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Autore: lady doolb    23/12/2014    0 recensioni
-mi spiace ma non riesco ad esserci per Natale... -
-mh- mugugnai alla cornetta del telefono.
-quindi quando verrai la prossima volta?-
-credo dopo capodanno...-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Buon Natale!

-mi spiace ma non riesco ad esserci per Natale... ci hanno chiamato in una trasmissione la Vigilia e in questo periodo ci sono pochi voli... mi spiace davvero- disse Shannon.

-mh- mugugnai alla cornetta del telefono. Non bastava che fosse via per capodanno, ma anche a Natale! Un po’ odiavo il suo lavoro per questo, ma infondo sapevo che se non fosse un musicista a quest’ora non sarebbe l’uomo che è; ma potrebbe essere chissà dove, magari a bucarsi o peggio ancora rinchiuso in una qualche casa per disintossicarsi, privato della libertà di cui aveva più bisogno, lontano dal fratello e dalla madre.

Però aveva promesso che ci sarebbe stato.

-quindi quando verrai la prossima volta?- chiesi con un filo di voce per non rischiare di piangere. Erano quasi sei mesi che tra noi era nato qualcosa, ci sono stati baci e carezze ma nulla di decisivo; senza ufficializzare nulla, uscivamo insieme e dormivamo assieme anche se non era successo niente sotto le lenzuola. Quando le persone ci vedevano, chiedevano se stavamo insieme, io non dicevo nulla, Shan invece alzava le spalle e se ne andava. Speravo che lui mi presentasse come la sua ragazza, ma non succedeva mai. Le mie speranze le riponevo in queste vacanze insieme, ma ora che non sarebbe venuto, mi faceva pensare che non volesse nulla di più che un’amica, con la quale passare il tempo in modo affettuoso e non una ragazza. Magari a Los Angeles aveva già qualcun’altra a scaldargli il letto, qualcuna che non si rifiutava di fare sesso con lui come me perché spaventata all’idea di non essere alla sua altezza.

-credo dopo capodanno, appena posso vengo da te, promesso- rispose. “Promesso”

-ok- sospirai. Una voce interferì la telefonata, dicendogli di muoversi ad andare.

Jared, il fratellino Diva, come lo definiva lui, al quale voleva molto bene; anche quando lo rendeva in giro per quei pochi centimetri di differenza in altezza che li separava. “i centimetri che mi mancano in altezza, li ho da un’altra parte” rispondeva sempre Shannon alle battute di Jared; ricordai sorridendo.

-devo andare, Jared chiama...- disse ancora.

-ok, ciao, salutami tutti- conclusi con un altro sospiro.

-ci sarò, aspettami- concluse infine e con un saluto veloce chiuse la chiamata.

-ciao- borbottai alla telefonata finita. Riagganciai la cornetta e mi stesi sul divano. A una settimana da natale, scopro che lo passerò da sola. Fantastico. I miei genitori erano a casa dei suoceri di mio fratello e non volevo aggiungermi all’ultimo, specialmente perché sapevo che poi mio padre avrebbe fatto battutine sulla mancanza di Shan e sulla sua età. Sapevano tutti che aveva più di quarant’anni. Avevano imparato a capire chi fosse, ma non accettavano il fatto che passassimo così tanto tempo insieme. Fortunatamente abito da sola.

Avrei passato la vigilia a guardare quei filmetti che trasmettono per tv, e la mattina di natale avrei dormito fin tardi, pranzato con una cioccolata e aspettato che quella giornata terminasse in fretta.

Passai gli ultimi giorni prima delle vacanze a lavoro, accogliendo in negozio tutta la gente che era in ritardo per i regali e ad aiutarli con i pacchetti.

Il ventitré mattino mi svegliai con calma, e come ogni sabato, riordinai l’appartamento che come ogni settimana era un disastro sebbene la maggior parte del tempo la passi a lavoro, il mio appartamento era in disordine. Finite le pulizie, pranzai e nel pomeriggio andai dall’estetista. Avevo preso appuntamento una settimana prima e anche se ora che Shannon non sarebbe venuto da me per natale, passai il tempo a farmi fare la ceretta ovunque e un bel massaggio. Era il mio regalo di natale per me.

Come previsto la mattina della vigilia la passai a letto fino a tardi; pranzo con una cioccolata calda mentre leggevo il mio libro preferito, una bella doccia e il pomeriggio a dormicchiare sul divano, col computer sulla pancia a guardare film, dato che quelli alla tv erano visti e rivisti. La cena consisteva in una pizza comprata al supermercato e ancora film da guardare. Stavo passando delle vacanze noiosissime e tristi. Per di più Shannon non si era mai fatto sentire negli ultimi giorni.

Alle undici e mezzo andai a letto, sebbene non avessi sonno, lessi ancora il mio libro preferito e infine alle tre e mezzo mi decisi a dormire.

Un tonfo mi svegliò i colpo,spaventandomi; restai immobile per qualche secondo, cercando di capire cosa stesse succedendo e cosa fare. Conclusi che fosse stata la porta a sbattere forse era entrato qualcuno. Con uno strano coraggio mi alzai senza fare rumore e presi la mazza che mio padre mi aveva regalato per situazioni come queste, e che avevo nascosto dietro l’armadio.

Aprendo la porta mi ritrovai nel salotto-cucina del mio appartamento: al buio tutto sembrava in ordine. Con i sensi all’erta, accesi la luce -chi c’è?- chiesi con voce tremante più che minacciosa. Se fosse stato un aggressore non si sarebbe spaventato dalla mia domanda ma si sarebbe fatto due risate e mi avrebbe colpito, rendendo vano il mio tentativo di scacciarlo.

Fortunatamente dopo una veloce esaminazione della stanza, guardando anche in bagno, non trovai nessuno e sospirando mi rilassai.

Per scrupolo controllai anche fuori dalla porta, guardando attraverso lo spioncino e non vedendo nessuno, mi voltai per tornare in camera, sicura che ora no avrei più dormito. Spensi la luce e varcai la soglia della stanza, fermandomi di colpo –ma cosa?- borbottai riferendomi a quello che avevo intravisto; riaccesi la luce e guardai: un enorme pacco era accanto al mio piccolo albero di natale. Un pacco. Enorme. Come diavolo ci era arrivato? Mi avvicinai ad esso, sempre con la mazza che non avevo mai posato.

Sopra, accanto all’enorme fiocco, un biglietto scritto frettolosamente con la frase “aprire quando sei sola” mi lasciò perplessa, ma infine posata la mazza iniziai ad aprirlo, strappando la carta.

Appena anche l’ultimo pezzo di carta toccò terra, i lembi dello scatolone si aprirono da soli e da esso ne uscì Shannon.

-cos?- borbottai facendo un passo indietro. Lui senza uscire con le gambe dallo scatolone si sporse e mi abbracciò –sorpresa!- disse con gioia stringendomi. Dopo un attimo di immobilità lo abbracciai a mia volta, scoppiando di felicità. Le sue braccia forti mi stringevano come mai fatto prima, il suo profumo mi inebriava e il suo respiro accanto al mio orecchio mi faceva venire la pelle d’oca. La sua schiena sotto le mie mani avide di sentirlo addosso, si muoveva piano in corrispondenza del suo respiro. Il mio viso nell’incavo del suo collo aveva un sorriso ampio, gli occhi chiusi per assaporare meglio quel momento.

-avevo promesso che a natale ci sarei stato- bisbigliò al mio orecchio e sciogliendo l’abbraccio poi uscì dallo scatolone.

-ma...- iniziai.

-sorpresa- interruppe lui con un sorriso –non chiedermi il motivo del pacco, ma mi è venuto in mente e mi sembrava una cosa carina- aggiunse con un sorriso imbarazzato.

-bellissimo- commentai commossa -il miglior regalo di sempre- aggiunsi abbracciandolo ancora.

-visto che questo ti è piaciuto, allora spero non ti dia fastidio se a Jared ho detto che io e te stiamo insieme, senza prima sapere se per te va bene...- commentò aspettando la mia reazione.

-cosa?- balbettai e prima che ripetesse, annui commossa –certo che va bene, non potrei chiedere altro!- aggiunsi; quindi mi baciò.

Il primo bacio che avevo atteso per così tanto tempo, il primo bacio che ci stavamo dando da compagni; tutti i baci che ci erano stati prima erano stati emozionanti ma questo lo era di più. Molto di più. Era un suo bacio. Un nostro bacio. C’era passione e dolcezza. Le sue labbra carnose premevano sulle mie, affamate di averne di più. Ci separammo solo per riprendere fiato e poi subito la nostre bocche si ritrovarono, schiudendosi. Mordendo le sue labbra sentivo un verso di eccitazione e divertimento.

Con gentilezza fece in modo che le mie gambe gli circondassero la vita, quindi con un piccolo sforzo mi sollevò dal divano, dove ci eravamo accomodati, e mi accompagnò nella mia stanza, adagiandomi piano sul letto.

-posso stare qui sta notte?- chiese senza voler sentire l’ovvia risposta, quindi iniziò a aprire la giacca di pelle e a togliere le scarpe.

-certo, ma vieni qui- risposi tirandolo a me che ero inginocchiata sul letto, lui in piedi si avvicinò e si lasciò baciare mentre gli aprivo il maglione facendolo scivolare dalle spalle e sollevandogli la maglia.

Mentre con la lingua percorrevo la linea delle sue labbra, baciandogli il collo fino alla piccola triade dietro l’orecchio, accarezzavo tutti gli altri tatuaggi sul suo corpo, sentendolo sospirare.

Con le mani scesi fino alla cintura che aprii velocemente per poi cercare di aprire il bottone dei jeans. Sentivo il suo respiro contro di me e notavo con piacere il rigonfiamento nei pantaloni mentre imprecavo mentalmente contro quel dannatissimo bottone.

-se mi dai una mano, facciamo prima- commentai risvegliandolo da una specie di trance, quindi velocemente aprì il bottone aprendo anche la cerniera, fermandolo prima che calasse i jeans –piano, se vai così veloce mi spavento- commentai ancora.

-sei sicura- sospirò sollevandomi il viso per guardarlo negli occhi. Tutte le volte in cui avevamo parlato di sesso e lui faceva battutine sul fatto di farlo con me, io rispondevo sempre che dovevo sentirmi pronta prima di fare sesso con qualcuno. Aveva preso sul serio quelle mie affermazione –non sentirti in obbligo di farlo- aggiunse a fiato corto, mentre le mie mani avevano calato i jeans e lui li aveva calciati via togliendoli dai piedi. Era evidente che gli sarebbe costata non poca fatica fermarsi se gli avessi detto che non ero pronta. Ora stavo graffiando la sua schiena con le mie unghie –sono sicura, da troppo tempo- commentai infine graffiandolo più forte. Questo lo eccitò al punto che frettolosamente mi sfilò la maglia del pigiama e la leggera canottiera azzurre, soffermandosi sul reggiseno blu che indossavo. Le sue dita sfioravano la mia pelle lasciando percorsi infuocati al suo passaggio, fino ai pantaloni del pigiama, che dopo avermeli calati fino a metà coscia mi spinse per farmi stendere sul letto e sfilandomeli dai piedi me lo ritrovai sopra.

Le sua braccia lo sostenevano, poggiando le mani vicino le mie spalle, le ginocchia sfioravano le mie cosce mentre mi osservava -se sapevo che sotto i vestiti eri così sexy, ti avrei spogliato prima, ma soprattutto se avessi capito prima quanto importante fossi per me ti avrei fatta mia, senza dover aspettare tutto questo tempo- disse con la sua voce sensuale.

Io non seppi che rispondere, sentivo solo il battito del mio cuore che pompava fortissimo; Shannon si avvicinò baciandomi prima sulle labbra, poi scendendo sul collo, al centro del mio seno, soffermandosi in punti strategici per farmi impazzire, mentre io gli trasmettevo il mio piacere stringendo più o meno la presa sulle sue braccia.

Le sue mani erano ovunque sul mio corpo, veloci, al punto che non capivo più che stava succedendo –rallenta- implorai ansimando e lui ubbidiente rallentò; -scusa, sei una visione così invitante che temo tu possa sparire da un momento all’altro- confessò.

-non vado da nessuna parte- lo rassicurai accarezzandogli il viso –questa notte sono tutta tua- aggiunsi.

-era ciò che volevo sentire- rispose con voce più sensuale che mai. Quindi con dolcezza mi sganciò il reggiseno stuzzicandomi un capezzolo con la bocca, nel frattempo mi toglieva le mutande mentre io facevo la stessa cosa. Un momento di calma ci permise di osservarci e quello che vidi mi eccitò e spaventò allo stesso tempo, lui lo capì –sarò gentile- disse e infine, dopo avermi accarezzata sentii il suo membro sfiorare il mio interno coscia e infine entrare in me con una spinta che mi tolse il fiato. Trattenni un gridolino, stringendo la mia presa sulle sue spalle. Lui, inarcando la schiena, si avvicinò a me e iniziò ad ondeggiare piano, si stava trattenendo per me, ma non ce n’era bisogno, il mio desiderio era come il suo, quindi inarcando a mia volta la schiena e accogliendolo in me gli feci capire che non doveva trattenersi troppo.

Shannon comprese perfettamente le mie intenzioni e con spinte più decise e scandite da un ritmo lento che pian piano accelerava trovammo la coordinazione perfetta. Le mie mani non smettevano di accarezzarlo, le mie labbra socchiuse si lasciavano sfuggire gemiti di piacere che lo eccitavano a tal punto che anche lui, tra sbuffi e ansimi, ringhiava come un animale.

Ecco Shanimal. Lo stavo sentendo dentro di me. Tutta la potenza e passione che vedevo quando suonava, adesso la percepivo nei miei confronti e questo mi riempiva, nello stesso modo in cui lui e il suo membro riempiva il mio essere.

Lo sentii accelerare ed io infine venni; poi lui, e io ancora. Con un sospiro si lasciò cadere piano su di me, il suo viso sul mio seno; i nostri sessi ancora incastrati, e il respiro affannato coincideva con quello mio.

Dopo essersi ripreso un po’ e aver sciolto i nostri sessi, si stese accanto a me, appoggiando una mano sulla mia pancia che ancora si muoveva su e giù dal fiatone. Delicatamente mi voltai verso di lui che con gli occhi chiusi era supino, e avvicinandomi di fianco appoggiai la mia testa sul suo petto, ascoltando il battito veloce del suo cuore, e accarezzandogli la pancia.

Lo sentii sospirare rilassato e infine abbracciarmi.

-mia- sussurrò infine. Quella piccola parola mi riempì il cuore di gioia mentre annuivo felice –buon natale- aggiunse infine. Osservai la sveglia sul comodino, le nove del mattino del venticinque dicembre. Mi sollevai per osservarlo –buon natale anche a te- sussurrai con un sorriso e baciandolo infine –è il miglio regalo di natale che potessi farmi. Il miglior regalo di sempre. Spero di saper ricambiare- aggiunsi ritornando ad accoccolarmi a lui.

-lo hai già fatto, accettando di essere mia e facendo l’amore con me- rispose stringendomi a se.

Quell’affermazione fece raggiungere la perfezione a quel momento.

Restammo immobili per non so quanto tempo, non volevamo uscire dal letto e tornare alla realtà; quello era un bellissimo sogno di entrambi; che si ripeté per il resto della mattina più volte finchè, esausti non crollammo; -spero sia natale tutti i giorni, per passarli con te, in questo e in altri mille modi- fu l’ultima cosa che sentii prima di addormentarmi col mio ragazzo.

 





Ciaoooo! Rieccomi! inanzitutto come state?
Oggi è giorno di pubblicazioni. é la mia terza ff e sono curiosa disapere come vi pare. Ho cambiato personaggi: le prime due erano Cherik, sta volta c'è il "mio" amato Shannon Leto <3 devo ammetterlo, su di lui scriverei tantissimo perchè è un personaggio che mi piace un sacco!
è in prima persona, ma la protagonista non sono io. Semplicemente volevo che chiunque legga possa sentirsi protagonista della storia, giusto per passare una notte con Shannon ......seeeeeeee magari! sarebbe troppo bello! hahaha
Beh, come per le altre storie, vorrei sentire il vostro parere, anche perchè leggere le recensioni è bellissimo: non solo perchè è una prova del fatto che qualcuno abbia letto quello che ho scritto, ma anche perchè mi sento una "srittrice" (rischio di montarmi la testa) e con questo mi sento in dovere di ascoltare ciò che avete da dirmi e cosa potrei migliorare. ci tengo davvero moltissimo a leggere i vostri pareri, sappiatelo; e ci do molta importanza.
bene, non voglio annoiarmi con altre parole, quindi intanto buone feste, buon Natale e buon Anno!
Love love love a Shannon! un bacione a tutti voi! <3

Lady Doolb.

   
 
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