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Autore: _Wonderwall_    21/12/2014    4 recensioni
Lysander Scamander, oramai arrivato al suo ottavo anno ad Hogwarts, poteva affermare che aveva tutto e che, molto probabilmente, era la persona più felice in quel dannatissimo castello.
Lorcan Scamander era tutto quello che non voleva essere.
Ted Lupin era soddisfatto della sua vita.
Alice Paciock era diversa. Era totalmente diversa da suo padre sia per aspetto fisico che per carattere e sua madre le aveva conferito giusto qualche tratto del viso.
James Sirius Potter era stanco. Era stanco ed aveva cominciato a stancarsi alla tenera età di quattordici anni.
Axel Lovegood era strano. Era tutto ciò che ci si potesse aspettare da qualcuno appartenente a quella famiglia.
Louis Weasley era normale.
***
Una generazione che ha avuto tutto senza dover fare nulla, figlia di eroi, ma normale, dannatamente umana.
E se si trovasse davanti ad un pericolo peggiore del precedente? Una generazione senza eroi sarà in grado di vincere o perlomeno sopravvivere?
“Ognuno di noi è un eroe”
“Gli eroi non esistono”
“Vedi, Lily, in una guerra non ci sono né vincitori né vinti, solo morti e sopravvissuti”
“Vivere senza di te è come morire”
(Nella mia storia gli anni passati ad Hogwarts non sono più sette, ma nove)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Lorcan, Scamandro, Louis, Weasley, Lysander, Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 9

 

 

Laila Scerlì aveva diciotto anni e si sentiva pronta. Aveva passato una vita a cercare qualcosa che rendesse i suoi giorni meno noiosi e no, essere un mago non bastava. Non bastava perché questo per lei aveva sempre rappresentato la normalità.

Ad undici anni era entrata a far parte de collegio di Beuxbatons, voti nella media con qualche eccezione, amiche e qualche ragazzo sparso qua e là con cui aveva storie estive e poi manteneva la corrispondenza via lettera. Non che una sua storia fosse durata più di un mese dopo la separazione. Aveva sempre odiato il fatto che il college francese fosse interamente a femminile e, sinceramente, non l'aveva mai capito. Insomma, mischiare i sessi era una buona cosa, no? Favoriva l'inserimento e l'equilibrio e tutte quelle stronzate lì. La verità era che a quella scuola mancava decisamente un po' di testosterone. Erano diventate tutte troppo femmine. Compresa lei.

Quindi quando aveva scoperto che quell’anno sarebbero stati ospiti di Hogwarts aveva letteralmente fatto i salti di gioia. Non perché fosse sicura di poter avere una relazione più duratura, ma perché Laila aveva bisogno di amici e che fossero maschi. Aveva bisogno di sentirsi disgustata da alcuni loro comportamenti e lamentarsi della loro volgarità come le raccontava sua cugina durante le vacanze.

Aveva bisogno che qualcuno le imparasse a sputare e ruttare a comando, che le dicessero che dire qualche parolaccia non era poi la fine del mondo e che non la guardassero male quando, presa dalla fame, si dimenticava un pochino, ma giusto un pochino, delle buone maniere.

E poi aveva bisogno di partecipare a quel torneo. Aveva bisogno di un po’ di movimento nella sua vita, aveva bisogno di qualcosa di nuovo per scappare dalla monotonia.

Così quella mattina, a solo un giorno dall’estrazione, scrisse il suo nome su un pezzetto irregolare di pergamena e si diresse verso a sala grande. Non corse, ma camminò piano, prendendosi il tempo di guardarsi intorno ed ammirare la scuola.

Hogwarts era profondamente diversa da Beuxbatons, a partire dal colore. No, mettiamo le cose in chiaro, la loro scuola non era rosa confetto, nonostante le continue proposte di quella pazza di Roberta, e ancora no, non era ricoperta di merletti o incastonata di perle. Ma era un edificio moderno, quasi dall’aspetto tecnologico. Laila era arrivata a questa conclusione dopo aver visto, quell’estate stessa, il palazzo dedicato ad una delle riviste di moda più in voga di Parigi.

Quindi, aveva deciso, la loro scuola era quasi un palazzetto per le riviste di moda e a lei piaceva davvero, ma Hogwarts. Hogwarts era diversa.

Camminare per quei corridoi, circondata da muri di pietra, con finestre ampie che davano sull’immenso panorama verde e magico. Hogwarts le dava l’idea di essere tornata nel passato.

Lì la magia si respirava in ogni angolo. Hogwarts era magia in sé. Qualcosa di meraviglioso.

Avrebbe dovuto trasferirsi, seguire le impronte di Arielle, anche se, la sua sola presenza lì, rendeva il tutto un po’ meno bello.

Dire che non la sopportava era un eufemismo.

<< Laila >>

Parli del diavolo e spuntano le corna. Pensò la ragazza prima di essere raggiunta da una chioma scura e due occhi celesti che la guardavano divertiti.

<< Arielle >> rispose, tanto per essere educata.

Dire che la ragazza non fosse bella era decisamente una bugia e Laila non si era mai permessa nemmeno di pensarlo, a differenza delle altre ragazze nella loro scuola. Lei era sincera. E sinceramente ammetteva che Arielle era molto più bella di lei.

<< Metti il tuo nome nel calice? >> chiese la mora, continuando a tenere il passo, nonostante l’altra avesse aumentato il ritmo.

Non le andava di parlarle, non le andava di vederla. Non voleva nemmeno più pensarla.

<< Che vuoi? >>

<< Sei scortese, Laila. Non si parla così ad una vecchia amica >>

La rimbeccò quella, con una nota divertita nella voce. Laila bloccò il suo passo, girandosi verso di lei e fronteggiandola.

Incrociò i suoi occhi con quelli altrettanto celesti dell’altra. Così simili eppure così diversi. La veela aveva degli occhi impenetrabili, delle lastre di ghiaccio, quasi senza profondità. Mettevano a disagio e infondevano un po’ di timore, sicuramente dovuto ai geni veela.

Gli occhi dell’altra erano caldi, espressivi, strabordanti di energia e quasi come una colata di lava fredda. Di ghiacciato quegli occhi avevano solo il colore.

<< Non siamo mai state amiche >>

Nel momento in cui Arielle sorrise il cuore di Laila perse un battito per poi cominciare a battere più veloce, fino a riempire le sue orecchie di quel rumore che aveva scordato, ma che le era ancora familiare.

Quanto le mancavano quegli occhi. Quanto le mancavano quelle labbra. Quanto le mancavano quelle mani che ora, con un gesto quasi divertito, le spostavano una ciocca bionda dal viso.

<< No, siamo state di più >>

La bionda la ignorò e ricominciò a camminare, ma Arielle non era della stessa opinione. La serpeverde prese un braccio della ragazza e la sbatté contro il muro, facendole scappare un gemito di dolore.

Nel corridoio non c’era nessuno.

<< Stammi lontana >>

<< Oh, Laila, mi è sempre piaciuta questa parte di te >>

La voce sembrava dolce e accarezzava tutte le parole con grazia, ma la bionda lo sapeva, Arielle non la conosceva nemmeno la dolcezza.

<< Per te tutto è un gioco, ma per no. Lasciami in pace >>

La mora sorrise, schioccando la lingua. Non rispose, si limito ad avvicinarsi alla ragazza e sfiorare le sue labbra.

Laila si tirò indietro, ma l’altra premette maggiormente e la bionda non poté far altro che arrendersi.

Arrendersi ai suoi sentimenti, arrendersi alle sue labbra, arrendersi a quella lingua che cercava la sua e l’accarezzava senza dolcezza. Ma non si lamentò, lasciò che Arielle continuasse a baciarla, stringendola, nonostante sapesse che se ne sarebbe pentita, perché lei sarebbe andata via, lasciandola sola. Ancora una volta.

Laila non lo considerava un gioco a differenza dell’altra, ma non poteva fare altro che farsi male. Lasciare che lei le facesse male.

Arielle si staccò da lei e la guardò con divertimento.

<< In bocca a lupo >>

Laila si lasciò cadere sul pavimento e prese la testa tra le mani, finalmente sola. Sospirò e si strofinò gli occhi stanchi.

Avrebbe dovuto reagire, lo sapeva, ma non ci riusciva. Era debole. Non sapeva allontanarla da sé.

No, pensò non è certo la relazione con un ragazzo che cerco.

 

 

 

 

Era domenica.

James Sirius Potter si alzò quella mattina con la consapevolezza che finalmente era arrivata domenica anche quella settimana. Sorrise di sbieco e si alzò dal letto, scostando le coperte. Il freddo lo colpì con forza, facendolo rabbrividire. Ma niente, quella mattina, poteva intaccare il suo buon umore.

Erano le sette di mattina, il che voleva dire che tutti stavano dormendo, probabilmente l’intera scuola, ad eccezione di una ventina di ragazzi che, come lui, si stavano preparando. 

Lanciò uno sguardo al letto di suo cugino Fred che si rigirava tra le coperte e si diresse verso il bagno. Fece una doccia veloce ed indossò una semplice tuta.

Cercando di essere silenzioso, mise il suo cappotto e uscì dalla stanza per poi percorrere i corridoi di Hogwarts e trovarsi finalmente all’esterno. Un forte vento gli colpì il viso, facendolo sbuffare.

Era la fine di settembre e il clima non avrebbe dovuto essere così rigido, ma a James non importava.

Il giorno seguente sarebbe stato il grande giorno dell’estrazione. Ogni lezione era cancellata per permettere ai ragazzi di prepararsi psicologicamente. Che stronzata.

Quel torneo era un’immensa stronzata.

Sarebbe decisamente stato più felice se quegli idioti dei suoi cugini non avessero partecipato, ma si era limitato a dirlo a sua sorella. Conversazione che, ovviamente, non aveva avuto l’esito sperato.

Lily era stata irremovibile.

 

 

<< Lily, pensaci, è pericoloso >> l’aveva pregata, prendendole una mano e stringendola tra le sue.

La ragazza si era accoccolata meglio tra le sue braccia, posando la testa sul suo petto e circondandogli il busto con un braccio magro. Aveva sbuffato ed aveva scosso la testa, evitando di guardarlo.

Erano stesi in riva al lago nero, stretti l’uno all’altra. James avvolgeva la sorella come se quell’abbraccio potesse farle cambiare idea.

<< Sono preoccupato >>

Le lasciò un bacio tra i capelli rosso fuoco e la ragazza alzò il viso, incontrando gli occhi nocciola del fratello con i suoi più scuri.

<< So badare a me stessa >>

<< Ti farai uccidere >>

La rossa si alzò senza perdere il contatto visivo. Incrociò le gambe e sospirò, portandosi i capelli dietro le orecchie.

Era strano vedere Lily così seria e concentrata.

<< Devo farlo >>

<< Non devi dimostrare niente a nessuno >>

La ragazza sbuffò e si alzò, irritata dalle parole del fratello. Anche James si alzò, pulendosi i pantaloni con le mani e fissando la grifondoro con sguardo di rimprovero.

<< Devo >>

<< Smettila di dire stronzate >>

<< Smettila di cercare di decidere per me >> urlò a ragazza, girandosi di spalle.

Cominciò a camminare verso il castello, sentendo la voce scocciata di James dietro le spalle. Con due falcate il ragazzo, molto più alto di lei, la raggiunse. Sbuffò di nuovo, prima di cercare di calmarsi.

<< Non voglio decidere per te. Sono solo preoccupato >>
<< Lo hai già detto >>

<>

<> ribatté lei e nel momento in cui lo disse si accorse di quanto quelle parole fossero vere.

Tutti i suoi parenti, escluso Albus e i più piccoli, avevano messo il loro nome e sapeva per certo che solo poche persone non l’avevano fatto. Forse una decina in tutto il castello, compresi ovviamente Shailene e Axel.

<< Non posso, Lily, perché io ti conosco. Vincerai >>

<< Non dirlo o mi monto la testa >> scherzò, cercando di sdrammatizzare.

James sbuffò, comprendendo che non avrebbe mai vinto in quella conversazione. Bloccò sua sorella per un braccio, stringendola tra le sue braccia.

<< Promettimi che starai attenta >>

Lily rise.

<< Promesso >>

 

 

Beh, sapeva dall’inizio che non avrebbe mai potuto impedire a sua sorella di aggiungere il suo nome a quel dannatissimo torneo e avrebbe preferito che nessuno dei suoi cugini l’avesse fatto perché, diciamocelo, erano così tanti che uno di loro sarebbe stato pescato per forza di cose.

Ringraziò mentalmente suo fratello per avere un minimo di intelligenza. Un pensiero in meno.

Si passò una mano tra i capelli disordinati, dirigendosi verso la Foresta Proibita. Lui tutta quella voglia di mettersi in mostra proprio non la capiva, soprattutto se il prezzo poteva essere tanto alto.

Cosa ti spinge a rischiare la vita per uno stupido torneo? Lui l’avrebbe fatto solo per la sua famiglia, solo per Lily.

<< James >> una voce, che però non riconobbe, lo chiamò da lontano.

Il ragazzo non si girò, continuando per la sua strada senza nemmeno girarsi. Non era uno dei suoi parenti, non che se fossero stati loro gli avrebbe dato confidenza, quindi non c’era nessuna ragione di fermarsi.

<< Jamie. Jamie fermati >> ascoltando quel soprannome, che solo sua sorella utilizzava ancora, James capì il proprietario della voce.

E non si fermò. Anzi accelerò il ritmo.

Sentì dei passi sempre più veloci dietro di lui che si trasformarono presto in una corsa.

<< Certo che sei veloce >> disse la voce femminile che oramai era decisamente più vicina al ragazzo.

Potter girò lo sguardo velocemente, incrociando gli occhi curiosi di Shailene che lo guardavano divertiti. Distolse lo sguardo, puntandolo nuovamente davanti a sé.

<< Dove vai? >>

James sbuffò, non rispondendo nemmeno questa volta. Ma il sorriso sul volto di Shailene non scomparve anzi si allargò quando il ragazzo rallentò il passo, resosi conto che lei non si sarebbe fermata né tantomeno rigirata. Finalmente ritornò a respirare normalmente. Non era certo abituata a quell’andatura.

<< I nargilli ti hanno mangiato la lingua? >>

Il grifondoro alzò gli occhi al cielo, guardandola di traverso. Possibile che dovesse sempre parlare di nargilli?

<< E’ impossibile, perché i nargilli… >>

<< Non mangiano le lingue, lo so >> lo interruppe Shailene.

Ma non era quello che James intendeva, proprio no. I nargilli non esistono. Concluse nella sua testa, ma evitò di dirlo ad alta voce, considerando che lei non avrebbe di certo cambiato idea.

<< Io sto andando da Hagrid, sai gli avevo promesso di aiutarlo con un cucciolo di drago che ha appena comprato >>

Ancora una volta il ragazzo non rispose, continuando semplicemente a camminare, ma la corvonero non si sentì insultata o a disagio o ignorata. Sembrava semplicemente padrona della situazione.

Continuava a camminargli accanto quando l’unica cosa che il ragazzo desiderava era che lei sparisse e gli lasciasse vivere quella domenica in santa pace.

Tutta l’empatia che si era creata tra di loro nel primo incontro era sparita. James semplicemente provava l’avversione che sentiva verso tutti gli altri.

Quello era il suo giorno e una ragazzina qualsiasi non poteva rovinarlo.

<< Vuoi venire? >>

<< No >> rispose secco, fermandosi.

Erano arrivati al limite della Foresta Proibita.

<< Vengo con te allora. Hagrid ha detto di vederci verso le nove >> disse, osservando un orologio da polso.

James alzò gli occhi al cielo.

<< Non se ne parla >>

<< Non puoi impedirmelo >> gli fece la linguaccia.

Gli occhi divertiti si puntarono nei suoi e per un attimo, solo per un attimo, James sorrise dell’impertinenza di quella ragazza che tanto gli ricordava sua sorella.

<< Non provare a seguirmi >>

<< Perché? >>

<< Perché no >>

Shailene sbuffò in realtà per niente irritata dal comportamento del ragazzo. Era testarda, alcune volte a tal punto da essere fastidiosa, lo sapeva. Ma sapeva anche quando era il momento di fermarsi.

<< Ti aspetto qui, mentre tu vai a farti riempire di pugni >> disse tranquilla.

James spalancò gli occhi, girandosi verso di lei stranito, ma non incontrò la chioma castano cioccolato. Aggrottò e sopracciglia confuso, prima che la voce della ragazzina richiamò la sua attenzione.

<< Beh, che fai? Non vai? >>

Era seduta a terra, con e gambe incrociate e le mani che giocavano con qualche filo d’erba. Borbottò qualcosa come ‘i gorgosprizzi devono averlo confuso’ che James ignorò prontamente.

Il ragazzo la guardò con un sopracciglio alzato, ma non ribatté. Sena nemmeno una parola entrò nella Foresta Proibita, non guardandosi indietro.

 

 

<< Terzo incontro: James Potter e Alexander Nott >> la voce di Patrick Baston risvegliò James dai suoi pensieri.

Alexander Nott? Era la prima volta che il ragazzo si presentava a quegli incontri e James non si sarebbe mai aspettato di incontrarlo in una situazione del genere. Alexander era un serpeverde del nono anno che di serpeverde, a prima vista, non aveva proprio niente.

Sempre sorridente, con la battuta pronta, ironico e qualche volta arrogante. James lo avrebbe visto meglio tra i grifondoro, a volte si comportava proprio come loro. Pieno di energia ed esibizionista. Ma Potter aveva imparato ad osservare e si era accorto del lato da serpe del ragazzo. Era scaltro, intelligente, subdolo a volte. Ma mai si sarebbe aspettato di incontrarlo lì.

Guardò gli occhi celesti del serpeverde, pensando che sì, sembrava molto più grande della sua età.

I due ragazzi si portarono uno davanti all’altro e si fissarono negli occhi per qualche secondo prima di cominciare. Il primo pugno partì proprio da Alexander che, anche essendo più grande e muscoloso di James, aveva decisamente meno esperienza. Il grifondoro evitò il gancio destro abbassandosi e colpendolo allo stomaco, facendolo piegare in due.

Provo poi a colpire il viso on una ginocchiata, ma il biondo fermò il colpo con entrambe le mani e lo colpì al viso, spaccandogli il labbro.

James sputò a terra il sangue, ripagandolo con la stessa moneta. Un gancio destro sullo zigomo e uno sinistro sul mento.

Calcio allo stomaco. Alexander afferrò la sua gamba e lo fece cadere a terra. James evitò un pugno e si rialzò colpendolo allo sterno ripetutamente.

Il serpeverde fece un paio di passi indietro, alzando le mani e tossendo, in segno di resa.

James si passò una mano sotto l’occhio dove c’era un rivolo di sangue e sputò nuovamente a terra. Si girò e se ne andò.

 

 

<< Ehi amico >> una voce sconosciuta lo chiamò, facendolo fermare.

James si guardò alle spalle, vedendo Alexander Nott camminare lentamente verso di lui.

<< Mi hai spaccato le costole >>

Il grifondoro non aveva idea di cosa rispondere. Avrebbe forse dovuto scusarsi con lui? Dopotutto mica era colpa sua se si era presentato ai combattimenti, ma lui avrebbe potuto essere più delicato. Fece per aprire a bocca, senza sapere bene cosa dire, ma Alex liquidò l’affermazione con un gesto della mano e solo allora James si rese conto che il tono del ragazzo era scherzoso. Non risentito, ma divertito.

James lo guardò. Lo superava in altezza di pochi centimetri ma aveva le spalle decisamente più grandi delle sue.

<< Andrai in infermeria? >> chiese, ma il ragazzo scosse la testa, continuando a sorridere.

<< Sono in grado di curarmi da solo, ma dimmi, la faccia è tanto rovinata? >>

Si toccò il viso quasi alla ricerca di qualche stranezza. Quando l’altro scosse la testa lui sospirò sollevato.

<< Sai, è un peccato rovinare qualcosa di così bello >>

James lo guardò scioccato e poi, forse colpito dalle sue parole, forse dal tono, ferse dall’espressione o dalla situazione improbabile, scoppiò a ridere. Alex lo guardò oltraggiato, ma poi si aggiunse alla sua risata, tossendo per il dolore addominale.

<< Ci si vede, amico >> disse James, uscendo dalla Foresta Proibita e sorridendo mentre lo prendeva in giro per quella parola che per primo gli aveva rivolto.

 

 

 

 

Quando James vide di nuovo la luce del sole, quasi un’ora dopo, fissò sconvolto il corpo steso a terra. Shailene era ancora lì. Le gambe fasciate dai jeans e il busto coperto da una felpa ameno di due taglie più grande.

Si avvicinò, fermandosi accanto a lei e sedendosi sul prato.

Quel giorno, a quanto pare, era abbastanza loquace.

<< Hai aspettato >>

Shailene si tirò a sedere e osservò con una smorfia il suo viso. Il sopracciglio e il labbro inferiore erano spaccati, ma i suo viso non era molto rovinato. Per lo meno non era tumefatto. Shailene sorrise radiosa, annuendo.

<< Ora devo andare. Hagrid mi aspetta. Passa una buona giornata >>

Si alzò e rivolgendogli un ultimo sorriso e un saluto veloce con la mano si diresse verso la capanna del guardiacaccia.

Dopo qualche passo però si fermò e si girò, raggiungendolo di nuovo. Si abbassò all’altezza di James e sotto gli occhi sbalorditi del ragazzo gli lasciò un bacio sulla guancia, prima di correre via ridendo.

Questa ragazza è proprio strana.

 

 

 

Angolo Autrice

Buon pomeriggio mondo! Mi trovo a pubblicare prima del solito!

Finalmente si sono date le vacanze, o almeno qui in Svezia è così, quindi, trovandomi alla casa estiva e avendo tempo, spero di riuscire a scrivere un po’ di più!

Passiamo al capitolo. Come prima cosa vorrei dire anche il nome dei prestavolto di Lily, Hugo, Roxanne e Fred prima di commentare!

Come Lily ho scelto Karen Gillan

Hugo è Ed Sheeran

Roxanne è Katerina Graham

Con Fred sono indecisa, avevo pensato a Luke Pasqualino o Jacob Artist

Con questo capitolo invece presento Laila (Ashley Benson) , Arielle (Megan Fox) e Alexander (Chris Evans), che sinceramente adoro!

Vi ringrazio per tutto, chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e soprattutto chi la recensisce!

Vorrei chiedervi ora: chi è il vostro personaggio femminile preferito? E quello maschile? Quali credete saranno le coppie? Che ne pensate dei prestavolto? Di chi dovrei scrivere maggiormente?

Lo so che  presto per le domande perché mancano ancora molti personaggi, ma spero che rispondiate comunque :)

Ci sentiamo presto!

p.s Nel caso non pubblichi prima di Natale, passate delle buone feste e vi auguro un natale pieno di felicità e di neve

  
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