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Autore: Monoi    19/12/2014    3 recensioni
"Anche io volevo bene a Candy, tutti noi le volevamo bene... perchè in questa giornata lui non vuole mai dividere il suo dolore con noi?" - 1922. Sono passati sei anni da quando Candy ha perso la vita in un terribile incidente ferroviario di ritorno da Rockstown. La grande famiglia degli affetti di Candy si ritrova per ricordarla alla Casa di Pony. Tra il dolore di chi l’ha amata fioriscono silenzi, rancori e misteri inconfessabili.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Neal Leagan, Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nel silenzio della piccola cappella della Casa di Pony una folata di vento primaverile fece entrare  all'improvviso le grida dei bambini mescolate al profumo dei fiori. Come ogni anno, Miss Pony e Suor Maria avevano organizzato quella piccola celebrazione in ricordo della loro piccola Candy, morta un triste giorno di febbraio di sei anni prima. Tutti i presenti pensarono di nuovo a quanto erano state sensibili le due donne a ricordare Candy il giorno della sua nascita, piuttosto che della sua morte.

Al suono delle risate infantili, qualcuno si irritò per la mancanza di rispetto. Annie, seduta tra Miss Pony e Suor Maria, sorrise. Quelle grida erano le stesse che lanciavano lei e Candy da bambine... Tra le lacrime addolorate che non era riuscita a trattenere durante i primi minuti, alzò il volto, cercando con lo sguardo gli occhi di Tom, seduto qualche fila piú indietro.  Il viso abbronzato del giovane uomo era impassibile e serio, seduto di fianco al padre, ma la vista degli occhi lucidi di Annie, il suo timido sorriso, le grida dei bambini smossero qualcosa nel solido cuore di Tom, che sentì una sorta di bruciore al naso, agli occhi... fu un attimo, un sorriso fugace si fece strada in risposta allo sguardo di Annie, e tanti ricordi invasero la sua mente.

Qualcuno tossicchiò sommessamente, per riportarli volutamente all'ordine. Annie si voltò, abbassando di nuovo la testa, senza poter fare a meno di pensare che ogni qualvolta pensava alla sua Candy, cominciava a comportarsi come lei, con spontaneità e senza pensare all'etichetta. Quanto le mancava. Nonostante le varie  separazioni, erano state insieme per la maggior parte della loro vita, ma da ormai cinque lunghi anni il destino aveva diviso definitivamente le loro strade. E Candy non aveva mai vissuto né la fine della guerra, nè il grande successo ottenuto nei teatri da Terence, non aveva visto Patty studiare e laurearsi, non aveva potuto partecipare alla sua festa di fidanzamento con Archie... Aveva pensato a lei, quel giorno. Pronta per scendere, si era guardata allo specchio, chiedendosi se mancava qualcosa.

Era Candy, il suo affetto, il suo sorriso che era mancato quel giorno. Candy se n’era andata, ed era rimasta per sempre l'adolescente che si affacciava alla vita con tanti sorrisi e qualche lacrima. Chissà come sarebbe stata ora, se fosse stata ancora viva. Ogni volta che notava un piccolo cambiamento su di sè portato del tempo, Annie pensava a come avrebbe potuto cambiare Candy, a come avrebbe potuto crescere e diventare una donna insieme a lei.

Chissà come sarebbe stata la sua vita. Forse a quest'ora sarebbe stata fidanzata anche lei, chi lo sa... Magari con Terry, o con Albert... O per meglio dire, William Andrew. Sarebbe stata invitata anche lei al grande ricevimento che si sarebbe tenuto quella sera nel palazzo del governatore, la festa che aveva indetto in onore di Madame Volkonskaja, la vedova russa che in quei giorni era in visita per la prima volta a Chicago.

Sarebbero andate insieme a quel ricevimento, anche se a Candy non piacevano le feste. Ci sarebbe stata lei per ridere e scherzare, e non sarebbe stata obbligata a passare la serata con Iriza e la sua nuova amica del cuore Emily...

Dall'altra fila di banchi della piccola cappella, Archie osservò gli occhi bagnati di lacrime della sua fidanzata. Nonostante fossero passati sei anni, ancora non riusciva a rassegnarsi. Perdere Stear e Candy a pochi mesi di distanza era stato un brutto colpo per entrambi. Chiuse gli occhi,  ricordando  quel giorno.

*******

Il giorno in cui all'improvviso George era arrivato a palazzo Andrew ed aveva chiesto di parlare immediatamente con Zia Elroy, che aveva lasciato i nipoti da soli nella sala del tè. Qualcosa di grave era accaduto.

"Sarà morto lo Zio William?" Aveva detto Iriza con un sorriso.

Archie non l'aveva degnata di una riposta. Ancora gli capitava di piangere, da solo la notte, quando pensava a suo fratello.

"Signorino Archibald, vostra zia desidera parlare con voi" George in persona era entrato a chiamarlo. La Zia lo attendeva nel suo salottino privato, pallida e agitata.

"Si tratta di Candice..."

"Candy? Che le è successo?" La zia esitava. Era chiaro che cercava le parole migliori per comunicar gli qualcosa di grave. Archie sapeva che Candy era partita un mese prima, all'improvviso, alla ricerca di Albert che se n'era andato da qualche mese. Non vedendo la tornare, lui e Annie avevano pensato che l'avesse trovato.  Chissà, forse si erano finalmente dichiarati e i due adesso vivevano felici e innamorati da qualche parte. Forse era questa la terribile notizia... Zio William cacciava Candy dalla famiglia perché era fuggita con un vagabondo!

"Archibald... suppongo che tu abbia letto quanto è accaduto a Wingermere. Tutti i giornali ne hanno parlato."

"Certo Zia, è stato il piu spaventoso incidente ferroviario mai accaduto, con un centinaio di morti. I giornali ne hanno parlato per settimane."

"Ecco figliolo...” il ticchettio dell’orologio da parete scandiva i secondi ed il coraggio di Zia Elroy. “.....Candice era su quel treno"

No. Non poteva essere. Di nuovo quella sensazione di gelo nel cuore. Non poteva essere successo qualcosa a Candy. Non ora.

"E....?" Aveva chiesto, deglutendo lentamente. Temeva le parole che sarebbero arrivate. La zia era visibilmente angosciata.

"È morta"

Il silenzio aveva seguito quelle parole. Archie era rimasto immobile, lo sguardo fisso sul volto distrutto della zia. Prima di piangere, prima che la sua mente registrasse il vuoto dolore di quella notizia, aveva pensato a Annie. Dentro di sè continuava a pensare che non fosse possibile. Gli sembrava di rivivere per l'ennesima volta lo stesso dolore. Ancora non aveva smesso di piangere per Stear...

"Immagino che siate sicuri di una notizia del genere..."

"Archibald, mi dispiace..." Aveva detto la zia, alzando le braccia verso di lui. Aveva accettato il suo abbraccio con una sorta di indifferenza, di indolenza. Aveva pianto talmente tante lacrime per Stear e prima ancora per Antony, che si sentiva vuoto. Non aveva più dolore dentro di sè, perché quello che doveva sopportare era troppo.

Aveva allontanato la zia con dolcezza, guardandola negli occhi. Continuava a ripetere che le dispiaceva. Erano lacrime sincere: per quando Candy non le fosse mai andata a genio, la zia era piuttosto scossa da quanto accaduto.

"Come l'avete saputo?"

"La polizia di Wingermere ci ha contattato perché una delle valigie delle vittime riportava il nome di Candy."

"La valigia... E... Lei?"

"Dall'incidente è passato un mese e le autorità hanno già provveduto alle esequie delle... salme" aveva risposto George, le cui parole formali non riuscivano a nascondore il tremolio della voce.

"Come in guerra, come in Europa... " Aveva sussurrato, chiudendo gli occhi da cui cominciavano a cadere le prime lacrime.

"Non vorrete dirmi che anche di Candy avremo una bara vuota!" sbottò, spalancando gli occhi all’improvviso.

"No Archibald. Io e vostro Zio William siamo stati a Wingermere. Una decina di persone non erano ancora state identificate. Una di loro era una giovane ragazza bionda, presumibilmente Candice".

"Presumibilmente?" Aveva chiesto con rabbia. George aveva abbassato lo sguardo, gli occhi lucidi.

"Vostro zio ha voluto far riesumare il cadavere della presunta Candice Andrew".

"E...?" Lo incalzó Archie.

"È poco carino da dire, ma era in avanzato stato di decomposizione. Ma si trattava di una donna bionda, con addosso uno dei vestiti che vostro zio le aveva regalato di recente"

 

   
 
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