lui fortunatamente non notò la mano di Regina che deviava, da sopra i Jeans, verso l’inguine di Emma, la quale ormai aveva distrutto il tappo dal nervoso e aveva iniziato a mordersi le labbra, cercando di restare più calma più possibile.
Benedetto sottobanco, impediva che nessuno notasse, anche se forse nessuno avrebbe mai potuto notare. Il punto era…se nessuno poteva vedere, perché Regina lo faceva?
O forse... la bruna in quel momento non stava facendo proprio nulla.

Per Regina tutto ciò era uno stupidissimo gioco, un modo per provare qualcosa di nuovo, ma per Emma era la prima vera esperienza. Era la prima volta di tutto. In quel momento era la prima provocazione che riceveva nella sua vita e la sera prima era stato il suo primo bacio….tutto ciò confondeva la bionda terribilmente: dentro se mille dubbi iniziavano a sorgere spontanei, quasi senza che lei se ne rendesse conto. Tutte le certezze che aveva, lentamente, venivano meno e senza che l’amica se ne rendesse conto, pian piano, la stava mettendo in crisi. A ogni tocco, a ogni bacio, a ogni sguardo, sorgeva un nuovo dubbio e Regina, questo, non l’aveva minimamente messo in conto.
Ogni piccolo cenno sulla coscia di Emma era il riflesso di quel che  la bruna avrebbe desiderato far a Robin di Locksley in quel momento. Ma per fortuna, o sfortuna, quella tortura sulla coscia della bionda finì presto e forse quasi sul più bello, quando Regina era vicina a premere piano da sopra i Jeans, la campanella suonò e Emma non seppe mai cosa avrebbe provato, perché tutto ciò era stato un brutto, o forse bellissimo, incubo. Immagini e sensazioni avvenute nella sua mente, un sogno ad occhi aperti che l’aveva letteralmente spaventata, mettendola in difficoltà. Balzò in piedi, rossa sulle guance e guardò Regina con le labbra socchiuse: era successo davvero o no? Fino a che punto era vero e quanto aveva immaginato?
Eppure le era parso di sentir veramente la mano della bruna scivolare sulla sua gamba… afferrò lo zaino, mettendo dentro i quaderni, viola in volto. Balbettò qualcosa di incomprensibile e la bruna si accigliò non capendo: le aveva solamente sfiorato la coscia distrattamente, forse quasi per sbaglio, tenendo la mano ferma, poggiata sui suoi Jeans, mentre guardava Robin. Che le prendeva? Perché era tanto nervosa?

Lo sguardo di Emma si spostò su Mary Margaret e Ruby che, come Regina, la osservavano interrogative.
Ci si vede a Educazione Fisica!” sorrise a entrambe, salutandole, cercando di calmarsi e di non pensare ai mille dubbi che avevano iniziato a stuzzicarle la mente, alle mille domande che la tormentavano e a quanto avesse improvvisamente iniziato a fare caldo in quella stanza negli ultimi minuti di lezione.
Guardò verso Regina e lei si limitò a sorriderle leggermente, senza riuscire a capire che le prendesse.
Ragazze, Ragazze, Ragazze!”
Invano Emma cercò di scappare dalla classe, di correre in cortile per prendere una boccata d’aria, ma Neal placcò sia lei che Regina, impendendo alla bruna di accelerare il passo per raggiungere Robin e salutarlo, iniziando così a parlarci.
Gold, Cosa vuoi?” sibilò acidamente la mora, facendo una smorfia e roteando lo sguardo.
Dio, Regina rilassati, porto solo buone novelle!” rise leggermente, arricciando poi le labbra, mentre in classe restavano solo loro tre “Ah… comunque congratulazioni! Non ti facevo per niente lesbica… chi è l’uomo nella coppia?” Chiese istintivamente, tralasciando il discorso che si era preparato e che aveva bruscamente interrotto per fare quella domanda sciocca.
Emma si accigliò non sapendo che rispondere e boccheggiò, voltandosi a guardare Regina: lei era troppo femminile per fare l’uomo della coppia… sospirò, era un compito che forse sarebbe toccato a lei. Ma poi, esattamente, che faceva ‘l’uomo della coppia’?
“Vuoi davvero chiederci ciò?” Sbottò acidamente Regina
No, ma voglio saperlo! E…comunque  in quinta ora  vi aspetto nella vecchia palestra! Siete candidate come Reginette del ballo e… è giusto che in quanto future Regine facciate un degno discorso al popolo!”
Il piccolo sorriso sulle labbra di Emma svanì e sbarrò leggermente gli occhi: discorso? Reginetta del ballo? Popolo?
Ma lei neanche ci era mai andata al ballo in quattro anni di scuola!
“Cosa?”
“Oh…Fantastico
!” sorrise ampiamente Regina. Aveva esattamente ottenuto quel che voleva, tornare a esser popolare, tornare a esser la ‘regina’ della scuola…e quale modo migliore per iniziare se non col diventare la reginetta del ballo? “allora, ci si vede dopo!” aggiunse vedendo Neal sorridere e indietreggiare.
“Ottimo! A dopo” borbottò Gold, uscendo dall’aula sculettando e raggiungendo David, lasciando le due sole.

Quando Emma e Regina restarono da sole, la bionda si voltò a guardare la mora, innervosita: perché ogni decisione la prendeva senza consultarla? Come –ad esempio-  quella mattina, quando aveva cambiato il suo stato senza consultarla. Per quanto piacevole, anche se Emma si ostinava a non ammetterlo a se stessa, quella storia aveva già iniziato a stancarla.
“Sei impazzita?! Il ballo?! IL BALLO?! SAI CHI PREMIA LA REGINA E IL RE DEL BALLO?”
Regina si accigliò e si voltò a guardare Emma quando la sentì urlare tanto arrabbiata. Inizialmente non capì il motivo di tanta rabbia, poi d’improvviso sbarrò gli occhi, come se ricordare quel dettaglio fosse stato come ricevere uno schiaffo, una doccia d’acqua gelata improvvisa.
“…Il sindaco…Oh no, la mamma….” si limitò a sussurrare, passandosi una mano sul volto.
Esatto… e sai a chi darà la colpa?! Perché tanto dà  la colpa sempre a una sola delle due… a me! A me anche se questa storia del ‘fingersi lesbiche’ è solamente un’idea tua! Tua e solamente tua! Questa fottutissima buffonata è solo colpa tua, Regina! E’ stata una tua idea che non ci porterà da nessuna parte… è un’idea idiota, lasciatelo dire! …e sappiamo già, tra le due, chi si farà male.. chi piccherà tua madre quando lo saprà. L’avevi messo in conto tutto ciò? Ci avevi pensato?! Lei penserà che sono stata io a rendere sua figlia lesbica quando invece sei stata tu a…. daaah! Lasciamo perdere! Va al Diavolo!”
La rabbia di Emma colse di sorpresa Regina, tanto che non si rese minimamente conto della porta aperta e della presenza di Zelena Smith sulla soia, la quale aveva sentito tutto e aveva gli occhi sbarrati dalla sorpresa, un piccolo sorriso maligno dipinto in volto. 
Allora era una farsa. Era solamente uno stupido piano di Regina per riacquistare popolarità a scuola… ghignò divertita e fuggì via prima che si rendessero conto della sua presenza lì. Trionfante per la notizia Zelena si diresse verso il centro sportivo dove si svolgevano i corsi di Educazione fisica: c’era ancora speranza per annientare Regina Mills, c’era speranza per ribaltare la situazione e diventare lei la reginetta del ballo, lei e solamente lei il punto di riferimento a scuola.
Emma, arrabbiata e confusa, scappò via… lasciandosi indietro Regina, la quale abbassò lo sguardo e si mandò indietro una ciocca di capelli.  La reazione di sua madre la terrorizzava;  Cora era molto autoritaria, una madre forte e una donna molto ambiziosa, tanto obbiettiva che aveva iniziato anche a sognare il futuro di sua figlia al posto suo, costruendo –in un certo senso- un modo su misura per lei, che girava tutto in torno alla sua “amata bambina”, dove lei si sarebbe potuta realizzare a seconda dei suoi piani. Cora già immaginava sua figlia come Sindaco di Storybrooke dopo di lei.  Cosa sarebbe successo se Regina avesse distrutto ogni suo piano? …o in qualche modo avesse fatto qualcosa che sua madre non aveva minimamente messo in conto per lei?
Come le avrebbe spiegato che tutto ciò che aveva ideato lo stava facendo per non deluderla e per non perdere mai neanche un briciolo di popolarità?
Ma quella paura non era l’unica a tormentarla: temeva di perdere la sorellastra come amica; perché d’altronde, nel profondo, era felice di averla ritrovata. Quello stupido piano le stava riavvicinando in un modo o nell’altro, oltre che a farla tornare popolare doveva servire anche a quello. Infondo Regina non aveva mai smesso di voler bene a Emma e le dispiaceva per come si era comportata negli ultimi anni.


 
S.d.A:
 
….Prima ancora di iniziare col mio solito commento vi dico una sola cosa: era più lungo.
Sì, il terzo capitolo era lungo ben 13 pagine. 13 pagine di Swan Queen con momenti reading arancio. Ma capitemi… dopo aver postato i primi due capitoli con una lunghezza di 3-4 pagine di Word non potevo postare 13 pagine tutte insieme, insomma è folle!
E poi è una FanFiction, non un libro… quindi capitoli troppo lunghi mi sembrano esagerati. Cercherò sempre di mantenermi con la lunghezza, tanto al massimo durerà un po’ di più come storia e ci sarà qualche capitolo in più fuori programma: non vi dispiace, no? x)

Quindi il prossimo capitolo, il quarto –che è praticamente la seconda parte del terzo e sarà lungo più o meno uguale- verrà postato Lunedì 22.
Il 23 partirò per le vacanze, andrò dai miei nonni in Puglia… e se riuscirò cercherò di farvi un piccolo regalo di Natale, ma dipende dalla disponibilità e dalla benevolenza dei miei cugini: se loro mi presteranno Internet penso che posterò il quinto capitolo durante le feste, ma non vi garantisco nulla! Altrimenti dovrete aspettare l’anno prossimo.
Porca Cora… detta così sembra bruttissimo <.< ma il 2015 è vicino D: Che ansia…
Comunque speriamo bene! Spero davvero di riuscire a caricare il quinto capitolo durante le vacanze! Farò il possibile!

Ma tornando al terzo capitolo: sì, avevo fatto tanti bei paragoni col vapore, ma qui di vapore c’è ancora poco!
Ehh… mi è davvero dispiaciuto dover dividere il capitolo in due, ma per ora godiamoci questo!
Prima di tutto che ve ne pare di Ruby e Belle?
Cercherò di dar loro più spazio, perché le adoro -uno-, e di approfondire la loro storia oltre…anche se penso sarà difficile, dato  Emma e Regina -la FF resta pur sempre una SwanQueen.…
insomma, immaginate Neal quando scoprirà tutto ciò e verrà a sapere di Ruby e Belle! Dio, esploderà…lo so! *^^*

E… poi è arrivata la nostra Zelena. Secondo voi, lei chi potrebbe essere della serie Tv? -ovviamente per chi vede "Faking it"-
E poi passiamo al Film mentale di Emma, che da un piccolo ed innocente tocco di Regina -che ha semplicemente poggiato la mano sulla sua coscia senza muoverla di lì- si è creata un film assurdo… povera Emma, Gina la sta mettendo in crisi.
E lei, oltre tutto, è tranquillissima e sembra etero convinta! Si divorava con gli occhi Hood… ah, di Robin che ne dite?
Forza, fatemi sapere che ne pensate!
E non maleditemi troppo per aver diviso il capitolo in due ...>-> sempre se lo state facendo u_u –anche se, fidatevi, era la soluzione migliore!

A presto, anzi no, con certezza a Lunedì 22.

Zia Molly
   
 
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