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Autore: Blood Candy    19/12/2014    0 recensioni
Per il concorso "I giovani ricordano la shoah" il testo del video scritto da me.
Spero che vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un barcone di ricordi



È appena finita algebra, la tanto agoniata ultima ora è arrivata.
C'è un ora di pausa, poi devo andare a ripetizioni, anche se la voglia manca.
Dovrei iniziare a leggere questo libro che mi ha assegnato la prof, credo...tanto non c'è molto di meglio da fare.
“A molti individui o popoli può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico” quanto è vero.
È incredibile quanto possa essere attuale il passato, come possa essere ancora tutto così stupido, così insulso, così…così sbagliato.
“Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come un infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, non sta all'origine di un sistema di pensiero.”
Parlare del razzismo come di una malattia: mai paragone fu più azzeccato.
Eppure chi ne subisce, cos'è? È semplicemente la vittima di un idea sbagliata? Oppure è il martire di una guerra di menzogne e pregiudizi?
 
Ricordo quando mi diedero della ladra..
Ero piccola, non capii...cosa avevo fatto? Io non avevo rubato nulla.
Non mi sentii neppure triste, d'altronde non avevo colpe.
E ora? Ora sono abbastanza grande per capire, per sapere che spesso le parole generano ferite più profonde delle lame, ferite che non si rimarginano.
Meglio che continui a leggere, non voglio ricordare.
“Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il lager”
I brividi.
Sento i brividi.
È verso questo che stiamo andando? Verso il Lager? Verso lo sterminio?
Come si può credere che sia questa la soluzione?
È incredibile come delle parole stampate su carta a volte possano capire i tuoi pensieri meglio quasi di quanto tu possa fare, sembra una magia.
 
Primo capitolo: viaggio.
Parla del centro di smistamento dove stava Primo Levi, chissà se era simile a qua..
Lo immagino, seduto su questa panchina.
Immagino le donne affacciate a quelle finestre, i bambini che giocano, gli uomini che parlano, quasi tutti ignari del proprio destino.
Le case sono così alte, immagino che ci stesse tanta gente, tutti stipati là dentro... un po' come in quei diroccati palazzi di periferia, dove abitano i poveri, gli stranieri, da  cui tutti si tengono alla larga..
Uno di quei palazzi dove abito io.
Che siano quei palazzi i nuovi ghetti?
Vado avanti.
È bello questo libro, parla di cose così vicine, quasi tangibili.
Sembra di essere là.
La vedo la polizia, che entra nel ghetto, che porta via la gente, i bambini, gli anziani..
Le sento, la paura.
Le urla nel treno, il terrore, la disperazione.
Li sento, li sento forse anche perchè li ho vissuti..
E tutto torna come quel giorno, in quel barcone, non ce la faccio.
Chiudo gli occhi
 
Essere portati via da casa, io so cosa vuol dire.
Dover lasciare amici, compagni, parenti talvolta.
Dover sopperire alla mancanza in qualche modo.
Un pugno di terra che porta con se il profumo di casa, per non dimenticare chi si è.
Basta, sono stanca.
Stanca di ricordare.
Stanca di ragionare.
Stanca di provare a capire le loro idee prive di senso, i loro discorsi privi di argomenti.
E quando attaccano a parlare non sento più nulla,
Non voglio neppure la loro finta pietà. Il loro finto perbenismo, la loro finta bontà.
Lo so, lo so infondo che anche loro mi disprezzano, e non ha senso chiedersi il perchè.
La diversità spaventa, ecco tutto.
Spaventa quasi quanto la concorrenza.
Quante volte mi sono chiesto il perché dell'odio verso i Giudei? Sempre la stessa è la risposta:soldi.
Dietro gli allusori discorsi sulla razza, dietro a quello che mascherano con un “istinto primitivo”, ci sono i soldi.
Stessa è la ragione dell'odio verso noi immigrati, i soldi, ma questa volta è il contrario.
A spaventare non è più la concorrenza, infatti.
A spaventare talvolta è la povertà.
Quanto sporcano la vista della bellissima Venezia quei brutti palazzi? Bisogna nasconderli, toglierli, eliminarli, bisogna eliminare la povertà.
Con un pensiero così cosa c'è di meglio del Lager?
Basta, sono stanca.
   
 
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