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Autore: Macy McKee    18/12/2014    2 recensioni
Spoiler per Mockingjay | Post-saga | Annie & figlio
Le labbra di Annie si arricciano di nuovo in una risata leggera, e Sinn non riesce a trattenersi. ‹‹Mamma, perché ridi?››
Annie si china verso di lui, appoggiando le proprie mani sulle sue. Socchiude le labbra per rispondere, ma rimane in silenzio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Bimbo Cresta-Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oltre il tempo
 
Sinn affonda le dita nella sabbia, osservandole scomparire. È come se la spiaggia avesse accettato lui e lui soltanto come una nuova parte di sé, e questo gli piace.
Stringe una manciata di granelli fra le dita e la lascia cadere sopra la sua testa. È come giocare sotto la pioggia, ma meglio, perché nessun adulto può rimproverarlo.
Afferra altra sabbia, ma prima che possa aprire le dita sente le onde ridere. Alza lo sguardo, domandandosi se le onde siano divertite dalla sua opera, ma si rende conto che non è il mare a ridere.
È la risata di sua madre.
Si volta con un sorriso sul volto, tutto orgoglioso di averla fatta ridere, ma, nell’istante in cui i suoi occhi incrociano quelli della madre, Sinn si rende conto che lei è lontana, lontanissima. È seduta su una roccia a pochi metri da lui, ma il suo sguardo non potrebbe essere più distante mentre indugia fra le onde, accarezzando le creste pallide dei flutti. Per un attimo il sorriso di Sinn perde un po’ di energia.
Un secondo dopo, la sua espressione torna radiosa. Corre verso di lei, riempiendosi le orecchie della sua risata.  
‹‹Mamma!›› esclama, precipitandosi al suo fianco. ‹‹Guarda, sono l’Uomo di Sabbia!››
Il viso di Annie ha un fremito mentre la donna costringe la sua mente a tornare al presente. Fa scivolare lo sguardo su Sinn, sorridendo.
‹‹Sei l’Uomo di Sabbia più bello di tutti›› sussurra, passandogli una mano fra i capelli. L’espressione di Sinn si riempie di orgoglio.
Si siede ai piedi della rocca, appoggiando la testa alle gambe della madre.
Quasi all’istante, alza la testa verso di lei, osservando i suoi occhi che si allontanano di nuovo. Si morde un labbro. È giusto disturbarla?
Le labbra di Annie si arricciano di nuovo in una risata leggera, e Sinn non riesce a trattenersi. ‹‹Mamma, perché ridi?››
Annie si china verso di lui, appoggiando le proprie mani sulle sue. Socchiude le labbra per rispondere, ma rimane in silenzio.
‹‹A me puoi dirlo. Sono grande. La maestra dice che fra qualche anno diventerò più alto di lei, sai?›› la incoraggia Sinn, raddrizzando le spalle. Annie ride.
‹‹È papà? Ha detto qualcosa di divertente?›› continua il bambino. La risata di Annie si affievolisce.
Sinn si agita sulla sabbia, a disagio. Ha detto qualcosa che non doveva dire?
Si domanda se debba scusarsi, ma la madre lo precede. ‹‹La maestra ti ha detto che sei molto intelligente, oltre a essere alto?›› gli domanda. Sul suo viso è dipinta un’espressione che Sinn non riesce a leggere. C’è amore, questo sa distinguerlo. Ma anche qualcosa simile alla tristezza che però non è esattamente tristezza. Come se un fantasma di tempi felici troppo lontani nel tempo fosse tornato a tormentarla.
Annie avvicina le labbra al suo orecchio, come per confidargli un segreto
‹‹Sì. È papà. È sempre stato divertente, sai?›› sussurra. ‹‹Proprio come te.››
Sinn scuote la testa. ‹‹No, lui di più.››
Annie gli rivolge un’occhiata interrogativa.
‹‹Ti fa ridere anche se non c’è›› spiega il bambino.
La donna affonda di nuovo lo sguardo fra le onde, ma non si allontana. Abbraccia il viso morbido di suo figlio con ogni pensiero, aggrappandosi con la mente alle sue dita morbide.
Pensava di aver perso l’ancora che le impediva di essere trascinata al largo dalla corrente violenta dei suoi pensieri, ma si sbagliava: un’altra ancora, salda come roccia, le è stata donata.
“No, Sinn. Lui c’è”, pensa.“E vive in te.”
 
 
 
Note:
Dovevo assolutamente scrivere qualcosa sul mio headcanon con cui sono andata in fissa, secondo cui prima della morte di Finnick Annie ridesse pensando a momenti felici della sua infanzia per sfuggire ai ricordi traumatici dei giochi, mentre dopo la sua morte a farla ridere sono le battute spiritose di Finnick che lei ancora sente.
Sì, mi sono distrutta il cuore da sola con le mie stesse mani con questo headcanon, per la cronaca.
Oh, e sappiate che io ho un’ansia spaventosa a scrivere sui bambini: già mi terrorizzano nella vita reale, figuriamoci qui XD Ma questa storia continuava a saltellarmi in testa e sapevo che non sarei riuscita a scrivere nient’altro prima di mettere per iscritto questa, quindi…
È la prima volta che scrivo del figlio di Finnick e Annie, anche se ho deciso di essermi affezionata a lui (il che è incredibile, causa sopracitato terrore dei bambini). Ovviamente, il nome Sinn gli è stato attribuito da me arbitrariamente, e ho deciso che questo nome mi piace un sacco.

 
 
 
   
 
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