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Autore: Miky Horan    18/12/2014    0 recensioni
Ora è qui, in casa mia. Mi costa ammettere che mi piace, mi costa cedere al mio orgoglio. Non ho mai ammesso nulla. Ho sempre avuto ragione su tutto. Ma non su di lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 Dicembre. Ecco da quando era iniziato il mio incubo. Esattamente un anno prima era finita la mia pace! Quando avevo accettato di andare allo stadio con la compagnia di amici della mia migliore amica. Errore perdonabile da non ripetere!
Eravamo andati a vedere una partita di calcio in uno stadio fuori città. Le grida dei tifosi erano insopportabili e a stento riuscivo a sentire quello che gli altri a volte mi dicevano.
Alla fine del primo tempo eravamo rimasti seduti ai nostri posti mentre le persone attorno a noi si alzavano per andare a prendere cibo e bibite. Stavamo discutendo sul possibile esito della partita ed io ero l'unica convinta che la squadra avversaria avrebbe vinto, non intendendomene di calcio andavo a naso basandomi sulla modalità di attacco e difesa dei giocatori subendomi le critiche e le offese degli altri. In particolare Louis era molto aggressivo, cosa così fastidiosa che avrei voluto mollargli uno schiaffo. Faceva il saputello solo perchè giocava a quell'inutile sport da quando era bambino. Alla fine gli unici a litigare sul risultato eravamo io e lui mentre gli altri divertiti assistevano alla scena prendendoci in giro e paragondandoci ad una coppia sposata in piena discussione.
Quanto li detestavo quando facevano così. Anche a Louis sembrava dessero fastidio quei commenti infatti fulminava chiunque pronunciasse una frase del genere. La situazione tra me e lui stava degenerando così due dei nostri amici si misero tra noi per separarci prima che potesse accadere di peggio.
- basta voi due! Non potete risolverla con calma e serenità anziché azzannarvi?
- con lui è impossibile ragionare, Joel- dissi fulminando Louis con lo sguardo
- ve la risolviamo noi! Fate una scommessa così la chiudiamo qui!
- che tipo di scommessa?- chiesi
- Se vince la nostra squadra, tu chiederai scusa a Louis!
- e se vince la squadra avversaria?- ringhiò.
- devi baciarla- sbarrai gli occhi.
- non se ne parla nemmeno, io le sue labbra non le voglio neanche vedere!- urlai arrabbiata ancora di più.
- siamo la maggioranza!
- vi uccido alla fine di questa partita- dissi tra i denti. Quanto li odiavo. Louis non aveva detto nulla, non aveva nemmeno opposto resistenza. Ma che problemi aveva pure lui?

Il secondo tempo ricominciò. La squadra avversaria era sotto di due punti. Tirai un sospiro di sollevio.
Mancavano tre minuti alla fine ed eravamo in pareggio. L'ansia cresceva. Un giocatore della squadra avversaria prese possesso della palla ed iniziò a correre verso la porta.
-non fare goal ti prego, non fare goal!- sussurrai a bassa voce.
Il giocatore entrò nell'aria di rigore e calciò la palla. Vidi la scena a rallentatore: la palla calciata entrò in porta nonostante l'intento del portiere per pararla.Metà stadio impazzì di grida e urla. I miei occhi rimasero spalancati e la mia bocca socchiusa. Mi voltai verso i miei amici intenti a ridere.
- una scommessa è una scommessa!
- scommessa niente. Avete fatto tutto voi!
- abbiamo deciso per voi!- la rabbia mi ribolliva nel sangue, volevo andarmene!
- mi dispiace solo per l'atmosfera poco romantica!- disse Joel ridendo.
- ma davvero deve baciarmi?- implorai un 'no' con lo sguardo.
- si!- sbuffai.
- no sentite voi avete problemi seri io me ne vado!- Louis fece per uscire ma un suo amico lo fermò.
- se non accetti la scommesso devi fare una penitenza: corteggiare la prof di storia- Louis diventò verde. Per un momento sembrava dovesse vomitare.
- che schifo- disse.
- allora su.. bacio! bacio! bacio!- iniziarono ad urlare mentre le persone attorno a noi si voltarono. Sentii il viso infuocarsi per la vergogna. Louis si avvicinò.
- Tomlinson.. non un bacio così alla leggera
- che intendi?- chiese Louis sperando che non intendesse ciò che stava pensando
- hai capito! Tanto so che sogni di farlo da quando l'hai vista- disse l'altro. Louis imprecò e tornò a guardarmi. Io ormai ero impassibile, aspettavo che questa cosa finisse per tornare a casa e lavarmi la bocca per poi tornare alla mia vita.
-TRemante la mano di Louis si posò tra il mio collo e la mia guancia, avvicinò il mio viso al suo e le sue labbra baciarono le mie. Sentivo l'imbarazzo nascosto nei suoi gesti mentre, lentamente, muoveva le sue labbra modellandole con le mie. Una scarica di brividi mi percorse il corpo facendomi sussultare. La mia mano si posò sul suo petto facendo contrarre i suoi muscoli mentre le urla e i fischi attorno a noi rimbombavano lontani. Le sue labbra sis taccarono di qualche millimetro riprendendo fiato. Nessuno si accorse di quella mancanza di contatto. Si riposarono sulle mie. Le mie dita strinsero appena il tessuto del suo maglione mentre il suo pollice caldo sulla mia guancia mi accarezzava dolcemente la pelle fredda.
- basta o vi consumerete- ci urlarono contro i nostri amici riportandoci alla realtà.
Louis si staccò di scatto rompendo la strana atmosfera che si era creata
* fine flashback*
Da quel momento la mia relazione con lui è cambiata. Ogni volta che parliamo cerchiamo di stroncare il discorso evitando qualsiasi qualsiasi contatto visivo. Le nostre discussioni sono calate improvvisamente, evitiamo di parlarci per non creare imarazzo. I soui amici sono preoccupati per lui tantìè che ogni venerdì sera lo portano in discoteca. Non so come questa possa essere una cura,  ma non è affar mio.

- ragazzi dato che è natale, farete un progetto- la prof di storia consegna ad ognuno un foglio
- cercate le origini dela festa di natale, scegliete una nazione e descrivete come festeggiano il natale, i piatti tipici eccetera. Tutto questo lo farete a coppie- un brusio si leva nell'aula.
- ma le coppie le faccio io, sorteggiando- continua. Sbianco mentre i miei compagni si lamentano. Estrae il primo bigliettino e inizia a formare le coppie. Mi volto e vedo Louis intento a guardarmi. Appena si accorge di me distoglie lo sguardo. La prof estrae ancora e legge i numeri. Non c'è il mio. E mancano solo gue bigliettini. Louis non è stato sorteggiato. Mi sento mancare.
- bene voi due che siete rimasti da soli lavorate insieme- indica me e Louis che non emette fiato.
- da me o da te?- chiedo a Louis quando la lezione è finita.
- da me.- dice con tono scocciato.
- quando?- sbuffa.
- alle 4, oggi- risponde ancora senza guardarmi.
- ok, ciao- inutile perdere tempo con uno che risponde in quel modo!

Alle quattro esco di casa, prendo la metro e dopo dieci minuti sono davanti a casa sua. Suono. Mi apre Louis.
- sei in ritardo!
- ciao anche a te, Tommo- si volta di scatto.
- non chiamarmi così!
- ti sei alzato con la luna storta?- mi fulmina con lo sguardo. Mentre lo seguo per arrivare a quella che mi sembra la cucina, intravedo in salotto un albero di natale. Ma è decorato metà in un modo e metà in un altro.
- perchè hai l'albero diviso a metà?- chiedo.
- perchè le mie sorelle non sanno fare un albero in modo guardabile infatti la parte più bella è la mia!
- veramente se questa è la tua parte è proprio brutta!- tolgo due palline da un ramo.
- per esempio queste non le puoi mettere qui. Copri le luci e l'albero in questo lato è poco luminoso- mi strappa le palline di mano e le rimette dov'erano.
- sei insopportabile quando fai così! Cercavo solo di darti qualche consiglio!
- non mi servono.
- e neanche quegli addobbi vanno messi così, non seguono un ordine, sono messi a caso.
- è così che si fa un albero
- ma devi creare armonia! Non puoi mettere insieme palline gialle con campanelle blu e festoni rosa!- sbuffa. Prende in mano due palline e le inverte.
- contenta ora?
- sei odioso!
- e tu insopportabile!
- egoista!
- sanguisuga!
- scemo!
- presuntuosa!
- non sono presuntuosa, sto solo cercando di dtarti consigli ma è da stamattina che sei intrattabile!
- allora perchè sei qui se sono così insopportabile?- alza il tono della voce
- perchè dobbiamo fare un compito e se non lo facciamo prendiamo un brutto voto! Se vuoi prenderlo accomodati, ma allora torno a casa mia e me lo faccio da sola!- mi volto ma mentre sto per prendere lo zaino la sua mano afferra il mio braccio facendomi voltare. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi color ghiaccio. Osservo le sue labbra sottili e mi torna in mente quel bacio. Le dischiude e si avvicina.
- se fa così schifo il mio albero allora aiutami a rifarlo- sussurra quasi con aria di sfida. Mi lascia il braccio e rimango immobile incapace di capire perchè il mio cervello ha immaginato che mi avrebbe baciato.
- hai intenzione di rimanere lì?- mi scrollo dai miei pensieri, mi tolgo la giacca e mi avvicino a Louis intento a togliere qualche addobbo dalla sua parte di albero.
Osservo le palline e i rami un paio di volte per capire come posizionarle perchè si intonino alle luci e alle altre decorazioni. Prendo un festone e faccio per posarlo su alcuni rami ma Louis me lo strappa.
- questo non lo metti lì! Lo devi nascondere, è rosa, è orribile!- me lo riprendo.
- mi lasci fare un attimo?- lo posiziono sui rami poi appendo due palline bianche vicino.
- no no cosa fai?!?
- me ne vado, Louis- sbuffa
- ok ok- fa per voltarsi ma urta l'albero. Una pallina di plastica gli cade in testa . Scoppio a ridere guardando la sua espressione omicida verso quell'oggetto rosso.
- non ridere!
- vestiti da babbo natale intanto che ci sei!- gli avvolgo un festone addosso e gli metto in testa un cappello natalizio. Ride appena.
- oh oh oh- dice imitando una voce profonda. Scoppio a ridere. Mi guarda negli occhi poi da sorridente torna serio mentre la mia risata si affievolisce. Il mio sguardo si posa sulle sue labbra rosse e sottili. Si avvicina appena di qualche centimetro facendo scivolare per terra il festone e il cappello. Muovo involontariamente un passo verso di lui.
Realizzo solo ora che da quel giorno allo stadio la mia voglia di assaporare le sue labbra non mi ha mai abbandonato, che il contatto con il suo pollice e la mia pelle non mi ha lasciato indifferente, che le sue labbra sono così invitanti, così morbide e calde. Realizzo che mi piace Louis.
Non può essere, non l'ho mai sopportato da quando l'ho conosciuto e ora basta un bacio per mandare all'aria tutto.
Louis si avvicina ancora un po' ma ad un tratto si blocca, mi guarda tra il sorpreso e il pensieroso poi si volta di scatto continuando a fare l'albero.
Prendo due palline e le posiziono sui rami cercando di fare respiri profondi e non dare a vedere la mia agitazione. Copro il filo di luci con il festone rosa ma Louis me lo prende.
- ti ho detto che è vecchio e brutto!- lo riprendo ma Louis cerca di strapparmelo. Mi volto dandogli le spalle per tenerlo al sicuro. Riesce a prenderne un lembo e inizia a tirare.
- Louis lo rompi così!- urlo cercando di divincolarmi da lui.
- non mi importa dammelo!- mi volto e lo spingo appena ma lui non arretra. Riesco s trapparglielo di mano e corro in cucina con lui dietro. Faccio il giro del tavolo e torno in sala. Non sento i suoi passi dietro di me. Mi fermo.
- Louis sei un bambino se pensi di nasconderti così!

LOUIS' POV
Cerco di regolarizzare il respiro. Nascosto dietro all'arco che separa la cucina dal salotto, la vedo mentre, con il festone in mano, mi cerca muovendosi con cautela aspettandosi una mia improvvisa comparsa. Ho rischiato due volte di cedere oggi, di allungarmi verso di lei e baciarla. Mi sono sempre convinto che fosse solo attrazione fisica come con tutte le ragazze e cheerleader con cui sono stato al venerdì sera. Ma ora capisco perchè, quando quelle ragazze cercavano di andare oltre, io mi alzavo e me ne andavo. Da quel 14 dicembre i miei amici mi portavano in discoteca. Magari ci scappava un bacio con qualche ragazza mai vista prima. Ma mai ho provato le stesse sensazioni, gli stessi brividi di quando ho baciato lei. E ora è qui. In casa mia. Mi costa ammettere che mi piace, mi costa cedere al mio orgoglio. Non ho mai ammesso nulla, ho sempre avuto ragione su tutto. Ma non su di lei.
La osservo sedersi sul divano, guardare il festone, alzarsi e posarlo sui rami. Si sistema i jeans e la felpa guardando le palline per tella. Ma non le prende, viene attratta da una mia foto appesa alla parete. La guarda e sorride.
-Louis- mi chiama. Non rispondo. La sento sospirare. Prende la giacca. Si infila una manica. L'altra. Sistema il cappuccio.
-Louis io vado!- aspetta qualche secondo poi si volta e cerca lo zaino. Lo trova. Lo chiude.
Sto davvero lasciando che se ne vada? Mi avvicino mentre si alza. Cosa mi costa ammettere che per una volta ho torto? Cosa mi costa dire un 'scusami'?
Fa per prendere lo zaino ma le prendo il braccio facendola sussultare. Si volta e mi vede. Fa per dire qualcosa ma la mia mano la tira verso di me. La bacio. Stavolta per mia scelta. Le lascio il braccio accarezzandole la guancia. Risponde al bacio, muovendo le labbra. Mi stacco e riprendo fiato.
- scusami!- sussurro. Mi sorride guardandomi negli occhi poi mi bacia di nuovo lasciando che le scuse vengano dette con i gesti. Mi stacco e l'abbraccio avvolgendo le mie braccia attorno al suo corpo da sotto la giacca per stringela meglio. Le sue braccia si serrano attorno al mio collo. La sento inspirare.
- mi era mancato il tuo profumo!- sussurra posando la guancia sulla mia spalla. Scioglie l'abbraccio. Le bacio la guancia e lei sorride facendo piegare le mie labbra insieme alla sua pelle.
- mi fai il solletico- allude alla mia barba.
- mi devo radere per poterti baciare?- scrolla la testa ridendo appena.
- sei stupendo anche così!
Passa qualche secondo.
- facciamo l'albero?- le chiedo.
Quando mi sorride l'ennesima volta capisco che il mio orgoglio non ha mai sempre ragione!
  
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