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Autore: Kamala_Jackson    20/12/2014    3 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Annabeth, Katniss, Renesmee e Clary sono al loro primo anno ad Hogwarts, smistate in tre differenti Case e apparentemente non hanno niente in comune.
Si incontrano spesso a lezione, nei corridoi o in Sala Grande e ogni volta, come legati da un filo invisibile, i loro occhi si incrociano. E dalle semplici occhiate si passa ai saluti, alle chiacchierate e all'amicizia.
E' Novembre ad Hogwarts e accade qualcosa di strano. I gufi cominciano a sparire. Quelli rimasti non intendono muoversi, sembrano terrorizzati da qualcosa. Non si riesce ad avere più un contatto con gli altri maghi, Hogwarts sembra isolata da resto del mondo.
Nei corridoi cominciano ad aggirarsi strane creature fatte d'ombra, che non esitano a colpire chiunque incroci il loro cammino. E così iniziano a sparire anche gli studenti.
Renesmee fa incubi sempre più strani e orrendi.
Clary si sente attratta irresistibilmente da una strana porta chiusa scoperta per caso.
Katniss sembra essere l'unica sopravvissuta ad un attacco delle Ombre.
Annabeth ha visto qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere.
Hogwarts vive nel terrore più puro e le quattro ragazze decidono di porre fine alla storia.
Ma ci riusciranno da sole ?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolino dell’autrice
In onda tra cinque…
…quattro…
…tre…
…due…

Eccoci tornati, miei giuovini. Credo che d’ora in poi aggiornerò sempre sabato e cercherò di farlo ad orari decenti, looool. Se ve lo state chiedendo, sì, Seth pensa ancora di essere gravido. Ma lo stiamo convincendo che è una gravidanza difficile con sofferenza fetale, sperando di concludere questa follia presto.
In questo capitolo abbiamo un altro salto temporale, molto più lungo del precedente e le nostre Quattro si sono avvicinate molto.
Ma non voglio annoiarvi ulteriormente e ci vediamo di sotto, per commentare il capitolo, per gli auguri, per la psicanalisi di Seth e per altre mille cose Nonsense.
 

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7.A Shoot In The Dark
 

 
Ottobre giungeva pian piano alla fine. Il parco e la foresta erano un esplosione di arancioni, gialli, marroni e rossi. L’erba verde brillante cominciava a seccare, senza perdere il suo fascino, mentre il cielo inglese si velava ormai ogni giorno di nuvole sfumate di bianco.
Il volteggiare delle foglie cadenti, quella leggiadra danza nell’aria e tutte quelle sfumature di colore avevano sempre fatto impazzire Clary.
Sin da piccola, quando le foglie colorate iniziavano a staccarsi dai rami, la ragazzina aveva costretto sua madre suo zio Luke a portarla al parco per raccogliere le foglie.
Ogni forma, ogni sfumatura, ogni particolarità di quelle danzanti naturali l’avevano sempre stregata. Le raccoglieva tutte, accuratamente, e le riponeva in un secondo momento dentro un grosso librone dalla copertina di cuoio rosso. Ne catalogava con precisione il giorno, il posto e perino l’ora di quel ritrovamento. Faceva uno schizzo dell’albero dalla quale proveniva e ne descriveva le caratteristiche. Sua madre l’aiutava spesso e la sera, stese tutte e due nel lettone, lo sfogliavano con delicatezza e ammiravano quei piccoli capolavori della natura.
Clary non aveva rinunciato neanche quell’anno alla sua strana abitudine. Ed era riuscita a trascinarsi dietro una bella “squadra di ricerche”. Renesmee, Annabeth, Percy, Peeta, Katniss, Travis, Connor e Simon erano sparpagliati nel parco di Hogwarts a raccogliere foglie.
La ragazzina si chinò ai piedi di un enorme faggio, mentre la tracolla che teneva sulla spalla le ricadeva davanti. Clary sbuffò e se la risistemò, portandola dietro la sua schiena e legandosi i capelli ramati in una coda bassa e disordinata. Si riscaldò le mani, sfregandole tra loro e si aggiustò la sciarpa dei Grifondoro intorno al collo, mentre un brivido di freddo le percorreva la colonna vertebrale. Frugò attentamente nel mucchio di foglie che si trovava davanti e ne tirò fuori una foglia particolare. Rinunciò a stare in ginocchio e si sedette a terra, togliendo la borsa dalla spalla e tirandone fuori un libro. Era abbastanza piccolo, di un verde scuro e dai disegni dorati che rappresentavano alberi.
Davanti, al centro, una sola ed unica parola : Erobologia.
Clary aprì la prima pagina e sfiorò con i polpastrelli le lunghe lettere raffinate che componevano il nome di sua madre. Tra il nome e il cognome ci doveva essere stata un’altra parola, ma era stata cancellata con forza, scarabocchiata fino a bucare la pagina.
Clary nutriva una sorta di curiosità mistica per quel nome sfregiato. Non aveva idea di cosa significasse, dato che era illeggibile, ma qualcosa l’aveva sempre incuriosita.
Scosse la testa e girò le pagine catalogate in ordine alfabetico, fino ad arrivare alla F.
Faggio.
Sorrise orgogliosa e accostò la sua foglia a quella illustrata nel libro. Era senza dubbio una foglia di faggio. Semplice, di forma ovale ma caduca, con una punta acuta e di una consistenza erbacea. Era di un bel color oro splendente e il bordo seghettato era ancora intatto. Il sorriso di Clary si allargò mentre riponeva la foglia dentro il libricino e poi lo riponeva con cura nella borsa. Si alzò e si spazzolò i pantaloni, per poi alzare lo sguardo verso il faggio. Era un albero enorme, possente e dall’aria buona. Non che gli alberi fossero buoni, ovvio, ma quel faggio esprimeva bontà e tranquillità. Clary si avvicinò al tronco, mentre le foglie sotto i suoi piedi scricchiolavano. Appoggiò la mano sulla corteccia resistente e mineralizzata, di un colore grigio chiaro, liscia e dalle striature orizzontali. Alcuni licheni avevano colonizzato la corteccia, creando macchie tondeggianti e biancastre.
La ragazzina appoggiò anche la testa al tronco, chiudendo gli occhi e inspirando il profumo acre dell’albero. Rimase così per qualche secondo, mentre il vento le accarezzava i capelli e faceva frusciare le foglie dell’albero.
Riaprì gli occhi e si allontanò, camminando all’indietro e osservando l’albero in tutta la sua magnificenza. Se solo avesse avuto più tempo avrebbe tirato fuori blocco e matita e avrebbe disegnato il faggio. Ma ormai erano quasi le sette e doveva tornare al castello. Lanciò un’ultima occhiata all’albero, poi si girò e si incamminò verso il castello.
Il parco era quasi deserto, se non fosse stato per qualche studente che si aggirava tra gli alberi. Clary lanciò un’occhiata alla Foresta Proibita, che calma e immobile si estendeva alla sua sinistra. Quel posto…le dava uno strano senso di inquietudine, con quella calma soprannaturale e inverosimile. Si allontanò un po’ di più dal margine della foresta e lanciò un’altra occhiata di sbieco tra gli alberi. Si fermò di botto, mentre il cuore iniziava a batterle all’impazzata e un brivido di terrore la scuoteva da capo a piedi. Lì, al confine tra foresta e parco, qualcosa di nero e oscuro era appena strisciato tra i cespugli. Clary deglutì, mentre afferrava la borsa con le mani tremanti, paralizzata sul posto. Il battito accelerato del cuore le rimbombava nelle orecchie, scuotendola da capo a piedi. Si impose di rimanere calma e mosse qualche passo verso la foresta. La bocca le era diventata secca e gli occhi erano sbarrati. Si avvicinò esitante ai cespugli dietro cui era sparita l’ombra. Non era molto distante quando un rumore improvviso la costrinse a fermarsi. Uno strano sibilo, un rumore improvviso e raccapricciante come lo stridio di unghie sulla lavagna. Qualcosa si mosse tra i cespugli. L’ombra scura scattò verso un albero lì vicino, emettendo un altro verso da incubo e saltando poi su un altro albero ancora. Sparì così, nella foresta, strisciando da un tronco all’altro. Clary sentì le ginocchia tremare, mentre il respiro le si mozzava in gola. Sbattè le palpebre per qualche istante, cercando di scacciare i puntini neri che le ballavano davanti agli occhi. Poi fece un passo indietro. Ed un altro. Si girò di scatto e iniziò a correre verso il castello. Inciampò più e più volte. Cadde, sporcandosi di terra e sbucciandosi le ginocchia e i gomiti. I capelli le ricadevano scompigliati sul viso e quando arrivò al portone Percy, Annabeth e Renesmee erano già arrivati.
Renesmee si girò verso di lei con un sorriso, mentre inciampava per l’ennesima volta.
Clary le rivolse uno sguardo disperato e il sorriso di Renesmee scomparve, mentre si precipitava verso di lei con Annabeth e Percy.
-Clary, cosa è successo ???- chiese preoccupata, mentre l’aiutava a sorreggersi.
Clary aprì la bocca per parlare, ma un altro sibilo fendette l’aria, questa volta più simile ad un urlo disumano e uno stormo di uccelli si alzò in cielo, volando via dalla foresta.
Clary si sentì la bocca improvvisamente secca. Le ginocchia cedettero e i puntini neri ricominciarono a danzarle davanti agli occhi. L’ultima cosa che vide prima di svenire fu Percy circondato da macchie nere.
 
***
Clary aprì piano gli occhi e li richiuse subito dopo, ferita dalla luce. La testa le pulsava dolorosamente e aveva bisogno di bere.
-Acqua.- mormorò con voce roca. Qualcosa si spostò al suo fianco. Il rumore di acqua che veniva versata le fece riaprire gli occhi. Li socchiuse e si rese conto di essere in infermeria, avvolta in lenzuola pulite che sapevano di bucato e immersa nel silenzio totale.
Renesmee le porgeva un bicchiere d’acqua limpida e fresca, un dolce sorriso stampato sulle labbra. Clary allungò una mano tremante e afferrò il bicchiere di vetro. Se lo portò alle labbra e bevve avidamente, placando il fuoco che le si era acceso in gola. Renesmee le aggiustò il cuscino dietro le spalle e Clary vi appoggiò la testa, chiudendo gli occhi.
Respirò a fondo un paio di volte, mentre il dolore alla testa non accennava a diminuire.
-Come ti senti ?- le chiese l’amica con gentilezza, rimettendo il bicchiere a posto sul comodino.
-Stanca. Cosa è successo ?- mormorò con voce strascicata.
-Non ricordi niente ?- chiese allora Renesmee corrucciando la fronte. Clary preferì che non glielo avesse chiesto. In un attimo i ricordi le affollarono la mente. Il faggio, l’ombra, quel verso, la sua corsa e gli uccelli che volavano via. I puntini neri tornarono a danzarle davanti agli occhi.
-Sì.-sussurrò piano.
Renesmee non fece altre domande e si limitò ad accarezzarle la fronte. Clary la lasciò fare, trovando le sue mani calde e rassicuranti.
-Clary.
-Mhm ?
-La preside e Bane ti vogliono vedere.
Clary si girò di scatto, mentre le veniva un tuffo al cuore.
-Perché ?- chiese con voce eccessivamente stridula.
-Probabilmente perché sei svenuta.- disse Nessie scrollando le spalle. Clary annuì piano mentre cercava di assimilare l’informazione.
Qualcuno tossicchiò nell’ombra. Le due Grifondoro si girarono di scatto. Il professor Bane si stagliava nell’ombra. Ai suoi piedi un gatto le fissava.
-Grazie mille Cullen, puoi andare addesso.- disse il mago sorridendole. Renesmee tentennò un attimo, poi se ne andò.
Clary seguì la sua figura snella che usciva dalla porta, poi tornò a fissare il professore. Con un sussulto si accorse che il gatto era sparito e che al suo posto era comparsa la preside McGrannit. I due adulti si avvicinarono in silenzio, preser0 delle sedie e si sedettero di fronte a lei.
-Come ti senti, Clarissa ?- le chiese il professore sorridendo.
-Bene.- si sforzò di dire lei.
-Cosa è successo ?- chiese la preside seria.
Clary tentennò un attimo, per poi raccontare tutto. I due non mostrarono particolare stupore, ma quando descrisse l’ombra e il suo verso potè giurare di vederli trattenere il fiato.
Alla fine del racconto i due insegnanti rimasero un attimo in silenzio e Clary, per non annoiarsi, iniziò a contare le rughe della McGrannitt.
Era arrivata a ventisette quando il professor Bane tirò fuori dalle tasche un libro che lei conosceva già.
Gli Animali Fantastici : Dove Trovarli. Il professore sfogliò le pagine con disinvoltura, fino a trovare ciò che gli interessava. Le mostrò la pagina in questione.
-Non era un Bundimun.- disse Clary.
-Sicura ?- le chiese il prfessore.
Lei annuì. Bane riprese a sfogliare le pagine. Gliene mostrò un’altra.
-Non aveva nessuna pustola rossa al centro della fronte.- sbottò Clary aggrappandosi alle coperte, mentre veniva colta da un capogiro. Bane sorrise affabile e rimise il libretto in tasca.
-Ma la pustola dei Clabbert diventa rossa solo quando sono in pericolo. E tu, con tutto il rspetto, non costituisci un gran pericolo.
Clary si sentì avvampare, ma sbuffò lasciandosi ricadere sul letto.
-E’ normale spaventarsi,cara.- la rassicurò la McGrannitt – Nella Foresta vivono creature di cui neanche noi siamo a conoscenza. E un Clabbert qui non ci arriva facilmente. Risolveremo il problema vedrai.
Clary sforzò un sorriso privo di entusiasmo. I due maghi si alzarono e Bane le rivolse un altro sorriso.
-Rimettiti per il ballo di Halloween, mi raccomando.- disse. Poi sparirono oltre la porta.
Clary sospirò e spostò lo sguardo sulla finestra, stanca come non mai. La Foresta Oscura si agitava nella notte, emettendo versi e suoni. Si concentrò per ritrovare quel verso raccapricciante tra gli altri, ma non lo trovò. La testa ricominciò a pulsarle e lei si rannicchiò tra le coperte, chiudendo gli occhi e scivolando in sogni strani e bizzarri, dove sua madre combatteva con una strana spada fatta di luce, dove lei aveva un incontro ravvicinato con una fata. E in tutti questi sogni gli occhi felini di Magnus Bane la seguivano.

 
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Nel Salotto dell’Autrice

Sarò breve perché sono sfinita. In questo capitolo, come preannunciato, c’è un bel salto temporale. La fissa di Clary per le foglie è nata grazie alla meravigliosa saga di Fairy Oak, e in particolare di Flox Sorride In Autunno. Anche l’idea del faggio è nata da lì.
Ma quello che ha visto Clary è davvero un Clabbert ? si accettano scommesse, gente. Per chi non sapesse cosa sono Clabbert e Bundinum può chiederlo liberamente. Io li ho conosciuti grazie a Gli Animali Fantastici : Dove Trovarli.
E chi aveva riconosciuto fin da subito la McGrannitt ?
Colgo l’occasione per ringraziare SweetLuna, che ha recensito lo scorso capitolo.
E le dedico questo. Perché è sempre pronta a recensire e a farmi notare le sviste che commetto scrivendo, grazie grazie grazie.
Beh, che dire. Buon Natale a tutti amici miei ! sappiate che ho intenzione di scrivere qualcosa oltre che aggiornare durante le vacanze –Oh soave parola !- quindi se volete saperne qualcosa chiedete pure.
Ci si vede presto,
Kam.

 
   
 
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