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Autore: Pando91    18/12/2014    8 recensioni
Camila ama Lauren. Lauren è l'unica a non saperlo.
“Te l’ho mai detto che non sei per niente silenziosa?”
Sento le sue dita sfiorarmi il ventre, il suo respiro nei miei capelli, così vicina e sexy, con quella voce rauca. Cerco di non morire di infarto, tentando di darle una risposta sensata.
“Diverse volte”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When your legs don’t work like they used to before
(Quando le tue gambe non funzionano più come prima)

Mi sveglio di scatto, sconvolta e sudata. Un incubo, un fottuto incubo. Il respiro è affannato, gli occhi lucidi, il mio cuore sembra voler uscire dal petto. Tento di calmarmi. Non ricordo neanche cos’ho sognato, niente, ricordo solo buio.

Prendo un respiro profondo, cercando di far rallentare i battiti, realizzando poco dopo dove sono e perché. Giro lo sguardo e vedo una figura nel letto, avvolta dalle coperte, raggomitolata su se stessa. Il viso rivolto verso di me, gli occhi chiusi, lo sguardo apparentemente sereno.
Come se quell’incubo non ci fosse mai stato e il terrore fosse sparito totalmente dal mio cervello, mi ritrovo a sorridere a quell’espressione dolce, le labbra in fuori e le coperte fino a collo. Mi chiedo come possa rimanere sotto quel piumino con la temperatura della camera dell’hotel, d’inverno così alta da dover dormire con pantaloncini e maglietta.

Mi alzo per andare in bagno, scostando per un attimo la tenda per far entrare il minimo di luce notturna che mi serve per non inciampare in una delle mille cose sparse per la camera. Faccio comunque fatica ad arrivarci senza fare nessun rumore, paurosa che la persona accanto al mio letto possa svegliarsi.

Entro in bagno e mi sciacquo il viso, sorridendo come una persona che invece di aver appena vissuto l’incubo più brutto della sua vita, ha semplicemente avuto un sogno pieno di arcobaleni ed unicorni. Scuoto la testa, rivolta verso il mio riflesso. Sono nei guai, di quelli seri. Innamorarsi della propria migliore amica non è mai stato un evento consigliabile a nessuno nella vita. Innamorarsi della propria migliora amica con cui condividi ogni giorno della tua vita, con cui devi cantare, con cui devi convivere e far finta che tutto è realmente come prima, che i tuoi sentimenti non sono più forti di una semplice amicizia è una famigerata maledizione.

Da una parte, un amore come quello, avrei voluto che lo potesse vivere chiunque. Così forte, devoto, sofferente. Così duraturo. Ormai era un anno, un anno di finzioni, un anno di colpi al cuore, di delusioni, di illusioni, di sguardi sfuggevoli e coccole nel letto. Avrei voluto cambiare stanza, avrei voluto farle capire che c’era qualcosa di più, che da parte mia non era solo voglia di starle accanto. Che quando le prendevo la mano non sentivo solo conforto, ma sicurezza. Avrei voluto baciare il dorso di quella mano, stringerla nella mia, intrecciare le dita in una presa più forte e significativa. Che dalle sue labbra non spuntasse solo un “ti voglio bene”, ma quelle due parole tante volute da chi ama e tanto rifiutate da chi non prova niente se non un tenero affetto.

Stava diventando difficile fingere, stava diventando difficile fa finta di niente, sperare che da un giorno all’altro potesse accorgersi del mio amore, potesse accorgersi della mia presenza, vera e forte. Stava diventando difficile passare del tempo con lei senza volere sempre qualcosa di più, sopprimendo il desiderio di baciarla, di sfiorarle i capelli e di passare la notte con lei, solo con lei, nel nostro mondo. All’inizio era stato complicato accettare quei sentimenti, non ero ancora matura abbastanza, non avevo mai provato quel genere di amore per nessuno, quello che ti fa tremare le gambe anche solo con uno sguardo, o per il profumo del suo shampoo, per la sua bellezza e la sua intelligenza. Quell’amore che i libri tanto decantano, che tu sogni disperatamente. Il problema è che quando arriva, se non sei pronta, risulta come ricevere uno schiaffo in faccia, una palla nello stomaco. Per mesi mi sono detta che non era niente, forse una piccola cotta che sarebbe passata nel giro di poco tempo.

Dopo un anno, invece, mi ritrovo a guardarla allo stesso modo, con lo stesso sguardo, dolce e d’ammirazione, come se non ci fosse nient’altro e nessun’altro al mondo.

Scuoto di nuovo la testa, maledicendomi per tutti quei pensieri, per le occasioni perse, per quei sentimenti che piano, piano mi stavano logorando.
Esco dal bagno, immersa in quei dibattiti tra cuore e testa, e senza accorgermene il mio piede va a scontrarsi con la gamba della scrivania di fronte al mio letto.

“Cazzo”

Cerco di non urlare, ma in quel silenzio tombale la mia imprecazione risulta un urlo. Sento che si muove tra le coperte e mi immobilizzo un attimo, cosciente forse di averla svegliata. Lauren non era una di quelle persone che, svegliate durante la notte, ti facevano un sorriso e si rimettevano a dormire. Trattengo il respiro, poi mi accorgo che gli occhi sono chiusi e lo sguardo è ancora sereno. Il dolore al piede si placa mentre mi infilo nel letto, dopo avere chiuso di nuovo le tende.

Porto fino al collo le lenzuola, lasciando il piumino ai piedi del letto, accaldata. Mi giro supina verso la finestra, tentando di ricominciare a dormire. Odio svegliarmi di notte, è sempre traumatizzante riprendere il sonno, soprattutto dopo un incubo. La paura di riviverlo ancora e ancora è sempre potente.

Sento qualcosa muoversi dietro di me. Il mio letto si abbassa per un attimo e un corpo caldo si appoggia alla mia schiena, posando una mano sul mio ventre. Mi manca il fiato per un secondo, il cuore comincia a battere all’impazzata e sento che potrei non ritrovare più un pensiero razionale.

“Te l’ho mai detto che non sei per niente silenziosa?”

Sento le sue dita sfiorarmi il ventre, il suo respiro nei miei capelli, così vicina e sexy, con quella voce rauca. Cerco di non morire di infarto, tentando di darle una risposta sensata.

“Diverse volte”

La mia voce è sottile, è più un sospiro e stento a credere che mi abbia quasi sentito. La salivazione a zero, la bocca impastata, sento di tremare ma forse è più una mia sensazione, perché lei non sembra accorgersene. Non è la prima volta che si infila nel mio letto di notte. A volte lo faceva perché si sentiva sola, a volte perché aveva bisogno di coccole e conforto, a volte perché le mancava la sua famiglia. In alcuni casi semplicemente perché era felice.

Sento i suoi piedi freddi contro le mie gambe, in cerca di calore. Sorrido, in estasi per il contatto, così dolce e bambinesco. Provo due sensazioni completamente opposte: vorrei scappare, dileguarmi, lasciandola nel letto alla ricerca di caldo che non può trovare, non da me; dall’altra parte vorrei stare con lei così, abbracciate sotto le coperte, i corpi schiacciati, i respiri mischiati e il mio cuore che esplode ogni volta che il mio corpo prende consapevolezza del suo.

A quel mio tentativo di risposta, sento le sue labbra diventare un sorriso nei miei capelli e non posso fare a meno di imitarla.

“Come mai ti sei svegliata? Ti ho sentito muovere sta notte”

Più rilassata, il cuore ha ripreso a battere in modo perlomeno accettabile e la salivazione è tornata.

“Un maledetto incubo”

“Piccolina..”

Mi risponde con la voce da bambina, la mano che trova la mia e le si appoggia sopra. Non aggiunge nient’altro, ma quella parola mi basta per rilassarmi del tutto. Sono succube di ogni suo gesto, di ogni sua parola, di ogni suo cambiamento di umore, di ogni suo sorriso, di ogni parte di lei. A volte era difficile starle dietro, a volte sapevo di doverle lasciare spazio, lo stesso che in diversi casi serviva a me per pensare, per affrontare le situazioni, per analizzare le cose. Inutile dire che alla fine della giornata tornavo sempre da lei, che quei momenti di silenzio mi ricordavano semplicemente quanto avessi bisogno di una sua parola di conforto. Ero completamente sotto qualche maledetto incantesimo che Lauren mi aveva fatto, inconsapevole di avere quell’effetto su di me.

La sento muoversi un po’, alla ricerca di angoli caldi nel mio letto. Vorrei chiederle come possa avere così freddo con la temperatura da sauna che c’è in questa stanza, ma l’unica cosa che riesco a fare è alzarmi di poco per coprirci con il piumino. Fa un verso di approvazione, stringendosi ancora di più a me. Domani mattina penso proprio che mi servirà un’altra doccia.

“Molto meglio, grazie. Buona notte, Camz”

Sussurra quelle parole prima di sentirla rilassare su di me, non più alla ricerca di calore.

“Buona notte”

Non riesco a dire nient’altro, nonostante vorrei girarmi per appoggiare le mie labbra sulle sue, con dolcezza, come chi si ama fa prima di addormentarsi l’uno tra le braccia dell’altro. Forse ero ancora immatura, forse speravo ancora in qualcosa che non sapevo definire, forse dentro di me avevo ancora qualche speranza. Questo era quello che mi diceva il mio cuore. Il mio cervello invece, mandava un messaggio differente. Mi sarei dovuta staccare, avrei dovuto lasciare che Lauren si prendesse cura della sua vita, avrei dovuto lasciare che tutto ritornasse alla normalità, amiche com’eravamo sempre state.

Ma Lauren era stata fin dall’inizio qualcosa di più, di speciale, di diverso.

Prima o poi avrei imparato a volerle bene di nuovo, prima o poi. Nel frattempo combattevo con la peggior me stessa, quella innamorata e sognatrice.




NA -

Buonasera, è da quando ho conosciuto le Fifth Harmony e le Camren che ho sempre voluto scrivere qualcosa su di loro, ma l'ispirazione è sempre mancata e io purtroppo senza quella non funziono. Non so a dove porterà questa storia, ho una linea di pensiero in testa ma mi serve svilupparla per capirla al meglio.
Quello che so è che all'inizio di ogni capitolo ci sarà una frase della canzone "Thinking out loud" di Ed. Sheeran, da cui ho preso spunto.
Questo capitolo è di introduzione, giusto per farvi capire il loro rapporto e i sentimenti di Camila. Non è la trama più fantasiosa del mondo, ma mi sentivo di scrivere di qualcosa di semplice, di emozioni e sentimenti.

Ringrazio in anticipo chi leggerà/commenterà. Mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questa piccola introduzione.


Pando :)
  
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