Capitolo 1
Carsalya

Centrai l'arco in un punto definito, poi tirai la freccia, presi in pieno un bode, un animale tutto corna e niente cervello, tre volte il mio peso, 5 volte la mia altezza. Iridi viola e muso lungo, pelliccia blu come uno dei trenta satelliti di Carsalya , Ameno, unico tra tutti che illumina da miliardi di anni il nostro pianeta.
"Alamah, mangia, è cibo sano, fresco cacciato, ancora più buono" Dissi alla piccola Alamah, mia sorella, seconda figlia del re di Zinngah. Uscimmo dal bosco e ci incamminammo verso il villaggio di Zinngah, mentre ci aspettava il rito sacro della sera.
Ballavo i tipichi passi del rito mentre i Nalanà suonavano a ritmo e cantavano. Amavo il rito della sera, tutto il villaggio attendeva il ritorno della sera, appena Ameno cala all'orizzonte e lascia il posto ad Inghir. 
"Rara gamish papul" Dissi al re, mio padre, tradotto in "Buona sera padre".  "Rara gamish mamul" Salutai anche mia madre, regina di Zinngah. Mi incinai dinanzi a loro e insieme sedemmo al banchetto reale per la cena. Il bode era cotto a puntino e stendeva sul grande vassoio, questo era costruito grazie ai vari rametti, raccolti dai vari servi, intersecati tra loro in un arte tradizionale e unica. 
"Tutto il villaggio parla di un'invasione da parte di un altro pianeta, ancora non si è stato capito quale, ma Lex prevede questo, e Lex non sbaglia mai le sue previsioni. Non abbiamo le giuste armi per combattere e in seguito sconfiggere questi alieni." Dissi apertamente, aspettando una risposta dai miei genitori. "Grhama, abbiamo sconfitto tanti alieni che provenivano da altri pianeti, abbiamo sconfitto i nostri vicini-villaggi, come potremo perdere anche questa battaglia? Abbiamo un esercito molto potente, capace di distruggere qualsiasi cosa pericolosa per la vita dei nostri abitanti Zinngahriahni, per una maledetta volta, sii ottimista e non pensare sempre al peggio. Anche io voglio la sicurezza del nostro popolo, ma mi fido della nostra squadra, e grazie alle loro e alle nostre forze, ce la faremo" Termino Re Camher. Era sempre molto ottimista nei confronti del nostro popolo, riusciva a superare qualsiasi cosa e lo faceva col sorriso sulle labbra. "Falad" Mi alzai e camminai verso la mia tenda insieme a Piciu. Accarezzai la sua pelliccia e lo appoggiai sulla mia spalla nuda mentre dormiva pesantemente. "Sei un procione dormiglione" Sussurrai tra me e me rifrendomi a Piciu, poi lo feci stendere nella sua piccola dimora accanto alla mia amaca.

"GRHAMA, GRHAMA, SVEGLIATI" Urlò Alamah scuotendomi violentemente "Fuori la tenda c'è Ytry" Finii "Alamah si chiama Etry e digli che è presto, Ameno ancora deve sorgere" Dissi in uno stato di dormi-veglia. "Grhama, Ameno è già in alto da un paio di soli, è tardi"
"Rara minish Etry" Lo salutai portando le mani alle clavicole, saluto tradizionale verso i futuri eredi al trono. "Rara minish Grhama" Ricambiò il saluto portando anch'egli le mani alle clavicole. "Abbiamo trovato tracce di cellule, palesemente estranee a Carsalya" Disse durante la passeggiata mattutina verso il bosco. "Quindi?" Domandai confusa mentre setacciavo la zona fiutando per bene l'aria di mattina. "Stanno venendo" Concluse.




Angolo autrice
Ciao a tutti ragazzi, spero che questo fantasy vi piaccia, so che è scorto, ma ho voluto come avvisarvi di questa nuova storia completamente originale e inventata da me, spero davvero che vi piaccia. 
Alla prossima, Federica.