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Autore: afumacdougall    23/12/2014    5 recensioni
"Stiles annega le persone. Con le sue parole, con la sua intelligenza, con la sua voglia di fare, e con la sua malinconia mal mascherata. Almeno per Derek."
Sono tornata! Afu :)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Non scrivo qui da Febbraio, e so che vi sarete dimenticati di me ma questi due sono ritornati da me e mi hanno rimproverato "E insomma, ti sei dimenticata di noi?" e no, ovviamente no. Solo che, sono sincera, la quarta stagione mi ha davvero molto demoralizzato, e non perché ci sono state pochissime scene sterek, ma proprio per come è stata fatta. Per come non abbiano per niente approfondito i sentimenti dei personaggi, e quindi niente, per molto non sono proprio riuscita a scrivere - né tantomeno leggere - niente. Non so se per voi è stato lo stesso. Ma comunque! Ora sono qui, e so che questa os non è il massimo, però sono davvero felice di aver ricominciato a scrivere su questi due e magari ora riprendo come prima. Quindi la smetto di ciarlare, e al solito, buona lettura (?) Afu.

Annegare e risorgere.





A Derek infastidisce il fatto che Stiles sappia cosa gli è successo prima ancora di conoscerlo.
Sa che è il figlio dello sceriffo, e che è normale che sappia, ma lo infastidisce davvero tanto quell’odore di sorpresa e pena, quando lo becca gironzolare nella propria proprietà.
Il cuore gli batte veloce, e a Derek da fastidio il fatto che ci sia poca paura in quei battiti. E lo sente, quando gira la schiena e se ne va, lo sente Stiles dire al suo amico “Amico, quello è Derek Hale!”
È anche vero, però, che anche Derek Hale sa chi sia Stiles Stilinski. Lo sa da sempre. Si è sempre sentito un po’ legato a quel ragazzino, così sfortunato. Si è sempre tenuto aggiornato, ogni qualvolta ritornava a Beacon Hills, anche solo per una notte, per una corsa nel proprio bosco, quando la mancanza di casa si fa sentire come in ogni essere umano possibile.
Ma, comunque, lo infastidisce davvero tanto.
 


È per questo che gli ringhia contro ogni volta che lo vede, e lo sbatte in ogni superficie e lo minaccia.
“Ti taglio la gola. Con i miei denti.”
Il suo amico è stato trasformato in un lupacchiotto, e ora lui deve prendersene cura, e insieme a quella scodella tutti capelli, c’è anche Stiles. Stiles che ora sa la verità, ancora di più, quella parte che non ha mai potuto sgraffignare a suo padre.
Stiles che lo guarda dritto negli occhi perché non ha paura, Stiles che si muove troppo, che parla troppo, che pensa troppo e odora anche troppo. A Derek fa venire il mal di testa, e il mal di pancia, e a volte pure la sensazione di vomito, e il mal di mare, perché Stiles è come un mare in tempesta, un attimo prima dell’onda potentissima che ti prende e ti annega.
Stiles annega le persone. Con le sue parole, con la sua intelligenza, con la sua voglia di fare, e con la sua malinconia mal mascherata. Almeno per Derek.
Perciò Derek lo guarda, per la prima volta da quando si sono conosciuti, anche se si conoscono da sempre, lo guarda negli e glielo legge il dolore. E inaspettatamente, vuole farlo proprio.
 


È per questo che continuano a salvarsi il culo a vicenda. Non se lo dicono, e a bocca aperta continuano ad odiarsi, e a ringhiare e mandare frecciatine, ad insultare, e desiderare che l’altro muoia, ma poi si salvano sempre. Antepongono la propria vita, la mettono da parte un attimo, e si buttano in piscina, o combattono, e si dicono che lo fanno perché fondamentalmente della loro vita non gli interessa più di un tot, ma in realtà lo fanno perché non potrebbero più vivere senza l’altro.
Ma, comunque, è una cosa che impareranno col tempo, ancora troppi piccoli, troppo spaventati, chiusi nelle loro idee di amore, sbagliato e controproducente.
Scott li guarda e non li capisce, e quando Derek ringhia per l’ennesima volta a Stiles, ride, perché ormai fa solo finta.
 


E smette pure di fare finta, non gli ringhia più. Lo guarda ancora male, certo, perché è sempre Stiles ed è fastidioso e lo sa tutto il mondo. E lo guarda ancora male perché ha paura, si prepara.
Si prepara ad essere annegato da Stiles, perché Derek lo sa, lo sa che accadrà, magari quando meno se lo aspetta, quando Stiles la smetterà di parlare a vanvera o quando inizierà a guardarlo in un modo. Quel modo, che Derek ha iniziato a desiderare.



 
Derek annega in Stiles dopo che quest’ultimo è stato posseduto.
Ha avuto così tanta paura di perderlo che semplice annega.
Stiles non è più lo stesso, dopo quel periodo. Sa che non è colpa sua, sa che non ci può fare niente e sa che Allison non è morta per colpa sua, solo che non riesce a smettere di pensarci. Non riesce a smettere di darsi la colpa, e ha così paura che in fondo tutti la pensino come lui.
Non ride più, e non parla più a vanvera, e Derek ne ha così bisogna che annega perché l’onda si è rivelata uno tsunami.
Va da lui e glielo dice. “Non è colpa tua.” “Lo so.” “No! No Stiles non lo sai! Credi che sia colpa tua, ma sei stato soltanto un mezzo per il Nogitsune, nient’altro, e non eri tu, non eri tu Stiles.”
“Ma io ricordo, Derek, RICORDO OGNI COSA!” urla, Stiles, con le lacrime agli occhi, e si alza dal letto e lo raggiunge e lo prende per la maglietta e lo butta al muro. Derek gli lascia fare, si lascia prendere e buttare e prende quei pugni, quelle lacrime, e lo abbraccia silenzioso.
“Non riesco più a vivere con tutti questi ricordi, non ci riesco.” “Devi farlo.” “E se non lo volessi più?”
E ora è il turno di Derek di prenderlo e spingerlo forte verso il letto, e si ci butta di sopra, immobilizzandogli i polsi. “Non ti permetterò di sbagliare come ho fatto io.” “Perché?” chiede, Stiles, in continue lacrime disperate, “Perché? Cosa ti importa?”.
 


“Mi importa tutto, Stiles.” Stiles lo guarda con gli occhi spalancati, e non può crederci. “No…”
“Stiles… non ti permetterò di annegare.” Lo sto facendo già io, pensa, ma non glielo dice. Perché è anche una bella sensazione, essere affogato da tutto ciò che Stiles è. Ed è così tanto che Derek si sente come una città sommersa, e vorrebbe solamente che Stiles lo facesse emergere con la propria bellezza e che tutto il mondo lo sappia, e lo riconosca. E Derek continua ad annegare, mentre lo abbraccia, mentre lo prende e lo adagia su di sé, e lo lascia addormentare sulla propria spalla.
Annega quando lo sceriffo entra, e lo guarda, e lo ringrazia e Derek annega perché il suo viso è bagnato, e continua ad annegare e si sente un tesoro nel profondo degli abissi ed è da così tanto tempo che non si sente così che annega anche in faccia.
 


Stiles ci sta tanto a ritornare se stesso, e non ci ritorna, non del tutto. Ma ricomincia a ridere, e a parlare in modo continuo e confusionario, e si taglia persino i capelli, ritornando con quella testa rotonda.
Derek non glielo dice, ma lo preferisce così.
Il tempo passa e il dolore si fa sempre più lieve, entrambi si danno una mano, entrambi si aiutano ad andare avanti, e Stiles passa a salutare Allison ogni sabato mattina, lasciandole una rosa bianca, e le parla, del più e del meno. Poi saluta sua madre, e le chiede, con il cuore in gola “Ne vale la pena? Posso?”
Posso annegare anche io? Ne ho così bisogno mamma.
E il vento gli attraversa la maglietta, alza gli occhi al cielo, e sa che è un sì.
 


Annegano entrambi. Si ritrovano entrambi nel profondo mare, dove la luce non arriva più ed è tutto buio, tutto mani che si cercano e occhi chiusi per amplificare le sensazioni e le emozioni. Con la pelle che rabbrividisce, il respiro mozzato, non hanno bisogno di respirare e se lo fanno, lo fanno dentro le bocche, in un groviglio di lingue e denti e labbra arrossate e gonfie. E Derek, con le mani di Stiles che lo toccano ovunque, e lo desiderano, si sente davvero come un tesoro degli abissi, come quelle cose che si scoprono e restano scoperte solo per qualcuno, non per tutti.
 
 

E Stiles è la sua Atlantide personale. Con i capelli che hanno ricominciato a crescere, e un neo in più, le spalle larghe e il diploma in mano. Derek applaude, non fa altro, vicino ad uno Stilinski che urla e fa il tifo per il proprio figliolo, e Derek è così orgoglioso che ha gli occhi lucidi, e lo sceriffo lo prende e lo abbraccia, e lo ringrazia di nuovo, per la millesima volta, perché “Derek, senza di te mio figlio non ci sarebbe più, ora” e Derek sa che è vero, però fa finta di niente e gli da una pacca.
“È finito tutto.” gli dice, più per se stesso che per lui, e lo sceriffo annuisce e ritorna a dare attenzioni a Stiles.
Che si avvicina, correndo scomposto, un po’ troppo pendente da un lato, e rischia di cadere se non fosse per Derek che prontamente lo prende, e ride. Ride di cuore, con la bocca spalancata e Derek gli bacia il labbro inferiore perché è così felice e orgoglioso della propria Atlantide, che vorrebbe dirlo a tutto il mondo che lui l’ha trovata e non era solo un mito. Che ce l’ha tra le braccia e non la lascerà mai andare, perché il vero amore esiste e lui l’ha provato. Forse non da subito, forse invece sì e c’è stato semplicemente troppo a capirlo. O forse è cresciuto insieme a loro, da quella volta che lo ha sorpreso insieme a Scott nella propria proprietà, con quell’odore di pietà che lo ha infastidito così tanto.




E lo ama, lo ama così tanto, che smette di annegare e risorge dagli abissi.
 
 
 
  
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