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Autore: Alsha    23/12/2014    6 recensioni
Perché certe cose succedevano soltanto a lei, e proprio nella notte di Natale?
Perché lavorava con Lloyd Asplund, ovviamente!
Solo lui poteva chiamarla per un’emergenza in laboratorio alle sette di sera mentre stava per andare a teatro.
Per una volta, una sola, che dopo la guerra cercava di godersi la sua esistenza come una normale donna e non come una scienziata, Lloyd doveva rovinare tutto.

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Dopo la guerra tutti fanno del loro meglio per tornare alla normalità. Con Lloyd, però questo è praticamente impossibile.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cecile Croomy, Lloyd Asplund
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sketches, ritratti di ordinaria magia'
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Con questa one shot, auguro a voi che leggete un felice Natale ed un anno nuovo migliore di quello passato.
AUGURI!
A.


SKETCH THREE: GIFT

Cecile correva come una pazza, per i corridoi del centro di ricerca.

E l’abito di seta viola che indossava non aiutava di certo.

La gonna a sirena era troppo stretta sulle cosce e vaporosa dalle ginocchia in giù per permetterle di muoversi velocemente, le scarpe con i tacchi erano scomodissime, la mantellina che indossava per proteggersi dal gelo continuava a scivolarle di dosso.

Perché certe cose succedevano soltanto a lei, e proprio nella notte di Natale?

Perché lavorava con Lloyd Asplund, ovviamente!

Solo lui poteva chiamarla per un’emergenza in laboratorio alle sette di sera mentre stava per andare a teatro.

Per una volta, una sola, che dopo la guerra cercava di godersi la sua esistenza come una normale donna e non come una scienziata, Lloyd doveva rovinare tutto.

La porta automatica si aprì al suo avvicinarsi e lei si catapultò dentro.

Niente fumo, niente sostanze rovesciate sul pavimento, niente Lloyd.

Se quello stupido scienziato voleva farle uno scherzo aveva scelto la serata sbagliata. Quella era la volta che gliela faceva pagare, si ritrovò a pensare mentre, appoggiata con le mani sulle ginocchia, cercava di riprendere fiato.

-Ceciiiiiiiiiiiiiile! – trillò qualcuno dall’altra parte della stanza.

Lloyd avanzò ondeggiando attraverso la stanza, inchiodando vicino ad un tavolo.

Cecile alzò lo sguardo furente e attraversò a passo di carica, per quanto l’abito glielo permettesse, la distanza che li separava.

-Ma come siamo eleganti. – civettò lo scienziato – Serata speciale?

-Sa, stavo per andare a teatro, quando qualcuno mi ha convocato qui per uno scherzo di pessimo gusto. – ribatté piccata, incrociando le braccia sotto il seno.

-Beh, per fortuna questo qualcuno ha chiamato al momento giusto. Altrimenti non avrei potuto darti il mio regalo. – disse con nonchalance. Si allontanò leggermente da lei, sollevando tra di loro una scatoletta rivestita di carta rossa con un bel fiocco dorato.

La rabbia svaporò in un attimo, soppiantata dalla curiosità.

Senza dire nulla afferrò la scatoletta e, sotto lo sguardo divertito e intenerito di Lloyd, scartò il regalo con l’allegria di una bambina.

Nella scatoletta, adagiato su un cuscinetto di raso, faceva bella mostra di sé un bracciale argentato con una bella pietra viola, della stessa tonalità del vestito.

Lo scienziato glielo sfilò dalle mani e lo agganciò al polso sottile di lei con un sorriso sornione.

-Sapevo che sarebbe stato perfetto con il tuo abito da sera.

-Ma come …? Ma quando …?

-No no no. Adesso dovresti dire “grazie Lloyd, buon Natale” e sorridere felice. – la rimbeccò.

-Ma io non ho nessun regalo per lei … - borbottò abbassando lo sguardo.

-Suvvia! Non importa! Guarda sopra di te, piuttosto.

Cecile alzò lo sguardo perplessa, e i suoi occhi incontrarono un rametto di vischio. Quando collegò i fatti, Lloyd l’aveva già afferrata per la vita, per poi premere le labbra sulle sue.

Rimasero incollati per pochi attimi, o per troppi, a seconda dei punti di vista.

Quando si staccò, Lloyd la fissò negli occhi, sorridendole dolcemente.

-Grazie Cecile, buon Natale.

Poi la lasciò andare, dirigendosi con la sua andatura dinoccolata verso l’uscita. Nel mentre, anche se la ragazza era ancora immobile di spalle e non poteva vederlo, sfilò il camice, rivelando un elegante completo da sera.

-Andiamo Cecile! Il teatro ci aspetta!
  
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