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Autore: Theyaremyworld    20/12/2014    2 recensioni
Niall non parlava,lei voleva che suo fratello ritornasse com'era prima.
Ed Harry poi, che rapporto strano che avevano.
Erano gli uomini più importanti della sua vita e se non ci fossero stati si sarebbe sentita abbandonata.
Daisy si portava decisamente un grande peso addosso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER 1. 


Schivare i rami degli alberi per terra, camminare ascoltando il cinguettio degli uccelli, ascoltare il silenzio della foresta, l'acqua del fiume che scivola lentamente, ed io che sto lì a guardare.
Credevo che la mia sanità mentale mi avrebbe lasciata da un momento all'altro, e invece era solo tutta la frustrazione portatami dietro negli anni.
Perciò camminare attraverso i sentieri nella piccola foresta del Connecticut mi sembrava la cosa più bella del mondo.
Nessuno che ti deride, niente genitori che si aspettano troppo da te solo perché tuo fratello non può.
Lui non può.
Sospiri che scappano via come se tutto il peso del mondo non ce l'avessi più tra le mani. Invece non è proprio così.
Quel peso rimane lì, concentrato su di me, e non vuole andare via. Non mi lascia in pace.
 
<< Dove sei stata, Daisy? >> Daisy.
Si, questo è il mio nome. Daisy Leslye Horan.
Mi tolsi giubbotto, sciarpa e cappello per appenderli al loro posto. Così come le scarpe.
Il caldo di casa era molto più accogliente del gelo che intrappolava le strade.
<< Ho fatto un giro >> dissi sedendomi sul piano della cucina facendo penzolare le gambe.
<< Papà torna tra poco, va a riempire la vasca >>
<< D'accordo >> scesi dalla mia postazione per salire le scale. Mi fermai un secondo, come ogni giorno ad osservarla.
Osservare mia madre che faceva avanti e indietro per la cucina preparando la cena.  Lei sapeva tenere tutto sotto controllo, anche nelle situazioni come la nostra. La ammiravo, davvero tanto.
Andai in bagno e riempii la vasca con acqua calda, papà avrebbe gradito.
Bussai alla camera di mio fratello. Era ancora rinchiuso lì dentro.
<< Niall, sono Daisy. >> Nessuna risposta.
L'avrei desiderata così tanto, ma non parlava. Si esprimeva a gesti o a piccoli suoni. Non voleva saperne.
 
<< Mi dispiace signora, ma suo figlio non collabora. Non crediamo che sia pazzo, non è da rinchiudere e potrebbe parlare perfettamente, ma non collabora. Mi dispiace >> le parole del dottore riecheggiano ancora nella mia mente. Di continuo.
Lui può, può farlo.
Non sapevamo cosa frenasse Niall dal parlare o comportarsi normalmente, non sapevamo niente di tutto quello che lo circondava.
 
<< Niall >> aprii piano la porta illuminando un po' la sua stanza.
Sempre steso sul letto, sempre su un fianco con gli occhi aperti e la mente chissà in quale parte oscura.
Mi avvicinai piano e mi sedetti vicino a lui.
 Gli accarezzai i capelli. A lui piaceva. Poi lo abbracciai e iniziai a cullarlo.
<< Parlami Niall.  L'hai già fatto una volta, puoi rifarlo. Io so che puoi. Ti prego Niall, parla. >>
Ma tutto quello che ricevetti in risposta fu un silenzio assordante.
Poco elegantemente tirai su con il naso e mi asciugai le lacrime come ogni sera.
Mi stesi accanto a lui continuando a piangere, perché altro non potevo fare.
<< Mmh >> mi fece aprire gli occhi mentre mi accarezzava il viso.
<< Cosa c'è, Niall? >> un altro mugolio fu tutto quello che sentii.
<< Dimmelo Niall, parla >> scosse la testa.  Sapevo cosa voleva. A modo suo me lo chiedeva tutte le sere.
<< Non te la darò vinta, Niall. Devi parlare >> iniziò a lasciarmi baci sulla fronte, sul naso, sulle guance.
Era il suo modo di supplicare. Ne aveva bisogno e non sapevo perché.
Iniziai di nuovo a cullarlo iniziando a cantare la nostra canzone.
<< Piccolo, sei al sicuro con me.
      Non ti lascerò, mio angelo.
      Ho bisogno di te anch'io
      Nessuno ti farà del male
      Io, ti proteggerò. >>
E così per tre, quattro, cinque volte, fino a quando non chiuse gli occhi.
Era bellissimo tenerlo stretto a me. Lui voleva questo.
Ma cercare di proteggere tuo fratello maggiore e non sapere da cosa, è la sensazione più frustante che qualcuno possa mai provare.
 
 
<< Daisy >> mi fermai  ritrovandomi davanti  Nora. La mia migliore amica.
Iniziammo a camminare insieme per il lungo corridoio della scuola.
<< Ha parlato? >> mi strinsi nelle spalle come se dovessi scusarmi.
Nora era la figlia del medico di Niall. Il dottor Astrid.
La famiglia di Nora veniva dalla Corea del Sud, si erano trasferiti qui pochi anni fa.
<< Nemmeno una parola >>
<< Mi dispiace >>
<< Si, anche a me. >>
 
E così iniziava un altro giorno, sempre monotono, aspettando che le ore scorrano silenziosamente.
Salii sul tetto della scuola per ammirare il paesaggio come facevo sempre.
C'era pace lassù fino a quando sentii dei passi dietro di me.
<< Daisy >> riconobbi la voce.
Harry Styles.
Un amico di Niall più grande di me di qualche anno.
<< Ciao >> sussurrai mentre si avvicinava.
Non sapevo mai come comportarmi con lui. Non sapevo se gli piacessi  o no.
A me la sua presenza faceva tanto effetto.
Lo guardavo mentre si passava la mano tra i lunghi capelli e poi i suoi occhi incontrarono i miei.
<< Come...come stai? >>
<< Sto bene >> annuì senza crederci tanto.
<< Niall? >> abbassai lo sguardo sulle mie mani per poi riguardare il panorama.
Il silenzio era più che sufficiente come risposta.
Mi prese per un braccio e mi fece voltare verso di lui.  Penso volesse dirmi qualcosa, lo speravo.
E invece niente.
Continuavo a guardarlo come se fosse la mia ancora di salvezza, ma non ero lo stesso per lui.
Lui voleva altro, io non bastavo.
<< Forse- >>
<< So quello  che stai per dire. Non mi arrenderò, è mio fratello. Lui può farlo >> si passò entrambe le mani tra i capelli credo per l'esasperazione.
<< Perché? Perché vi arrendete così facilmente, Harry perché? Voi pensate che non ci sia più niente da fare, invece non è così! Smettetela, smettetela! >>
Non mi accorsi di aver iniziato a tirargli pugni sul torace fino a quando non mi prese i polsi per fermarmi.
Le lacrime ormai mi bagnavano le guance e la cosa che mi rassicurò in quel momento fu solo il suo profumo.
Mi  prese mentre stavo per toccare terra con le ginocchia e iniziò a cullarmi.
<< Calma, Daisy. Non piangere più >>
Diceva così solo perché lui non ci credeva più.
Aveva perso le speranze come tutti gli altri. Si era rassegnato.
E in quel momento pensai che fosse strano il nostro rapporto.
Lui era lontano da me, non aveva bisogno di starmi accanto, io non ero niente.
Forse, invece, io...forse l'amavo.
 
 
<< Hai saltato la prima ora, dov'eri? >> Nora sbucò fuori all'improvviso vicino al mio armadietto.
Certo era la mia migliore amica, l'unica in realtà che avessi, ma non mi andava di dirle del mio posto segreto.
Lo immaginavo come il posto mio e di Lui. Non poteva saperlo nessuno, se non Harry.
<< Mi sentivo poco bene, avevo bisogno d'aria >>
<< Sei così stressata Daisy. L'ho detto a papà, questa cosa non ti farà altro che male. >>
<< Sto benissimo, non preoccuparti. >>
<< Sei la mia migliore amica Daisy, non voglio perderti per delle sciocchezze >>
Oh, Nora.
Mi dispiace così tanto, vorrei essere davvero l'amica che tu meriti, ma ho così tanti pensieri per la testa.
<< Non succederà, te lo prometto >> sospirò prima di tornare in classe e lasciarmi sola, di nuovo.
Perché quando non ero con lei, o con Harry, ero sola. Mi sentivo sola.
All'ora di pranzo entrai in mensa con Nora, ci sedemmo al solito tavolo: né troppo in vista, né troppo nascosto.
Da lì potevo vedere tutto: c'erano diversi tipi di persone lì dentro.
C'erano ragazzi timidi che se ne stavano con la testa quasi nel piatto pur di non guardare nessuno, ragazzi troppo vivaci e urlanti, ragazzi addormentati, ragazzi popolari. Come in ogni altra scuola. E poi c'ero io, seduta a braccia conserte a guardarmi intorno cercando di capire se c'era qualcosa che non andava in me o erano gli altri ad essere diversi.  Forse ero io quella strana, troppo giovane e con troppa esperienza nella vita, nel senso peggiore. Guardandomi attorno vedevo, poi, solo della gente indistinta, la maggior parte di quelle persone non le conoscevo o a malapena avevo parlato con alcuni di loro.
Fino a quando lo sguardo non mi cadde su Harry. Anche lui si sedeva sempre allo stesso tavolo con gli stessi amici, non ricordavo tutti i loro nomi ma a volte lo vedevo insieme ad un ragazzo un po' più basso di lui, indossava sempre la sua giacca di jeans. Credo si chiamasse Louis, si, si chiamava così.
Oh, e poi c'era Liam, lui me lo ricordo. E' un ragazzo molto dolce, una volta aiutò Niall a tornare a casa dopo una festa. Ricordo anche che in quel periodo mio fratello parlava ancora. E poi niente più.
Zayn, sì, era quello l'altro nome. Aveva i capelli lunghi e andava in giro sempre con la giacca di pelle. Gli donava un'aria da duro.
Eppure, nonostante tutta la loro bellezza, Harry era sempre quello che continuavo a guardare. Non mi sarei mai stancata di farlo. Aveva qualcosa in sé che lo rendeva perfetto.
Il suo sguardo incontrò il mio, non avevo timore di sostenerlo, credo lui sapesse che il mio cuore iniziava a battere forte ogni volta che mi era vicino. Alcune volte sognavo che anche lui potesse sentire lo stesso, ma non era così, forse prima o poi me ne sarei fatta una ragione.
 
 
<< Mamma sono a casa! >> annunciai lasciando lo zaino vicino alla porta.
In cucina, mamma, non c'era. E nemmeno in salotto.
Salii le scale controllando per prima cosa Niall. Sentivo il profumo della doccia appena fatta, del suo bagnoschiuma preferito, ma alla fine lui era ritornato sempre sul suo letto, sempre nella stessa posizione.
Sarei andata dopo da lui, o mamma non l'avrei più cercata.
Entrai nella sua camera da letto per trovarla piangente a terra.
<< Mamma >> non fece altro che porgermi una lettera.
La presi e mi misi in ginocchio vicino a lei.
Aprii piano la lettera, un ansia improvvisa si impossessò del mio petto e il respiro iniziò a diventare affannato, per fermarsi - non so quanto tempo - appena lessi la prima riga della lettera.
CONNECTICUT'S MADHOUSE
No. Non può essere, deve esserci un errore.
Non possono farlo.
<< Me lo porteranno via >> mamma continuava a piangere con la testa tra le mani. << Mi porteranno via il mio bambino >>
<< No, non possono mamma. >>
<< Credimi, possono eccome >> Niall rimane qui. Lui non va via.
Il suo posto è qui con me.
''Fa che sia uno scherzo ti prego, deve essere uno scherzo''  pregai mentalmente. Ma quando riaprii gli occhi e mia madre era ancora seduta per terra mi resi conto che era tutto vero.
Tutto quello che feci fu correre giù per le scale, aprire la porta di casa, e continuare a correre più veloce che potevo mentre le lacrime iniziavano a scendermi.
Non sapevo esattamente dove stessi andando, ma che importava oramai?
Volevano portarmi via la persona per cui in questi ultimi anni io sono andata avanti, ed ho fatto di tutto, di tutto pur di risentire la sua voce. Ma non ci sono riuscita.
Forse lui non lo sa ancora, dovrei dirglielo, magari così parlerà di nuovo. Lui vuole stare con me.
E a furia di correre finii per non pensarci nemmeno più, il fiato mancava ma non mi interessava, io continuavo a correre fino ad arrivare nel mio punto preferito della foresta.
Fu lì che mi ritrovai tra le sue braccia, oh, la mia ancora di salvezza.
<< Daisy cosa succede? >> ma io non riuscivo a far altro che piangere, singhiozzare come mai avevo fatto.
<< Daisy ti prego, dimmi cos'hai >>  mi strinsi più forte a lui
<< Vogliono portarmelo via,Harry, vogliono portarmi via Niall. >>
Lo sentii trattenere il respiro per qualche secondo prima di farmi alzare la testa per guardarmi negli occhi.
<< Che storia è questa? >>
<< Il manicomio ha inviato una lettera, l'hanno identificato come un pazzo. Lui non lo è, Harry, lo sai. Aiutami, non posso lasciarlo >> chiuse gli occhi stringendomi ancora più forte
<< Mi dispiace così tanto, Daisy >> Anche tu no. Gli presi il volto tra le mani.
<< Ti prego, Harry, non abbandonarmi. Abbiamo tre mesi di tempo, lui può parlare. Aiutami, Harry, ti prego >>
<< Ti prometto che nessuno porterà Niall via da te, te lo prometto, Daisy >> non potei far altro che abbracciarlo. Per favore, Harry, accorgiti di quello che provo.
<< Grazie >> fu quello che riuscii a dire ancora tra le lacrime che poco dopo asciugai.
<< Cosa ci facevi qui? >>
<< Non ha importanza, vieni, ti riaccompagno a casa. >>

 
 

Sono tornataaa!
Si, lo so, devo ancora aggiornare Blue Eyes, MA io volevo postare prima il capitolo di questa mia nuova storia!
Spero vi piaccia!
_Rors.
  
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