Po fece un salto indietro, schivando un getto di fuoco, prima di lanciarsi in aria. Ormai era diventato molto abile. Un paio di anni di duri allenamenti erano serviti per trasformare un flaccido ragazzone di 30 anni in un grassoccio ma abilissimo guerriero. Ormai era sotto i 95 chili, era alto un metro e settantacinque ed aveva la pelle rosea, corti capelli neri e grandi occhi color giada. Le sue manone, forti ma delicate al tempo stesso, sapevano tirare pugni a motore. Difficilmente ci si difendeva dagli stessi. Le sue gambe, in carne ma agili, gli permettevano di saltare molto in alto e di tirare calci micidiali. E la sua grande pancia continuava a conferirgli un'aria di tenerezza, mostrando a tutti il ragazzo dolce e sensibile che continuava ad essere quando non combatteva, tanto che molte persone che non lo conoscevano dubitavano che lui fosse il guerriero dragone fino a quando non lo vedevano in azione.
Indossava quasi sempre dei pantaloncini arancioni che gli arrivavano al ginocchio, una cannottiera bianca e semplici scarpe di seta dello stesso colore.

Nel frattempo che Po si trovava in aria, Tigre abilmente evitava varie trappole che si trovavano giù, sul pavimento. Ormai era una ragazza di 25 anni, molto bella ma non eccessivamente femminile. Superava Po, in altezza,di un paio di centimetri, pesava 60 chili ed aveva un fisico scolpito, muscoloso. Aveva i capelli lunghi, di un rosso acceso, che portava sempre legati in una treccia dietro o in una cipolla. Gli occhi, di un arancione scuro quasi rosso, non erano né molto piccoli né molto grandi e emanavano forza e serietà. Il seno, una seconda piena, non era granché visibile poiché lo comprimeva con bende nascoste dai vestiti. I fianchi erano larghi e scolpiti e ciò le dava una grande sensualità, anche durante i combattimenti. Ed era una sensualità pura, priva di volgarità. Il ventre era scolpito molto bene ed aveva gli addominali. Gambe e braccia era magre ma forti e ciò la rendeva una combattente micidiale e molto abile. La carnagione era chiara ed in viso aveva le lentigini.
Indossava sempre pantaloni rossi, lunghi fino alla caviglia e una smaglietta smanicata e senza scollattura dello stesso colore. Sia i pantaloni che la maglietta avevano un bordo nero. Ai piedi indossava leggere e comode scarpe di seta nere.

Ciak. Fu questo il rumore che si sentì all'improvviso. Scimmia aveva appena rotto una tavola di legno, con un calcio, in aria. Lui era il secondo più basso del gruppo. 27 anni, un metro e sessanta di altezza, un fisico muscoloso ma non in maniera eccessiva. Pesava all'incirca 55 chili ed era biondo. I capelli, corti, erano molto curati e Scimmia adorava portarli all'indietro. Aveva la pella chiara, una via di mezzo tra quella di Tigre e quella di Po. Gli occhi erano azzurri, ma di un azzurro scuro. Aveva anche la peculiarità di avere braccia muscolose e gambe più snelle ma agilissime e ciò gli permetteva di spiccare grandi balzi e di tenersi facilmente in equilibrio, come una vera scimmia. E ciò era un bene, poiché quello era il suo stile di combattimento. Aveva gli addominali molto scolpiti mentre le spalle erano leggermente più larghe dei fianchi.
Indossava un pantolone lungo fino alla caviglia color marrone scuro e indossava scarpe leggere e comode dello stesso colore. Durante gli allenamenti era a petto nudo, ma fuori indossava una semplice maglietta bianca a maniche corte.

Nel frattempo che Scimmia distruggeva la tavoletta, un'agilissima Vipera attraversava, del tutto indenne, una trappola passandole velocemente da sotto. Era la più giovane di tutti, poiché aveva solo 24 anni e mezzo. Alta un metro e settanta, pesava anche lei all'incirca 55 chili. E ciò le dava un aspetto molto serpentino, degno della creatura di cui portava il nome, accentuato dai lunghi e neri capelli che portava legati in una treccia laterale o, più raramente, dietro e una seconda scarsa di seno. Gli occhi di un verde smeraldo brillavano sulla sua pelle chiara e il suo fisico, agile e scattante, non era affatto muscoloso. Ma questo non significava che non era forte, anzi, tutto il contrario. Il ventre era lisco e piatto e spalle e fianchi erano allineati.
Indossava una leggera tunica verde smanicata e, al di sotto, un leggero pantalone di seta dello stesso colore. Ai piedi calzava leggere scarpe bianche.

Uno ad uno gli oggetti lanciati venivano schivati da Mantide. Era il più basso di tutto il gruppo( solo un metro e cinquantacinque di altezza) e il secondo più vecchio( 28 anni). Pesava all'incirca 55 chili. Poco muscoloso, cortissimi capelli neri e occhi dello stesso colore. Aveva la carnagione più scura di tutti, quasi olivastra. Braccia e gambe erano proporzionate, corte e magre ma agili, che gli permettevano di saltare facilmente e colpire con pugni e calci a raffica.
Portava una maglietta color verdone con scollatura a V e pantaloncini al ginocchio dello stesso colore. Ai piedi calzava comode e resistenti scarpe nere.

Infine, a vedersela con le mazze chiodate, c'era Gru. Il più alto del gruppo( un metro e ottanta di altezza), il più magro( poco più di 50 chili) e il più giovane dei ragazzi( 26 anni). Carnagione chiara, corti capelli neri e piccoli occhi dello stesso colore. Abilissimo e agilissimo, quando saltava sembrava che volasse. Dal fisico esile ma non debole, aveva braccia e gambe lunghissime. Petto e ventre erano lisci e piatti.
Indossava una tunica smanicata bianca, che sulle gambe faceva a mò di pantalone e che arrivava poco sotto il ginocchio. Portava semplici e leggere scarpe dello stesso colore.

Il gruppo era unito e compatto e tutti si impegnavano al massimo, sia durante gli allenamenti sia durante i combattimenti, ognuno sfruttando al meglio le proprie caratteristiche fisiche.


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Rieccomi. Stavolta in una sezione dedicata a un'altra grande mia passione, Kung Fu Panda. E qui ho descritto come me li immagino da esseri umani. Voi che ne pensate? Anche voi li immaginavate così? Dite la vostra nelle recensioni. Sarò lieta di leggerla.
                                                                                                                                                                                                  Un bacio, Mozely