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Autore: pensa_e_potrai    21/12/2014    0 recensioni
Questa storia è il seguito di "Come i Babbani".
Hermione Granger e Draco Malfoy si sono sposati.
Loro figlio Scorpius ha appena compiuto undici anni, e frequenterà la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
I suoi genitori gli hanno già detto tutto quello che lo aspetta, o quasi.
Perché, si sa, purtroppo la vita del figlio di un ex Mangiamorte da una parte, e di una Nata Babbana dall'altra, di certo non può essere semplice.
E Scorpius, che vorrebbe solo una vita normale, dovrà fare i conti con la vendetta di vecchie conoscenze, che non tarderà a manifestarsi.
Per difendersi avrà la sua famiglia, e i suoi amici, ragazzi molto speciali.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Rose/Scorpius
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lei Grifondoro. lui Serpeverde'
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Cos'era quello strano oggetto? E cosa più importante, quale attinenza aveva con la sua richiesta di conoscere il passato dei suoi genitori? Queti ultimi si stavano scambiando occhiate interrogative tra loro, come se comunicassero con gli occhi. Il silenzio quasi asfissiante e carico di domande venne rotto da suo padre, che disse con tono basso

"Faccio io." Tirò fuori la bacchetta dai pantaloni e la portò alla tempia. Scorpius rimase perplesso. Fu come se Draco avesse estratto dalle proprie meningi dei fili argentati, che depose nella strana bacinella. Il ragazzino rimase a guardarli mischiarsi con il liquido argenteo, per qualche istante.

"Guarda lì dentro, nel Pensatoio." lo esortò sua madre, indicanto l'oggetto, il Pensatoio. Lui si avvicinò ad esso con titubanza, strizzando gli occhi, ma non vide nulla. Si avvicinò ancora, fino a toccare il liquido con il naso. Quasi d'istinto, immerse la faccia in quello, che parve risucchiarlo.

Ebbe la sensazione di cadere, sempre più in profondità, fino ad atterrare in un luogo inconfondibile all'esterno di Hogwarts: il campo da Quidditch.

Al suo interno, vide i giocatori Serpeverde e Grifondoro, a terra. I capitandi delle squadre si sbraitavano contro. Il ragazzino si avvicinò lentamente alla scena, come se temesse di esser visto. Ma quelli non si accorsero di lui, o perchè troppo impegnati a litigare (opzione più probabile di quello che credeva), o perchè non potevano proprio vederlo. Accolse quell'idea, che finalmente gli fece capire perchè era lì: si trovava in una sorta di pensiero, un ricordo.

Guardò uno per uno i volti dei giocatori, senza soffermarsi in particolare su ognuno. Ma solo un ragazzo attirò la sua attenzione. Un Grifondoro dai capelli corvini, gli occhi smeraldo e un paio di occhiali dalle lenti rotonde, di metallo, ridotti parecchio male. Aveva la netta sensazione di averlo già visto, ma non ricordava dove. Quello si spostò appena, e allora capì. Vide sulla sua fronte, ben definita, una cicatrice a forma di saetta. Quindi quello era il famoso Harry Potter, il bambino sopravvissuto. Si ricordò di quando aveva sentito dire (origliando) a sua madre che sarebbe stato il suo

Scorpius decise di spostare il suo sguardo sui litiganti, per capire cosa stesse succedendo.

"Oh guardate.- fece in tono ironico un ragazzo Serpeverde, alto e moro -Un'invasione di campo."

Vide avvicinarsi un ragazzo dai capelli rossi e un'altra ragazza. Sgranò gli occhi per essere certo di quello che vedeva. La ragazzina dai capelli spettinati e i denti leggermente sporgenti assomigliava veramente tanto a Emma, sua sorella. Ma si ricordò che quello era un ricordo. Allora dedusse che si trattasse di sua madre. Gli faceva uno strano effetto vederla così davanti a lui. Il ragazzo dai capelli rossi vicino a lei, quindi, doveva essere Ronald Weasley, un suo vecchio amico, di cui gli aveva parlato. Quest'ultimo domandò, leggermente alterato

"Che succede? Perchè non giocate? E lui che ci fa qui?"

Scorpius si spostò all'indietro, per vedere a chi fosse diretto quello sguardo sprezzante. Per la seconda volta dovette controllare di vederci bene. Il ragazzino era della sua stessa altezza, biondo platino e dagli occhi grigi. Sembrava veramente il suo sosia. Era certo che fosse suo padre, tante erano le volte che gli aveva detto quanto gli assomigliasse.

"Io sono il nuovo Cercatore dei Serpeverde Weasley.- iniziò Draco superbo - E tutti stanno ammirando i manici di scopa che mio padre ha comprato alla nostra squadra."

Disse mostrando un manico di scopa lucido e nuovo di zecca, e così fecero gli altri Serpeverde. Erano inconfondibilmente delle Nimbus Duemila Uno, modelli che erano stati nettamente superati dalle Firebolt Ventidue, ma che per quei tempi dovevano essere un ultimo modello.

"Belli vero?- continuò con fare da superiore - Ma non è detto che anche la squadra dei Grifondoro non riesca a mettere insieme un po' di soldi per comprarsi delle scope nove. Se mettete all'asta quelle vecchie carrette delle Scopalinda Cinque, vedrete che qualche museo pagherà per averle."

I compagni di squadra di suo padre risero, mentre i Grifoni sembravano sul punto di passare alle mani

"Per lo meno, - commentò con asprezza Hermione, intromettendosi tra le risate dei verde-argento - nessuno nella squadra del Grifondoro si è dovuto comprare l'ammissione. Loro sono stati scelti per il talento."

Draco la guardò irritato, e leggermente sorpreso. La sua aria di superiorità vacillò per un secondo, come se fosse rimasto spiazzato dal fatto che qualcuno gli avesse risposto. Si ricompose velocemente e avanzò.

"Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue." Sputò acido, calcando le ultime due parole.

Scoppiò una bolgia. I Grifondoro sui misero a urlare ''Come ti permetti?" e insulti vari. Doveva essere un appellativo peggiore di quanto Scorpius pensasse, considerando la reazione dei ragazzi. Ron tirò fuori la bacchetta (spezzata sulla punta e aggiustata alla buona con dello scotch) e la puntò sul biondo, pronunciando un incantesimo, che però gli rimbalzò contro. E si trovò a vomitare lumache mentre i Serpeverde ridevano e gli amici correvano verso di lui ad aiutarlo.

Ma Scorpius non poté vedere altro, perché la scena svanì piano piano da davanti ai suoi occhi.

Si ritrovò in un corridoio, silenzioso e semi-deserto. Tutto taceva, ad eccezione di due voci che sussurravano. Da una stanza, che era sicuro fosse l'infermeria, uscirono Harry e Ron, visibilmente preoccupati. Davanti a loro arrivò, ghignando, un ragazzino biondo, che chiese beffardo.

"Hey che vi è preso? Un troll in pozioni?!"

"Taci Malfoy!" Urlarono in risposta, e se ne andarono.

Draco rimase lì, perplesso, mentre altre due persone gli passarono accanto. Il primo era un uomo alto, dalla folta barba bianca e degli occhiali a mezzaluna sul naso; l'altra era invece la professoressa McGranitt, che conversava con il primo. Scorpius ascoltò. La professoressa disse agitata

"Non posso crederci... è una cosa inaudita... la signorina Granger, pietrificata... questa scuola non è più un luogo sicuro."

Appena i due si allontanarono, suo padre assunse un'aria scioccata.

"Oh no, la Granger!" Si fiondò in infermeria, e percorse la stanza fino a un lettino in fondo a essa. Molte tendine erano tirate, ma una sola non lo era, e lui lo seguì verso di quella.
Draco sussultò, e così anche Scorpius. Sdraiata sul lettino, c'era Hermione. Era immobile e gelida. Un braccio era lungo il fianco, e la mano sembrava stringere qualcosa. L'altro braccio era teso in avanti.
Draco si avvicinò a lei e la guardò con amarezza.

"Non può... non puoi... non può essere successo a te.- strinse la mano che era rimasta pietrificata in avanti con la sua - Non azzardarti a restare così. Sei più forte, ti prego." lasciò andare lentamente la mano fredda e immobile della ragazzina e si allontanò, per non esser visto. Ogni tanto, mentre si allontanava, si voltava a guardarla.

La scena sparì di botto, senza diradarsi lentamente. Al suo posto c'era un muro, con ma scritta agghiacciante, di sangue

'La camera dei segreti è stata aperta, temete, nemici dell'erede.'

Ma quella sparì ancora.
Ormai era abituato a quella sorta di dissolvenza. Le voci si facevano distanti, remote, e le immagini sfumavano difronte ai suoi occhi. Ora era in un corridoio della scuola, davanti a un immenso muro di pietra. Non c'era nessuno, ma sapeva che sarebbe arrivato, doveva. Così si sedette a terra e attese pazientemente. Udì in lontananza dei passi frettolosi che rimbombavano. Si alzò in piadi e si appoggiò alla parete. I passi appartenevano a una ragazza, dai capelli biondo cenere, la pelle chiarissima e una bizzarra collana di tappi di Burrobirra al collo. Questa parve concentrarsi un attimo, poi passò davanti alla partete di pietra, tornò indietro e lo rifece altre due volte. Lì, dal nulla, apparve all'improvviso una porta gigantesca, dietro alla quale la ragazza sparì immediatamente. E la porta scomparve.

Scorpius era rimasto sbalordito, stava realmente pensando di soffrire di allucinazioni. Stette lì a pensare al perchè di quel ricordo, quando altri passi, ma stavolta lenti e silenziosi, giunsero al suo orecchio. E poco dopo apparve un ragazzo alto e biondo, che guardava interrogativo la porta ormai sparita. Scorpius lo riconobbe subito. Sembrava fosse passato molto tempo dall'ultimo ricordo, perché quel ragazzino basso e gracile ora sembrava molto più adulto, ed era quasi come quello che conosceva. Quindi, ancora una volta, stava guardando suo padre. Questo si allontanò lentamente e in silenzio, e sparì come le immagini davanti agli occhi di suo figlio.

In quel momento Scorpius si trovava in un ufficio, se così si poteva definire. Le pareti erano rosa confetto, con appese innumerevoli foto e piattini di ceramica che ritraevano dei gatti, che si muovevano e miagolavano. Al centro della stanza c'erano una scrivania e due sedie. Seduta lì, si trovava una donna dai capelli castani acconciati con un cerchietto rosa e la faccia da rospo. Anche lei era vestita solo di rosa. Dava il voltastomaco.
La donna sorseggiava tranquillamente del thè. Ma cosa c'entrava quella con i ricordi dei suoi? Visto che l'unica cosa da fare era aspettare, Scorpius si sedette su ma delle sue serie davanti alla scrivania, e aspettò, fino a che non sentì bussare.

"Avanti avanti." Disse la donna con voce acuta, appoggiando la tazza nel piattino sul tavolo. E dalla porta entrò Draco, che salutò formalmente con un cenno del capo. Si sedette sulla sedia accanto a quella di Scorpius, con base postura rigida e dritta.

"Allora? non ha scoperto nulla?" Chiese impaziente ma pacata la donna.

"No." Si limitò a dire lui, freddo e inespressivo.

"Non ha neanche una vaga idea di cosa stanno tramando Potter e i suoi amici?" La donna parve diventare preoccupata, il sorriso congelato sulle sua labbra vacillava, e la voce era ancora più acuta. La calma però rimaneva intatta, quasi irritante.

"No."

"Non è riuscito a seguirli?"

"No."

"Lei è completamente inutile Malfoy! Si rende conto che stanno tramando contro di me? Sono ancora dalla parte di Silente! Se ne vada!" Si alzò in piedi e indicò l'uscita. Draco si alzò e se ne andò senza aggiungere nulla, sbattendo la porta.

L'ufficio si fece lontano, ancora una volta tutto sparì davanti ai suoi occhi.

   
 
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