Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi
Segui la storia  |       
Autore: titty_93    23/12/2014    2 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
44. Un altra vita

Domenico adesso sentiva di star per chiudere un capitolo della sua vita e magari quell'altro che si aprirà sarà migliore di quello vissuto fino ad adesso. E non saprà ancora se quello  che lo aspetterà sarà un futuro meraviglioso, ma sicuramente era certo del cambiamento. Cambieranno molte cose dal momento in cui prenderà il traghetto per poi partire per Rozzano. Insieme a Leonardo, suo figlio ritrovato e Rosy, la sua Rosy. Forse la convivenza insieme non sarà perfetta, forse ci saranno dei problemi, ma il primo passo adesso sarà dirlo a Rosy. Lei che ancora ne era all'oscuro...ed era per questo che Domenico la stava aspettando nella sala interrogatori. Aveva chiesto ad alcuni poliziotti del carcere di farli mettere in disparte e di dargli un po di tempo in più rispetto ai soliti 30 minuti. 
Quando Rosy varcò la soglia della stanza, era accompagnata da una poliziotta che  dopo averla tolto le manette, andò via. A Calcaterra parve illuminarsi il viso alla vista di lei, al contrario suo. Era strana. Pallida. Il volto sfinito, stanco. Forse era stata male...Forse...
"Come stai?" - chiese lui vedendola.
"Bene sto" - rispose lei con la sua solita strafottenza e nascondendo chissà che cosa.
"No che non stai bene" - Domenico cercò di prenderle le mani, ma lei si scansava fin quando la determinazione e la testardaggine di lui vinsero su quella di lei riuscendo a stringerle -"dimmi quel che cazzo che c'hai".
"Minchia Calcaterra ma ti devo raccontare tutto quello che minchia mi succede, eh?".
"Si" - continuò lui preoccupato mentre con una mano si massaggiava i capelli - "se ti hanno fatto qualcosa, se qualcuno ti ha minacciata o".
"Basta Calcaterra, è una cosa mia! Personale! Non mi vi da di dirtela, okay?" - Rosy lo interruppe in modo brusco alzando i toni.
"Almeno dimmi se mi devo preoccupare o no?".
"E' una cosa da donna va bene? E' imbarazzante" - Rosy abbassò lo sguardo. Forse quello che le succedeva non era nulla di grava, ma Domenico doveva saperlo altrimenti non ci avrebbe più dormito la notte.
"Cioè?" - chiese ancora insistendo.
"Ma Calcaterra" - aggiunse lei con rimprovero.
"Dimmelo cazzo, dimmelo!".
"Ho un ritardo. Non ho più il ciclo. Sto entrando in menopausa va bene? E questo mi comporta strani sintomi... Stanchezza, nausa, eccetera, eccetera, eccetera".
Domenico sorrise, forse per sollievo o per burlarsi un po di Rosy per averla vista in imbarazzo forse per la prima volta in tutta la sua vita.
"Ma che minchia ti ridi, che?" - Rosy si staccò dalle sua mani e raggiunse la porta. Stava per andarsene, ma venne fermata proprio da lui.
"Scusami non volevo ridere di te, e che proprio non pensavo di...Insomma...Per un attimo mi sono sentito morire pensando che ti fosse successo qualcosa".
Domenico l'abbracciò e lei non resistette. Non poteva respingerlo. Lo aveva tanto desiderato in questi giorni - "e che per una donna è come una vergogna. Vuol dire che sto diventando vecchia Domenico".
Domenico sorrise di nuovo  -"tu sarai una stra figa anche a 90 anni".
Rosy gli diede un pugno nel petto e cambiò discorso - "piuttosto tu, perchè sei venuto da me? Avevi da dirmi qualcosa?".
"Si, ma adesso siediti".
Domenico riprese ad essere serio, non sapeva da dove cominciare, tirò un sospiro di sollievo poi cominciò a parlare - "hanno accettato il programma di protezione che vede te e Leo insieme in una casa protetta".
A Rosy le si illuminò il volto, si vedeva dagli occhi che era felice perchè stare con suo figlio era la cosa a cui maggiormente teneva di più.
"A Rozzano" - continuò lui,ma Rosy lo fermò.
"Non me ne fotte una minchia dov'è questo posto, anche se fosse il più sperduto del mondo, sarà un posto perfetto perchè starò con mio figlio".
"Non è questo Rosy...Io vengo con voi!" - ecco finalmente l'aveva detto e tutto d'un fiato. Dall'espressione di lei sorpresa, Domenico ne dedusse che forse non aveva ancora capito nulla.
"Ah si? E per quanto tempo conti di rimanere?".
"Per sempre!".
A Rosy mancò quasi il respiro, aveva sentito bene?.
"Ma Domenico che minchia dici? Ti trasferisci da noi?".
"Si".
"E il tuo lavoro? I tuoi amici? La tua terra? Abbandoni tutto per ... per".
"Per te!" - disse lui terminando la sua frase.
"Tu non sei lucido in questo momento sbirro, non puoi farlo, minchia!".
"Si invece, perchè voglio stare con te e se l'unico modo per averti è trasferirmi in un altra città, allora io mi trasferisco".
"Stai sbagliando tutto. Vuoi andare via per inseguire un sogno Calcaterra. Perchè la vita che vuoi avere con me solamente un sogno resterà. Perchè la realtà è un altra. La realtà è che tu continui ad essere un poliziotto ed io una mafiosa".
"Non sei più una mafiosa".
"Ah già vero...Sono una pentita. Una traditrice. Un infame. O peggio. Non sono nente!".
"Smettila Rosy cazzo" - Domenico iniziò ad alterarsi, proprio non riusciva a sentirsi dire quelle cose - "puoi dirmi quel che cazzo ti pare, ma la mia decisione è appena stata presa!".
"E che minchia farai li eh?".
"Continuerò a fare il poliziotto, mi faccio solamente trasferire. Proprio da quelle parte c'è una questura e molto probabilmente andrò li. Non mi occuperò più di antimafia perchè i miei obiettivi erano quelli di incastrare tutti i maggior esponenti della mafia. E con De silva in ospedale, i Russi e i Ragno presi, penso che non c'è più bisogno che io continui qui. E poi a quale prezzo? Stare lontano da te, da Leo".
Rosy continuava a non credere a tutto quello che le sue orecchie avevano appena sentito. Si sentì onorata, lusingata da quelle parole. Sentirsi dire da Calcaterra che stava abbandonando tutto e tutti per vivere insieme a lei, a suo figlio, forse non ne valeva la pena perchè una vita con lei sarà estremamente difficile. Aveva paura. Un immensa paura che lui un giorno potesse accorgersi di essersene pentito e lei starà male, e non voleva più soffrire.
"Tanto ho deciso, non cambierò idea" - aggiunse infine lui continuando a vedere una Rosy sorpresa, senza paura, tormentarsi le unghie e tenendo lo sguardo basso.
Poi alzò gli occhi, incrociò quelli di Domenico e forse la paura di un futuro fallimento era ben lontano alla vista di quello smeraldo. 
"Quando partiamo?" - nuovamente Rosy cambiò discorso. Sicuramente non si aspettava tutto questo, non voleva di certo questo per lui però era contenta. Qualcosa dentro di lei era cambiato dal momento in cui capì di avere al suo fianco il suo Domenico in questa nuova avventura. E voleva mascherarlo nonostante i suoi occhi continuavano a trasmettere altro.
"Tra una settimana esatta".
"Calcaterra...Prima di partire vorrei fare una cosa".
"Cosa?".
"Vorrei avere un permesso. Una giornata da passare con mio figlio, vorrei portarlo in un posto!".
"Dove?".
"Minchia Calcaterra, per una volta fidati di me. Non scappo".
"Lo so che non scappi, ma era così per sapere".
"A Palermo d'accordo?Si può fare o no?" - chiese indisponente.
"Vedrò di accontentarti".
Il tempo era scaduto, Domenico vide l'orologio e si alzò andandogli vicino e abbracciandola. 
"Grazie" - riuscì a dirgli lei baciandolo.
"Tanto lo so che sei contenta" - disse lui a fior di labbra. Poi si staccarono. Quella era l'ultima volta in cui si sarebbero visti dietro alle sbarre.

Sei giorni dopo....
Domenico era riuscito ad ottenere quel permesso richiesto da Rosy, chissà cosa aveva in mente. Forse voleva salutare la città di Catania a modo suo, insieme a suo figlio. Questo si chiedeva Leonardo mentre l'aspettava fuori dal carcere. 
"Mamma" - esclamò appena la vide, abbandonando la sigaretta che aveva tra le dita e gettandosi tra le sue braccia.
"Figlio mio! Come stai?".
"Bene, e tu? Minchia come sei pallida!".
"Bene sto, tranquillo devi essere".
"Dove andiamo?".
"In un posto...Sai che a me non piace tanto parlare".
"E certo che lo so, anche io sono così" - sorrise, andando a braccetto insieme a lei. Finalmente potevano passeggiare liberi, nonostante la guardia di turno li seguisse circospetta. Presero un pullman ed arrivarono nel centro di Palermo. Camminarono molto poi intrapresero una via molto conosciuta da Rosy, ma sconosciuta per Leo. C'era un cancello all'ingresso e una stretta strada che conduceva proprio....Al cimitero!.
"Minchia che felicità" - esclamò Leonardo sdrammatizzando un po, ancora confuso su quello che la madre aveva intenzione di fare.
"Vieni qui" - Rosy lo prese per mano, come quando era un bambino.
Calpestava i piedi in quell'erba sempre verde che di speranza aveva ben poco poi si fermarono. Rosy si fermò. E di conseguenza anche lui. Vide quella serie di tombe dove compariva spesso il cognome Abate.
"Vedi" - disse Rosy con punta di tristezza nella voce - "quelli sono mia mamma e mio papà. Ho avuto la fortuna di conoscerli poco perchè me li hanno strappati via troppo presto".
Leonardo la vide allungare una mano e accarezzare quelle due figure che aveva di fronte.
"Invece questo è il mio fratello maggiore, Nardo! Era il mio eroe, è stato lui a crescermi. Quando è andato via, io non c'ho visto più. E' stato proprio la sua perdita a farmi diventare quella che poi sono diventata. Loro invece sono Vito e Carmine... Oh Carmine. Lui non c'entrava niente con questo mondo. Si è trovato in mezzo per sbaglio e proprio per sbaglio me l'hanno ammazzato. Ricordo ancora l'urlo straziante che mi uscì dall'anima quando lo vidi a terra pieno di sangue".
Leo le accarezzò la schiena, un semplice gesto per farle capire che lui c'era. Ma non disse niente, non voleva interromperla.E soprattutto lui aveva bisogno di sentirsi dire quelle cose, lui voleva sapere della vita passata di sua madre e questa volta non attraverso ai giornali o dalla voce compiaciuta di De Silva!
Rosy camminò ancora un altro po inseguito da suo figlio che lo conduceva per mano. Si fermarono di nuovo, di fronte a loro questa volta, c'era la foto di una poliziotta, di una donna speciale, che era stata fondamentale nella vita di entrambi : Claudia Mares!
A Rosy questa volta uscì una lacrima - "la morte dei miei genitori, dei miei fratelli, nulla è stato paragonabile al dolore di quando Claudia Mares ha deciso di perdere la vita davanti ai miei occhi, per salvare la mia".
Leo  l'abbracciò forte, si ricordava a malapena di quella donna, ma dai racconti di De silva ne emergeva una gran bella persona -"mi sono portata il peso di questo per tanto, tantissimo tempo. Una poliziotta, una donna ammirata da tutti, che ha messo a repentaglio la sua carriera, tutto, per salvare la vita di una mafiosa".
"Ma tu credi davvero che la Mares avesse deciso di salvare la vita di una donna così? Se l'ha fatto, se ha rischiato, è solamente perchè ha creduto in te,in quello che saresti potuta diventare. Ha creduto nel tuo cambiamento".
"Io credo che l'abbia fatto solamente perchè mi voleva bene, un bene che io non mi sono mai meritato".
"Non è vero! Anche tu l'hai voluta bene, no? A modo tuo glielo hai dimostrato".
"Lo pensi davvero?".
"Si, altrimenti non si spiegherebbe questo" - e Leonardo allungò le braccia!
"Con lei è sepolta la figlia di Calcaterra, Sofia, Claudia era quasi al nono mese di gravidanza quando morì. Io lo so che può sembrare che lui se lo sia dimenticato, ma sono sicura che Calcaterra ci pensa ogni giorno alla sua bambina".
Leonardo accennò un sorriso triste. Domenico le aveva sempre parlato delle sofferenze di Rosy, ma la verità era che anche lui nella sua vita aveva trascorso dei momenti bruttissimi, sofferenti, che mai dimenticherà . Un giorno magari sarà lui stesso a raccontarglielo.
"Ma non è ancora finita figliolo" - disse Rosy vedendo suo figlio pronto ad uscire dal cimitero - "vieni" - la donna allungò il braccio che venne presa da Leo, intrecciando ancor di più la mano nella sua.
Arrivarono di fronte ad un altra foto, a Leo iniziarono ad uscire qualche lacrima quando i suoi occhi incrociarono quelli di Ivan di Meo, suo padre. Si inginocchiò di fronte a quello sguardo regalandogli una lieve carezza sperando che potesse sentirla dal cielo. Quando egli si voltò un attimo, vide sua madre tenere lo sguardo in alto, forse cercava di non piangere. Sapeva che questo per lei era costato tanto, e che l'aveva fatto solamente per il bene di suo figlio.
"Le sue ceneri sono dispersi in mare" - inziò a dire poi aggiunse - "ucciderlo è stato l'errore più grande della mia vita, ma averlo conosciuto è stata la cosa più bella che mi potesse capitare perchè mi ha dato te!".
"Lui com'era?" - domandò Leonardo quasi non facendo caso alle sue ultime parole.
"Io sono la persona meno indicata per dirti cose belle di lui però posso descrivertelo come una persone coraggiosa, che lottava per i suoi principi, i suoi valori".
"Mi somiglia" - riuscì a dire Leo con un filo di voce vedendo il colore dei capelli e il viso paffutello simile a lui.
"Un po" - disse Rosy appoggiando una mano sulla sua spalla per poi farlo alzare e abbracciarlo con tutta l'amore che poteva donare. Ma c'era qualcosa di più in quella stretta, qualcosa di strano, e Leo lo percepì quando sentì rallentarsi sempre di più la stretta al suo collo per poi vedere il corpo di sua madre scivolare tra le sue braccia. Rosy stava per perdere l'equilibrio, Leo si spaventò.
"Mamma? Tutto bene?" - chiese picchiettandole le guance e vedendo gli occhi di lei appannarsi. Dio, quanto era pallida.
"Perdonami" - aggiunse lei per poi chiudere gli occhi mentre suo figlio cercava, invano di rianimarla....

In questura
Domenico stava mettendo a posto alcune carte quando sentì la porta spalancarsi e la squadra riunita nel suo ufficio.
"Problemi?" - chiese il vicequestore.
"Allora sicuro sei?" - domandò Lara Colombo, riferendosi al trasferimento.
"Si, Lara. Mi mancherete" - Domenico allungò le braccia per poi accogliere tutti i suoi colleghi, amici, compagni di avventura. Quante ne aveva passate con loro. Non li dimenticherà mai.
Quella cerchia di abbracci sinceri venne presto interrotta da una chiamata proveniente dal cellulare di Domenico. Era un numero sconosciuto.
"Mimmo? Mimmo? Corri subito all'ospedale di Palermo. Mamma si è sentita male, ti prego arriva subito".
Domenico guardò di sottecchi i suoi colleghi salutandoli in modo distratto, freddo, veloce, prese la macchina e guidò dritto verso Palermo. Trasgredì molti semafori e guidava molto veloce. Doveva arrivare presto li, non poteva credere che possa essere successo qualcosa a Rosy, non ci voleva minimamente pensare. Quando arrivò all'ospedale, si precipitò subito al pronto soccorso. Leonardo era seduto su di una sedia. Non appena si videro, si abbracciarono forte.
"Cos'è successo?".
"Non lo so Mimmo, era tra le mie braccia quando è svenuta. Ho avuto tanta paura" - Domenico cercò di rassicurarlo al meglio, ma la verità era che lui non era sereno affatto.
"Adesso ci penso io, okay?" - il poliziotto stava per entrare nella stanza indicata da Leo, ma proprio mentre la sua mano era sulla maniglia, qualcun altro dall'interno spalancò la porta. Davanti a lui c'era una persona abbastanza adulta con il camice bianco, era un dottore.
"Dottor Terzi" - disse vedendo l'insegna sul petto sinistro - "mi dica quello che sta succedendo la prego".
Il dottore sorrise appena. Ma perchè cavolo rideva? Gli propose di sedersi un attimo - "ho urgentemente bisogno di parlare con il marito, compagno, fidanzato".
"Sono io mi dica".
"Vede, la vostra donna è in dolce attesa, è incinta signore".
A Domenico quasi mancò il respiro, la terra sotto ai piedi. Mille sensazioni si mescolavano dentro di lui, era passato da una preoccupazione infinita alla felicità assoluta. Non riusciva a crederci. Queste emozioni sembrava non riuscire a gestirle e per un attimo sentì di capire Rosy quando diceva di provare delle cose così forti da non riuscire ad esternarle. 
"Dottore ma lei ne è sicuro?" - chiese inconsciamente.
"E certo che si, sono un dottore, anzi più precisamente : un ginecologo".
"Ma Rosy era in menopausa".
"E quello che credeva lei, invece il ritardo era dovuto alla gravidanza".
"Di quante settimane è?".
"Tre settimane. Ma io vorrei dirle alcune cose".
"Ci sono problemi?".
"No, però visto l'età avanzata della signora, la gravidanza potrebbe essere un po a rischio, quindi io le consiglio di farle fare dei controllo più spesso, di non farla stressare, ma non si preoccupi perchè per ora procede tutto bene".
"E come faccio ad essere tranquillo? Noi avevamo progettato una partenza".
"Ed io le propongo di farlo adesso, di partire il prima possibile dato che il feto non si è ancora del tutto sviluppato e quindi sicuramente non ci saranno complicazioni".
"Lei lo sa?".
"Si, lo ha saputo. Se vuole può entrare" - il dottore gli diede una pacca sulla spalla dopo di che andò via.
Mimmo si voltò un attimo e vide Leonardo inerme con gli occhi lucidi  e il viso sorpreso. Corse ad abbracciarlo - "ehi avrai un fratellino" .
"O una sorellina" - ribattè il ragazzo stringendolo ancora più forte a se - "però adesso vai".
Quando Domenico aprì la porta della stanza, vide Rosy voltata dall'altra parte del letto, non degnandosi nemmeno di guardare chi fosse entrato. Ma lei aveva già intuito.
"Rosy" - disse lui con un filo di voce avvicinandosi - "Rosy" - aggiunse accarezzandola e non riuscendo a proferire parola. Era così...Così...Confuso. Ecco, confuso era la parola giusta. Non sapeva se gioire della notizia o preoccuparsi per quello che dopo aveva detto il dottore, ma l'uomo sentiva dentro di se una sensazione di sollievo, di serenità che stava a significare che andrà tutto bene e doveva dimostrarlo anche alla sua Rosy.
"Un altro figlio Calcaterra" - iniziò a dire lei voltandosi questa volta e guardandolo nella profondità dei suoi occhi verdi - "metterò un altra creautura sulla faccia della terra privandogli di una vita normale".
"Questa volta sarà diverso, te lo prometto" - aggiunse lui baciandole la fronte.
"E certo perchè ci sei tu".
"No!" - esclamò deciso Calcaterra - "perchè tu sei diversa. Te lo leggo nello sguardo. E sarai una madre perfetta".
"Ma che minchia dici? Ma se non ne ho nemmeno riconosciuti i sintomi. Era meglio la menopausa".
"Non dirlo neanche per scherzo" - la interruppe Domenico appoggiandole l'indice sulle labbra.
"Ho così tanta paura Domenico, è successo tutto così rapidamente". 
Rosy lo accolse tra le sue braccia forzando sempre di più gli arti affinchè potesse scomparire dentro di lui.
"La vita ci ha regalato un altra opportunità, e dopo tutto quello che abbiamo passato in questi 17 anni credo che un po di felicità ce la meritiamo. Soprattutto tu".

Leonardo li osservava da fuori come un guardone, dalla porta spalancata che Domenico forse, aveva dimenticato di chiudere. E lo faceva come se stesse guardando qualcosa di proibito, di sbagliato, ma era così bello. Era così bello vedere due persone che si amavano come loro. Che dopo mille avversità alla fine erano riusciti a coronare il loro sogno amore, interrotto purtroppo da delle persone malvagie, per poi fortunatamente, riprendersi.
Leonardo sapeva benissimo che quei due non saranno affatto dei genitori perfetti, ma saprà che Domenico sarà come un padre per lui e che Rosy riuscirà a dimostrargli sempre di più, giorno dopo giorno, quell'affetto materno che tanto gli era mancato in questi anni. E quindi saranno dei genitori perfetti per lui. Poco importa dei giudizi della gente. Non se ne preoccuperà minimamente poichè sarà impegnato a cercare in tutti modi possibili di conquistare la fiducia di entrambi e di essere un buon fratello maggiore per il nascituro. Avrà finalmente quella famiglia che tanto aveva bramato, sognato, sin da bambino. E tutto questo succederà domani, quando prenderanno tutti insieme quel traghetto che li porterà verso una nuova meta, una nuova città, un altra vita
****THE END****

E siamo arrivati alla fine di questa storia. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e credo sia la giusta conclusione di questo percorso. Non avrei voluto essere banale, ma so che un po lo sono stata scrivendo un finale felice per Rosy e Domenico che ho sperato con tutto il cuore, succedesse anche nella fiction... Ma non è finita ancora perchè ci sarà l'ultimissimo capitolo che sarà un po diverso da tutti gli altri poichè assisteremo al processo....E poi basta, perchè sotto all'epilogo ci sarà un bello spazietto dedicato ai ringraziamenti.
Bacioni grandi! Vi aspetto presto =).
Ah quasi dimenticavo : BUONE FESTE!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi / Vai alla pagina dell'autore: titty_93