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Autore: Elly Priest    23/12/2014    1 recensioni
"Il medaglione di ossidiana tintinnó sul petto. Gliel' aveva regalato sua madre, l' unico gesto di affetto che aveva avuto da una persona cara.
Poi pensó a suo padre: l' uomo che le aveva tolto la felicità, il capo, che tutti seguivano ed "amavano". Tutti tranne lei.
Cicatrici vecchie bruciavano a questi ricordi, ricordava la violenza che suo padre usava, l' allenamento estenuante a cui la sottoponeva ogni giorno della sua vita.
Lei, che un giorno avrebbe dovuto prendere le redini della sua gente, la sua unica figlia.
Si era appena resa conto di che mostro fosse stato con lei, ma anche con sua madre: ora era consapevole di odiarlo.
Sapeva che sul suo pianeta le cose andavano cosí, fatte di violenza e lotte. In fondo, peró, sapeva che era disumano e ingiusto.
Le faceva schifo."
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pavel Chekov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Come lo chiamate voi quando si vuole stare per sempre con una persona, quando non vorresti essere in nessun altro posto che qui?
-Si dice amore.
Pavel le passó una mano tra i capelli castani, con dolcezza. Lei sospiró felice e lo guardó intensamente.
-Ti amo, Pavel.
La strinse a sè affondando il viso nei suoi capelli profumati e le bació la testa. Appoggió le labbra sul suo collo, le guance, le spalle. La sua pelle era morbida e liscia al tatto.
Sotto quelle coperte, Nira si sentiva al sicuro come mai si era sentita in tutta la sua vita. Non si ricordava di avere mai provato queste emozioni con qualcuno. Amore, questo sentimento sconosciuto. Lei non aveva mai saputo cosa fosse e le piaceva. Quanto le piaceva.
Le mani erano appoggiate sulle spalle larghe e rassicuranti di Pavel: erano coperte da un sottile velo di sudore, ma lei si avvicinó ancora di più.
Il medaglione di ossidiana tintinnó sul petto. Gliel' aveva regalato sua madre, l' unico gesto di affetto che aveva avuto da una persona cara. Poi pensó a suo padre: l' uomo che le aveva tolto la felicità, il capo, che tutti seguivano ed "amavano". Tutti tranne lei.
Cicatrici vecchie bruciavano a questi ricordi, ricordava la violenza che suo padre usava, l' allenamento estenuante a cui la sottoponeva ogni giorno della sua vita. Lei, che un giorno avrebbe dovuto prendere le redini della sua gente, la sua unica figlia. Si era appena resa conto di che mostro fosse stato con lei, ma anche con sua madre: ora era consapevole di odiarlo.
Sapeva che sul suo pianeta le cose andavano cosí, fatte di violenza e lotte. In fondo, peró, sapeva che era disumano e ingiusto.
Le faceva schifo.
Nira non si era accorta di essere scoppiata a piangere. Non le era mai capitato. Teneva sempre tutto dentro, trasformandolo in forza. Forza per combattere, per andare avanti.
Pavel sentí la schiena della ragazza che sussultava sotto le sue mani. Le piccole scapole tremavano e percepí le lacrime bagnargli il petto.
-Ehy, perchè piangi?
Nira nascose il viso nell' incavo della sua spalla e tiró su con il naso varie volte. Le sue guance bruciavano contro il collo di Pavel.
La strinse più forte, erano diventati una cosa sola e questo la fece sentire al sicuro, anche se continuava a far cadere le lacrime. La rabbia accumulata di una vita la stava scaricando in quel momento.
Davanti a lui si sentiva libera, sentiva di non essere debole se scoppiava a piangergli davanti e si rese conto di quanto fosse potente quella parola che aveva appena imparato: Amore.
Le spostò i capelli all' indietro, gli occhi lucidi lo facevano intenerire, le labbra sottili sembravano disegnate, seguí il loro contorno carezzandole con il pollice.
-... Cavolo se sei bella.
Questo la fece sorridere tra le lacrime. Le strinse la mano destra, le labbra si sfioravano appena. Pavel cominció a cantare a bassa voce, sussurrandole all' orecchio.
-"Call it magic, call it truth"...
-"I call.. it magic, when.. I'm with you"...
Aveva la voce rotta dai singhiozzi, ma amava quella canzone, gliel' aveva dedicata Pavel e lei l' aveva fatta sua. La loro canzone, quella che lui e Nira conoscevano. Il loro segreto.
Nira aveva smesso di piangere, ma le lacrime rigavano ancora il viso. Ogni goccia che le cadeva gli sembrava un piccolo miracolo. Una cosa cosí triste poteva sembrare allo stesso tempo cosí meravigliosa? Per riapondere a Pavel bastó guardarla mentre si era addormentata.
Un cucciolo ferito, cosí gracile da poter essere ucciso appena lo stringevi tra le braccia.
Di una cosa era certo: non l' avrebbe mai lasciata andare. Respirava piano, era calma e non voleva disturbare la pace che trasmetteva. Nira aveva sempre paura di dormire, aveva gli incubi: demoni del suo passato che la venivano a trovare ogni notte, ma questa volta fu diverso. Era libera da ció che la vincolava alla vita di prima, aveva un nuovo coraggio per andare avanti.
Pavel guardó il petto di Nira che si alzava ed abbassava lento e tranquillo. Le carezzó il seno ed i fianchi e chiuse gli occhi.
-Ti amo anche io, Nira.
Sospiró e non si rese conto di quando si addormentó, affogando tra le braccia della ragazza che amava e per cui avrebbe dato la vita ad occhi chiusi. L' avrebbe protetta, fatto da amico, fratello e amante. Avrebbe baciato solo lei, pensato solo a lei, fatto l' amore solo con lei, perchè Nira era la sua nuova vita e non se la sarebbe fatta sfuggire per nulla al mondo.
   
 
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