Amava i toni forti e spietati
Venerava la bellezza dei contrasti e dello stridore
Rosso
Il rosso era ovunque davanti ai suoi occhi
Scarlatto su bianco
Vermiglio su nero
Porpora su arcobaleno
Non esisteva assoluto
Il rosso dominava tutto di lei
Contaminava ogni concetto
Ogni immagine
Ogni sentore
A partire dalla sua vita
Un ritaglio di tempo dai bordi sciupati
Niente di netto
Niente di chiaro
Rosso a pioggia e sbavature disciolte
Il fascino perverso di quella tinta pulsante
Il colore di tutto ciò che era vivo
Ai suoi occhi, nient’altro che grigio annacquato
C’erano tocchi di rosso tra le sue lenzuola
Dove anche i sogni erano fiabe dell’orrore
Rosso tra le righe dei suoi diari
Su cui aveva pianto una volta di troppo
Rosso dentro ai suoi occhi
Perle di cenere e disillusione
Rosso
Solo rosso
Dentro e fuori di lei
Il marchio di un nuovo giorno sopravvissuto
Ogni volta sperando fosse l’ultimo
Per poter scrivere la parola Fine
Senza sporcarsi le mani
Senza temere altro dolore
Addormentarsi e svanire
E non fare più ritorno
In quel mondo che non era fatto per lei
Tra quella gente che la guardava senza vederla
E si domandava perché
Tutto quel rosso
Tutto quel macabro
Osservandola urlare senza mai sentire
Parole e gesti non bastavano mai
Tacere per non mentire
Fingere per non spaventare
Quel rosso era male
E lei lo aveva sempre amato troppo
E troppo presto
Pericoloso e blasfemo
Come la disperazione dei suoi pensieri
Rossi anche quelli
La guardarono spegnersi senza capire
Ogni giorno una goccia versata
Da gocce a macchie
Da macchie a pozze
Un lungo scorrere verso il vuoto
Un bacio dal sapore metallico
Amava i toni forti e spietati
Venerava la bellezza dei contrasti e dello stridore
La serenità di un finale triste
Una lacrima nera sopra un sorriso bianco
E poi rosso
Lucido e freddo
L’ultima pennellata del quadro