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Autore: Lady Castalia    10/11/2008    2 recensioni
"Che cosa accade quando la Realtà,
come noi la conosciamo,
viene improvvisamente stravolta?"
Questa storia narra di cinque ragazze alle prese con il male, nella sua forma più pura.
Saranno messe a dura prova, ma il Bambino Sopravvissuto sarà dalla loro parte, pronto a combattare l'ennesima battaglia.
Dal Prologo:
Immaginatevi ora, di ricreare lo stesso trambusto tra quattro mura casalinghe in cui una Gryffindor, due Slytherin e una Durmstrang, convivevano da un anno.
La parola più adatta a riassumere la situazione poteva essere caos, anche se a volte risultava riduttiva.
A Ilaria e alla mia FamigliaH
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ed eccomi alle prese con un nuovo racconto, totalmente diverso da quelli che ho scritto fino ad ora.
Il fandom rimarrà sempre Harry Potter, ma per una volta ho deciso di cercare di tenere fede alla vera storia, quindi avverto fin da ora che non si vedranno mai coppie come Hermione e Draco.
Diciamo che è un esperimento!^^
Prima di lasciarvi alla storia però ho due dediche molto importanti da fare.


La prima va ad Ilaria.
Non è la prima volta che le dedico una storia, ma questa è un’occasione speciale, perché questa splendida persona ha da poco compiuto gli anni, e questo è il mio regalo per lei.
Ila sapevi già della sua esistenza, ma spero possa essere per te una bella sorpresa comunque.
Purtroppo non sono una grande scrittrice come invece penso che lo siate voi(DonneH non provate a ribattere sennò vi sputo tutte!XD), ma questa volta cercherò di fare del mio meglio.
Questa è per te che sei la mia Musa, e non saprei come fare se tu non fossi nella mia vita.
Senza contare che se non ti avessi conosciuto, non avrei avuto modo di incontrare altre persone fantastiche, per questo ho deciso di dedicarla anche a loro.
Questa storia infatti parla di Harry Potter perché è quello che mi ha permesso di conoscervi, parla di donne perché vorrei tanto potervi vedere e stringere forte, parla di amicizia, di vita, perché è grazie a voi che i momenti brutti passano in un soffio.
La dedico a voi, la mia FamigliaH, senza la quale non riuscirei più a stare.

E ora, buona lettura, almeno spero.^^








Chronicles Of Girls

~ The Forgotten Evil ~




~ Prologo ~













“Londra, 01 Ottobre 1858 d.C.

Nelle più antiche leggende del Mondo Magico,
si narra di un’entità maligna,
condannata a vivere la propria Eterna esistenza
rinchiusa nelle più profonde viscere della terra.
Ma che cos’è l’Eternità paragonata al Fato?
Che cosa accade quando la Realtà,
come noi la conosciamo,
viene improvvisamente stravolta?”

- dal Diario di A. X. Goodman -














Londra, 01 Ottobre 2008.





- Sveglia pelandrone! - gridò una esile figura femminile dai capelli castani, tagliati corti appena sopra le spalle, che portava il delizioso nome di Hallie Nicole Meyers, iniziando a spalancare ogni finestra fino al piano di sotto, permettendo alla luce del sole di invadere ogni angolo, facendo riecheggiare la propria voce in ogni stanza, incurante delle maledizioni che di sicuro si sarebbe presa al risveglio di tutte le donne abitanti di quell’appartamento.
Iniziava così un altro giorno, stupendo, come tutti quelli che da un anno a quella parte stava vivendo insieme a coloro con cui aveva giurato di passare il resto della propria vita.
- Ti prendesse un colpo! Hallie ti rendi conto di che ore sono? - la voce oltraggiata di Jillian McNicol riecheggio dal piano superiore, accompagnata subito dopo da uno sghignazzare lievemente sadico.
- Non ci trovo nulla da ridere Violet. - sbottò la prima irosa.
- Coraggio, abbiamo una giornata piena di impegni oggi, Hallie ha fatto bene a svegliarci, anche perché sennò l’avrei fatto io tra non molto, e forse non in modo così delicato – tubò melensa Violet Marshall, scendendo le scale seguita dalla rossa, che si era trascinata il lenzuolo dalla camera da letto, tirandoselo fin sopra la testa.
- Ma Kyla dov’è? Non l’ho sentita uscire dalla stanza da letto. - chiese Jillian sporgendosi verso la scala che dava al piano superiore volgendo lo sguardo verso l’alto.
- Kylaaaa! - sbraitò poco finemente la ragazza dai lunghi capelli rossi, con un ghigno stampato sul viso, sapendo di aver appena dato inizio all’Apocalisse.
Un’imprecazione poco fine, in una lingua a loro incomprensibile, arrivò dall’ultima stanza in fondo al corridoio, seguita da un rumore sordo.
- Perfetto, adesso ci pianterà il muso fino a stasera. – sbuffo Violet, scostandosi dal viso una ciocca dei suoi lunghi e luminosi capelli neri.
- Se non altro adesso siamo tutte sveglie. - constatò Hallie con un’alzata di spalle, dirigendosi verso la loro ampia cucina.
Era una di quelle cucine all’americana in stile moderno, come il resto dell’appartamento, con una grande isola centrale che utilizzavano principalmente per la colazione.
- Questo è vero. - ammise Violet seguendola – Jill che diavolo combini? – esclamò ad un tratto volgendo la sua attenzione verso la ragazza.
La rossa le fece cenno, accostandosi l’indice alle labbra di fare silenzio, dipingendosi sul volto un sorriso beffardo.
Violet si portò una mano in faccia, mimando poi all’amica in pochi gesti concisi che non ne voleva sapere mezza su quello che stava combinando.
In quel momento, dalle scale, con lo spazzolino da denti ancora in bocca e con l’aria da funerale, Kyla Sundström stava scendendo al piano inferiore.
Purtroppo per lei e per le orecchie delle sue inquiline, quella mattina era destinata ad essere un Inferno.
Violet fece appena in tempo a varcare la soglia della cucina, tutta arredata in stile moderno, che un’altra imprecazione seguita da velate minacce di morte arrivarono dal salotto, facendo scoppiare a ridere all’unisono lei ed Hallie.
- Jill un altro scherzo del genere è ti giuro che ti spedisco diretta al San Mungo. – esordì dieci minuti dopo Kyla, dopo aver dato fondo alla sua prima tazza di caffè.
- Tu invece dovresti cercare di essere un po’ più solare alla mattina. – tubò la rossa in risposta, con il naso affondato nella sua tazza, per cercare di mascherare il ghigno divertito in ricordo della bionda spalmata lunga il pavimento dopo il suo innocente scherzo.
Sarebbe stato tale, se per Kyla il rito mattutino, consistente in risveglio lento e possibilmente silenzioso accompagnato da una dose massiccia di caffè, non fosse stato sacro e inviolabile.
Purtroppo i suoi nervi erano stati messi a dura prova in quell’ultimo anno.
Doveva ammettere che infondo in cambio aveva ricevuto affetto, amicizia e questo le bastava a compensare quella lieve mancanza di quiete.
Quiete e calma, parole quasi estinte dal suo vocabolario convivendo in un appartamento grande quanto la sua vecchia stanza, con delle squinternate.
Kyla buttò un’occhiata apparentemente indifferente alle ragazze che la circondavano.

Un anno…

Era passato in fretta, più di quanto si sarebbe mai immaginata.
Quando insieme avevano preso la decisione di convivere, era stata la prima a mostrare il suo scetticismo, non tanto per la mancanza di amicizia, quella c’era e in abbondanza.
Il suo era piuttosto un problema di accostamenti bizzarri.
Non aveva mai trovato un vocabolo preciso che desse la definizione di quello che erano.
Tutto era iniziato esattamente quattro anni prima nella Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del Mondo Magico: Hogwarts.
Quell’anno la scuola, era stata scelta per ospitare il famoso torneo Tre Maghi, insieme ad alunni di altre due scuole di magia straniere, tra le quali proprio la sua: Durmstrang e Beauxbatons.
In quell’anno ne erano successe di tutti i colori, e non solo perché qualcuno aveva cercato per l’ennesima volta di mettere fine alla leggenda del Bambino Sopravvissuto.
Immaginatevi ora, di ricreare lo stesso trambusto tra quattro mura casalinghe in cui una Gryffindor, due Slytherin e una Durmstrang, convivevano da un anno.
La parola più adatta a riassumere la situazione poteva essere caos, anche se a volte risultava riduttiva.
Senza contare che presto sarebbe arrivata anche la francesina, così con Beauxbatons, sarebbero state davvero al completo.
- Hei Serpe, ancora arrabbiata? – le chiese angelicamente Jillian riscotendola dalle sue riflessioni.
- Prima o poi mi dovrete poi spiegare perché insistete a chiamarmi in quel modo, in questa casa siete già in due ad esserlo, perché aggiungere altre disgrazie? - constatò Kyla, come se il suo ragionamento fosse la cosa più naturale del mondo.
- Tesoro, qui non si tratta di provenienza, ma di un semplicemente dato di fatto. – l’ammonì sarcastica Violet – Senza contare che la scuola ormai l’abbiamo finita da un pezzo. -
La bionda ignorò quell’affermazione mugugnando qualcosa nella sua lingua madre, che voleva significare che lei di prima mattina era già tanto che spiaccicasse due parole in croce.
- Però devo dire che a volte mi dispiace. Mi manca. – sussurrò con tono malinconico Hallie, con la mente a quegli anni che sarebbero rimasti indimenticabili.
- Mi state facendo venire il mal di testa. – sbuffò Kyla, portandosi una mano sugli occhi chiari, per schermarsi dai riflessi che il sole riproduceva attraverso la grande porta finestra, che dava sul loro ampio terrazzo.
- Coraggio vampira, ora basta cazzeggiare. – proferì Jillian scoccandole un’occhiata divertita, alzandosi dallo sgabello.
- E adesso che diavolo sono questi vampiri? – sbottò la bionda verso la rossa, imprecando nuovamente in Svedese.
Jillian continuò a ridersela sotto i baffi senza darle risposta, a volte scordava che l’unica cosa di cui Kyla fosse a conoscenza dei Babbani, erano le sigarette.
- Dobbiamo muoverci o faremo tardi. Tra un’ora Michelle sarà all’aeroporto. – intervenne Violet, dando uno sguardo all’orologio a parete di fronte a lei.
Un’impercettibile bagliore, che non sfuggi alle altre ragazze, attraversò le sue iridi verdi. In fondo tutte quella mattina avevano la stessa luce negli occhi.
Quel bagliore era soddisfazione, emozione.
Era un sogno, che diventava realtà.











"La pia finzione secondo la quale il Male non esiste
lo rende soltanto vago, enorme e minaccioso."

- Aleister Crowley -

  
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