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Autore: lawlietismine    22/12/2014    1 recensioni
1660 parole di Sterek, perché a Natale siamo tutti più buoni.
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Un regalo a dire la verità l’aveva preso, ma non era adatto e non sapeva neanche quando darglielo – se darglielo – visto come era fatto Derek e visto che non sapeva neanche se si sarebbero visti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A wolf on a white pillow with a fox
[a sterek fairytale]



Scott non si fermava un attimo con quelle chiacchiere, Allison qui, Allison là: Stiles era vicino a compiere un omicidio con le sue stesse mani, per quanto volesse bene sia a lui che alla ragazza.
Era tutto un “cosa posso farle?” o “che ansia, passiamo la Vigilia insieme” fra il passaggio da un negozio all’altro, alla ricerca dei dannati regali.

Era già il periodo di Natale, diamine come era volato il tempo.

Non che non lo amasse Stiles, anzi! Ogni anno lui e l’altro lo passavano insieme per tradizione, con suo padre, Melissa, tanto cibo e poi una bella gara ai videogiochi.
Era una delle loro tante abitudini, una di quelle cose che non lo stancavano mai.
E poi prevedeva una pausa scolastica, come rifiutare!

Il problema era un altro: Derek.

Il giorno dopo sarebbe stato il ventiquattro e lui non gli aveva ancora preso niente, stavano insieme – se così si poteva dire – ormai già da qualche mese, ma non avevano parlato neanche un po’ delle feste: Stiles non aveva osato introdurre l’argomento, probabilmente il sourwolf sarebbe andato a passarle con le sorelle e Peter.
Chissà.
Eppure si era immaginato una bellissima scena qualche sera prima, mentre se ne stavano appisolati e stretti l’uno all’altro al loft, come ormai accadeva spesso: la sera della Vigilia, loro due su quel divano e sotto una coperta, luci spente, due cioccolate calde fumanti e un bel film, prima di concludere la serata in bellezza per festeggiare.

Ma dubitava seriamente che sarebbe successo, e di certo lui non lo avrebbe proposto.  

Non era una situazione molto simpatica la loro in effetti, non avevano dato un nome a qualunque cosa ci fosse in atto, non avevano confermato niente – più perché non lo aveva fatto Derek, se fosse stato per Stiles avrebbero già annunciato un ipotetico matrimonio tra poco, tanto scalpitava – era capitato e basta, e da lì era andata avanti nel modo più semplice possibile, senza tanti discorsi.
Per la maggior parte del tempo, poi, se ne stavano chiusi nel loft, immersi sotto le coperte nel letto o sdraiati su quel comodo divano.

A Stiles in un certo senso andava bene, era meglio di nulla: ancora doveva riprendersi dallo sconvolgimento che lui gli aveva dato quel giorno di qualche mese prima, quando – occupati a discutere per gli-dei-solo-si-ricordavano-cosa – a un certo punto si era ritrovato con la schiena contro la porta e le labbra del lupo sulle sue.

Non avevano avuto bisogno di spiegare altro, giusto uno sguardo e si erano detti più di quanto sarebbe stato necessario.

Non che ne parlassero con gli altri, ma neanche lo negavano: ormai però non era più proprio un segreto, per quanto nessuno lo affermasse ad alta voce, se ne erano accorti tutti.

E sentirsi ripetere a oltranza da Scott che lui era felice e che avrebbe passato la Vigilia con la sua perfetta ragazza, era tutto tranne che rassicurante per lui, che invece si stava tormentando con tutti questi problemi, per quanto volesse dirsi però che andava tutto bene.

Un regalo a dire la verità l’aveva preso, ma non era adatto e non sapeva neanche quando darglielo – se darglielo – visto come era fatto Derek e visto che non sapeva neanche se si sarebbero visti.

Sospirò fra sé e sé, seguendo l’altro nell’ennesimo negozio di gioielli: Scott era carico, voleva prendere ad Allison una collana.

E pensare che quello che aveva preso lui, invece, era uno stupido portachiavi a forma di lupacchiotto nero su un cuscinetto bianco insieme a una volpe: insomma, loro due.   

Già, proprio azzeccato. Se fosse stato superstizioso, avrebbe quasi detto che era stato il destino a farglielo notare in quella vetrina qualche giorno prima.

“Che ne pensi?” gli chiese Scott, spalmandogli in faccia una catenina d’argento con un quadrifoglio di cui due foglie erano zaffiri blu.
Lo sguardo da cucciolo che gli rivolse, lo convinse a mettere da parte i suoi tormenti e concedergli un minimo di attenzione, cosa che – dopo un po’ – lo portò ad annuire.
“Penso che le piacerebbe molto” gli rispose sincero, con un po’ di amaro in bocca, visto che per lui non sarebbe stato lo stesso.

Scott gli sorrise entusiasta e “spero le porti fortuna” ammise, prima di svignarsela verso la cassa per pagare.

Già, fortuna, Stiles invece aveva comprato quel regalo sperando che avrebbe ricordato a Derek di loro due ogni volta in cui si sarebbe fermato a guardarlo.
Quindi – essendo un portachiavi – presumibilmente spesso.

Ah, inutile, che stupido: Derek era più grande, più maturo e comunque diverso da tutti gli altri, quello invece a cui aveva pensato lui era infantile e troppo sdolcinato.

“Dunque, andiamo?” lo risvegliò l’altro, trascinandolo fuori dal negozio, prima di riprendere a camminare verso la jeep, ammirando il pacchetto fra le sue mani con euforia.  
Inutile dire che Stiles lo osservò di sottecchi, chiedendosi come sarebbe stato avere una relazione del genere con Derek.

Scosse la testa: lui e Derek andavano bene così.



Suo padre era a lavoro fino a tardi, perciò avrebbe cenato da solo.
Si richiuse la porta alle spalle con l’ennesimo sbuffo, lanciando malamente la giacca in un punto indistinto al suo fianco, prima di trascinarsi stancamente verso la cucina, e, dopo aver buttato giù un bicchiere d’acqua, salì in camera sua.

Un’occhiata veloce e fintamente distaccata al suo telefono – giusto per vedere se si era perso qualche chiamata o messaggio, ma niente – mentre intanto si toglieva le scarpe, poi la sciarpa, la felpa e lasciava tutto lì, abbandonato in mezzo al corridoio.

Avrebbe dovuto chiamarlo lui? O lo avrebbe disturbato? Magari sarebbe parso troppo invadente.

O Santi Dei, quando mai si era scervellato così tanto!

Entrò in camera con un altro sonoro sospiro, prima di bloccarsi sorpreso sul posto.

“Ehi”

Derek lo stava fissando, immobile davanti alla finestra socchiusa a cui era poggiato, ma dalla quale si staccò leggermente nel vederlo, e accennò un saluto, senza perdere la sua espressione seria in volto.

Stiles ci mise qualche attimo per riprendersi, poi tornò a muoversi come niente fosse, distogliendo lo sguardo.

“Ehi”

Fu la sua replica, mentre fingeva di sistemare i guanti che si era sfilato entrando.

“Non sei venuto stasera.”

Non parve una domanda, tanto che Stiles si sorprese di quel tono un po’ risentito e inquisitorio, dubitava che lo stesse rimproverando solo perché per una volta non si era fatto vivo al loft: era solo stanco e assonnato, aveva bisogno di una bella dormita.

“Già”

Lo assecondò, riponendo alcune cose nei cassetti e dedicandosi poi ad alcuni libri sulla scrivania.
Vide distrattamente Derek corrucciare le sopracciglia come suo solito, ma cercò di non curarsene granché.

“È successo qualcosa?”

Per una volta gli sembrò incerto, tanto che azzardò la domanda.
Stiles gli riservò un mezzo sorriso sghembo, prima di scrollare le spalle e “Non direi, no” rispose sarcastico, perché in fondo era vero, anche se non nel senso inteso dall’altro.

“È successo qualcosa.”

Ripeté quindi lui tornando serio, stavolta con sicurezza, tanto che Stiles ridacchiò poco divertito.

“Niente, solo Scott che mi ha trascinato da una parte all’altra per trovare il regalo ad Allison” spiegò, rinunciando in partenza al dire quale fosse il problema e cambiando argomento. Derek lo scrutò silenziosamente per un po’, fermo sulla sua postazione, mentre invece lui si muoveva incessantemente da una parte all’altra.

Ma Derek non era un tipo di molte parole, non era un tipo dai sentimenti evidenti, forse un tempo, ma non ora, non in modo troppo esplicito, neanche per lui, e Stiles lo sapeva, lo aveva sempre saputo fin dall’inizio.

“Beh…” iniziò invece, avvicinandosi cauto all’altro “so che non è il momento” lo racchiuse in trappola fra lui e la scrivania, prima di tirare fuori dalla tasca un piccolo pacchetto: Stiles sentì un inaspettato blocco in gola, il cuore a mille.
“Volevo dartelo domani sera, ma non sono uno a cui piace aspettare” ammise, rigirandoselo distrattamente fra le mani, prima di alzare lo sguardo verso di lui e darglielo.

Stiles pensò di doversi calmare un attimo prima di prenderlo, perché tremava troppo per poterlo fare, poi pensò che allora a questo punto glielo avrebbe dato anche lui, e balbettando aprì malamente un cassetto, per tirarne fuori il suo regalo.

“Una stupidaggine” sbiascicò tremolante, sotto lo sguardo acceso di Derek, che evidentemente non se lo era aspettato.

Glielo porse, poi piano piano scartò il suo.

Derek aveva parlato della sera seguente, di loro due, la Vigilia, e davvero Stiles avrebbe voluto chiedergli di più a riguardo, poi magari baciarlo, perché ne aveva voglia e bisogno, ma invece non riuscì a trattenersi dal ridere, quando si ritrovò fra le mani un portachiavi. Non uno qualunque: un lupo nero su un cuscino, insieme a una piccola e vispa volpe.

Non era possibile.

Derek rimase ancora più sorpreso quando – aprendo il suo – comprese il perché della cristallina risata dell’altro: erano uguali, avevano pensato la stessa cosa.

Per qualche astruso motivo, entrambi si sentirono sollevati da quella scoperta: Derek aveva pensato di fargli qualcosa che gli ricordasse di lui, che li unisse, proprio come Stiles, e quello valeva molto più di tante parole per loro.

Stupido da parte sua perdersi in tanti inutili pensieri, dubitare dell’altro, pretendere di più: fra loro era così, particolare, dolce e furente allo stesso tempo, e a lui piaceva davvero, gli andava bene, perché gli bastavano le giornate chiusi nel loft insieme, solo loro due, senza altri pensieri se non la persona che avevano di fronte.
Per questo mentre Derek stava mugugnando un “grazie”, Stiles, ancora poggiato fra le sue braccia a quella scrivania, gli circondò il collo con le mani e si sporse per baciarlo, prendendo quell’iniziativa che sempre – con lui – gli era un po’ mancata.

Non servì molto perché Derek se lo trascinasse dietro, fino a quel letto che spesso era stato loro complice, e che gli concedesse un’anticipazione di quello che – come dal lupo silenziosamente progettato – lo avrebbe atteso la sera seguente, al loft, solo loro due, con un film, una coperta e un po’ di cioccolata calda fumante.



 


Ehilà ^^ sks non so neanche perchè, dopo solo un giorno, torno con un'altra christmas!fic. 
Beh mmm... Mi andava e basta, quindi eccomi qui. 
Non mi perdo in discorsi inutili, lascio a voi i commenti!
Con tanto 
love a tutti e - nel caso non dovessi pubblicare niente prima - Buon Natale!  
Come detto ieri, aggiornerò nelle vacanze Missione Gelosia e le altre long, giuro
Vabbuò, nada, fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima, 
Lawlietismine 

l'altra è: 

We Wish You a Merry Christmas - Text Edition
e per altre sterek, andate sul mio profilo ^^
  
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