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Autore: Vale29_86    20/12/2014    3 recensioni
"...E ad un tratto, c’è di nuovo “quella cosa” nel suo sguardo; qualcosa, che non riesco ancora a capire, ma che ho iniziato a notare da un po’ di tempo ormai. Da prima della Mietitura…
Non aveva mai avuto “questo” sguardo prima, almeno non con me. Non è solo dolcezza, è qualcosa di più. Qualcosa che non so spiegare… Mi guarda così per un momento, poi allunga la mano e la passa tra una ciocca dei miei capelli: - Sarà meglio andare a finire di prepararci… - afferma - saranno le dieci a momenti!... - io annuisco, Lui prende la porta, ma prima di entrare, si volta un momento e mi strizza l’occhio con un sorriso: - A dopo!... - dice. Ed è di nuovo il solito Aris..."
PREMESSA:
Tentativo di PREQUEL della saga di Hunger Games!
Una storia di pura invenzione che parte dal “Mondo“ di Hunger Games.
E' la storia di una grande amicizia (che forse è qualcosa di più), sullo scenario dei Giochi, vissuti proprio dai giovani protagonisti...
I personaggi citati, a parte Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, e il Presidente Snow, ​
sono tutti inventati da me. Ho anche ridisegnato il Distretto (10) in questione a mio gusto... Spero che la storia vi piaccia.
Buona Lettura! :)
Vale
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The District'
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Lo stupore iniziale della folla, alla nostra comparsa, si tramuta presto in acclamazioni e grida entusiaste. 
Gli altri carri non esistono più, esistiamo solo noi: - “Distretto Dieci! Distretto Dieci!” - il pubblico vede solo noi, acclama solo noi! Ogni testa, è girata nella nostra direzione, alcuni si spingono tra loro, per riuscire ad aggiudicarsi le prime file e la visuale migliore. 
Io sono impietrita dall’agitazione, stringo la mano di Aris così forte che temo di avergli fatto male. Lui in risposta, stringe più forte la mia, lanciandomi uno sguardo furtivo: 
- «Testa alta e sorridi!» - mi bisbiglia, rassicurante. 

Alzo la testa, e su uno dei tanti grandi schermi televisivi, scorgo un’immagine di noi due, che mi lascia senza fiato; siamo semplicemente Divini: due divinità appena emerse da una pozza d’Oro fuso! Brilliamo, mentre le luci ci scivolano addosso dando vita ai nostri costumi; il trucco, i capelli che volano portati dal vento: tutto è un’estensione di quei meravigliosi abiti, e noi siamo due stelle del firmamento, appena cadute dal cielo. 

La musica incalza. Il pubblico ci ama, e ce lo fa capire chiaramente: ci lanciano rose e fiori di ogni tipo, gridano i nostri nomi, ci acclamano! Gli altri Tributi, sono, ormai, stati completamente cancellati dalle loro menti. 

Poi, Aris, afferra una Rosa Rossa, l’annusa, e fa una cosa inaspettata: la porge a me. 
Alza il sopracciglio, con aria furbetta: - «Diamogli qualcosa su cui sparlare…!>​> - sussurra, ed è un’idea geniale! Capitol City, adora questo genere cose; così accetto la Rosa e, alzandomi in punta di piedi, schiocco un bacio sulla sua guancia. 
Il pubblico va letteralmente in “brodo di giuggiole”: le grida e le acclamazioni arrivano a volumi sovrumani, e a questo punto, un guizzo di speranza di sopravvivere a tutto questo, inizia a risalirmi dentro. Mandiamo baci e salutiamo, in ogni dove. 
Tutti vogliono il nostro saluto! Tutti vogliono i nostri baci! 
Solo quando entriamo nell’Anfiteatro Cittadino, smettiamo di agitare la mano. 

I Dodici Carri, occupano l’Anello dell’Anfiteatro; le finestre degli edifici del circondario, sono stipate dai cittadini più illustri della Capitale. 
I cavalli, perfettamente addestrati, trainano i nostro Carro fino alla residenza del Presidente Snow, dove ci fermiamo, mentre, con un virtuosismo, la musica si placa, cedendo il posto ad un ossequioso silenzio.

Il Presidente Snow, un’uomo piccolo ed esile, dai capelli argentei, ci da il benvenuto ufficiale, da un balcone che sovrasta il perimetro su cui si sono arrestati i Carri. 
Durante il tradizionale Discorso del Presidente, sugli schermi di tutta Panem, vengono inquadrati i volti dei ventiquattro Tributi; pochi secondi per ciascuno, ma quando arrivano a Me ed Aris, i secondi sforano in minuti e non sembrano, comunque, saziare il pubblico e i cameraman. Quando la regia, impone, di passare agli altri Tributi, lo scontento, sembra essere generale… 

Alla partenza dell’Inno Nazionale, le telecamere, fanno una rapida carrellata su ogni Coppia di Tributi, per poi tornare nuovamente al Carro del Distretto Dieci, che sfila, per l’ultima volta, lungo l’Anello, e scompare nel Centro di Addestramento. 

Le porte si chiudono alle nostre spalle, e i nostri preparatori, gli Stilisti e Rosewood, ci accolgono esultanti, aiutandoci a scendere dal Carro. Questo conferma che non è stata solo una mia impressione, ma siamo stati realmente noi il centro dell’attenzione di ognuno, eclissando tutti gli altri Tributi, che guardandomi intorno, adesso, mi accorgo, ci stanno guardando storto; spero solo, tutto questo, ci valga qualche buono Sponsor.

Per la prima volta, saliamo sull’ascensore, dalle pareti di cristallo, che ci porterà al Decimo Piano della Torre riservata ai Tributi, nel Centro di Addestramento; casa nostra, fino all’inizio dei Giochi. Menodora Dellis, ci aspetta nei nostri alloggi, dove è rimasta, per sistemare, alcune questioni… 
Quando arriviamo, ci fa i complimenti per i nostri costumi e per come ci siamo comportati, e ci informa di essersi già data da fare, per trovarci degli Sponsor, tra la “gente che conta”.

Entriamo nel nostro appartamento, incontrando un soggiorno spazioso, fornito di poltrone e divani lussuosi, tavolinetti di cristallo imbanditi di “bonbon” e riviste di ogni tipo, e una gigantesca TV, poi, una sala da pranzo su piano rialzato, che si affaccia su un’enorme finestra panoramica, che offre la visuale di Capitol City che si preferisce, grazie ad un semplice telecomando. 
Il tavolo è, anche questo, di cristallo e può ospitare comodamente almeno dodici persone, le sedie sono eleganti e di tendenza, nella tipica moda della Capitale, e poi tappeti morbidi e sontuosi, su pavimenti di marmo purissimo. Capitol City, ci ha davvero, messo a disposizione tutto il lusso che può permettersi, per tenerci più comodi possibile, prima della nostra “condanna a morte”… 

Menodora Dellis, ci avverte che la cena ci verrà servita tra un’ora precisa, e che quindi, se vogliamo, abbiamo il tempo di cambiarci e riposarci un po’, a patto di essere puntuali. 
Ci accompagna lungo un corridoio, che conduce alle nostre stanze; quella di Aris è un po’ distante dalla mia, e dalla parte opposta del corridoio, ma non tantissimo. 

Quando entro nella mia stanza, rimango senza parole. E’ addirittura più lussuosa, di quella che ho occupato nel treno che ci ha portati qui. Almeno dieci volte più lussuosa! 
La stanza è così grande, che potrebbero comodamente abitarci tre famiglie, il letto, soffice e così spropositato, che ci si dormirebbe confortevolmente in quattro, l’armadio, potrebbe tranquillamente rifornire un’intero negozio, grande e carico com’è. 
E, anche qui, c’è una grande finestra panoramica, che, come quella della sala da pranzo, offre ogni tipo di visuale e panorama; deserti, boschi incontaminati, laghi meravigliosi, e ancora, tutte le inquadrature possibili di Capitol City… 
Il lusso, continua anche nel mio bagno personale, ovviamente, con marmi e porcellane bianchissimi e perfetti, ed immensi scaffali, carichi di asciugamani, sempre bianchi, e morbidissimi, insieme a prodotti di bellezza di ogni specie, che costeranno un capitale. 

Mi dispiace un po’ cancellare il lavoro perfetto fatto dal mio Stilista e dai Preparatori, ma, onestamente, non vedo l’ora di potermi infilare in qualcosa di più comodo e adatto a me; così, programmo la doccia e inizio a spogliarmi, scalcio le scarpe col tacco, che mi stanno facendo impazzire da quando le ho indossate, e, dopo averlo osservato un’ultima volta nel riflesso dello specchio, sfilo il meraviglioso abito che Barsabas ha fatto appositamente per me, e lo adagio su una poltrona vicina al mio letto. Purtroppo, però, non posso liberarmi delle extensions, che non sopporto, ma sono obbligata a tenermi almeno finché non entrerò nell’Arena… 

Faccio una doccia lunga e rilassante, che porta via, col trucco, anche la stanchezza. Un getto d’aria calda, asciuga istantaneamente il mio corpo e i capelli, non appena, uscendo dalla doccia, poggio il piede sul tappetino. Sono sollevata di non dover combattere con pettini, spazzole, e strani prodotti; non ho mai portato i capelli lunghi, prima d’ora e non avrei saputo come sistemarli: ma grazie alle pazzesche tecnologie di Capitol, per avere una capigliatura sempre in ordine e lucente, almeno non dovrò pormi questo problema.

Mi avvolgo in uno dei candidi e soffici asciugamani e rientro in stanza. Programmo l’armadio per un’abito di mio gusto; un comodo pantalone nero, che scende morbido addosso, scarpe ballerine, pratiche e sempre nere, ed una casacca ampia e delicata, di un bel colore verde chiaro e brillante. Faccio appena in tempo a finire di infilarmi i vestiti, che Menodora Dellis, bussa alla mia porta, per avvertirmi che la cena è pronta.

Ci dirigiamo subito, verso la sala da pranzo rialzata, dove la tavola, già perfettamente apparecchiata e carica di portate invitanti, aspetta solo di farci accomodare; Aris è già lì, in piedi a chiacchierare affabilmente con Rosewood, Barsabas e Costa. Ed è di nuovo il solito Aris, senza trucco, e abiti vistosi, ma con i suoi soliti capelli un po’ “arruffati”, pantaloni e scarpe neri, ed una camicia bianca, con le maniche arrotolate. 

Io e la Dellis, ci avviciniamo al gruppo, che subito, ci da il benvenuto. Poi, tutti, si avviano verso il tavolo, mentre io ed Aris restiamo un po’ indietro; sto per muovermi anche io, quando Lui, mi accarezza una ciocca di capelli, e accennando un sorriso, dice: - «Ti stanno bene, così…!>​> - 
io un po’ sorpresa dal complimento, lo ringrazio. Quindi, ci avviciniamo, anche noi al tavolo e prendiamo posto.

A tavola, scopriamo che lo scopo reale della Cena, è Pianificare le nostre Strategie; ovviamente, il cibo c’è, e come sempre è abbondante e delizioso, ma l’attenzione è incentrata su altro. 

Un giovane uomo in tunica bianca, ci offre silenziosamente del vino. Io, non ne ho mai assaggiato prima, così lo accetto e ne bevo un sorso; ha un sapore aspro e secco, ma abbastanza gradevole. 

Altri camerieri, sempre giovani e in tunica bianca, fanno avanti e indietro silenziosamente, servendo portate e bevande. 
Mi giro verso Aris, e stando attenta a non farmi notare da nessuno, gli bisbiglio nell’orecchio, la domanda che mi ronza nella testa: - «Perché, i camerieri, qui non parlano mai?!...​» - Aris, mi sorride mesto: - «Ho posto la stessa domanda a Costa…! Mi ha spiegato che sono tutti dei “Senza-Voce”…!​» - dice. Io, lo guardo perplessa, e senza bisogno di dover porre la domanda, Aris, continua, rispondendo al mio interrogativo, il tono dispiaciuto: - «Un “Senza-Voce”, è una persona che ha commesso un crimine; un traditore, o roba del genere… Per questo gli viene tagliata la lingua e non può più parlare…>​> - fa una brave pausa, il tempo di un sospiro: - «Noi, comunque, non dobbiamo rivolgergli la parola, se non per dare un’ordine. E’ proibito parlare con loro!...​» - mi avverte, chiudendo la conversazione. 
Io rabbrividisco al pensiero delle torture subite da questa gente. 
La deliziosa cena, d’un tratto è diventata nauseante. 
Bevo qualche altro sorso di vino, finché non mi rendo conto, che inizia a farmi sentire la mente annebbiata. E’ una strana sensazione che non mi piace affatto, così lo metto giù, e mi converto all’acqua. 

Cerco di concentrarmi sulla conversazione, e mi sforzo di mangiare qualcosa; il filetto d’agnello in salsa di fichi, sembra invitante, e i panini soffici e fragranti hanno un profumo delizioso. 

Rosewood, accenna alla Strategia che dovremo usare, dicendo che secondo lui, io ed Aris, dovremmo giocare sul sicuro, continuando a mostrarci “Amici Sempre e Comunque”, dato che, fin’ora si è rivelata una tattica vincente, e che sembra essere molto apprezzata dal pubblico. Almeno non dovrò fingere di essere, chissà quale “strano personaggio inventato”; qualcosa in meno di cui preoccuparsi, dato che, già “addestrarsi alla guerra”, non dev’essere, proprio, la cosa più semplice che ci sia… 
Il filo della conversazione, si trasforma, ed ora, sono gli Stilisti a parlare di quello che dovremmo indossare per “l’Intervista Finale”, fino a quando un’altra giovane donna, in tunica bianca, ci serve una meravigliosa torta di panna montata, riccamente decorata di arabeschi e ornamenti d’oro, che cattura all’istante l’attenzione di tutti. 

Quando la ragazza, arriva a servire me, anche se so che non dovrei parlarle, non riesco a resistere, perché quello che deve aver passato mi provoca un sincero dispiacere, così badando di non essere vista, le sorrido timidamente e le sussurro dolcemente un - «Grazie!...​» - che non potrà mai cancellare tutto il dolore che deve aver provato nella vita, ma è tutto quello che posso fare per lei; essere cortese e trattarla come una “persona”, e non come la “schiava”, cui Panem l’ha ridotta… La “giovane donna silenziosa”, inizialmente, sembra realmente sorpresa, ma poi, prima di passare a servire gli altri, mi sorride dolcemente di rimando.

Mangiamo la torta, e poi ci spostiamo in salotto per vedere la Replica delle Cerimonie di Apertura. Notiamo qualche altra coppia di Tributi, fare una certa impressione; 
ovviamente i Distretti Favoriti, sono sempre tra i più apprezzati, e anche qualche altro Stilista, quest’anno, sembra aver fatto un buon lavoro: ma “Nulla”, eguaglia lo splendore Mio e di Aris, quando sfrecciamo su quel Carro, con quegli abiti meravigliosi che sembrano grondare Puro Oro fuso, i capelli che volano al vento, e la Luce che giocando sui nostri costumi trasporta effetti incredibili anche sulla nostra stessa pelle. Due Divinità appena emerse dall’Oro! Due Stelle precipitate dal firmamento, che con il loro splendore oscurano tutto il resto! 
Bellissimi ed irraggiungibili. 
Ancora adesso, nel rivederci, tutti si lasciano sfuggire versi e commenti di elogio per la nostra Performance, e per i costumi. 

Alla fine della Replica, Rosewood, con aria soddisfatta, chiede: - «Di chi è stata la trovata della “Rosa”, e la scenetta che ne segue…?!​» - e io, ammetto subito, che è stata un’idea di Aris, e io gli sono solo andata dietro: - «Bellissimo!» - dice Rosewood, - «Proprio il “Tocco” che serviva!...​» - poi continua: - «Domattina c’è la Prima Sessione di Addestramento. 
A colazione, vi spiegherò nel dettaglio, come dovete giocarvela!>​> - dice, ad Aris e a me: - «E’ adesso, voi Mocciosi, dovreste andare a dormire, e lasciare i Grandi a discutere delle questioni importanti!...».

Avrei qualcosa da “ridire” sulla pessima educazione che Rosewood, mostra nei confronti miei e di Aris; ma sono troppo stanca per pensare di mettermi a battibeccare con lui. Così, obbedisco e basta. 

Io ed Aris, ci avviamo silenziosi, verso il corridoio che conduce alle nostre stanze; ma, quando arriviamo alla Sua porta, Lui inaspettatamente, si blocca e inizia a parlare, in tono vagamente pungente:
- «Siete già diventati grandi amici voi due, eh…?!>​> - al mio sguardo interrogativo, continua, dicendo: - «Tu e Barsabas, intendo. Già i “nomignoli”…​» - sorride beffardo. 


Non ho idea, del motivo per cui mi sento così… imbarazzata; come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, ma rispondo comunque all’insinuazione, cercando di mostrarmi abbastanza distaccata:
- «Barsabas è una brava persona, oltre che un grande Stilista! Ed è gentile… non vedo perché dovrei essere scortese con lui…​» - sostengo, cercando di non arrossire.
Ancora non capisco la strana sensazione che ho addosso. E cosa c’è, da arrossire, poi…


Aris si scalda un po’, e in tono scettico, cerca di mettermi in guardia:
- «E’ uno di Capitol City: è solo una “facciata”…! Sono tutti così, lo sai…​».

Ma io non sono d’accordo. Non stavolta. E, adesso, non riesco più ad evitare di arrossire:
- «Lui è diverso. Non è falso, né ipocrita… E credo che voglia, davvero, aiutarci a modo suo…​» - nel dirlo, sento un’incomprensibile sensazione di dolcezza diffondersi in me, e sulle mie labbra si schiude uno strano sorriso, che prima d’ora, non mi era mai capitato di mostrare. 


Aris mi guarda, con uno sguardo strano, che non afferro del tutto. Sembra quasi… indagatore?! - «Di un po’, ti sarai mica presa una cotta per quel tipo?!...>​> - chiede.

“Mi sono presa una cotta per Barsabas?” Non lo so… Non ne ho idea! Non ho mai avuto una cotta, prima d’ora; come faccio a saperlo?... Ma, mi sento tremendamente in imbarazzo, in questo momento; voglio solo chiudere questa conversazione:
- «Ma di che parli…?!>​> - cerco di ridacchiare, per sminuire il discorso.


Ma, Aris non è convinto: - «Non sei per niente convincente!...>​> - afferma secco. Poi, col tono indagatore di poco prima, continua:
- «Che ti ha detto quel Barsabas, sentiamo…?!​» - ed io so, che il discorso non si chiuderà finché non avrà avuto una risposta; perciò con fare scherzosamente presuntuoso, gli rispondo:
- «Ha, solo, detto che gli piacciono i miei occhi!...» - lo fisso con sguardo accusatore, e continuo: - «…al contrario di “qualcun altro”, lui non li trova strani, ma “molto belli”…!» - concludo.

Lui mi fissa, e con uno strano sorriso malinconico, dice: - «Io non li ho mai trovati “strani”…!>​> - poi, cambia espressione di colpo, e con la sua solita “maschera” allegra e furbetta, continua: - «Uff!… “Farsi fare belli”, è più stancante di quanto immaginassi! Sarà meglio andare a dormire, domani sarà una “lunga” giornata!...>​> - si gira, verso la sua camera, di scatto, apre la porta e prima di sparirvi dietro, dice solo: - «’Notte!». 

A volte quel ragazzo è, davvero, strano.

Entro in camera mia, mi lavo i denti, e programmo l’armadio perché mi trovi un pigiama. 
E’ morbido e avvolgente, di un cotone purissimo e leggero; un pantalone a tre quarti, e una maglia a maniche corte leggermente abbondante, di un bel colore, giallo brillante.
Li infilo e mi tuffo subito nel letto; sembra impossibile, ma né i pensieri, né Aris, né la paura e l’agitazione, né niente di tutto quello che sta accadendo, riescono a tenermi sveglia: sarà che la giornata di oggi è stata più pesante di quanto pensassi, o che questo "stringersi ed allentarsi" della pressione è estenuante, ma cado in un sonno lungo e profondo, senza sogni né incubi. 

Domani, sarà una lunga giornata…

(CONTINUA nella PARTE 5...)​​​​



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Note dell'Autore:
Buona sera, Popolo di EFP! :D
Alla velocità della Luce, posto la PARTE 4! :)

Continuando a sperare, di riuscire a rapire la vostra curiosità,
vi saluto, vi dò la Buonanotte e...

Vi auguro buona lettura!! ;)
Vale
   
 
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