Buonsalve (?) a tutti! Sono Zia Heya ed è la prima volta che pubblico in questa sezione. Parto con il dire che questa Flashfic è nata da un accordo: un mio amico, teneramente ri-battezzato con il nome di Pollo, grande fan del pairing Maka/Crona mi ha spronata a dedicare qualcosa di dolce, ma dal retrogusto un po’ malinconico proprio a questi due personaggi. Io avrei dovuto scrivere e lui si sarebbe occupato di una fan art, sempre in loro onore, che è quella che troverete poco più in basso. Che dire?  Spero con il cuore che vi piaccia. Per ora posso solo dirvi il classico “buona lettura” e vi lascio qui il link per l’account DeviantArt di questo mio bravissimo amico. Un bacio grande e ancora…
Buona lettura.
 
***
 




                                                     Rintocchi di ricordi


                                              



                                                                   






Seduta scomposta, avvolta da un morbido panno color crema, Maka osserva distrattamente il paesaggio al dì fuori della finestra. Il silenzio e la quiete che quella tarda ora porta con sé, funge da delicata cornice attorno alla ragazza e ai suoi pensieri. Vitrei occhi verdi, posati su di un punto qualsiasi e il caos nella mente. Tanti ricordi, tante emozioni, un solo nome.

Crona.

Il loro primo incontro, dettato dall’istinto e dal dovere. Una sensazione che, impetuosa, le urlava di non entrare in quella Basilica; antica bellezza ornata di mistero. Un’altra voce, quella intrepida e  curiosa, le diceva che sì, doveva varcare la soglia della duecentesca costruzione perché era il suo dovere. Doveva, doveva vedere, in quanto studentessa della Shibusen. E vide.

Crona.

Un lieve sorriso increspa le sue rosee labbra.

Magro, vestito di un  abito lungo e stretto color del buio, aveva incrociato il suo sguardo. E lo avrebbe re-incrociato tante volte. Occhi all’ingiù, chiari e timidi che si specchiavano nei suoi, orgogliosi e pieni di fiducia.

Crona…

C’erano stati momenti di tensione, di tradimenti, di mani tese in aiuto verso l’altro, momenti in cui era difficile “sapere come comportarsi”. Era nato tutto piano, molto piano, un seme piantato nelle profondità di un cuore che di amore non conosceva quasi nulla. Annaffiandolo di dolci parole e audaci incoraggiamenti, il seme era mutato in un germoglio di speranza.

Una lacrima, un soffio di malinconia, attraversa il suo magro viso.

Un batticuore, forse, era diventata la speciale empatia tra i due. Qualcosa a cui non sapevano dare un vero e proprio nome. Forse un nome non l’aveva o forse ne aveva fin troppi. Non se lo chiedevano Crona e Maka, si limitavano a viverlo quanto meglio potevano. E poi furono sorrisi, e sguardi e carezze. In una notte senza stelle, si crearono quell’angolo di mondo che solo a loro apparteneva; sussurri, baci, alcuni lievi, altri carichi di sentimento e trasporto. Movenze e sensazioni di cui solo la taciturna Luna era a conoscenza.

Pudico rossore appare sulle sue gote; occhi brillanti di malizia.

Il buio attorno a Maka e Soul, ma la forza del poter “credere” in Lui, li illuminava di determinazione. Si incontrarono, chi più chi meno consapevole che sarebbe stata, quasi certamente, l’ultima volta. Crona parlava di Ossessione, quando rivolgeva il pensiero alla ragazza; lei lo chiamava Credere. Credeva di riuscire a portarlo fuori da quell’oscurità, di condurlo in un mondo di luce. Ci credeva fermamente, ma il suo giovane cuore le sussurrava qualcosa che non voleva sentire.
“Sigillerò una volta per tutte il Kishin usando il mio sangue impazzito”.
Questo le aveva detto. Questo aveva creato una profonda e dolorosa crepa nella sua anima.
Un abbraccio e le parole più tenere; l’avrebbe ripagata, avrebbe salvato. Non il mondo: I ragazzi, i professori, ma principalmente Lei.
E poi un lungo spartito e un tripudio di anime come note e l’ultima promessa di tornare. Ci sarebbe riuscita, Maka, non avrebbe fallito proprio in quel momento. Sarebbe tornata alla Luce, con Soul ma dentro di sé sentiva anche Crona. Con il cuore in gola e l’adrenalina a mille, l’ultimo sforzo, per l’ultima volta.
Con coraggio aveva affrontato il finimondo sulla Luna, ora non più tenera custode dei loro segreti ma campo di battaglia.

Ride ora, Maka, con il sorriso bagnato di incessanti lacrime, alla vista della forma strana ed esplicitamente sensuale che ha assunto. Un seno.
Tutti hanno sofferto in quel duello assurdo. Tutti hanno subito dolori e perdite ma la vicinanza gl’uni con gl’altri sta cicatrizzando le ferite.
Asciugandosi a tentoni il viso, continua ad osservare il paesaggio tranquillo. Il suo cuore batte pulsante, forte e vivo. Non sa’ se riuscirà a mantenere la promessa. Non sa’ se incrocerà il suo  introverso sguardo o udirà nuovamente la sua ovattata voce. Non sa’ nulla di ciò e fa male.
Ma andrà avanti e crederà. Crederà in Lui e in sé stessa e nel futuro. Lo sa, Maka ne è sicura; la sua mente, il suo corpo, il suo sangue e la sua anima, finché vivranno custodiranno gelosamente il suo ricordo.

Durante la vita, oltre la vita.




                                                   


                                                                                                                                      

Heya’s  corner
Ed eccoci qui, al termine di questa breve Fanfic. Vi è piaciuta? Spero davvero di sì. Fatemi sapere, mi raccomando, fanno sempre piacere i commenti ^^
Un bacio e un abbraccio,
Zia Heya