-Jo ti senti bene??- chiese alex. Era molto preoccupato. Era chiusa in bagno, e la sentiva emettere gemiti. Stava vomitando. Era in bagno da almeno 20 minuti, e non aveva risposto nemmeno a una delle domande di Alex. Poi silenzio. Un silenzio lungo, devastante, un silenzio pieno di ansia. Jo rispose:- scusa Alex. Si sto bene, deve essere solo un virus. Andiamo in ospedale adesso. – non ci pensare nemmeno-intervenne subito- tu oggi stai a casa. io vado in ospedale, chiamami se hai bisogno -. La baciò e uscì di casa. Jo si sdraiò nel divano, e si mise a guardare un film. Aprii i pop-corn e ne mangiò uno. Improvvisamente nausea. Corse in bagno per l’ ennesima volta e ne uscii 10 minuti dopo. La fame era completamente passata. Prese un’ aspirina, si sdraiò di nuovo, e si addormentò. Dopo due ero il cellulare squillò: nello schermo comparve un messaggio: “ciao ho un intervento, tarderò di qualche ora. Se stai ancora male, vieni in ospedale. Ti amo.” Ma lei adesso si sentiva bene, come se non fosse successo niente. la nausea era scomparsa, il mal di testa sembrava non fosse mai comparso. Improvvisamente un terribile pensiero. adesso migliaia di cose le giravano per la testa. Sentii le lacrime sul suo volto, prese la borsa, uscii, accese la macchina e partì. Nel frattempo Alex rientrò a casa :- Jo, come stai?? Dove sei?- sentii dei rumori strani. Singhiozzi. Corse in bagno, ma trovò la porta chiusa:- Jo, apri la porta. dimmi che cos'hai??mi stai spaventando- dopo 10 minuti Jo uscì, guardo Alex negli occhi, e parlò. – ho un ritardo di due settimane-. Le parole uscirono dalla sua bocca come una granata che esplode. Alex sgranò gli occhi, e continuarono a guardarsi. Nessuno dei due riusciva a fiatare. Gli occhi di Alex finirono sul letto. C’era una scatola. Capii. Un test di gravidanza. Alex, dopo interminabili minuti di silenzio, parlò:- Jo, basta piangere. Qualsiasi cosa succederà, noi saremo pronti. Tu sarai una brava madre, io sarò un bravo padre, staremo bene. Lo so, hai paura. Non hai esperienza, ed io ancora meno ma ce la caveremo. Noi ci riusciremo. Possiamo farcela. ci amiamo, e ti prometto che sarò presente. non commetterò gli stessi errori di mio padre.-. Jo lo baciò, ancora tremante, e si strinsero per alcuni minuti.poi si staccò, Prese il test, accennò un sorriso, ed entrò nel bagno. Dopo pochi minuti, che sembrarono ore, uscii con il test in mano e, con voce tremante per l'emozione disse:- posso chiamarti papà Karev??-