Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Giuliacardiff    22/12/2014    2 recensioni
Da quel momento io diventai il tuo tutto, l’unico obiettivo per farti rimanere in vita. Non ti importava di me, non ti importava di niente, volevi solo annullarti nel tuo essere il più forte dell’umanità.
Dark!Eren e Levi
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Posso trattenere il respiro,
posso mordermi la lingua,
posso stare sveglia per giorni,
se è questo quello che vuoi,
ed essere sempre lì per te.
La prima volta che mi sono trasformato … non ero cosciente. Il mondo attorno a me era ovattato, sovrastato da una luce cremisi che non mi abbandonava. Volevo solo uccidere, sterminarli tutti, non doveva rimanerne neanche uno in piedi.
Posso fingere un sorriso,
posso forzare una risata,
posso ballare e recitare la parte,
se mi chiedi questo,
e dare a te tutto ciò che sono.
La seconda volta è stato per proteggere la mia famiglia. Quei soldati stavano minacciando Armin e Mikasa. Non potevo starmene fermo a guardare mentre loro venivano attaccati. Fu istintivo, non volevo trasformarmi, anch’io ne rimasi sorpreso. Ma li avevo salvati.
Posso farlo.
Posso farlo.
Posso farlo.
Non sento più niente. La mia testa è svuotata. I cinque sensi mi hanno abbandonato, non so più chi sono, cosa facevo o dove mi trovassi. I sentimenti erano scomparsi.
Sentivo solo un fuoco ardente bruciare nel mio petto. Uccidere, sterminare … potevo pensare solo a questo. In quella fredda e buia cella, costretto a rimanere fermo a causa di catene pesanti, con un pensiero fisso in testa.
 
Poi, ti ho visto. Ancora stordito, mi misi a sedere meglio che potevo e misi a fuoco ciò che vedevo davanti a me. Un uomo biondo e preciso mi chiese delle mie condizioni. Non mi interessava. Non mi piaceva quell’uomo, ma lo riconobbi subito: era il capo della legione esplorativa, Erwin Smith. Poi incrociai il tuo sguardo, era più affilato delle lame con cui l’umanità uccide i titani, ma leggevo anche una nota sofferente dovuta, probabilmente, alla morte che si portava da anni dietro di sé.

Quegl’occhi mi emozionarono come mai in tutta la mia vita. Era un qualcosa di diverto dalla mia sete di sangue o dalla mia inclinazione suicida, era qualcosa di più dolce, ne ero certo.
Mi chiesi cosa volessi fare da lì in poi, mi chiesi un obiettivo. Abbracciai tutto il mio coraggio e con occhi tremanti, ti risposi la cosa più ovvia che mi venne in mente: sterminare fino all’ultimo di quei figli di puttana.
Non so cosa vidi nei miei occhi, non so perché ti interessasti ad uno come me, forse la tua era solo una maniera per ripagare le milioni di vite perse in battaglia.

Mi accettasti subito come tuo subordinato.
Ma sono solo un essere umano,
e, quando cado, sanguino.
Sono solo un essere umano,
e mi infrango e cado a pezzi.
Le tue parole sono come coltelli per il mio cuore.
Mi tiri su, e poi io precipito.
Sono solo un essere umano.
Incontrai la tua squadra, l’unica di cui andassi così fiero. Erd, calmo ma risoluto e caparbio in svariate occasioni, Gunther, con la leadership nel salgue ma non così forte di spirito come lasciava intendere, Aurlo, con il vizio di imitarti solo perché eri il suo eroe, la sua guida.

Infine … Petra. Tu l’adoravi, vero? Ho subito capito cosa lasciasse intendere il suo sguardo, il modo in cui ti guardava. Lei ti ha sempre amato, ti rispettava e aspettava pazientemente di essere ricambiata, prendendosi cura di te. Non so se tu abbia notato gli sguardi che ti lanciava, credo che tu ne fossi consapevole e che, a causa del suo sadismo, tu la rifiutassi senza rifiutarla davvero. Potrà sembrare contradditorio, ma è nel tuo stile. Lei si sentiva morire dentro e non era capace di lasciarti, eri il suo tutto.

Poi, … tutto finì. Presi la scelta sbagliata. Non mi fidai della mia forza, ma solo dei miei compagni, della mia squadra, la tua amata squadra, la tua famiglia, perché sì, sapevo che li consideravi dei fratelli.
Annie li uccise tutti, dal primo all’ultimo. Tu non hai assistito alla loro morte, ma hai ascoltato le loro grida nella tua testa, i loro rimpianti per non aver completato la missione ed essere morti prima di portarmi in un posto sicuro. Non ho forse ragione?

Da quel momento io diventai il tuo tutto, l’unico obiettivo per farti rimanere in vita. Non ti importava di me, non ti importava di niente, volevi solo annullarti nel tuo essere il più forte dell’umanità.
Posso attivarmi,
essere una perfetta macchina,
posso sopportare il peso del mondo,
se è questo ciò che ti serve,
ed essere tutto per te.
Nel mio scontro con Annie, sentivo che qualcosa stava cambiando in me. Sentivo emozioni contrastanti offuscare i miei pensieri. Anche dopo aver sconfitto il titano femmina sentivo che qualcosa non andava, che c’era qualcosa di sbagliato in quello che facevamo.
L’umanità mi considerava un’arma, una macchina perfetta, un’arma d’uccisione di massa. Per voi non dovevo avere sentimenti, dovevo annullarmi per eseguire i vostri ordini.
Ho sempre cercato la libertà, la possibilità di credere nelle aspettative, di abolire la mia consapevolezza che sarei morto da un giorno all’altro. Non capivo la differenza tra giusto e sbagliato. I miei pensieri erano un fiume in piena, una cascata di emozioni differenti ma allo stesso tempo calcolati e lucidi.
Posso farlo.
Posso farlo.
Ce la farò.
Fu in quel periodo che tu ti avvicinasti a me. Non riuscivo a comprendere i miei sentimenti, tantomeno i tuoi. Stando con te ho compreso qualcosa di nuovo: sono sempre le migliori armi ad essere le più fragili. Lo ero io e lo eri tu. Nessuno doveva saperlo, ma noi potevamo concedercelo. Infondo eravamo simili.
Mi insegnasti a combattere senza dovermi trasformare. Fin da subito … compresi. Ti sembravo un mostro, vero … Levi?

“Moccioso. Vieni qui un attimo”
“si signore”
“da oggi in poi ti allenerai con me per imparare a combattere come si deve. Ai livelli attuali saresti capace di uccidere un tuo alleato agitando quella lama di merda”
Fin da subito Levi comprese che il vero problema di Eren fosse la tecnica. Quella che insegnavano in accademia era completamente inutile. Eren possedeva le ali per volare alto nel cielo, ma non aveva gli strumenti per farlo.
Le prime lezioni furono sulla tecnica, nient’altro. Poi iniziarono a esercitarsi sui titani. Era inutile usare delle sagome, non sarebbe servito con Eren.
Fecero in modo di uscire dalle mura da soli per migliorare il modo di combattere del più giovane.
Il primo obiettivo fu un gruppo di cinque titani. Eren non sembrava essere spaventato, anzi i suoi occhi brillavano di una strana luce, ma Levi non ci fece caso. Eren si buttò su quei titani senza una strategia valida, agiva d’istinto … come solo un predatore sa fare.
Il soldato abbatté con un con un singolo colpo il primo, per poi passare al secondo al terzo, al quarto …
Il suo corpo agile e fulmineo volava in aria con maestria, abbattendosi sui corpi giganti con innaturale forza e tenacia. Era completamente ricoperto di sangue ma non gli dava peso. Il suo volto era un caso a parte: ricoperto di sangue, sporco di terra, occhi sadici e ghigno malato.
Rideva, rideva di gusto mentre li uccideva. Leccava il loro sangue con foga assaporando lentamente il sapore e inebriandosi di quella sostanza come se fosse la migliore delle droghe. Non si fermava, voleva uccidere, uccidere, tagliare. Nessuno era in grado di fermare la sua furia omicida. Il Caporale chiamava invano il suo nome, non poteva avvicinarsi, la sensazione che provava nel guardarlo lo faceva rimanere fisso sul suo posto. Quella era forse … paura? Non poteva avere paura di quel moccioso. Cercò di avvicinarsi, ma quando il soldato lo guardò con la coda dell’occhio, si pentì di essersi avvicinato. Da quella distanza poteva chiaramente osservare il volto del minore.
Una maschera di ilarità, un ghigno maledettamente sadico dipinto su un volto coperto di sangue, occhi sgranati per l’eccitazione e la sete di sangue.
Con un ultimo fendente uccise il suo ottavo titano, l’ultimo. Levi era terra, Eren lo raggiunse.
“Eren … che ti è successo?”
Voltandosi il caporale perse un battito. Il viso del giovane era una maschera di … pazzia e sete di sangue.
“Caporale. È stato bellissimo, non mi sono mai sentito così vivo. Voglio … sterminarli, ucciderli fino a quando non esisteranno più sulla faccia di questo fottuto mondo”
Finalmente il caporale capì cosa fosse a terrorizzarlo tanto di quel ragazzino. Era quella sua insana sete di morte. Non era la parte titanica a parlare, ne era certo non si era trasformato. Era la parte umana, la parte debole e fragile ad essere così attaccata alla morte, così assetata. Le follie omicide e suicide si univano e formavano il predatore davanti ai suoi occhi. Era come un lupo solitario che stringeva i denti e azzannava chiunque si mettesse sulla sua strada. Il predatore la cui preda è il mondo intero.
“Eren …”
Non disse niente il caporale né Eren volle giustificarsi. Un movimento e le loro labbra si unirono
-mi rimani solo tu. Anche se dovrò tradire il mondo, l’umanità o i titani, ti seguirò in capo al mondo. Non ti lascerò, tu sei mio. Il predatore e la preda. Sarò tutto per te, quindi … accettami e sopravvivi all’inferno, mio dolce piccolo assassino-
Ma sono solo un essere umano,
e, quando cado, sanguino.
Sono solo un essere umano,
e mi infrango e cado a pezzi.
Le tue parole sono come coltelli per il mio cuore.
Mi tiri su, e poi io precipito.
Sono solo un essere umano.
Da quel momento io e Levi fummo inseparabili, perfetti come amanti e adatti soldati. L’ultima speranza del mondo e il più forte dell’umanità, nomi inutili sotto ai nostri occhi. Ci bastava sapere di avere qualcuno da cui tornare.
Sono solo un essere umano.
Sono solo un essere umano.
Solo un piccolo essere umano.
Il rapimento, le mie memorie, mio padre … il processo che si susseguì fu estremo, non so come rimasi vivo, nemmeno come riuscì a proteggere tutti. Mi importava solo di lui, l’unico che mi ricordava di essere ancora umano. L’unico mio appiglio alla realtà.
Posso sopportare davvero tanto,
fin quando non diventerà troppo.
Successe tutto in un istante. Levi tra le mie braccia, sanguinante, agonizzante, sporco e ridotto in fin di vita. La mia ragione vacillò. Disperato cercai di salvarlo, ma era troppo tardi. La morte l’aveva portato via da me, lontano. Il suo carnefice? L’umanità, quella cazzo di umanità che fingiamo di proteggere, ma che poi ci punta una pistola alla tempia pronta a sparare quando non saremo più di alcuna utilità. Così era stato per Levi. Li odiavo, odiavo il mondo per avermi portato via il mio tutto, odiavo i titani per averlo permesso, i soldati per ignorare la verità. Dovevano tutti morire, pagare per ciò che avevano fatto.

Sentii il rumore di un filo che si rompeva, degli specchi che si frantumavano. Non ero più umano, niente di me era umano, non lo ero mai stato. Sono sempre stato un mostro travestito da umano. Niente aveva più importanza.

Mi ersi su un cumulo cadaveri, il ghigno di pazzia sul mio viso, l’aria da predatore … ero un mostro.

I miei occhi da essere verdi con sfumature bluastre diventarono opachi, luminosi e giallastri, come quelli dei lupi.



Eren era morto.

Date il benvenuto al mostro che metterà fine alle vostre inutili esistenze.
 
Perché sono solo un essere umano,
e, quando cado, sanguino.
Sono solo un essere umano,
e mi infrango e cado a pezzi.
Le tue parole sono come coltelli per il mio cuore.
Mi tiri su, e poi io precipito.
Sono solo un essere umano.

 
-non te l’ho mai detto moccioso … ma la prima volta che ho osservato i tuoi occhi, ho capito che non me ne fregava più un cazzo dell’umanità se potevo essere inghiottito dalla lucentezza e follia di quegli occhi che di umano non avevano niente.-
“Levi … grazie per aver amato il mostro che sono diventato”
 
 
In un battito di ciglia … tutto era finito, inghiottito dall’oscurità più nera.
 


 
L’unico sopravvissuto fu il carnefice di tutto questo.



















Recensite in tanti!!! Grazie !!!! XDXDXD
  
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