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Autore: JonS    19/12/2014    2 recensioni
E così come ogni sera, il microfono si accende e racconto le mie storie; loro non sanno che le ho inventate solo per lei, per quella pelle liscia, per la sofferenza che la sua bellezza mi ha regalato, per le spine che questo amore ha legato intorno al mio cuore, che sento sanguinare e non riesco a fermare.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: La protagonista della mia storia, Penny, è frutto della mia mente contorta così come il contesto e l'ambiente in cui si svolge la storia. Jared e Shannon invece sono persone realmente esistenti e quanto scritto in questa storia non rappresenta il carattere e l'ambientazione reale dei due artisti.





*  

Non ho mai creduto in quello che faccio. Fingo, come da contratto, non sarei un buon attore se non facessi del mio meglio per dare spettacolo. 

Sono il giullare di questa corte e il popolo mi acclama. Questa folla si riversa su di me come un'amante in cerca di attenzioni e più vorace affetto mi buttano addosso, più mi vien voglia di mollare tutto e tornare indietro. 

 E così come ogni sera, il microfono si accende e racconto le mie storie; loro non sanno che le ho inventate solo per lei, per quella pelle liscia, per la sofferenza che la sua bellezza mi ha regalato, per le spine che questo amore ha legato intorno al mio cuore, che sento sanguinare e non riesco a fermare.  

E' già tardi quando inizia il concerto, la folla urla e poi si fa silenziosa, quando salgo sul palco. Cammino nella  penombra finché il faro non mi illumina: penso che stanotte chiunque potrà avere un pezzo della mia carne.  
Poggio le labbra al microfono, lentamente, quasi ne fossi spaventato, chiudo gli occhi e comincio la mia canzone e con essa ripercorro i momenti, ancora e ancora, minuto per minuto, tornando a quel giorno. 

 * 

Non importa quante volte 
mi hai detto che volevi andartene 
non importa quanti respiri hai fatto, 
continuavi a non poter respirare 
non importa quante notti sei rimasta distesa ben sveglia 
ascoltando il rumore della pioggia che scendeva 

 

 *
 

Respirare mi è difficile, ormai ho bisogno dell'ossigeno persino per rigirarmi nel letto, all'inizio nessuno pensava che potesse essere qualcosa di grave, solo un abbassamento di voce e si, capita a tutti i cantanti almeno una volta nella vita; a me è capitato a venticinque anni, nel bel mezzo di un concerto, mentre cantavo una canzone di quelle con gli acuti particolarmente complicati. C'è voluto un attimo perché tutti i giornali parlassero della stecca presa da Penny Wild, la cantante più in voga del momento.  
A Los Angeles giravano voci su un mio presunto abbassamento di voce, dovuto al consumo di alcolici e sigarette e benché fossi amante della prima delle due non ero solita toccare nulla di lontanamente vicino alla seconda. 

I miei vizi non avevano nulla a che fare con la perdita della mia voce, in cuor mio sapevo che il problema non era un'infiammazione ma che si prospettavano tempi duri per la mia carriera e per la mia salute. 

Il Giovedì ero solita ritrovarmi agli "alcolisti anonimi", il mio sponsor era un mio caro amico d'infanzia, Jared, anche lui sulla scena come me, forse anche meno famoso della sottoscritta. Inutile dire che il mio "ricovero" nel club degli alcolisti pentiti non fu poi così "anonimo", restare nell'ombra a Los Angeles era come cercare di trovare un ago in un pagliaio.  

Io e Jared eravamo soliti scrivere insieme le nostre canzoni, benché i generi che trattavamo fossero agli antipodi. Ricordo che dopo le riunioni agli alcolisti anonimi, ci rinchiudevamo in casa mia a bere aranciata raccontandoci aneddoti sui tour e sulla vita in generale. Jared a volte cantava a volte si limitava a guardarmi strimpellare la chitarra. Era bello vedere come ogni accordo si sposasse con l'atmosfera che creavamo insieme.  
 

* 

dove sei andata? 
dove sei andata 
dove sei andata? 
 

* 

Ricordo quella sera - un fine settimana senza concerti - Jared era venuto a casa mia, avevamo parlato del suo prossimo tour e del tempo che avremo passato lontano:  

"Sai già che finirò con il bere" gli dissi sarcastica.  

"Bene, allora è inutile che ti vieti di non farlo ora, non credi?" Fece lui tirando fuori dalla borsa due bottiglie di birra. Quello era diventato quasi un rito, rompere la mia astinenza per festeggiare l'inizio di un suo tour. 

"Sei un pessimo sponsor Jared, te ne rendi conto?" Dissi aprendomi la birra e dando un piccolo colpo con la bottiglia contro il fondo di quella di Jared. 

Restammo a parlare del più e del meno fintanto che non ci ritrovammo abbracciati a scambiarci baci, frasi sospirate e a scaldarci l'un l'altra con il calore dei nostri corpi nudi.  

"Non mi hai mai dedicato una canzone" Dissi, accoccolandomi sul suo petto che profumava di una fragranza fruttata.  

"Quando verrà il momento te ne scriverò una, e poi si sa, le più belle canzoni si scrivono con il cuore spezzato" Disse Jared sorridendo. Prese a carezzarmi la schiena, adoravo sentire le sue dita sulla pelle 

"Vorrà dire che un giorno di questi ti lascerò" dissi in tono allusivo. 

"Il lasciarsi prevede che due stiano insieme, e come sai Penny, noi siamo buoni amici, che ogni tanto fanno sesso"  

Mi sono sempre chiesta come gli uomini avessero la grande capacità di spezzare il cuore di una donna, con la facilità con cui strapperebbero un foglio di carta. Ma infondo volevo troppo bene a Jared per tenergli il muso.  

* 

Mentre i giorni passano, la notte si incendia 
dimmi, uccideresti per salvare una vita? 
dimmi, uccideresti per provare che hai ragione? 
schiantati, schiantati, lascia che bruci tutto 
questo uragano darà la caccia a noi tutti sotto terra 

 
*

 Qualche settimana più tardi, Jared partì per il tour e io andai a fare i primi accertamenti per scoprire la causa del mio malessere. Lo specialista, un certo dottor Xhao mi visitò in silenzio, nessuna battuta sul mio stato di super reginetta della musica rock e nessun accenno ad una possibile diagnosi. Rimasi a bocca aperta per un lungo lasso di tempo, mentre mi guardava dentro studiando le mie tonsille. Lastre e analisi ad ampio spettro seguirono nei giorni successivi.  

Tornai a casa e in pochi giorni il dottor Xhao mi convocò nel suo studio. 

"Temo di non avere buone notizie" Mi disse su due piedi e in tono serio. 

"Bene, mi dica, ho qualcosa incastrato in gola?" Risi. Ma la mia ilarità venne stroncata sul nascere. Il Dottor Xhao si mise a parlare in linguaggio medico, parole e frasi che difficilmente capivo, rimasi in silenzio per poi chiedergli di spiegarmi il tutto in modo che potessi capirlo. 

"Le abbiamo diagnosticato una paralisi progressiva delle corde vocali, dovuta ad un tumore in espansione circoscritto alla zona della laringe" il mondo sembrò vorticarmi intorno ad una velocità devastante. 

"Questo vuol dire che perderò la mia voce?" Gli chiesi. 

"Purtroppo, dalle analisi effettuate, abbiamo notato un estensione del tumore che sembra essere partito dal fegato. Potremo provare ad operarlo ma dubito che sopravvivrebbe all'intervento. " Tra me e il dottor Xhao cadde il gelo. 

"E dunque quanto mi resta?" Chiesi schietta. 

"Forse un mese" Disse lui tristemente. Lo ringraziai, lo salutai e uscì dallo studio, aprì il cellulare e scrissi a Jared.  

"Sembra che dovrai scrivere una canzone per me J." Spensi il telefono e mi diressi sulla costa e li resti finché non si fece sera. 

L'indomani tornai a casa e trovai Jared che mi aspettava in salotto – aveva le chiavi di casa ormai da anni – ci vollero pochi minuti per confessargli tutto, era sempre stato un ragazzo sensibile e le lacrime che gli solcavano il viso ne erano la prova. 

"Non puoi farmi questo!" Urlò lanciando una bottiglia vuota contro la libreria. 

"Jad, hai appena rovinato la libreria che mi hai regalato a Natale" 

"Fanculo la tua libreria, Penny! Dimmi cosa devo fare!" Mi prese le braccia, cingendole con le mani e guardandomi fissa negli occhi, in quel momento pensai che sarebbe stato bello rinascere in quell'oceano che era rinchiuso in quello sguardo di ghiaccio. 

"Ti porterò da un altro dottore, posso fare qualcosa, io devo fare qualcosa!" 

"Potresti dirmi che mi ami" Lo interruppi. 

"Cosa? Penny, ma cosa centra questo, adesso?" 

"Mi dirai che mi ami, così quando morirò avrai il cuore spezzato e dovrai dedicarmi una canzone" Gli sorrisi, ma Jared si limitò a restare a bocca aperta senza proferire parola.  

 * 

non importa quante volte sono morto 
non le dimenticherò mai 
non importa quante bugie vivo 
non le rimpiangerò mai 
c'è un incendio dentro questo cuore 
che sta per esplodere tra le fiamme  

*  

I giorni successivi segnarono il mio deperimento, non fui più in grado di deglutire, ne di respirare autonomamente.  
Jared annullò le tappe del concerto e rimase al mio capezzale. Ogni mattina mi portava la colazione a letto - dimenticandosi puntualmente che ero nutrita dalle flebo - e finiva con lo spazzolare il piatto che aveva assemblato con tanta cura. Passava ore a  parlami del più e del meno, diceva che non serviva che ridessi, che i miei occhi lo facevano al posto della mia bocca. Ogni giorno mi portava dei fiori e mi diceva che ero bella, che mi trovava più radiosa e vitale; mentiva, ma era un'attore e adoravo che le sue bugie fossero così ben studiate, anche se i suoi occhi tradivano le sue emozioni. Mi fece passare i più bei giorni della mia vita e quando sentì le forze abbandonarmi, restò lì a tenermi la mano. Ero alla fine quando mii tolsi il respiratore, in un ultimo gesto disperato. 

"Ti amo" Gli sussurrai. E i riflettori si spensero e la mia vita con loro. 

*

le promesse che ci siamo fatti non sono state abbastanza 
le preghiere che abbiamo fatto erano come una droga 
i segreti che abbiamo reso pubblici non furono mai scoperti 
l'amore che avevamo, l'amore che avevamo 
abbiamo dovuto lasciarlo andare 

.... 

.... 

Shannon mi guarda interrogatorio, non mi sono accorto che cantando ho lasciato che le mie emozioni venissero a galla, ed eccomi qui, due anni dopo, a cantare come ogni sera la stessa melodia. 

La canzone si interrompe prima del ritornello finale, non credo che qualcuno abbia capito cosa stia dicendo, sicuramente non le ragazze nella prima fila, che urlano e scalpitano ogni volta che mi avvicino a loro. 
Shannon e gli altri continuano a suonare aspettando che io gli dia l'attacco per eseguire l'ultimo ritornello, questo è il momento giusto, questa è la strofa esatta per dire quello che ho nel cuore. 

"Questa canzone ..." dico ansimando, dopotutto ho dato il meglio di me per questa performance, "… è dedicata a Penny, so che dovunque tu sia sarai felice di sapere che questa è solo tua e che ti amo, dal più profondo del mio cuore spezzato" 

Un cenno a Shannon, la canzone riprende, come ogni sera, uguale ad ogni concerto, tu sai che la canto solo per te. 

  .... 

.... 

dimmi, uccideresti per salvare una vita? 
dimmi, uccideresti per provare che hai ragione? 
schiantati, schiantati, lascia che bruci tutto 
questo uragano darà la caccia a noi tutti sotto terra 

... 

...   

 


Note Autrice: 
Come vedrete, questa storia è raccontata da due diverse persone: troviamo la voce narrante di Penny (in nero) e quella di Jared (in rosso) cui  è cromaticamente collegato il testo della canzone, questo perchè nella mia mente contorta immaginavo un pensieroso Jared intento cantare la sua canzone  intrecciata al racconto di Penny. Non credo di essere riuscita a spiegarmi, ma abbiate pietà di me, c'ho provato! :D
Questa storia partecipa al contest: 
 sul forum di EFP.

 
  
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