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Autore: _ Arya _    19/12/2014    12 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Accident


Siamo chirurghi, ogni giorno salviamo vite, e altrettante ne perdiamo. È bello dire ad una madre “L'intervento è andato bene, suo figlio si riprenderà presto”, allo stesso modo in cui è dura annunciare una morte, o una data di scadenza.
Facciamo il nostro lavoro perché ci eccita, ci da' la carica: restituire vite è la nostra vita, il nostro ossigeno.

-Emma, hai una faccia.
-Grazie Neal. Ma ero assegnata a mia madre, e mi ha dato il compito di vegliare su una sua post operatoria... Alice. Una bambina di tre anni, operata al fegato. Avevo paura di dormire...- presi il caffé che mi porse e lo mandai giù tutto d'un fiato.
-Mh, la Blanchard sarà orgogliosa di te allora...
-Già. Anche se non sarò io la prossima pediatra della famiglia...
-Tu sei fatta per la traumatologia... se ne farà una ragione.
Annuii e presi un altro caffé: avrei anche potuto dormire un po', la giornata sembrava tranquilla, ma ma allo Storybrooke Hospital non si poteva mai sapere.
-E... con August come va?
-Oh lascia perdere!- tagliai corto -E' una storia finita. Chiusa. Si è portato a letto Ruby. E il tradimento non è una cosa che perdono.
Ero stata fidanzata per due anni con lo strutturato in neurochirurgia, August Wayne, finché non si era portato a letto la sua specializzanda del secondo anno, dopo un litigio.
Un litigio che mi aveva fatta stare male, così ero andata a casa sua per cercare di chiarire... e invece avevo trovato Ruby nel suo letto.
Aveva cercato di scusarsi, di farmi capire che erano stati i bicchieri di troppo a fargli commettere quella sciocchezza, ma non l'avevo voluto ascoltare. Non l'avrei mai perdonato.
Avevo perdonato Neal, che mi aveva messa incinta a 18 anni ed era scappato: con lui però era diverso, non sapeva nulla del bambino. Era semplicemente sparito con suo padre, senza dirmi niente, senza lasciarmi un numero o un messaggio. Una volta ritrovatici all'ospedale a lavorare insieme, però, gli avevo detto la verità, e da allora mi aveva aiutato con Henry, che ora aveva 10 anni. Aveva meritato il mio perdono.
Feci per stiracchiarmi, quando il mio cerca persone iniziò a squillare. Lo stesso fu con quello di Neal, e vari altri in quella sala.
Ci guardammo un attimo e scattammo in piedi, per raggiungere Blue che era appena entrata.
-C'è stato un grande incidente, una nave da crociera si è scontrata con un ferry boat nella nebbia, ci sono feriti gravi! Dovete andare a prestare soccorso anche sul posto. Swan, Cassidy, Mills, e piccola Arendelle, voi verrete con me e coi dottori Nolan e Glass. Veloci!

Ci dividemmo su due ambulanze increduli: un ferry boat urtato da una nave enorme, chissà quanti morti ci sarebbero stati... sperai che avremmo potuto salvare più persone possibile.
-Emma, secondo te ci saranno bambini? Oh è così triste, non voglio bambini morti!- si lamentò Anna, la mia sorellastra più piccola. Lei sarebbe stata la pediatra ideale, almeno la mamma avrebbe avuto qualche soddisfazione.
-E' possibile, ci saranno state famiglie... ma Anna, non ti agitare.- le presi una mano nel tentativo di rassicurarla.

Anche se da rassicurarsi c'era ben poco: quando scendemmo c'era il delirio più totale.
Rimasi a bocca aperta: il ferry boat era in fiamme, i vigili del fuoco non avevano ancora finito. Era coloro legno, sembrava antico, e riportava un'insegna ammaccata: “Jolly Roger”.
C'erano già una decina di ambulanze, elicotteri, e paramedici che cercavano di prestare soccorso dove possibile. Il caos.
Blue ci fece sparpagliare dandoci l'ordine di aiutare chi potevamo.
Corsi verso una coppia di ragazzi stesi su delle barelle, e controllai le loro condizioni dato che erano stati lasciati a sé stessi.
Sistemai le mascherine per l'ossigeno e dopo essermi accertata che le ferite fossero superficiali li affidai ai paramedici.
Continuai ad aiutare ovunque servisse, senza rendermi conto del tempo che passava, poi salii sul molo per cercare eventuali feriti non ancora soccorsi.
Feci per scendere le scale, c'erano delle persone schiacciate da un palo, ma avrebbe potuto esserci qualcuno ancora vivo.
-Ehi, non è sicura questa parte del molo, non può scendere- fece un poliziotto bloccandomi per un braccio.
-Devo andare a controllare, è il mio lavoro.
Riuscii a scrollarmelo di dosso, e nonostante fossi esausta, sporca e sudata riuscii a scendere.
Mi chinai a controllare il polso di una donna e quello di una bambina, ma niente da fare. Erano morte. Facendo attenzione a non inciampare andai avanti, e ancora niente. Tutti morti, tutti schiacciati da quell'enorme palo di ferro.

Crollai a sedere esausta, mi sentivo inutile. Tante persone avevano preso la Jolly Roger con gioia, e ora avrebbero dovuto essere in vacanza, magari a giocare coi figli sulla spiaggia. E invece erano quasi tutti feriti, e gli altri morti. Feci per rialzarmi e tornare ad aiutare dove potevo, quando sentii un lamento.
-Chi c'è!- esclamai, non riuscendo a capire da dove venisse.
Poi lo vidi, quasi in fondo al molo; il corpo di un uomo, schiacciato sul torace da una trave di legno che sembrava piuttosto pesante. Eppure era vivo.
Mi avvicinai a lui e cercai di tirare su la trave, ma con scarso successo.
-Tranquillo, vado a chiamare aiuto. Non la lascio morire...- tentai di rassicurarlo, ma questo mi afferrò la mano.
-Per favore... non... non...- non riuscì a finire la frase, e vidi una fitta di dolore attraversargli lo sguardo.
-Va bene. Non la lascio.
-Sono Jones... Killian. Killian Jones. Sono il timoniere...- bofonchiò, mentre insistevo nel cercare di tirare via la trave.
-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu. Erano meravigliosi, e così sofferenti che mi diedero le forze per liberarlo da quell'enorme peso, prima che gli succhiasse via la vita.
Ma l'impatto fu così forte che non riuscii a mantenere l'equilibrio e un attimo dopo mi sentii precipitare nel vuoto.
E poi nell'acqua gelida.
-Emma!- sentii gridare Killian Jones.


















Angolo dell'autrice:
Ok, credo di essere pazza. Sono le tre di notte ormai, e mi è venuta in mente quest'idea assurda per la fan fiction.
Se qualcuno segue/seguiva Grey's Anatomy, noterà che ho preso spunto dalla serie, in particolare da un episodio della terza stagione.
Non so se l'idea piacerà, ma visto che ho scritto ho deciso di postare... non penso durerà molti capitoli, perché è praticamente un'idea nuova che non so bene come svilupperò... (in attesa di trovare l'idea per l'ultimo capitolo per il CaptainSwan spelling, mi vengono queste idee assurde, sì) 

 

   
 
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