20/12/2014
4 recensioninota dell'autrice:È da tanto, troppo tempo che non scrivo una ff , ma il desiderio di cominciare questa, mi ha finalmente svegliato dal torpore apatico in cui mi ero immessa, vuoi per gli impegni, vuoi per il disappunto nei confronti della Miuchi, vuoi per semplice stanchezza mentale. E così, a distanza di anni mi ritrovo a scrivere di nuovo, su un nuovo progetto ma anche riprendendo in vecchi pian piano. È una promessa che intendo mantenere questa volta per tutte . Ho deciso però di cominciare con il nuovo progetto, decisamente diverso dal mio solito stile, ma che spero possa un po' incuriosirvi e spingervi un po' a supportarmi.
UNA MENTE IRRIVERENTE
PROLOGO
Buon giorno,
voi non mi conoscete.
O meglio, voi mi conoscete già in base a ciò che la mangaka di questo “splendido manga” ha creato e delineato del mio personaggio, ma, poiché questa è una fan fiction nata da una mente diversa (e omettiamo pure il fatto che al momento questa mente stia protestando nell’animo per l’apatia della mia somma creatrice), voi non mi conoscete affatto.
Mi chiamo Saeko Mizuki… e mi sono appena licenziata.
Come “come?!”?
Sì, avete capito bene, mi sono appena licenziata.
Non scuotete la testa.
Non strabuzzate gli occhi così: ogni tanto una donna deve pur fare ciò che va fatto.
E io, finalmente, l’ho fatto.
Che cosa vuol dire?
Beh, tecnicamente, vuol dire che oggi, 24 Dicembre, prima di lasciare la mia postazione per l’ultima volta ho “casualmente” fatto cadere sulla scrivania del mio capo, la mia lettera di dimissioni.
Praticamente… è un vero disastro!
Insomma guardatemi! Come ce la posso fare?
Come dite? Ah, non mi vedete?
Beh, non c’è da stupirsi. Con tutto quello che c’è in questo scatolone anche io fatico a guardare avanti a me.
Ah. Non mi vedete proprio?
Vedete quell’edificio specchiato? Sì, proprio quello lì.
Gli uffici della Daito Art Production, l’edificio più bello di tutta Tokyo.
Ok, ok: forse non è per davvero il più bello della città, ma per me lo è veramente.
O quanto meno lo era (ma di questo parleremo in seguito).
Bene. E adesso scendete al piano terra, fuori dal palazzo.
Sì, lo so anch’io che nevica e fa freddo, ma se mi dovete vedere… un piccolo sforzo, su!
Ecco, vedete quella donna di spalle lì, sul marciapiede a destra, che indossa un Trench beige e un paio di Louboutin tacco dieci, cercando di restare in equilibrio nonostante nevichi mentre regge uno scatolone che praticamente è più grande di lei?
Ecco, quella sono io.
Dite che non indosserei mai un paio di Louboutin?
Oh, io non ne sarei così sicura. Dopotutto, ricordate che oggi mi sono licenziata.
Dite che sarebbe anacronistico?
Non sarei sicura neppure di questo, sapete.
La mia somma creatrice negli ultimi volumi pubblicati è stata abilmente in grado di passare dai telefoni a gettoni agli smartphone, quindi perché la mente di questa fan fiction non potrebbe inserire un innocente, piccolo, modesto (ok, non sono modeste, ma giuro di averle prese in un outlet ad un prezzo stracciatissimo!), paio di Loubutin?
Ah! Eccovi sorridere. Lo sapevo che vi avrei convinti!
Bene, eccomi qui.
Con in mano lo scatolone più grosso e pesante che una donna possa mai reggere, la vigilia di Natale, mentre nevica e in più… porto i tacchi!
Come dite? Li ho sempre indossati i tacchi in questo manga?
Eh si! È vero. Ma mai di questo genere.
Peggio per me?
Nessuno mi aveva detto di indossare queste scarpe?
Avete ragione, sapete. Ma c’è un motivo anche per questo.
Sì, ho capito: “troppi preamboli e poca storia”.
È solo che non so bene da dove cominciare, per raccontarvi tutto per bene, ma forse, come la mente di questa fan fiction mi suggerisce, è il caso di cominciare dall’inizio…
voi non mi conoscete.
O meglio, voi mi conoscete già in base a ciò che la mangaka di questo “splendido manga” ha creato e delineato del mio personaggio, ma, poiché questa è una fan fiction nata da una mente diversa (e omettiamo pure il fatto che al momento questa mente stia protestando nell’animo per l’apatia della mia somma creatrice), voi non mi conoscete affatto.
Mi chiamo Saeko Mizuki… e mi sono appena licenziata.
Come “come?!”?
Sì, avete capito bene, mi sono appena licenziata.
Non scuotete la testa.
Non strabuzzate gli occhi così: ogni tanto una donna deve pur fare ciò che va fatto.
E io, finalmente, l’ho fatto.
Che cosa vuol dire?
Beh, tecnicamente, vuol dire che oggi, 24 Dicembre, prima di lasciare la mia postazione per l’ultima volta ho “casualmente” fatto cadere sulla scrivania del mio capo, la mia lettera di dimissioni.
Praticamente… è un vero disastro!
Insomma guardatemi! Come ce la posso fare?
Come dite? Ah, non mi vedete?
Beh, non c’è da stupirsi. Con tutto quello che c’è in questo scatolone anche io fatico a guardare avanti a me.
Ah. Non mi vedete proprio?
Vedete quell’edificio specchiato? Sì, proprio quello lì.
Gli uffici della Daito Art Production, l’edificio più bello di tutta Tokyo.
Ok, ok: forse non è per davvero il più bello della città, ma per me lo è veramente.
O quanto meno lo era (ma di questo parleremo in seguito).
Bene. E adesso scendete al piano terra, fuori dal palazzo.
Sì, lo so anch’io che nevica e fa freddo, ma se mi dovete vedere… un piccolo sforzo, su!
Ecco, vedete quella donna di spalle lì, sul marciapiede a destra, che indossa un Trench beige e un paio di Louboutin tacco dieci, cercando di restare in equilibrio nonostante nevichi mentre regge uno scatolone che praticamente è più grande di lei?
Ecco, quella sono io.
Dite che non indosserei mai un paio di Louboutin?
Oh, io non ne sarei così sicura. Dopotutto, ricordate che oggi mi sono licenziata.
Dite che sarebbe anacronistico?
Non sarei sicura neppure di questo, sapete.
La mia somma creatrice negli ultimi volumi pubblicati è stata abilmente in grado di passare dai telefoni a gettoni agli smartphone, quindi perché la mente di questa fan fiction non potrebbe inserire un innocente, piccolo, modesto (ok, non sono modeste, ma giuro di averle prese in un outlet ad un prezzo stracciatissimo!), paio di Loubutin?
Ah! Eccovi sorridere. Lo sapevo che vi avrei convinti!
Bene, eccomi qui.
Con in mano lo scatolone più grosso e pesante che una donna possa mai reggere, la vigilia di Natale, mentre nevica e in più… porto i tacchi!
Come dite? Li ho sempre indossati i tacchi in questo manga?
Eh si! È vero. Ma mai di questo genere.
Peggio per me?
Nessuno mi aveva detto di indossare queste scarpe?
Avete ragione, sapete. Ma c’è un motivo anche per questo.
Sì, ho capito: “troppi preamboli e poca storia”.
È solo che non so bene da dove cominciare, per raccontarvi tutto per bene, ma forse, come la mente di questa fan fiction mi suggerisce, è il caso di cominciare dall’inizio…