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Autore: Andromaca27    23/12/2014    8 recensioni
Immaginate i nostri Ana e Christian nel Natale 2014, cosa potrebbero fare? Come potrebbero comportarsi con i loro due bambini?. È un racconto che è rimasto nascosto nel mio computer e solo qualche settimana fa ho avuto l’idea di condividerlo e di farne un piccolo regalo per augurarvi buone feste.
Buona lettura e…
AUGURI!
Andromaca
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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BUON NATALE, MRS E MR GREY

Natale 2014
Appena le nostre labbra si staccano, ci scambiamo un sorriso e uno sguardo complice. Dio, è così bello! Il mio adorato marito!
Christian e io siamo abbracciati, ci siamo appena baciati, un tenero, rapido bacio in uno dei rari momenti di pace. Ma ecco che l'incantesimo è rotto. Teddy, il nostro primogenito che adesso ha due anni e mezzo, sta cercando di attirare la nostra attenzione, mostrandoci qualcosa di estremamente interessante, a suo avviso.
È domenica mattina, tra qualche giorno è Natale, e stiamo allestendo il nostro albero nel salone principale della big house. Abbiamo quasi finito di collocare le decorazioni, Teddy corre, trotterellando, verso di noi con il braccino teso a mostrarci un piccolo Babbo Natale. Lo ha riconosciuto e sa che è lui che gli porterà i regali e ci sta chiedendo quando arriverà. Christian lo prende in braccio e comincia a raccontargli tutto ciò che accadrà la notte di Natale.
Si assomigliano così tanto. Le teste ramate così vicine si muovono lievemente mentre parlano. Il mio bambino ascolta, attento, il racconto del padre, aggrottando le sopracciglia come fa Christian quando è concentrato. Il cuore mi si riempie di gioia a guardarli. È come una sensazione di calore che mi si diffonde nel petto.
Quando Teddy chiede se potrà vedere il vecchietto che porta i doni, Christian esita, mi rivolge uno sguardo implorante, vuole che intervenga io. Mi avvicino e abbraccio i miei due uomini.
"Certo che potrai vederlo! A patto che tu resti sveglio fino a tardi e che ti comporti bene."
"Ma io mi comporto sempre bene! E poi, dormirò tutto il pomeriggio così la sera non avrò sonno. Lo voglio incontrare e voglio chiedergli delle cose." Dice Teddy, storpiando un po' le parole.
"Ah, hai delle domande da fargli?" Chiede Christian.
"Mh, mh." Risponde Teddy accompagnando questi versi con decisi movimenti della sua testolina dall'alto verso il basso.
Mio marito ed io sorridiamo estasiati.
"E cosa vuoi sapere da lui?"
"Non te lo posso dire, deve essere un segreto tra me e Babbo Natale." Risponde, serio, lasciandoci senza parole.
Il nostro momento con Teddy viene disturbato da un principio di pianto. La piccolina di casa, Phoebe che ha quattro mesi, ci sta richiamando all'ordine, vado da lei che si trova nella sua culla! La prendo in braccio. Dopo averle posato un dolce bacio sulla testa, controllo che stia bene, forse deve essere cambiata, non può avere fame perché ha mangiato la sua pappa poco fa. Ma mi rendo conto che, una volta tra le mie braccia, smette di piangere. Così ritorno insieme a lei vicino a Christian e a Teddy. Siamo rannicchiati sul tappeto vicino al camino e ai piedi dell'albero di Natale.
"Che cos'ha Phoebe?" Chiede Teddy, incuriosito dalla reazione della sua sorellina.
"Vuole un po' di coccole dal suo fratello maggiore." Rispondo.
Il mio bambino la guarda accigliato e poi, con molta tenerezza, le dà un bacino sulla fronte e le accarezza il visino paffuto, rivolgendole qualche parolina affettuosa.
"Ricordati che io sono il tuo fratello maggiore. Dovrai fare sempre quello che ti dico io. Capito?"
Io e Christian scoppiamo in una risata, mentre Teddy ci guarda tra il divertito e il perplesso. Phoebe dal canto suo sorride, ignara, condividendo l'atmosfera di gioia, anzi, di felicità che ci avvolge tutti e quattro.
 
Il resto della mattinata e il pranzo trascorrono senza fatti particolarmente degni di nota.
Adesso Christian si sta occupando del riposino pomeridiano dei bambini, mentre io metto ordine in cucina, dal momento che come ogni domenica Gail e Taylor non sono in servizio. Dopo una manciata di minuti lo sento arrivare, è alle mie spalle, mi si avvicina lentamente, sento il calore del suo corpo, infine avvolge le sue braccia intorno alla mia vita, i suoi addominali aderiscono alla mia schiena. Insinua il viso tra i miei capelli, mi bacia sul collo proprio sotto l'orecchio e fa le fusa. Un brivido di piacere mi attraversa dalla testa ai piedi.
"Li amo più della mia vita. Lo sai. Ma quando dormono al sicuro nei loro lettini, mi sembra di tornare a respirare. Non riesco a rilassarmi del tutto in loro presenza, sono perennemente in apprensione per ciò che potrebbe accadere e per ciò che Teddy potrebbe dire. Certe volte mi sento così indifeso di fronte alle sue osservazioni."
"Lo so. Anch'io sto sempre in ansia per la loro incolumità e per quello che potrebbe fare o dire Teddy."
"Anche tu?"
Io annuisco a mio marito che mi guarda incredulo.
"Eppure tu sei così sicura di te nel trattare con loro, così spontanea. E poi hai sempre la risposta giusta... Io, invece, ho sempre il terrore di sbagliare."
"Te la stai cavando benissimo. Sei il miglior padre che conosca."
Sento che non è ancora del tutto convinto. Mi giro tra le sue braccia, ci ritroviamo uno di fronte all'altra. Lo guardo diritto negli occhi con dolcezza e gli accarezzo una guancia ispida per la barba di un giorno. Sembra così... così combattuto, quasi smarrito.
"Christian, credimi, fidati di me: tu sei un padre meraviglioso, basta considerare come Teddy ti guarda per rendersene conto..."
"Ah sì? E come mi guarda?"
"Adorante!"
Mentre parlo e subito dopo, mi scruta con attenzione, cercando di capire se sono davvero sincera; sembra già più rilassato, sorride ammiccante e seducente.
Oddio!
"E tu? Come mi guardi tu, Mrs. Grey?"
Gli sorrido, complice.
"Con venerazione e amore incondizionato..."
"Ah, sì?"
"Sì." Annuisco.
"E l'eccitazione e il desiderio carnale?"
Mi sento avvampare. Perché, poi? È mio marito.
"Be, sì, anche quello."
Adesso mi guarda in modo inequivocabile e io capisco che abbiamo finito di parlare. Mi stringe a sé, i nostri corpi sono schiacciati l'uno contro l'altro, i nostri cuori battono all'unisono. Ci baciamo come se volessimo fonderci l'uno nell'altra, come se la nostra vita dipendesse da questo, come se dalle labbra dell'altro ricevessimo l'aria che respiriamo. Quando le nostre labbra si separano, con le fronti unite, riprendiamo fiato e ci guardiamo con desiderio. Christian si stacca da me, mi prende per mano e mi guida verso la camera da letto.
 
Siamo sul nostro letto, completamente nudi, avvinghiati l'una all'altro, non riesco ad aprire gli occhi, ma sento l'alito caldo di Christian sul mio collo. È pura beatitudine. Un'intimità così profonda.
Avverto dei baci lievi come piume sotto l'orecchio, sulle palpebre chiuse, sul naso, all'angolo della bocca. Christian vuole attirare la mia attenzione e io, con uno sforzo immane, riesco ad aprire gli occhi a malapena. Mi sta osservando con espressione dolce mentre sorride.
"Stanca, Mrs. Grey?"
"Mhm." Non ho la forza di aprir bocca.
"Ti rendi conto che sono più di quattro anni che ci conosciamo, che ci amiamo? Abbiamo due bambini bellissimi, una famiglia felice e piena d'amore. Quanta strada abbiamo fatto!"
Mi avvicino ancora, lo stringo di più a me, sorrido con le labbra che sfiorano il suo petto.
"Io ti amo come il primo giorno... No... In realtà di più, se possibile. Il nostro amore è maturato, si è fatto sempre più forte e consapevole."
"Sei in vena di romanticherie, Mr. Grey?"
"E il sesso?"
"Il sesso? Mi sbagliavo sulle romanticherie." Sorrido e lui ricambia.
"Sì, il sesso. È sempre fantastico, anzi è meglio adesso di prima."
"Mi chiedo perché siamo così fortunati. Ho sentito di coppie la cui passione si affievolisce solo dopo il primo anno insieme."
"C'è gente che insegue per tutta la vita quello che abbiamo noi senza mai raggiungerlo. Sì, siamo davvero fortunati... Soprattutto io... Io sono quello fortunato."
Provo una sensazione di calore al petto: è la felicità e anche la consapevolezza di essere felice, tanto felice. Per qualche minuto io e Christian restiamo in silenzio, guardandoci negli occhi con dolcezza, sorridendo. È uno di quei momenti in cui non c'è bisogno di parole. Sono sicura che prova le stesse mie emozioni, elabora gli stessi pensieri. Ma, dopo interminabili minuti, sento il bisogno di esternare ciò che mi esplode dentro.
"Ti amo, Christian, mi rendi così felice." E le parole mi sembrano inadeguate alla grandezza dei sentimenti che si agitano nel mio cuore.
"Oh, piccola. Anch'io ti amo. Così tanto che tutte le parole che mi vengono in mente non riescono neanche lontanamente a esprimere l'intensità di ciò che provo."
Ci baciamo, ci baciamo con molta lentezza, assaporandoci fino in fondo. Questo bacio è una dichiarazione d'amore, ci aiuta a dire ciò che a parole ci riesce impossibile. Poi ci abbracciamo e restiamo così molto, molto a lungo.
"Forse è meglio che ci rivestiamo, potremmo prendere freddo. E poi il nostro primogenito potrebbe irrompere qui da un momento all'altro."
Le parole di Christian mi richiamano dal mio torpore, salto in piedi e comincio a rivestirmi sotto lo sguardo divertito di mio marito che si è già infilato i boxer e i jeans.
"Dovremmo pensare a Babbo Natale."
"Chiederò a Taylor di contattare qualche figurante per la vigilia."
"Oppure..."
"Oppure?"
"Oppure potresti essere tu il figurante."
"Io? Non se ne parla nemmeno! Non sono bravo in queste cose."
"Oh, Mr. Grey, sono sicura che sarai strepitoso, come in tutto quello che fai."
"Stai usando l'adulazione per convincermi, Anastasia?"
Ormai siamo vestiti entrambi, ma lui è sempre così seducente. Faccio qualche passo, lo raggiungo, gli avvolgo le braccia attorno al collo e lui fa lo stesso attorno alla mia vita.
"Forse..." Gli rispondo con un sorriso malizioso.
"Be', ma dovrai usare ben altri mezzi per poterci riuscire, moglie."
"Con piacere, marito."
L'atmosfera si fa calda e decisamente seduttiva, ma sul più bello Teddy irrompe in camera strillando qualcosa. Il discorso è rimandato, penso tra me.
"La discussione è rinviata a stasera, piccola." Dice, prepotente.
 
È la sera della vigilia, siamo appena tornati da Bellevue dove abbiamo cenato, a casa di Grace e Carrick, rispettando tutte le tradizioni per la ricorrenza, compresi i canti natalizi con l'accompagnamento di Christian al pianoforte.
Teddy sta facendo uno sforzo sovrumano per restare sveglio. E ci sta riuscendo. È determinato, caparbio e forte come il padre.
Come farò a tener testa ad entrambi tra qualche anno?
Christian si è allontanato con una scusa e tra poco tornerà indossando il costume di Babbo Natale. In effetti, l'altra sera, dopo una discussione e dopo una sessione straordinaria di sesso folle e perverso, ha accettato di 'sacrificarsi', parole testuali. Dubito che siano state le mie doti persuasive a farlo capitolare, infatti ha accennato a certi giochi che si potrebbero fare con quel costume addosso.
Ho portato Phoebe, che si è addormentata, nella sua camera, Teddy le ha dato il bacio della buonanotte dicendosi dispiaciuto perché lei non avrebbe potuto assistere all'arrivo di Santa Claus, ma promettendo che le avrebbe raccontato ogni particolare domattina.
Io e Teddy torniamo nel salone, ci scaldiamo al fuoco del camino, ai piedi del grande albero di Natale, sorseggiamo un po' di spremuta di arancia, in ansia per l'arrivo tanto atteso. Quando ad un tratto sentiamo un frastuono dietro la porta.
"Teddy, penso proprio che Babbo Natale sia già qui fuori."
Il mio bambino, eccitatissimo, emette dei deliziosi gridolini di esultanza, salta giù dal divano, pretendendo che io lo segua a vedere cosa sta succedendo.
"Aspetta, Teddy, aspetta."
Sentiamo anche il suono dei campanelli come nei film, cosa che non può sfuggire a Teddy.
"Lo senti, mamma, vieni, vieni, ma che fai?" E intanto corre saltellando verso l'ingresso.
Apriamo la porta ed è lì. Mr. Grey, il rispettabile e compassato Amministratore Delegato della GHE, indossa un buffo costume di Babbo Natale, con barba e capelli candidi, pancione di gommapiuma e tutto l'armamentario di rito. Non riesco a trattenere una risatina.
"Oh, oh, oh! Buon Natale!" Esclama Christian camuffando la voce.
"So che qui c'è un bravo bambino di nome Teddy."
Il nostro bambino saltella non riuscendo a trattenersi per la gioia, ma ci tiene a precisare il suo nome per intero.
"Theodore Raymond Grey. Ma tu mi puoi chiamare Teddy." Dice con tono solenne.
"Oh, oh, oh! Ne sono onorato." Risponde mio marito sempre con quella voce buffa. Mentre ridacchio, per un attimo i suoi occhi si fermano nei miei e la sua espressione cambia come se mi stesse dicendo "Attenta a te. Più tardi ti farò vedere io!" Potrebbe essere il pretesto per qualcuno dei suoi giochi e un brivido di eccitazione mi percorre la schiena. Intanto si è piegato sulle ginocchia per essere alla stessa altezza di Teddy, ma non gli riesce bene a causa del pancione finto. Non riesco a trattenere un'altra risata, meritando un'altra occhiataccia.
"Teddy, tu mi hai mandato una lettera in cui mi chiedevi..."
"Sì, sì..."
"Teddy, non è molto educato lasciare un ospite sulla porta. Perché non inviti Babbo Natale ad entrare e a sedersi sulla poltrona vicino al camino che abbiamo preparato per lui?"
"Sì...sì."
Teddy lo prende per mano e lo guida verso il salone, io li seguo divertita e deliziata dal comportamento di mio figlio. Adesso Babbo Natale è seduto e Teddy, sulle sue ginocchia, lo guarda ammirato e felice.
"Che cosa c'è qui?" Chiede indicando il sacco pieno di regali che giace accanto al divano.
"I regali per te e per gli altri bambini."
"Per tutti i bambini del mondo? Anche per quelli dell'Africa? Che sono tanto poveri e non hanno niente da mangiare?"
"Sì, anche per quelli. Ma tu come fai a sapere di quei bambini?"
"Me l'ha detto la mia mamma." Si volta verso di me.
"Vero, mamma?" Io annuisco, orgogliosa.
"Sai, anche mio papà è buono... Quasi come te. Anche lui regala tante cose, soprattutto ai bambini poveri che non hanno una mamma o un papà."
"Davvero?"
"Mh, mh. Il mio papà è fantastico e io gli voglio tanto bene, tanto bene così." Risponde allargando le piccole braccia più che può.
Il nostro Babbo Natale ad un tratto rimane senza parole, inghiotte, i suoi occhi diventano lucidi e, rischiando di farsi smascherare, non può fare a meno di posare un bacio sulla testa del nostro meraviglioso bambino. Poi si schiarisce la voce prima di riuscire a parlare.
Io resto incantata a osservarli, lacrime silenziose mi rigano le guance. Sono lacrime di felicità.
Hai visto, Christian, anche lui ti ama. Tanto.
Christian si accorge che sto piangendo, anche Teddy sta per voltarsi verso di me, ma io corro verso la cucina. Non voglio che il bambino mi veda in questo stato.
"Mamma, dove vai?"
Mi invento una scusa. "Vado a prendere la spremuta e i biscotti che abbiamo preparato per il nostro ospite. Torno immediatamente."
Quando ricompaio in salone, Teddy sta raccontando a Babbo Natale qualcosa che ha fatto all’asilo un suo compagnetto e gli sta dicendo che è cattivo e che non deve portargli regali. Prendo la fotocamera e faccio qualche scatto. Voglio che queste immagini rimangano tra le nostre foto più care.
 
Dopo la consegna dei regali e gli altri convenevoli, Teddy comincia a cedere al sonno e alla stanchezza finché non si addormenta, esausto, tra le braccia di Babbo Natale. In effetti, ha resistito ben oltre l'orario consueto. Christian lo porta di sopra nella sua camera e poi mi raggiunge in cucina dove sto riordinando e mettendo bicchieri e piatti nella lavastoviglie.
Si appoggia al bancone e aspetta che io finisca. Quindi allarga le braccia, invitandomi tacitamente a raggiungerlo. In men che non si dica sono tra le sue calde braccia, adagiata sul suo petto. È il posto che preferisco al mondo. Ho bisogno del suo abbraccio e lui del mio. Non parliamo ma le parole di Teddy, la sua gioia, l'amore e l'ammirazione per suo padre occupano i miei pensieri e, sono sicura, anche quelli di Christian. È stato un momento così importante per lui. Lui che aveva un così grande disgusto di se stesso. Lui che pensava di non meritare l'amore di nessuno. E se ripenso al terrore che provava all'idea di diventare padre, alla paura di poter fare del male ai nostri figli... Io, invece, ho sempre saputo che sarebbe stato meraviglioso e che li avrebbe amati immensamente.
Restiamo abbracciati, in silenzio, per parecchi minuti.
"È stato emozionante vedervi insieme prima." Dico con la testa appoggiata sul suo petto, l'orecchio sul suo cuore.
"Sì?"
"Sì, l'ennesima riprova di quanto ti ama, di quanto ti amiamo tutti. Lo sai? Adesso hai capito quanto sei amato?"
"Be', forse ne ho visto qualche segnale." Mi bacia sulla sommità della testa, sui capelli.
"Era ora."
Sollevo la testa e gli poso un lieve bacio sull'angolo della bocca; poi appoggio la testa sulla curva del suo collo che sembra fatta su misura per me. Rimaniamo in silenzio per qualche altro minuto.
All'improvviso mi rendo conto che indossa ancora quel buffo costume rosso, senza cappello e barba, e non riesco a trattenere una risatina.
"Cosa c'è?" Chiede.
"Tu."
"Io?" Mi afferra dolcemente ma con fermezza le spalle, mi allontana da sé di alcuni centimetri per potermi guardare in faccia, interrogativo.
"Hai ancora questo costume... Sei buffo."
"Stai ridendo di me?"
Io continuo a ridacchiare.
"Quando abbiamo aperto la porta e ti abbiamo trovato là, ho pensato che non avresti retto a lungo e che Teddy ti avrebbe smascherato subito. Invece, te la sei cavata benissimo, Mr. Grey. Hai un futuro in questo settore." Continuo a ridacchiare.
"Stai continuando a ridere di me e a prendermi in giro. Tu lo sai cosa ti meriteresti per un comportamento del genere."
Provo a fermarmi, stringendo le labbra, mordendo il labbro inferiore, ma non riesco a trattenere le risate. Anche Christian viene contagiato dalla mia ilarità e ci ritroviamo a ridere con la testa gettata all'indietro. Quando ci riprendiamo, come per incanto i nostri sguardi, fissi l'uno nell'altro, si fanno seri e cupi. Christian mi guarda come se volesse mangiarmi e io sento un fremito nelle pieghe più segrete del mio corpo. Emetto un sospiro, come per allentare la tensione sessuale che all'improvviso si è fatta così forte. Ci baciamo. Ed è un bacio lungo, appassionato, carico di desiderio e d'amore. Prendiamo fiato e ci baciamo di nuovo, ancora con ardore. Ma non mi basta, non ci basta. Tento di slacciare la giacca rossa di velluto a Christian. Voglio toccarlo. Le mie dita si affannano alla ricerca di bottoni, di cerniere, ma non ci riesco. Allora cerco di sollevarla e intrufolare una mano sotto quella stoffa, ma Christian mi ferma prendendomi per il polso.
"Ehi, piano." Mi dà un bacio sul naso.
"Piano. Non abbiamo nessuna fretta." Un altro bacio sulla guancia destra, un altro ancora su quella sinistra. Mi prende in braccio e, senza tanta fatica, mi porta nella nostra camera. Poi mi deposita a terra, in piedi. Si allontana a lunghe falcate, esce dalla stanza e torna immediatamente con il sacco dei doni che adagia sul pavimento.
Che cosa avrà in mente?
Tenendo lo sguardo incollato al mio, ritorna di fronte a me, così vicino che i nostri corpi si sfiorano.
"Lo sai che sei sexy con questo costume addosso?"
"Sì? Credevo di essere buffo."
"Anche. Ma anche sexy. E poi sarà bello tirar fuori da questo ingombrante vestito il tuo corpo scolpito e seducente. Come il David di Michelangelo tirato fuori da un blocco di marmo."
"Addirittura?"
"Sì, anzi, tu sei meglio del David. Tu sei vivo, caldo, reagisci al mio tocco." Comincio ad accarezzargli le spalle, le braccia... Lui mi stringe di più premendo la sua erezione sulla mia pancia.
"Ti rendi conto di quello che mi fai, Anastasia?
"Sì, perfettamente, perché è lo stesso quello che tu fai a me... Voglio spogliarti."
"Sono tutto tuo." Dice allargando le braccia, un sorriso soddisfatto.
"Allora, caro Babbo Natale, da dove cominciamo? Dalla giacca? Sììì." Dico con la voce bassa che tradisce la mia eccitazione.
Adesso riesco a sbottonarla e a farla scivolare passando le mie mani prima sul torace, poi sulle spalle. Lui mi lascia fare continuando a guardarmi. Poi passo alla maglietta, la sollevo mentre lui si china in avanti per facilitarmi il compito.
"E voila! Ora dovremmo togliere gli stivali."
"Ci penso io." In un battibaleno Christian si piega, si sfila le scarpe e le calze in un solo movimento, e si rialza. Si tira via il pancione di gommapiuma e mi lascia proseguire.
Mentre armeggio per aprirgli i pantaloni lo rimprovero: "Però sei imperdonabile, lo sai? Non mi hai portato nessun regalo... Perché? ... Credi che io sia una bambina cattiva?"
Intanto sbottono i pantaloni e glieli faccio scivolare con carezze sensuali lungo i suoi fianchi e le cosce. Poi fa un passo indietro, uscendo da quegli indumenti ammassati sul pavimento, li allontana con un calcio e torna a pochissimi centimetri da me. Adesso ha solo i boxer che a stento trattengono il suo membro turgido e rigonfio.
"Non mi hai risposto. Perché non mi hai portato nessun regalo?"
"Ti sbagli. Ti ho portato un regalo bello grosso che ti piacerà molto." Risponde, allusivo.
"E tu come lo sai?... Che mi piacerà, come lo sai?"
"Lo so perché sono Babbo Natale e Babbo Natale lo sa quali sono i regali che piacciono ai bambini, specialmente alle bimbe impertinenti come te... Aspetta, ferma qui."
Si dirige verso il sacco e ne estrae un grosso pacco. Viene verso di me e me lo porge. Ha un'espressione indecifrabile.
"Ecco." Mi dice.
Mi sento come se fossi tornata bambina, tiro l'estremità dei due nastri di raso, di due diverse tonalità di grigio, che chiudono la scatola e la decorano. La apro con mani tremanti, ma all'interno vedo solo tanta carta. Gli rivolgo uno sguardo interrogativo, lui rimane impassibile. Continuo a scartare fino a quando non intravedo una scatola color argento.
Mr. Cinquanta sfumature non si smentisce.
È un cofanetto per gioielli e prima di aprirlo rivolgo un'occhiata a Christian.
"Lo sai che a me non importa dei gioielli."
"Lo so ed è anche per questo che ti amo. Però sono convinto che ti piacerà."
"Anch'io ne sono convinta: è da parte tua e questo basta perché io lo adori."
Mi dà un tenero bacio a fior di labbra.
"Dai, aprilo."
Faccio un profondo respiro e sollevo il coperchio. C'è una collana che potrebbe essere d'argento, ma conoscendo mio marito è più probabile che si tratti di oro bianco o di platino. Vi è appeso un ciondolo a forma di cuore. È uno di quei medaglioni che possono conservare una fotografia all'interno, un classico dell'oreficeria, però ha una lavorazione molto raffinata ed elegante, vi sono incastonate delle piccole pietre preziose, forse brillanti.
"È bellissimo, grazie."
"Prego. Vedi quel piccolo pulsante sulla destra? Premilo."
Lo faccio e il medaglione si apre in due. All'interno non è stata inserita una sola foto, ma due, da una parte quella che abbiamo fatto insieme ai nostri bambini qualche giorno fa. È bellissima: ci abbracciamo tutti e quattro e, raggianti, sorridiamo all'obiettivo; dall'altra parte una foto di Christian, un primo piano del suo bellissimo viso con un'espressione seria, ma felice che sembra dire 'ti amo'.
"Oh, Christian. Mi piace tantissimo." Le lacrime offuscano la mia vista.
"Ora capisco perché hai tanto insistito per fare quelle foto, inducendomi a dirti cosa ne pensavo. Hai scelto le mie preferite... Adoro questo regalo perché lo hai preparato con tanta cura e perché è la materializzazione dei miei sentimenti. Io vi ho nel mio cuore tutti e tre, come in queste piccole foto dentro il pendente. Grazie... Ti amo." La mia voce trema per l'emozione, sento le lacrime agli occhi.
"E io amo te."
Christian ha osservato ogni mia piccola reazione, adesso mi guarda adorante e poi mi stringe a sé. Dopo qualche minuto si stacca, mi riserva uno sguardo malizioso e un sorriso beffardo.
"Adesso anch'io voglio il mio regalo e lo devo tirar fuori da quel vestito che ti sta così bene... Alza le braccia."
Io obbedisco come ipnotizzata dal suo sguardo e dalla sua voce calda, roca per l'eccitazione, suadente. Christian afferra il mio vestito per l'orlo e me lo sfila dalla testa. Resto in biancheria intima: reggiseno e mini slip di pizzo grigio e autoreggenti.  Mio marito sussulta a vedermi in quella mise ed emette un verso incomprensibile, segno che apprezza davvero ciò che vede.
"Ti piace il mio regalo per te?" Chiedo maliziosa.
"Cazzo, Ana. Mi fai impazzire. Sei così bella... Sempre più bella. E sexy da morire... Togliti le calze, lentamente, molto lentamente."
Mentre lo faccio, stando seduta sul bordo del letto, continuo a mantenere il contatto visivo con Christian il quale ad un certo punto si passa la lingua sulle labbra.
Oddio.
Quel gesto ha un collegamento diretto con le mie parti intime.
Quando ho finito mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi.
"Non posso più aspettare. Voglio il mio regalo. Subito. E voglio giocarci..."
Si china a raccogliere quei nastri del regalo che erano scivolati sul letto, mi rivolge un'occhiata piena di promesse.
"E a pensarci bene questi due nastri potrebbero tornare utili, tra l'altro fanno pendant con la tua lingerie." Fa scorrere lentamente quel tessuto tra le dita, poi ne afferra le estremità con ciascuna mano e, dopo averlo sollevato sopra la mia testa, mi cinge la schiena, attirandomi a lui, ancora più vicino. Strofina la sua erezione sulla mia pancia, solo la barriera dei suoi boxer ci separa.
Poi, all'improvviso, fa un passo indietro lasciandomi stordita e inaspettatamente si sfila i boxer.
Io lo guardo famelica.
"Ti piace?" Mi chiede sogghignando.
Oh, mio Dio! Sì.
"Ora da brava, tendi le mani verso di me e porgimi i polsi. Ho in serbo qualche altro regalo per te."
Ah, sì? Lo sospettavo.
"Buon Natale, Mrs. Grey."
"Buon Natale, Mr. Grey."
 

FINE
  
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