-Professor Michaelis! La prego mi può aiutare a fare questa sintesi?-
Chiese l'alunna. Lui si avvicinò al suo banco.
-Dimmi, quale argomento devi sintetizzare?-
Rispose il professore.
-La Guerra di Troia.-
Ribadì lei. L'insegnate si mise a sedere accanto a lei e prese il suo libro di epica.
-Fammi dare un occhiata a cosa hai scritto signorina.-
Disse sorridendo il professore. Lei gli passò il quaderno e lui iniziò a leggere.
-Ma è perfetto, in cosa dovrei aiutarti?-
Disse confuso il Signor Michaelis.
-Vede professore... sono arrivata alla morte di Patroclo e adesso non so se seguire il filo logico e cronologico che racconta la storia oppure quello epico raccontato da Omero. Volevo un suo consiglio su questa scelta e su quella del linguaggio, prosastico o in versificazione?-
Gli chiese insicura di sé, cosa rara per lei.
-Per il filo logico-cronologico da seguire ti consiglio quello epico di Omero, è più complesso e articolato ma mette in risalto le tue capacità e per quanto riguarda il linguaggio, credo che sia meglio quello prosastico, è più scorrevole da leggere e più semplice da scrivere. Sei bravissima comunque.-
Disse il professore di lettere.
-La ringrazio per i suoi consigli Signor Michaelis, mi metterò subito all'opera, entro la sua ora dovrei aver finito.-
Rispese lei, leggermente arrossita per il complimento del professore.
-Non ti preoccupare, oggi dovrei avere un'ora in più con voi perché la professoressa di lingue è assente, quindi fai con calma.-
Disse lui e prima di andarsene gli pizzicò la guancia.
Lei riprese a scrivere il riassunto basandosi sull'opera epica di Omero, ma non riusciva a scrivere più di due righe alla volta perché la sua testa divagava e i suoi occhi si perdevano nella splendida figura che gli passeggiava davanti.
Suonò la campana ponendo fine alla seconda ora di epica. Il professore salutò i suoi studenti e se ne andò, mentre lei si mise a disegnare sulla pagina di quaderno una S intrappolata in un gorgo di filo spinato e una mano insanguinata e ferita che tentava invano di raggiungerla, era un disegno che la descriveva molto. Un bigliettino le volò sul banco:
“Yā ochibichan che ne dici di uscire oggi? Andiamo in centro a fare compere. ”
Il biglietto non poteva essere che di Ran, la ragazza di suo fratello, quella calligrafia perfetta e quel “ciao piccoletta” in giapponese riportavano solo a lei.
Prese il bigliettino e scrisse sul retro:
“Va bene tesoro, ci vediamo alle tre del pomeriggio davanti al caffè che fa angolo” Lanciò il biglietto a Ran che lo lesse e si voltò verso di lei annuendo.
-Ragazzi! In piedi!-
La professoressa Dennis, di fisica, era appena entrata, tutti si alzarono tranne lei, detta Corvo, e James, che seduti nell'ultima fila, rimasero immobili.
-Alzatevi delinquenti! Dico a voi infondo!-
Disse la professoressa.
-Perché dovrei alzarmi al cospetto di qualcuno che non sa nemmeno il mio nome? Se comportarsi così vuol dire essere delinquenti ben venga, vero Corvo?-
Disse James e poi sorrise a Corvo.
-Lo puoi dire forte J! E voi che ci fate ancora in piedi? Sedetevi!-
Disse Corvo, e la classe di colpo si sedette. La professoressa sconcertata:
-Come ha fatto il Preside a scegliere voi due come Perfetti di quest'anno?!-
Corvo rise, mise le gambe sul banco mettendo in mostra i suoi anfibi per gran parte slacciati e disse:
-Forse perché le nostre medie scolastiche sono perfette? Ci pensi Prof, quando ci è arrivata mi chiami, d'accordo?-
La classe voleva ridere ma non poteva, però si sentiva un leggero sogghigno generale. La professoressa si sedette e iniziò chiamare gli alunni alla cattedra per riconsegnare i compiti quando qualcuno bussò alla porta.
-I Perfetti devono venire un attimo con me, per l'accoglienza di quelli del primo anno.-
Era il Vice-preside, la professoressa non poteva rifiutarsi, così fece cenno ai due di andare e mentre si avviavano alla porta disse:
-Avete preso entrambi il massimo al compito, complimenti.-
I due fecero un gesto con la mano, come dire “ce lo aspettavamo” e uscirono dalla classe diretti nell'aula magna, dove il Preside e i rappresentanti dei professori li stavano aspettando.