A Hug.
 
Nei giorni successivi alla morte di Sara, l’aria che si respirava nel rifugio non era certo delle migliori. Oliver aveva appena perso la donna che aveva amato e Felicity un’amica. Ed entrambi non si parlavano.
Roy non aveva avuto modo di conoscerla quanto gli altri due, ma capiva il dolore di una perdita, e il dovere, il volere, di ottenere una vendetta.
Roy aveva abbracciato Felicity, perché lei ne aveva bisogno, proprio in quel momento, quel giorno. Non Oliver, ma Roy. Quel Roy che si tormentava spesso dei suoi problemi, quel Roy che aveva capito che l’umiltà doveva far parte di un vigilante. Quel Roy che aveva imparato anche a non provare pietà.
Vedere la vulnerabilità di Felicity lo aveva aiutato, gli aveva permesso di avere un equilibrio. Anche lui aveva tratto beneficio da quell’abbraccio. In quel momento aveva saputo per cosa stava lottando, perché stava vivendo. Sapeva da dove prendere la sua forza: dall’amore. Dall’amore che provava per Felicity.
Lo teneva nascosto, però. Per il bene di Oliver, per il bene di Felicity, per il bene della squadra. Della sua famiglia.
Perché sapeva che i due si amavano e non potevano stare insieme.
Perché sapeva che se avesse rivelato i suoi sentimenti, quell’equilibrio che già era in bilico si sarebbe spezzato.